preceptos de la pintura

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    2/308

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    3/308

    risf'v.'

    m^:

    ,.

    :

    p

    COLLEZIONE

    J:

    DI

    OTTIMI

    SCRITTORI

    ITALIANI

    IN

    SUPPLEMENTO

    CLASSICI

    MILANESI

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    6/308

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    7/308

    VERI

    PRECETTI

    DELLA

    PITTURA

    GIO. BATISTA ARMENINO

    DA

    FAENZA

    LIBRI

    TRE

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    8/308

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    9/308

    'li?&?i'-'^?'fc-

    -

    -'V'

    '

    '

    AI

    LETTORI

    Questo

    Libro

    caldamente

    raccoman-

    dato

    agli

    Accademici

    della

    Crusca,

    pel

    nuovo

    spoglio

    da

    farsi

    degli

    Scrittori,

    dallegregio

    Sig.

    Ab.

    Colombo.

    Volen-

    dolo

    illustrare,

    ci

    siamo rivolti al

    Sig.

    Stefano

    Ticozzi,

    il

    quale

    ci

    ha

    favorito

    le

    Notizie

    seguenti

    sulla

    Vita di

    un

    uo-

    mo

    si

    benemerito

    dell

    Arte

    ,

    qual

    fu

    lArmeninOjle

    quali

    vedono

    per

    la

    pri-

    ma

    volta

    la

    luce

    .

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

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  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    11/308

    STEFANO

    TICOZZI

    VITA

    BATISTA

    ARMENINO

    uando

    nel

    \

    820

    pmcurai in Milano

    coi

    tipi

    del

    diligente

    tipografo Vincenzo Ferrarlo

    una

    terza

    (ibbastanza

    nitida

    edizione

    dell

    opera

    di

    dovati

    liatista

    Armenini

    :

    Veri

    l'reretii della

    Pittura,

    avrei

    voluto

    far

    cosa

    grata agli amici

    delle

    lettere

    e

    delle

    arti,

    aggiugnendovi

    la

    vita

    di

    Innesto

    valentuomo,

    a gran torto

    quasi

    ajfatto

    dimenticato

    dalle

    biografie pittoriche

    e letterarie.

    Ma

    appunto

    mi sconfort

    da

    tale

    lavoro la con-

    siderazione

    che a

    stento

    avrei

    trovati pochissi-

    mi

    e

    dubbiosi

    documenti

    intorno

    ad un

    pittore,

    che

    sebbene

    abbia

    egualmente onorata

    V

    arte

    sua

    col

    pennello

    e

    colla

    penna,

    non

    si

    cur

    di

    uscire

    dalla

    religiosa

    oscurit,

    in

    seno

    alla quale

    am

    di

    ripararsi

    in et avanzata.

    Ora, pi

    attentamente

    che

    prima

    non

    aveva

    fatto,

    leggendo

    Faureo trat-

    tato

    deir

    Armenini

    ,

    pan'emi

    ,

    che senza

    andare

    in

    cerca

    di

    stranieri sussidj,

    basterebbe

    raccoglie-

    re

    e

    dare

    qualche

    ordine

    alle

    notizie

    ,

    che

    qua

    e

    l

    trova

    nsi sparse

    in

    questo suo

    libro

    .

    Con ci

    ,

    a

    dir

    vero

    ,

    non

    mi

    sar dato

    di

    appagare

    coloro

    :

    che

    di

    ogni

    pi

    minuta circostanza

    della

    vita

    di

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    12/308

    quest

    artefice

    vorrebbero

    avere

    contezza

    ;

    beasi

    d raccogliere,

    quanto

    necessario

    a

    dare

    una

    sufficiente idea

    delle

    sue

    onorate

    virt,

    e

    degli av-

    venirnenti

    della

    sua vita

    relativi

    alF

    arte

    .

    Intan-

    to giover

    Cawertire,

    che

    le

    memorie

    biografi-

    che di

    un

    pittore

    che

    scrisse

    un

    libro

    di

    precetti

    intorno

    all'arte

    sua, per

    gio^mento

    degli artefici

    e dei

    dilettanti,

    devono

    mirare

    allo

    stesso

    scopo

    ,

    onde

    non

    riusciranno

    abbastanza

    piacevoli

    per

    coloro

    ,

    che

    si

    facessero

    a

    leggerla

    per

    semplice

    diletto

    .

    Nacque

    Giovan

    Batista

    Armenino in

    Faen-

    za,

    {p )

    circa

    il i53o di

    poveri

    ma

    civili

    parenti,

    che

    lo

    destinavano

    a professare

    la

    medicina-,

    on-

    de

    fu

    mandato

    alle

    pubbliche

    scuole

    perch

    ap-

    prendesse

    le.

    lingue

    Greca

    e

    Latina

    .

    Ed

    in

    questa

    e nello

    studio

    della poesia

    e

    delC

    eloquenza

    face-

    va

    egli

    rapidissimi

    progressi,

    quando

    essendo ca-

    pitato

    in

    patria

    Figurino

    da

    Faenza,

    che

    stava

    a

    Mantova

    come

    ajuto

    di Giulio

    Romano

    ,

    ed

    u.

    ditola

    magnificare

    f

    arte

    sua

    e

    vedutolo

    opera-

    re

    ,

    si

    sent preso

    da

    subito desiderio

    di

    studiare

    la pittura . Forse

    dallo

    stesso Figurino

    avr

    avuto

    i

    primi

    elementi

    delTarte;

    ma

    certa

    cosa

    ,

    che

    quando

    abbandon

    la

    patria

    per recarsi

    a

    Roma

    era

    di

    gi

    buono

    e

    spedito

    disegnatore

    Ma ofos-

    in

    grazia

    de'

    suoi

    parenti,

    o

    perch

    le

    credesse

    (i)

    Orlandi

    Abbecedario

    Pittorico

    .

    Conrien

    credere

    olia

    aucbc

    questo

    biografo mancasse

    di

    notizie, perci

    che

    sr

    ristringe

    a

    dirlo

    celebre

    per le

    tele

    dipinte

    e

    per

    le

    carte

    senza pur

    dire una

    parola

    dell

    cpo

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    13/308

    Vtl

    utili

    alla

    nuova

    sua

    professione,

    mai

    non

    ahban.

    p-

    don

    qffatto

    lo

    studio

    delle

    lettere

    (i)

    .

    ^dnd

    a

    Roma del 1

    55o,

    o

    in

    quel

    torno,

    come

    ne

    faran-

    no

    prova

    i

    fatti

    che

    andremo

    ricordando;

    ed

    i

    primi

    suoi

    studj

    pare

    che

    fossero quelli

    delle

    fac-

    ciate di

    Polidoro

    da

    Caravaggio

    (a), e

    delle

    an-

    tichit, che

    tutte

    disegnava,

    fossero

    statue

    ,

    bassi

    rilievi

    ,

    medaglie,

    archi,

    fregi,

    ec.

    purch

    le

    tro-

    vasse

    belle

    .

