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La Philosophy for Children come comunità inclusiva per parlare di differenza Dott.ssa Giorgia Ruzzante, Università degli Studi di Padova Prof.ssa Marina Santi, Università degli Studi di Padova

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  • La Philosophy for Children come comunità inclusiva per parlare di differenza

    Dott.ssa Giorgia Ruzzante, Università degli Studi di Padova

    Prof.ssa Marina Santi, Università degli Studi di Padova

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • Le domande di partenza

    • La Philosophy for Children può essere un’efficace metodologia didattica inclusiva?

    • Perché scegliere il contesto della comunità di ricerca filosofica per discutere con i bambini rispetto al tema della differenza?

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • Finalità

    Esplorare le concezioni spontanee degli alunni sulla «differenza» e metterle in dialogo per la co-costruzione di nuove idee emergenti dalla comunità di ricerca

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • Se le Buone Prassi sono…

    Tra i criteri che Canevaro e Ianes individuano per individuare una pratica didattica come «buona prassi» vi sono: • Gli alunni sono i soggetti

    attivi della costruzione della loro conoscenza;

    • Le relazioni solidali tra compagni di scuola sono la trama indispensabile per tessere l’inclusione

    (Canevaro, Ianes, 2001)

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • …allora…

    …il filosofare in comunità di ricerca come

    BUONA PRASSI (INCLUSIVA)

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • Il contesto: la classe delle differenze

    Il contesto nel quale si è svolta l’esperienza è una classe IV di una scuola primaria del Comune di Padova. Era una vera «classe delle differenze» con la presenza di alunni stranieri di diverse nazionalità, alunni con cosiddetti BES e un alunno con disabilità certificata.

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • Che cos’è la P4C?

    E’ un movimento educativo diffuso a livello mondiale, nato negli anni ‘70 da Lipman negli Stati Uniti, che ha ideato un curricolo per fare filosofia con i bambini. E’ una delle possibili declinazioni della Comunità di Ricerca (CdR).

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • I presupposti pedagogici

    TRASFORMAZIONE DELLA CLASSE IN COMUNITA’

    (DI RICERCA) «pensare insieme»

    Approccio vygotskiano:

    mediazione semiotica, interiorizzazione,

    discorso interno, ZSP, scaffolding

    Costruttivismo sociale

    Piaget: Assimilazione

    Accomodamento Equilibrazione

    Leont’ev:

    l’azione didattica secondo la teoria dell’attività, la pratica

    di I/A è una mediazione semiotica e sociale

    Dewey: l’educazione e la democrazia del

    pensiero

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • PEDAGOGIA E

    DIDATTICA PER L’INCLUSIONE

    COMUNITA’ DI RICERCA-P4C

    ARGOMENTAZIONE, DISCUSSIONE IN

    CLASSE E CAMBIAMENTO CONCETTUALE

    Normative nazionali e internazionali

    Caldin, Canevaro Booth, Ainscow

    Lipman, Sharp, Santi, Kohan, Skliar

    Santi, Pontecorvo, Mason

    COSTRUTTIVISMO SOCIO-CULTURALE

    Leont’ev, Vygotskij, Dewey

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • La Tetracomunità in classe

    Nella P4C si assiste alla trasformazione della classe in comunità . Il concetto di «tetracomunità» implica il fatto che ogni comunità è sempre contemporaneamente: • comunità di apprendimento • comunità di discorso • comunità di pratica • comunità di ricerca Per essere e diventare…comunità di inclusione (Santi, 2006)

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • La comunità di ricerca (filosofica)

    Si caratterizza per:

    -avere una meta

    -avere una direzione data dal senso dell’argomentazione

    -essere fondata sul dialogo: attività di discussione in classe

    -essere creativa, critica, caring

    (Santi, 2006)

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • La filosofia come attività

    La Philosophy for Children intende la filosofia come attività, ossia il filosofare come era inteso all’origine muovendo dal dialogo socratico e superando sia la sua forma «dottrinale» che una riduzione del filosofare alla storia della filosofia, riportando la disciplina filosofica alla sua forma dialogica ed argomentativa, nelle sue componenti critiche creative e valoriali.

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • CONTESTO DIDATTICO INCLUSIVO

    VALORIZZAZIONE

    DELLA DIFFERENZA E DELL’ETEROGENEITA’ DEI MEMBRI DELLA

    COMUNITA’

    ALUNNI PROTAGONISTI DEI

    PROCESSI DI APPRENDIMENTO/

    INSEGNAMENTO

    DEMOCRAZIA PARTECIPAZIONE

    LIBERTA’ E RISPETTO DEL PENSARE

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • P4C&Inclusione

    • Contesto didattico inclusivo, nel quale ciascuno contribuisce alla discussione collettiva.

    • Contesto dialogico guidato con un facilitatore nel quale si possono liberamente esprimere le proprie idee e trattare questioni «spinose».

    • Il contesto e la natura filosofica del dialogo consentono di far emergere il background (Toulmin) per lavorare alla co-costruzione concettuale.

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • I ruoli/compiti: l’insegnante/facilitatore

    Il facilitatore è colui che svolge la funzione di guida della discussione filosofica nel corso delle sessioni di P4C.

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • L’ambiente

    L’ambiente privilegiato di una sessione di Philosophy for Children prevede che i partecipanti della sessione siano disposti in cerchio ed un numero limitato.

