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Page 1: Una marea di firme

8/9/2019 Una marea di firme

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una marea di firme

di Letizia Tomassone

in “Riforma” - settimanale delle Chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi – del 30 luglio

2010Una marea di firme per l’acqua bene pubblico, più che per qualsiasi altra richiesta di referendum

nella storia della Repubblica. Le nostre chiese hanno raccolto, firmato e aderito ai tavoli locali,

spinte anche dall’adesione forte della Fcei al comitato nazionale. Dunque è una vittoria anche

nostra, e in tempi di bassa partecipazione, ci sembra veramente un buon risultato. Ma perché le

nostre chiese si sono coinvolte così tanto?

Da diversi anni nell’ambito dei programmi del Consiglio ecumenico delle chiese ci occupiamo

dell’ambiente come dono di Dio di cui siamo responsabili. Su alcuni temi l’urgenza si fa a volte più

 pressante. La marea nera del Golfo del Messico, così come le diverse altre dispersioni di petrolio

che fanno morire ogni forma di vita organica nell’acqua dell’Oceano, ci hanno resi ancora più

attenti a questo bene prezioso e limitato che è l’acqua.

La nostra confessione di fede in un Dio che ha creato il mondo perché fosse abitabile, e la pressione

dell’inquinamento e dell’appropriazione dell’acqua da parte di privati ci portano a una

consapevolezza nuova: i beni del creato sono beni comuni di tutta l’umanità e del pianeta. Nessuno

 può appropriarsene e farne commercio a fini di lucro. La nostra esperienza è che laddove la

 privatizzazione dell’acqua è già stata operata i prezzi sono aumentati in modo considerevole,

andando ovviamente a pesare sulle fasce più deboli della società.

Come chiese vediamo quindi in questa campagna per l’acqua pubblica un intreccio di interessi: la

nostra ricerca di una società più giusta e solidale con i più poveri non può accettare la

mercificazione di un bene come l’acqua; la nostra comprensione che la natura non ha risorse

illimitate, ma richiede che diventiamo responsabili di non sperperarla, ci fa schierare per un uso

condiviso e non privatizzato dell’acqua. Motivi teologici e motivi di giustizia si uniscono anchenella nostra ricerca di una società in cui ci sia maggiore partecipazione di tutti e tutte e in cui la

società civile riprenda a esprimersi sui propri orientamenti e bisogni.