    E

    perch

    ,

    sebbene

    di

    fresco giunto

    in

    quella

    capitale

    delle

    belle

    arti,

    copiava

    meglio

    che

    non

    faceva

    la

    comune

    de

    giovani

    artisti,

    es-

    sendo

    stato

    veduto,

    un

    giorno

    che

    disegnava

    un

    fregio

    di

    Polidoro

    ,

    da

    certi

    scultori

    francesi

    che

    allora

    dimoravano

    in

    Roma

    (3),

    lo

    tolsero

    in

    ca-

    sa loro

    e

    di

    ogni

    cosa lo

    provvidero

    affinch

    del-

    le cose

    del

    Polidoro

    facesse

    loro

    i

    disegni

    che

    (i)

    Potrebbesi

    con

    luminasi esempi

    dimostrare

    qaanto

    sitile anii

    necessaria

    riesca ai

    pittori

    listruzione

    lettera-r

    ria.

    Basti

    riflettere ebe

    lartista

    idiota

    mai

    non

    potr

    n

    dottamente

    inTentare,

    n

    dottamente

    comporre;

    meno

    poi

    osservare

    il

    costume

    e dare

    alle

    Ggure

    nobile

    e

    convenienY

    te

    espressione.

    Vero

    che

    i

    grandi

    artisti

    si

    consigliavano

    cogli

    uomini scienziati qualunque

    volta

    avevano

    a trattar

    argomenti

    dimportanza

    ;

    ma

    erano

    abbastanza

    dotti

    per

    approfittare

    desuggerimentl

    altrui

    :

    ed

    il

    conte

    Baldassaro

    Castiglioni

    e

    Pietro Aretino

    cd

    Annibal

    Giro

    die

    bamio

    potuto

    riuscire

    utili

    a

    Baffaello,

    a Tiziano,

    allo

    Zuccari

    non

    sarebbero

    stati

    di

    veruo

    giovamento

    ai

    pittori

    igno;

    ranti

    (a)

    Veri

    Precetti p.

    (3)

    Ponzio

    e

    Bartolommeo li

    dice

    lArmeoino;

    e due

    de

    migliori

    scultori

    che

    abbia

    avuto

    la Francia nel

    XVI.

    se,,

    colo,

    clic molto

    operarono in

    Parigi

    ed

    altrove

    .

    Veri

    Preg,

    pag.i-

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    14/308

    I 1

    1

    bramavano

    . E

    in

    ci

    fu

    veramente

    fortunato

    non

    solo

    per

    aver

    potuto

    senza interrompimento

    continuare

    cos utili

    studj

    mentre

    altri

    prendevan-

    si

    cura

    della sua

    sussistenza,

    ma

    ancora per

    ave-

    re

    in

    casa

    di

    que

    valenti scultori

    imparato

    a

    mo-

    dellare di

    creta

    ;

    pratica agli

    scultori

    necessaria

    ,

    ai

    pittori

    utilissima

    .

    A

    questo proposito

    racconta

    V

    Armenini,

    che

    continuando

    egli

    a stare

    in quel-

    la

    casa,

    vi

    capit

    una

    sera

    Messer Francesco

    Salviati,

    che diede a

    que'

    scultori

    uno

    schizzo

    di

    sua

    mano, e li

    preg

    che

    uno di

    loro

    gli

    fa-

    fi

    cesse di cera

    morbida

    quello

    ignudo

    ,

    che

    su

    quello

    schizzo

    era di due palmi di

    altezza

    .

    Ponzio

    eh'

    era

    ilpi giovane, gli

    disse

    che

    vo-

    lentieri;

    e

    perch

    egli allora

    di

    creta bozzava

    con

    gran

    pratica

    certi

    muli,

    stette

    un poco

    con

    essi

    e

    loro disse

    :

    questa

    facolt

    che

    voi

    avete

    del

    rilievo e

    che

    cos

    facilmente

    possedete, che

    a

    me

    manca

    ,

    quella

    nel

    vero che

    ,

    essendo

    in poter tanto

    a

    illichelangelo,

    stata

    cagione

    chegli abbia cos

    forte

    superato

    gli

    altri

    pitto-

    ri;

    e

    loro

    confermarono

    esser

    verissimo

    .

    p

    Dopo le

    cose di

    Polidoro

    si

    fece

    a

    copiare

    in

    Cappella

    il

    Giudizio di Michelangelo

    ,

    che

    in al-

    ,

    forse

    pi

    che

    adesso

    non

    si

    fa

    ,

    era

    lo

    stu-

    dio

    principale

    di

    tutti i

    giovani artisti.

    E

    non

    tar-

    d a

    dar

    prova

    di

    singolare

    giudizio

    ,

    perciocch

    mentre i

    suoi compagni

    movevano

    sottili

    dispute

    un ossettino

    ,

    ovvero

    barlume

    'he

    vi

    era

    ,

    ino ilpi

    del

    tempo

    occupati

    per giunger-

    gli

    tuttavia

    nuove

    difficolt,

    egli non stava intri-

    cato

    in

    s

    fatti

    viluppi

    e

    quietamente

    disegnava

    figure del

    Giudizio

    e

    specialmente

    gl

    ignudi

    ..

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    15/308

    (fi)

    t*

    IX

    con

    dolce

    e

    disinvolta

    maniera

    ;

    tutto

    comervan-

    do

    iiyare del

    maestro

    (i).

    Ed

    a

    questo

    proposi^

    to

    txicconta, che

    essendo

    un

    giorno

    Michelange-

    lo

    entrato

    in

    Cappella con un

    Vescovo

    e

    veden-

    do

    che

    alcuni

    giovani tenevano strane

    maniere

    di

    copiare:

    o

    quanto, disse col

    suo

    compagno,

    questopera

    mia

    ne vuole

    ingoffire

    (a)

    E per

    certo

    ,

    soggiugne F

    Armenini, io non

    so quale

    sia

    miglior pazzia

    di

    questi

    tali,

    che pongono

    per

    le

    opere loro degli ignudi,

    ai

    quali

    fanno

    i

    capi

    leg

    giadri

    e

    le braccia morbide

    ,

    il

    corpo e le

    reni ri-

    piene

    di muscoli,

    ed

    U

    rimanente

    poi

    si vede es-

    sere

    condotto

    con

    dolcissimi

    contorni

    e

    con

    om-.

    hre

    leggiere

    .

    Era egli ben

    persuaso

    non esservi

    pi

    utile

    esercizio

    di

    quello

    del

    copiare

    le

    miglio-

    ri

    pHttufv

    ;

    ma

    non

    appena

    ebbe

    la

    mano

    capace

    di eseguire

    liberamente

    i

    dettami

    della

    mente,

    che invece di

    copiare servilmente

    ogni

    pi

    minu-r

    ta

    cosa

    ,

    cerc

    di

    colpire

    lo spirito

    e

    la maniera

    de

    grandi maestri,

    riproducendo

    piuttosto il tut-

    to

    insieme che

    le

    parti .

    Quale

    et avesse F

    Armenini allorch

    cominci

    a

    lavorare

    per

    il guadagno

    non potrebhesi

    con

    precisione asserire

    . le

    sottili entrate di

    sua

    fami-

    glia

    non

    gli

    avrebbero

    consentita

    di

    rimanersi

    lungamente

    in

    Roma

    senza

    approfittare dell

    ar-

    te

    sua

    ;

    ma

    da

    prima

    il

    favore

    degli scultori

    fran-s

    cesi, poscia

    le

    commissioni

    di certi

    gentiluomini

    di

    far

    loro

    disegni

    di

    quelle cose

    antiche

    che

    a

    lui

    pi

    piacessero, lo

    liberarono

    dalla

    necessit

    (i)

    Veri

    Precetti,

    p.i\

    Veri

    Precetti

    p.