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • I momenti della «Jam-session» di P4C • Eventuale attività

    introduttiva

    • Presentazione del materiale di provocazione

    • Co-Costruzione dell’agenda

    • Il «piano» di discussione/proposta di eventuali esercizi/esercitazioni

    • Valutazione

    IMPROVVISAZIONE

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  • I materiali del Curricolo P4C

    MANUALI

    RACCONTI

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  • La composizione dell’agenda

    E’ una traccia mobile sul quale il facilitatore annota le domande che emergono dalla comunità di ricerca.

    Esse possono essere formulate singolarmente, a coppie o piccoli gruppi, a seconda della scelta fatta dal facilitatore e dalla comunità.

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • Il «piano» di discussione

    In questa momento il facilitatore ha la funzione di accompagnare la comunità nella discussione. Egli riassume/fa riassumere tramite parole-chiave, frecce, brevi frasi gli interventi e i collegamenti che emergono dalla discussione collettiva, e ciò che ne emerge consente di lasciare traccia della sessione, di riepilogare quanto emerso e rilanciare verso nuove domande.

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • La riflessione come autovalutazione

    Il momento conclusivo prevede una valutazione da parte dei partecipanti stessi della sessione rispetto ad alcuni aspetti individuati dal facilitatore (ascolto, partecipazione, clima delle relazioni, approfondimento, facilitazione)

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • «I bambini sanno»

    «Secondo te, che cos’è che i bambini sanno più dei grandi?»

    I bambini sanno che…la diversità è una ricchezza!

    Essi hanno un concetto di differenza/diversità ampio ed evoluto, variegato, e sanno riportare esemplificazioni reali tratte dalla vita scolastica ed extrascolastica, utilizzando anche il linguaggio metaforico. Emerge la considerazione della differenza come valore e non come limite, come qualcosa in più che arricchisce tutti piuttosto che una difficoltà da accettare (DIFFERENZA E NON DIVERSITA’).

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • Io vorrei anche sapere perché

    siamo tutti diversi

    Essere uguali è noioso perché non si può far vedere in che cosa si è bravi

    Se siamo uguali non ci

    riconosciamo

    Se fossimo tutti uguali non sarebbe bello perché nel mondo

    bisogna avere un po’ di tutte le persone, tipo se uno è bravo nel disegno

    e un altro a correre servono tutti e due

    Anche se sembriamo

    uguali in realtà siamo diversi

    Normale è la persona che sa fare le stesse

    cose degli altri, speciale è chi sa fare delle cose in

    più

    Noi siamo tutti speciali perché abbiamo volti, corpi, caratteristiche e

    gusti diversi

    Siamo tutti un po’ speciali, non ce n’è uno più

    speciale dell’altro. Siamo speciali ma possiamo

    anche essere normali, ma noi tutti ci vediamo

    normali, però qualcosa di speciale ce l’abbiamo tutti

    Io dico che siamo tutti uguali perché siamo tutti della razza umana

    PENSIERI EMERSI IN COMUNITA’ DI RICERCA-P4C

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • Risultati ottenuti

    La P4C si è dimostrata essere una pratica didattica inclusiva, che ha permesso l’esplorazione del concetto di «differenza» in un contesto facilitante, dando la possibilità per i bambini di essere co-costruttori del proprio avanzamento concettuale.

    veronica.bazzanellaCasella di testo© Ruzzante G. e Santi M. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015

  • Bibliografia

    Angori S., Differenza-diversità, in Studium Educationis, n.2/1998, pp.357-359 Austin J., Come fare cose con le parole, Marietti, Torino, 1987 Booth T., Ainscow M., Nuovo Index per l’inclusione. Percorsi di apprendimento e partecipazione a scuola, Carocci, Roma, 2014 Caldin R., Introduzione alla pedagogia speciale, Cleup, Padova, 2001 Canevaro A., Ianes D., Buone prassi di integrazione scolastica. 20 realizzazioni efficaci, Erickson, Trento, 2001 Dixon-Krauss L. (a cura di), Vygotskij nella classe. Potenziale di sviluppo e mediazione didattica, Erickson, Trento, 2000 Lipman M., Educare al pensiero, Vita e Pensiero, Milano, 2005. Lipman M., Elfie, Liguori, Napoli, 2013 Lipman M., Gazzard A., Elfie. Manuale, Liguori, Napoli, 2000 Lipman M., Kio e Gus, Liguori, Napoli, 1999 Lipman M., Stupirsi di fronte al mondo. Manuale di “Kio e Gus”, Liguori, Napoli, 2000 Pontecorvo C. (a cura di), Discorso e apprendimento. Una proposta per l’autoformazione degli insegnanti, Carocci, Roma, 2005 Pontecorvo C., Ajello A.M., Zucchermaglio C., Discutendo si impara. Interazione e conoscenza a scuola, Carocci, Roma, 2007 Santi M., Costruire comunità di integrazione in classe, Pensa Multimedia, Lecce, 2006 Santi M., Towards “Complex Evaluation”: a Short Review and a Triple-Perspective Framework to Evaluate Philosophical Argumentation Activity in the Community of Inquiry, in Santi M., Oliverio S. (a cura di), Educating for Complex Thinking throught Philosophical Inquiry, Liguori, Napoli, 2012, pp.437-460 Santi M., Ragionare con il discorso. Il pensiero argomentativo nelle discussioni in classe, Liguori, Napoli, 2006 Sharp A.M., Dare senso al mio mondo. Manuale “L’ospedale delle bambole”, Liguori, Napoli, 2000 Sharp A.M., L’ospedale delle bambole, Liguori, Napoli, 1999

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  • GRAZIE PER L’ATTENZIONE E…

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