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    16/308

    X

    /j

    abbandonare troppo

    presto

    ogni

    utile

    studio

    t

    per

    lavorare

    intorno

    alle

    cose

    che

    altri volessero,

    per solo

    amore di guadagno

    .

    Di

    ci ne

    abbiamo

    pure

    una probabile conghiettura

    nelle

    calde

    am~

    monizioni

    che

    va

    facendo

    ai

    giovani

    artisti ed

    ai

    padri

    loro

    perch non

    si lascino innanzi

    tempo

    allettare

    dal guadagno

    ,

    con gravissimo loro

    pre-

    giudizio

    (

    I

    )

    .

    Di

    due

    valorosi

    giovani

    che

    aveva compagni

    negli stiidj

    deirignudo e della

    Cappella

    fa

    F

    Ar-

    menini

    onorata

    ricordanza,

    cio

    di

    Michelange-

    lo

    da

    Norcia

    e

    di

    Bartolommeo

    di Arezzo

    ,

    t

    ul-

    timo

    dequali chiama

    eccellentissimo

    ,

    perci

    che

    osservava

    tutti i

    modi

    di quella

    maniera

    (

    del

    Bo-

    na

    rruoti) in

    guisa

    che

    il

    disegno

    chegli

    faceva

    ed

    il dipinto

    che

    imitava

    parevano

    proprio

    cC

    u-

    na

    stessa

    mano

    ;

    e

    lo

    stesso

    era

    delle

    cose

    che

    di-

    pingeva

    (a)

    . Con

    questo

    raro

    giovane

    studiava

    (i)

    Merita

    di

    essere

    a

    questo

    luogo

    ricordato

    quanto

    raccontasi

    di

    Luca Giordano,

    il

    quale

    trovandosi col

    padre

    io

    Roma,

    era

    sforzato

    per

    vivere

    a

    lr

    disegni

    di

    quadri

    per

    venderli

    a

    forestieri

    . E

    perch

    pareva

    al

    padre

    che

    andasse

    pi

    a

    rilento

    che non

    comportavano

    i

    loro

    bisogni,

    lo veniva

    spesso confortando ad affrettare

    il

    lavoro,

    dicen-

    dogli in

    dialetto napolitano: Luca

    fa

    priesto.

    Il

    qual

    mot-

    to

    pi

    volte

    udito

    dai

    suoi compagni

    ,

    lo adottarono

    per

    soprannome.

    E

    prolxihilmente

    un

    cos illustre

    artelce

    con-

    trasse

    fino

    dalla

    fanciullezza

    quella

    sorprendente

    hiciliU

    di

    operare

    ,

    da cui

    gli

    venne il

    titolo

    di

    fulmine

    della

    pittu-

    ra,

    ma che

    forse fu

    Cagione che

    non

    giugnesse

    a

    quel

    Sommo grado

    di

    hravuni

    cui

    sembrava chiamato

    dal

    suo

    ingegno

    (a)

    Probabilmente fu

    quel

    Bartolommeo

    Torre

    che

    di

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    17/308

    a5

    anni

    mor

    vittima

    de

    suoi stodj

    anatomici,

    avendo

    coqv

    tratto

    {'infezione di

    alcuni

    cadaveri

    putrefatti.

    (i

    )

    P'eri

    Precetti

    p.

    y

    5

    .

    (a)

    Feri

    Precetti

    p.

    71,

    XI

    F

    jirmenino

    anche F

    anatomia

    ,

    n solamente

    delle

    pani

    esteriori

    del

    corpo

    ,

    ma

    ancora dellos-

    satura

    ;

    conciossiach essendo

    F uomo

    fabbricato,

    d'ossa,

    di nervi,

    di carne

    e

    di

    pelle,

    quantunque

    paia di

    rado

    che

    nelle

    opere

    altro si vegga

    che

    le membra

    esteriori,

    niente

    di

    meno

    se

    non

    s in-

    tende bene le

    pani

    di

    sotto

    nascoste, malamente

    si

    possono

    far

    quelle

    che

    appariscono

    di

    sopra

    (i

    )

    .

    Nel i556,

    opaco

    avanti,

    erosi acconciato

    in

    casa

    eli

    un

    mercante Mantovano

    ,

    al quale

    face-

    va

    ali

    acquerella

    i

    ritratti

    ed

    i

    rovesci

    di

    certi

    me-

    daglioni antichi

    d'

    oro

    e di bronzo, della gran-

    dezza di

    un

    palmo

    ,

    eli

    erano

    poi

    mandati ai

    fa-,

    rnosi

    Fucheri,

    dopo

    i

    Medici

    di

    Firenze

    ,

    i

    pi

    ricchi

    mercanti

    e

    splendidi

    protettori

    ,

    delle

    lette-

    re

    e

    delle

    ani

    che

    siano

    mai

    stati

    n

    prima n

    poi

    (a) .

    F

    istesso

    mercante

    Mantovano aveva

    nel

    1

    556

    comperato dalla

    figlia

    di

    Pierino

    del

    Foga

    tutti

    i

    disegni

    lasciatile,

    morendo,

    dal

    padre,

    per il

    prezzo

    di cinquantacinque

    scudi

    dForo

    ,

    tra

    i

    quali

    molti

    tratti

    dalle

    opere di

    Raffaello,

    e dal

    Giudizio

    di

    Michelangelo

    ,

    ma

    tutti

    ridotti

    alla

    sua

    dolce

    maniera,

    che

    si

    poteva

    dire

    essere

    piut-

    tosto

    da

    lui

    nati

    e

    trovati,

    che

    ritratti

    da

    altrui.

    Con

    tali

    opere andava

    F

    Armenino

    acquistando

    bellissima

    pratica

    di

    lavorare

    ,

    e

    cominciava

    ad

    aver

    nome

    tra i

    pi

    valenti

    disegnatoti

    che

    allo-

    ra

    fossero

    in

    Roma

    .

    Perch essendo

    col

    capita-

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    18/308

    io

    un

    commissionato

    dei

    FuCheri

    per/ar

    disegna'

    re e

    colorire

    come

    di

    miniatura

    le

    logge

    del

    Fa-

    ticano,

    fu

    egli

    de'primi

    ad essere

    scelto

    .

    E

    que-

    sto

    lavoro

    piacque

    in

    modo

    alf

    agente,

    eh

    era

    un

    uomo dilettante

    e

    conoscitore

    delle

    cose

    delie

    arti,

    che ne volle

    una replica

    per

    portarla

    Spagna al

    re

    Filippo

    IL,

    al quale

    port

    pure

    finiti altri

    disegni

    di

    tempj

    ,

    medaglie,

    archi

    lonne,

    statue, bassi

    rilievi

    ed

    altre

    antichit

    i

    t\

    de'

    quali

    disegni

    aveva

    a

    lui

    venduti

    d

    no-

    Annenini

    ,

    il quale da

    che

    trovavasi

    in

    Ro-

    ma mai

    non

    aveva lasciato

    di copiare

    tutto

    ci

    di

    migliore

    conservavasi

    in

    quella

    metropoli

    fosse

    antico

    o

    moderno

    (i);

    ricordando

    sempre

    il

    detto

    attribuito ad

    A

    pelle

    :

    nulla dies

    siile

    linea;

    d

    qual detto

    intendeva

    egli

    non

    del

    fare

    un

    solo

    se-

    rnoltissimi

    affatto

    digiuni

    delle

    cose

    '.anno inteso,

    ma di

    una

    figura

    ovvero

    ^

    di

    una

    bozza

    o

    schizzo

    di qualche

    istoria

    (a)*

    ragionando

    un

    giorrui con

    un nobdissimo

    signore

    f

    omano della

    difficolt

    di

    giudicare

    della

    bont

    1

    delle pitture

    ,

    questi gli

    raccont

    ,

    che

    un

    gentil-

    J

    uomo

    di

    alto grado

    preg

    un

    giorno

    Mickelan-

    J

    gelo

    ,

    che

    per

    cortesia

    gli

    desse lume

    per

    distia-

    guere

    le

    buone

    dalle

    cattive

    pitture

    ;

    al

    quale

    d

    7

    ^

    valentuomo

    cos rispose:

    or

    stiavi

    questo

    a

    men-

    )

    ,

    die

    quanto pi

    voi

    vedrete le

    pitture

    ap-

    J

    prossiinarsi alle buone

    sculture,

    tanto

    pi

    ranno

    migliori,

    e quanto

    pi

    le

    sculture

    si

    ap-^^

    (

    1

    )

    Veri

    Precetti

    p.

    aoo

    e

    aoi.

    (a)

    Ivi

    p,

    8a.

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    19/308

    XIII

    prossiraeranno

    alla

    pittura

    tanto

    pi

    le

    terrete

    per

    {M-ggiori (i)

    .

    Sebbene f

    Jlrmenini

    non

    toccasse

    ancora

    i

    sei

    lustri,

    e

    tutti

    non

    fossero

    ancora

    scesi nel

    sepol-

    cro

    i

    grandi

    artefici

    che

    avevano

    sollev ata

    la

    pit-

    tura

    a

    cosi

    alto

    ed

    onorato

    grado, vedeva larte

    posta in

    sul declinare

    ,

    e

    vicina

    di

    giorno in

    gior-,

    no a dare

    il

    crollo

    (a) e

    ci

    principalmente

    per-

    ch i

    nuovi

    artefici

    ,

    deviando

    da quelle regole

    e

    precetti

    ,

    che

    sono

    i

    fondamenti immutabili

    del-

    le

    arti,

    si

    vedeKa

    cercare

    t eccellenza

    e

    la

    perfe-

    zione

    fuori

    del

    naturale.

    Egli

    non

    lasciandosi

    abbagliare

    da cotai

    sogni

    metafisici

    che

    a'suoi

    tempi

    e

    dopo

    invasero

    la

    niente

    di molti

    ,

    si

    era,

    merc

    lo

    studio

    deli

    antico,

    ed ajutato dalle buo-

    ne

    dottrine de'

    scrittori

    greci

    e

    latini

    ,

    formata

    u-

    ri

    esatta

    idea

    del

    bello,

    che

    fu

    chiamato

    ideale

    -,

    facendolo

    consistere

    nello scegliere il

    pi bello,

    del

    uatural buono,

    ecoll'ajuto

    dell otlitno

    giu-

    dizio

    cungiungerlo

    con

    molta

    perfezione

    insie-

    me

    (3).

    /n

    fatto

    volendo

    andare

    pi

    in

    l

    dei

    grandi

    maestri

    ,

    si

    and

    a

    cadere

    neW

    ammanie-

    rato

    e le

    arti

    imitatrici

    altro

    pi non

    produssero

    che

    strane

    bizzarrie

    .

    decadde

    che molti,

    per

    te-

    nersi

    lontani da

    questo

    vizio,

    si

    fecero

    ad imita-

    re

    la

    natura senza

    scelta

    ,

    e

    la

    rappresentarono,

    priva

    di

    nobilt e

    di

    bellezza

    .

    Quando

    il no.ctro.

    autore

    scriveva

    i suoi

    precetti

    i

    Coracci

    erano

    di

    poco

    nati,

    non

    che

    avessero

    ancora

    cominciato^

    (i)

    Veri

    Precetti

    p.

    a54-

    (a)

    Ivi

    ,

    Proem.

    p.

    a.

    (3)

    Ivi

    p.

    68.

    SMS

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    20/308

    SlV

    a

    tchamare

    la

    pittura

    a

    suoi

    veri principi

    .

    gli

    rifletteva

    che

    gli

    antichi

    ,

    senza

    punto scos

    si

    dalla

    natura

    ,

    seppero

    rappresen{are

    il bell

    deale

    ,

    e

    che dalle

    opere

    loro

    i

    pi

    eccellenti

    tefci

    del

    suo

    secolo

    trassero il

    vero lume

    delle

    ro

    maniere:

    che

    perci

    dovevasi cercare

    il

    bi

    ideale

    nelle

    statue

    migliori degli

    antichi,

    quando

    cos

    ragionava

    l

    yjrrnenino

    aveva

    di

    imparato

    ad

    imitare

    perfettamente

    la

    natura

    va

    ,

    c

    la stessa

    abilit

    supponeva

    negli altri

    .

    i

    tiva che la

    pittura

    richiede

    maggior movime

    delle

    statue

    ,

    che

    non

    devonsi prendere

    le

    mi

    hra

    in

    prestanza

    da

    questa e da quell

    altra

    /

    ra

    ,

    perci

    che

    sebbene

    bellissime

    a

    riguardi

    da

    s

    ciascheduna

    ,

    riescono

    poi

    spiacevoli

    e

    jose poste

    insieme

    con

    poco

    giudizio

    (

    i

    )

    .

    (

    1

    )

    A.

    qiie

    Ite

    dottrine

    bramerei

    ebe ponessero

    mente

    loro chq

    tutto

    il bello

    della

    pittora

    ripongono

    nella

    ser

    imitaxione

    delle

    antiche

    opere,

    prendendo un

    membro

    e

    laltro

    l

    ,

    fnch

    venga

    loro

    fatto di

    comporne

    un

    il

    ra figura;

    non

    altrimenti

    adoperando

    di

    nn

    muratore,

    sovrapponendo

    mattoni

    a mattoni

    osassi

    a sassi, e

    legan

    li

    con

    un

    poco di

    cemento

    ,

    ne forma

    una muraglia.

    1

    ciocchi

    che credonai fomiti

    di

    uno squisito

    gusto

    per

    i

    vedute

    le antiche

    statue

    ,

    o

    i

    loro

    gessi,

    o

    le

    stampe,

    dano

    al

    miracolo

    quando

    riscontrano

    in

    qualche

    modi

    quadro

    laNiobe

    trasformala in unAddolorata,

    il

    Laocc

    te

    in S. Sebastiano,

    lApnlline

    in

    S.

    Giovanni

    evangel

    alcuna

    delle

    Veneri in

    S.

    Maria

    Maddalena

    ,

    e

    via

    dis-

    rendo

    ,

    senza

    curarsi

    poi

    di

    osservare se

    quelle

    teste

    quelle

    membra

    esprimano

    convenientemente

    le

    passini

    le

    qualit

    de

    personaggi

    che

    si

    vogliono

    rappresentat

    siano fra

    di

    loro

    in

    armonia . Non

    intendo

    con ci

    di

    s

    dilare

    lo

    studio

    dellantico, che

    ansi

    lo

    reputo

    collAr

    nini

    lunico

    mezzo

    di acquistare

    una

    bella maniera

    ed

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    21/308

    1

    ^'-'

    Durante

    la

    sua

    dimora

    in

    Roma

    si

    scuoprirono

    *n

    vicinanza

    di

    S.

    Gregorio

    ,

    in

    certe

    vigne

    ,

    al-

    . enne

    antiche

    stanze

    con

    volte

    fatte a

    mezza

    hot-

    >

    sulle

    quali

    erano

    pitture

    di

    rabeschi

    con

    stuc-

    chi

    finissimi

    ,

    pi

    dolcemente

    coloriti

    e

    pi

    ragio-

    nevoli

    as^ai

    che

    non

    si

    costumava

    da

    coloro

    che

    vennero

    dopo

    Giovanni

    da

    Udine

    .

    probabile

    che

    il

    nostro

    Armenini

    disegnasse

    tre

    di

    tali

    pit-

    ture

    ,

    le

    quali egli

    descrisse

    poi

    nel

    suo

    libro

    con

    tanta

    verit

    ,

    che

    ci

    pare

    di averle

    sotto

    gli

    oc-

    cA/(i).

    Ed

    veramente

    grave

    danno

    delT

    arte

    che

    siansi

    smarriti

    parte,

    e

    parte

    portati

    fuori

    di

    Italia

    t

    disegni

    fatti

    dal

    nostro

    Annenin

    i

    di

    cosi

    fatte

    antichit,

    eh

    egli

    and

    continuamente

    cer-

    cando

    j>er

    iuoglii

    orridi

    occultissimi

    e

    strani,

    non

    perdonando

    a

    fatiche

    n

    a spese

    ,

    siccome

    colui

    che

    sommamente

    amava

    la

    sua

    arte

    e

    non

    conosceva

    altra

    passione

    (a)

    .

    Perci

    amaramen-

    nobilo

    e

    grazioso

    stile:

    ma

    vorrei

    elio

    questo

    studio

    servis-

    se

    a

    formare

    nella

    mente

    dellarteGee

    una

    generale

    idea

    del

    bello,

    senza

    ebe

    per

    ogni

    piccola

    parte abbia

    sempre

    bisogno

    di

    ricorrere

    agli

    antichi

    esemplari.

    (t)

    Giorgio

    Vasari

    descrisse

    minutamente

    le grottesebe

    dipinte

    da

    Giovanni

    da

    Udine

    in

    Vaticano.

    Si confronti

    la

    descrizione

    del

    pittore

    Aretino

    con

    qnesU

    dell

    Armenini

    ,

    p.

    119

    c

    seguenti,

    e

    converranno

    tutti,

    che

    questi

    senUva

    pi

    Onamente

    le

    bellezze

    dellarte,

    e

    sapeva

    ancora

    pi

    nobilmente

    esprimerle

    senza

    andar

    dietro

    a

    certi

    partico-

    lari

    ebe

    veduti

    dipinti

    non

    offendono,

    ma

    che

    troppo

    mi-

    nutamente

    descritti

    danno

    nna

    bassa

    opinione

    dello

    scrit-

    tore

    .

    Tale

    la

    narrativa

    di

    quel

    Qco

    bruciotto

    aperto

    in

    un

    lato,

    e

    di

    que

    frutti

    vicini,

    che

    il

    Vasari

    descrisse

    con

    tanta

    compiacenza

    nella

    Vita

    di

    Giovanni

    da

    Udine

    .

    (a)

    eri

    PreceUi

    /?.

    320.

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    22/308

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    23/308

    ,

    T'

    i-'''*-

    ' '

    feii'Wi,

    C-

    -

    '''

    '

    '

    ITM

    gli

    disegnar

    sopra

    un

    Ercole

    in

    piedi.

    jlUora

    prese Michelangiolo questa

    carta,

    e

    ritiratosi

    da

    parte sotto

    un

    piccai

    tetto

    che

    ivi era

    ,

    dove

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    24/308

    XVI

    II

    Deposizione alla Trinit

    dei

    Monti. Biportand

    in sul

    fine

    delC opera

    alcuni

    motti

    ingegnosi dt

    Buonarroti

    (i

    )

    manifesta

    chiaramente

    quanto

    I

    amasse e

    stimasse :

    io sento egli

    scrive,

    som

    ni

    piacere

    a

    narrar

    cose

    di lui

    quantunque

    note

    non

    dimeno

    degne

    del

    suo

    bel

    giudizio .

    Non

    ben noto quali opere

    di

    pittura

    facess

    [

    Armenini in

    Roma

    ,

    e

    forse

    ne

    condusse

    pochi

    sime

    o nessuna per

    lunghi pubblici,

    perciocch

    sembra

    ,

    che tro\'undosi frequentemente

    occupi

    to

    a

    copiare

    per diversi

    personaggi le

    cose.

    anU

    che,

    ed alcune

    delle

    migliori

    de'

    pi

    illustri

    mi

    derni

    ,

    preferisse

    questo

    lavoro

    eli

    era per

    lui

    un

    studio

    di grandissimo profitto,

    a

    far

    quadri c

    propria

    invenzione

    che

    non

    gli avrebbero

    lascic

    to

    tempo

    di continuale i

    suoi

    stuilj

    sulle

    oj>ei

    ile'

    sommi

    maestri

    l'euuto

    era ormai

    oltre

    la met

    il

    i55

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    25/308

    XIX

    essere

    stati

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    26/308

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    27/308

    xxt

    tri

    quello di

    un

    ricchissimo

    mercante

    ,

    che

    da

    molti anni

    si

    andava

    dipingendo

    ;

    soggiugnendo

    che

    il giovane

    dipintore

    che

    n era

    allora

    capo

    e

    che

    lo

    ave^Hi condotto

    sul palco, non

    era

    molto

    avanti nell'arte

    ,

    ma

    che

    il padrone

    del

    palazzo

    era un cotale

    ignorante che

    rimproverava il

    gio-

    vane

    maestro di

    far

    torto alla

    bellezza dei

    colori

    dipingendovi alcune belle invenzioni

    di

    Rajfael-

    lo

    .

    Soggiugne

    per

    altro (T

    avervi conosciuto certo

    conte

    Guido

    da Galera

    (

    credo Galerati

    )

    eh era

    uomo

    pratico,

    e delle

    cose della

    pittura

    intenden-

    tissimo .

    Ad

    ogni

    modo

    trov in

    Milano,

    oltre

    il cremo-

    nese Campi, altri

    valenti

    pittori, dai quali

    ebbe

    varie notizie

    intorno

    alle

    cose

    specialmente

    di

    Lionardo

    da

    Finci; e molti

    disegni

    di

    d

    uomo

    finitamente

    condotti, vidde

    presso

    alcu-

    ni di

    loro

    ,

    che

    li

    tenevano

    in

    quel pregio

    meritavano

    (i).

    Racconta

    altrove

    avergli

    detto

    in

    ao

    allieT

    nel

    cortile

    del

    palazzo TaTema,

    e i

    ritratti

    dei

    principi

    e

    principesse Sforza

    in

    una

    sala dalla

    casa

    ora pos-

    seduta

    da

    D. Angelo

    Fianca

    presso

    alle

    Grazie

    ;

    oltre

    nou

    poche altre

    pitture

    a Ifesco

    nepalazzi

    di

    cittA e

    nelle

    vi-

    cine ville

    dello

    stesso Luini

    ,

    di Cesare

    da

    Sesto

    ,

    di Gau-

    denzio Ferrari, di

    Marco

    dOggionno,

    del

    Bcrnazzani,

    e

    di

    altri

    valenti pittori

    che

    fiorivano in

    Milano dal

    i5oo

    al

    i55o.

    (i)

    Feri

    Precetti

    p.

    147

    -

    A tutti

    noto,

    che

    Lnini,

    il

    quale operava

    in Milano

    quando vi

    fu

    l

    Armeni-

    no

    ,

    possedeva

    una

    copiosa

    raccolta

    di

    disegni di

    Lionardo

    e

    che

    molti

    disegni

    e

    scritture

    aveva pure

    ereditati

    dal

    suo

    amoroso

    maestro

    ed

    amico il giovane cavaliere

    Francesco

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    28/308

    XXII

    Milano

    un

    allievo

    di

    Uonardo

    che

    avendo

    il

    suo

    maestro veduto il

    Giudizio

    di

    Michelangelo

    ,

    eb-

    be

    a

    dire

    che

    questo solo

    gli dispiaceva

    di quel-

    Vopera

    ,

    che in troppi

    modi

    si

    era

    servito

    di

    po-

    che

    Jgure,

    e

    che

    perci

    tanto

    gli

    pareva

    di ve-

    der

    muscoli

    nella

    figura

    di

    un giovane,

    quanto

    di

    un vecchio

    ed il

    simile

    essere de' cartoni

    (

    ij.

    Aon

    dubbio

    che

    t

    A

    rmenino

    non

    abbia

    scntitit

    f importanza

    di

    quest

    ossenazione

    ;

    ma

    limitan-

    dosi

    a

    chiamarla

    ardita

    si astenne dal

    prendere

    le

    difese di

    Michelangelo

    .

    Mi

    sia

    per

    altro

    con-

    cesso

    di osser\ure,

    che Lioriardo

    ha

    bens

    vedute

    in Roma

    le

    pitture

    fatte

    dal

    Bonarruoti

    nella

    Cappella

    Sistina

    sotto

    Giulio li.

    ,

    ma

    non

    il

    Giu-

    dizio

    dipinto a'tempi

    di Paolo

    IH., e

    quando

    Uonardo era morto

    da pi anni

    .

    N

    saprei

    pu-

    re

    quale

    degli

    allievi del Pinci

    fosse

    ancora

    vivo

    del

    I

    56o, o

    in

    quel

    torno,

    quando

    non si

    voglia

    dare

    il

    nome

    cT

    allievi

    a

    coloro

    che

    uscirono dal-

    la

    scuola

    Leonardesca

    ,

    la

    quale,

    per

    la

    virt dei

    suoi

    illustri scolari

    si mantenne vigorosa

    efecon-

    da

    fino

    alla

    met circa

    del

    1

    6

    .

    secolo

    .

    Parlando

    del

    Cenacolo

    dipinto da

    Uonardo

    in

    Milano

    nel

    refettorio

    delle

    Grazie,

    chegli,

    seguendo

    la

    comune

    opinione,

    ha

    creduto dipin-

    to

    air

    olio, dice

    che

    sebbene

    fosse

    fino

    ci'allora

    mezzo

    guasto

    ,

    gli

    parve

    per

    in

    tal

    modo

    un

    miracolo molto

    grande,

    per

    avere

    il

    pittore

    es-

    presso

    mirabilmente

    negli

    apostoli

    quel sospet-

    to,

    chera

    entrato

    in loro

    del

    voler sapere

    chi

    (i)

    Veri

    Precetti

    p.

    no.

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    29/308

    era

    tlie

    Iradir

    volesse

    il

    loro

    maestro.

    Ed

    que-

    sto

    veramente

    ristante deW

    azione rappresentata

    dalC

    artefice

    filosofo

    ,

    e che

    il nostro

    Armenini

    brevemente

    accennando

    ,

    descrive per i conosci-

    tori

    assai meglio che altri

    non

    fecero con

    lunghis-

    simi

    discorsi.

    Altrove

    parla

    delie

    cappelle

    ornate

    con

    statue di marmo,

    che dice rare

    in

    modo an-

    che

    nelle

    principali

    citt

    d'Italia,

    che

    possono

    annoverarsi

    sulle

    dila

    ;

    lo

    che

    dimostra

    chegli

    Ju

    a Milano avanti

    di

    Carlo Borromeo,

    d

    tem-

    pi

    del

    quale tanti valenti

    artefici

    arricchirono

    quella

    cattedrale,

    la

    Chiesa

    di

    S.

    Maria presso

    S.

    Celso,

    ed

    altri

    pubblici

    edificj

    di innumerabili

    statue,

    bassi

    rilievi (i).

    jsarr

    cosa veramente da

    non

    credersi, che

    in

    Italia

    si

    cominciasse

    a

    perdere

    ,

    specialmente

    nelle

    cose

    di

    scultura

    ,

    il

    buon

    gusto delV

    antico

    ,

    quando

    tutte le

    principali

    citt

    ed

    alcune

    ancora

    delle

    minori

    avevano

    studj

    e

    camere

    piene

    di

    co-

    pie

    in

    gesso

    delle migliori statue

    degli antichi,

    cosi ben

    formate,

    dice

    il

    nostro autore, che

    gli

    pareva

    che

    fossero

    le proprie

    di

    Boma

    (i).

    Fu

    in

    appresso

    per

    qualche tempo

    in

    Manto-

    va

    ,

    doie

    ammir

    le

    maravigliose

    opere

    di

    Giulio

    Bomano,

    il

    quale come

    architetto,

    idraulico,

    pitto-

    re

    ec.

    eseguendo

    i

    grandiosi

    concepimenti

    di quel-

    lo

    splendido Signore

    ,

    in

    pochi

    anni

    ridusse quel-

    la

    citt

    ad

    essere

    una

    delle pi

    magnifiche

    dIta-

    lia,

    lasciando in

    oltre

    dopo

    di

    s

    tali

    allievi, ed

    (i)

    Feri

    Precetti

    in

    pi

    luoghi.

    (a) Feri

    Precetti

    L.

    III.

    Gap.

    XV.

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    30/308

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    31/308

    XX V

    di

    maestri,

    ed

    osserv

    essere

    pure

    adoperata

    in

    tutta

    la

    Lombardia

    dai

    migliori

    artisti

    (j).

    Oi

    una

    leggiadra

    maniera

    di logge

    che

    costa-

    masansi

    in

    Lombardia

    nel secolo

    fece

    me-

    moria

    il

    nostro

    tutore

    ;

    le

    quali,

    egli

    dice,

    dove

    sono

    aperte scuoprono

    i

    monti

    vi

    sono

    finti

    nelle

    facce

    incontro ai pilastri

    gli

    stessi

    ordini

    de'

    colonnati

    e

    degli archi

    che

    vi

    sono

    veri,

    di

    modo

    che

    fingendo

    in quegli

    spazi

    prospettive

    con

    palagi

    con

    selve

    e

    con

    fonti,

    cd

    intorno

    montagne

    e

    paesi bellissimi,

    riescono

    mollo allegre

    e

    piacevoli

    agli

    occhi,

    a

    conciosiach

    da

    una banda

    si

    scorgono

    i mon-

    u

    ti

    e le

    selve

    vere,

    e

    dall

    altra

    si veggono essere

    fiuti

    ,

    da

    quelli

    diversi ed

    allegri, dove

    che

    cosi

    rocchio

    e la

    mente

    di

    doppia

    vista

    si

    godo-

    no

    (a)

    .

    Praticavasi

    inoltre

    a

    que'

    tempi con

    saggio

    divisamento

    di

    affidare

    a

    qualche valen-

    te

    pittore

    la

    cura

    di scompartire e dipingere

    giardini;

    e

    molti,

    dice

    V

    Annenino,

    {Taverne

    veduti

    in Mdano

    con

    pitture

    di storie

    e

    di

    favole

    abbastanza

    gentili

    ;

    se

    non che

    forzato

    a

    biasi-

    mare

    in

    generale la

    pigrizia

    di quemaestri, che

    vi avevano

    poste

    precisamente

    le

    storie e

    le

    fl-

    gare

    tolte dalle

    stampe

    di Raffaello

    e

    del

    Par-

    ti

    migianino

    ,

    senz

    altra

    mutazione

    fuorch

    iT

    iti-

    ti

    grandirle e

    dargli

    i

    colori

    . Ma

    uno

    ne

    vide

    poi bellissimo

    a

    Piacenza

    in

    casa

    di

    M.

    Barnaba

    dal

    Pozzo

    dipinto

    eccellentemente

    dal

    Pordena-

    ())

    Ivip.

    143.

    (a)

    Veri Prue.

    p.

    304.

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    32/308

    XXVI

    ne

    di

    cose

    poetiche

    ,

    con

    un

    fare

    molto

    nuovo

    straordinario

    fi).

    Essendo

    dalla

    Lombardia passato

    a

    Genov,

    sebbene

    quell insigne

    citt

    abbondasse

    allora

    valenti

    artefici

    ,

    ebbe

    varj lavori

    ;

    onde

    vedent

    che

    avrebbe dovuto

    Jan'i

    lunga

    dimora

    ,

    vi

    prt

    casa

    .

    Sgraziatamente

    il modesto

    artefice

    non

    lasci

    memoria

    delle

    opere

    fatte

    in Genova;

    be

    si

    di

    quelle

    che

    vi

    faceva

    a'suoi

    tempi

    con

    mar

    vigliosa

    prestezza

    Luca

    Carnbiaso

    ,

    il quale

    nel

    Chiesa

    di

    S.

    Matteo condusse

    alcune

    storie

    S

    anto

    a

    concorrenza d

    altro

    pittore

    bergamas

    assai

    ben

    valente

    fa).

    Egli trova

    nelle cose

    c

    C.ambiaso

    ,

    mirabilforza

    ,

    facilit

    ,

    grazia

    e

    fi

    rezza

    tale

    ,

    che

    paragonando

    questo

    pittore

    Giacomo Tintoretto

    ,

    trova

    il Jeneziano

    fot

    pi

    risoluto,

    ma

    di

    minor

    disegno

    e

    meno

    co

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    33/308

    I

    XXVII

    l>rovigioni

    passava

    alla corte

    di

    Spagna,

    e

    due

    ^la-

    ^

    gnuoli

    Ruviale

    e

    liizzaro

    che

    tornavano

    alla

    loro

    patria

    ;

    e

    tutti

    furono

    da

    lui

    accolti

    in

    propria

    fusa

    ed amorevolmente trattati

    finch

    trovarono

    imbarco

    .

    Sebbene

    fosse

    lontano assai

    dalC

    esser

    ricco,

    C ylrmenino

    era

    d

    ogni

    sua

    cosa

    liberale

    cogli

    amici

    ,

    e

    mai

    non

    conobbe

    quellavidit

    del

    danaro

    che rimproveravasi

    a

    non

    pochi de

    va-

    lenti

    artisti

    del suo tempo .

    E

    non

    so se

    qui

    deb-

    ba

    riferire

    ci chegli racconta

    di

    Giorgio

    Casa-

    ri

    :

    ma

    l

    avvertire

    un vizio,

    attribuito a

    cos'i

    gran

    d

    uomo

    terr luogo

    d

    ammaestramento

    ai gio-

    I'

    vani

    artisti,

    perch

    se

    ne tengano

    lontani .

    Dice

    \

    adunque

    che un

    di

    per

    caso passando

    Giorgio

    Aretino

    per

    Roma

    a

    cavallo

    ,

    il

    quale

    veniva

    I

    di

    non

    so

    che

    luogo

    da

    far

    lavori

    ;

    vidde

    Bar-

    i'

    tolommeo

    da

    Reggio

    ,

    quale era

    un

    giovane

    V

    studiosissimo

    e

    valente,

    mortalissimo

    nemico

    ;

    degli

    avari,

    che

    veniva

    con

    altri giovani

    dal

    di-

    *

    segnare

    in Cappella

    ;

    ed appressa tosegli

    e

    pre-

    I

    V

    so

    un

    pugno

    di

    scudi, disse:

    o

    Bartolommeo,

    qnesli

    sono

    muscoli veri; al quale

    Bartolom-

    ;

    meo

    subito

    rispose

    : s pei

    poltroni

    pari

    tuoi

    (i)

    Forse

    avrebbe

    potuto

    in

    Genova

    dimorare

    pi

    lungamente

    con

    suo

    utile

    e

    per

    f

    ornamento

    di

    cos

    magnifica

    citt;

    ma

    egli aveva

    risolto,

    par-

    tendo

    da

    Homa,'di visitare

    tutte

    le citt

    dItalia

    per

    apprendere

    cose

    nuove, osservando

    le

    ope-

    re

    de

    grandi

    maestri

    ,

    onde

    ,

    lasciata

    Genova

    I

    scorse

    tutte

    quelle

    della

    Repubblica

    di

    Fenezia

    \

    i

    I

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    34/308

    XXV

    1

    1 I

    dove

    sembra

    per

    altro

    che

    non

    /acesse lunga

    di-

    mora . Loda

    le pitture

    che

    Giovan

    Bellini

    aves'a

    J'atte

    nella sala del Gran

    Consiglio

    ,

    siccome

    ap-

    propriate

    al

    luogo

    e

    rappresentanti

    i

    fatti

    pi

    gloriosi

    della

    Repubblica

    ;

    ma

    non

    fa

    parola

    dei

    grandi

    pittori

    che

    allora

    fiorivano

    in

    quella

    ricca

    capitale,

    sebbene

    altrove ricordi

    le

    pitture

    del

    Tinioretto

    in

    S.

    Bocca,

    e

    f

    eccellenza

    di

    Tiziano

    in

    far

    ritratti

    .

    Ammir

    in Ferrara le

    opere

    fatte

    da

    pochi

    anni dal

    Garofalo,

    ed

    a Classe, presso

    Ravenna,

    il

    fellissimo

    fresco

    delle

    Nozze

    di

    Cuna

    Galilea

    di

    Luca

    bonghi

    da Ravenna

    ,

    ed

    altre

    sue

    opere

    in

    Ferrara

    ,

    Ravenna

    ed

    altrove

    . Fa

    memoria

    dimoiti eccellenti

    ritratti

    fatti

    da

    questo

    valentuo-

    mo,

    soggiugnendo

    per

    altro

    che

    il

    vero

    mae-

    stro in questo

    fate

    Tiziano

    da

    Cadore,

    il

    qua-

    le

    per

    contraffare

    il naturale

    d'

    ogni

    cosa

    ,

    ha

    superato ognuno

    (

    i

    )

    .

    Parlando

    in

    generale

    de

    soggetti

    che

    osserv

    in tutta

    r Italia dipinti ne

    refettorj

    de

    conventi,

    non

    fa

    verun

    cenno delle tnaravigliose

    cene

    di

    Paolo

    Veronese

    ,

    onde

    sembra

    da

    ci

    dimostrato

    che

    avesse terminati i

    suoi

    viaggi

    avanti

    che

    Pao-

    lo

    avesse

    fatte

    le

    principali

    (a)

    .

    Discorre

    poi

    dell

    uso

    del dipingere

    le

    facciate

    de

    palazzi,

    e

    dice

    che

    fra

    le

    molle

    citt

    d

    Ita-

    Ua

    ,

    Venezia,

    Genova,

    Pesaro

    e Mantova

    sono

    a

    piene

    di

    facciate

    colorite;

    ed

    a

    questo

    propo-

    sito

    ricorda

    queUa

    dipinta

    da Giorgione

    a

    Ve-

    (i)

    Veri

    Prec.

    p.

    n^e

    ii5.

    (i) Ivi

    L.

    11

    1,

    C. VII.

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    35/308

    XXIX

    i

    ? .

    *

    nezia sulla

    piazza di

    S.

    Giovanni

    e Paolo

    (0.

    Trovandosi nell'

    Umbria

    ebbe

    pi

    volle

    occa-

    sione. di

    estimare

    diverse

    opere

    fatte da buoni

    pittori

    ,

    quali

    sebbene

    meritevoli

    per

    le loro

    fa-

    tiche

    e stenti grandissimi, non

    meno

    che per l

    ec-

    cellenza delle loro

    pitture

    ,

    di

    essere

    largamente

    ricompensati

    ,

    da

    chi

    punto

    non

    aveva

    cognizio-

    ne

    dell

    arte,

    erano

    male

    compensati:

    e

    perch

    l

    Armenini

    aveva

    opinione

    di

    valente

    ed

    onora-

    to

    artista

    riusciva

    a

    togliere

    le

    contese

    con

    reci-

    proca soddisfazione delle parti

    (a)

    .

    Pi

    tardi

    assai

    che

    nelle altre

    provincie

    pare

    che

    fosse

    in

    Toscana,

    perocch

    vi

    fu

    quando

    Federigo

    Zuccari

    gi aveva terminata

    la

    cupola

    di

    S.

    Ma-

    ria del Fiore

    ,

    dopo morto

    Giorgio Fasari,

    che

    aveva di gi

    cominciato

    a colorirla. Ed

    pro-

    babile

    che

    terminato

    il

    suo

    viaggio

    d

    Italia per

    vedere

    le

    opere

    de'

    buoni

    artefici

    in

    tutte

    le

    cit-

    t

    t

    che

    si chiudono

    fra

    Napoli

    e

    Milano

    ,

    e

    fra

    Geno\a e Venezia per

    lo spazio di nove anni

    non

    lardasse molto

    a mutare

    professione

    eil

    abi-

    to insieme, a

    ci

    costretto

    da chi di

    lui

    poteva

    disporre

    (3)

    .

    Fattosi

    adunque

    chierico

    o

    frate,

    che

    di

    ci

    non mi riusc

    di trovare

    memoria, sebbene ab-

    bandonasse

    t

    arte

    ,

    non

    lasci di

    giovare

    a co-

    loro che

    V

    eserciterebbero

    ,

    raccogliendo in un

    volume tutti

    i

    precetti

    dellarte

    medesima

    e le

    cose

    di

    maggiore importanza che

    osservate

    ave-

    _

    (i)

    Ivip.

    129,

    re.

    (a)

    Ivi L. III.

    C.

    XV.

    -

    (

    3

    )

    Veri Prcc.

    Proem. cd altrove.

    * .-

    m.

    M

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    36/308

    XXX

    va

    ne

    suoi

    viaggi

    o

    udite

    raccontare

    da

    -valenti

    maestri.

    L'oscura

    e

    ritirata

    vita

    ch'egli condusse

    dopo

    avere

    cambiato abito, lo invol

    per

    cosi

    di-

    re

    agli

    occhi

    del mondo chegli aveva

    abbando-

    nato

    ,

    e

    dopo

    tale epoca

    non

    trovasi memoria

    di

    lui. Ben

    sappiamo

    che

    ancora

    vivei-a nel

    iSSy

    quando

    si

    pubblicarono

    in

    Uavenna

    isuoi

    Veri

    [ire

    -

    cetli, e

    pensa

    taluno,

    non

    saprei con quale

    fon-

    damento,

    che

    in tale

    epoca si trovasse a

    Classe

    ,

    appartenendo a

    quel convento .

    Desidero

    che

    questa

    biografia

    venga

    sotto

    agli

    occhi

    di

    qual-

    che

    dotto suo

    cornpatriotto

    ,

    il

    quale

    per

    onorare

    la comune

    patria

    raccolga

    pi

    circostanziate

    no-

    tizie

    intorno

    alle

    pitture

    che

    tArmenino

    fece

    in

    Romagna

    ed altrove

    ,

    ed

    alla

    privata sua vita

    .

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    37/308

    AGLI

    STUDIOSI

    DELLA PITTURA

    PROEMIO

    Io

    son

    sempre

    stato,

    e

    sono tuttavia di

    opinio-

    ne,

    che

    questa

    bellissima Arte della

    Pittura,

    sebbene

    da

    quella

    bassezza e

    viltade,

    ov'era

    nei

    secoli

    passati

    caduta

    ,

    si

    veda oggid

    ad

    alto ed

    onorato grado

    risorta,

    nondimeno

    non

    abbia

    ci

    fatto

    con si

    fermo

    e

    stabil piede,

    che

    non

    si

    abbia

    piuttosto

    a

    temere

    che

    sia

    per

    ricadere

    abbasso

    ,

    che aspettare

    ,

    chella abbia

    a

    salire

    a

    maggiore

    altezza, perciocch

    quanto

    io

    pi con-

    sidero

    i

    suoi

    presenti effetti,

    e

    lo stato,

    nel

    qua-

    le

    essa

    ora si trova, tanto pi parmi vedere il

    pericolo

    suo

    maggiore;

    conciossiacosach

    siano

    venuti

    meno

    quegli

    arteGci

    ,

    che

    con

    tanta ec-

    cellenza

    e

    felicit

    l'avevano sollevata, n

    se

    ne

    vedon

    rinascere

    degli

    altri

    in

    gran

    parte

    come

    quelli

    perfetti,

    e

    tuttavia

    le opere

    loro,

    che

    so-

    no

    maravigliose

    ,

    vadano

    col

    tempo

    consuman-

    dosi

    .

    E

    che

    cosa

    dobbiamo

    noi aspettare dal

    non

    vedere

    pi alcun

    beUingegiio

    di

    egual

    va-

    lore

    ai

    passati,

    il

    qual

    vada

    conservando

    la

    ri-

    putazione

    dell'arte

    ,

    e

    conduceiidola

    avanti,

    se

    non

    che

    torni un

    giorno a

    ricadere

    in

    quei

    pri-

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    38/308

    3

    P

    H U

    i:

    M I

    o

    mi

    termini

    (ti

    semplicit

    e goffezza, ove

    g

    molle

    altre

    .arti

    e scienze

    lu

    per

    (oolti

    miseramente

    sepolta

    dalla laarbarie de

    Vandali

    ,

    Longobardi

    ed

    altre

    nazioni

    si

    re? I

    quali

    termini

    quali

    fossero, lo din

    no

    infinite stranissime

    dipinture

    fatte

    su

    di

    molte

    chiese vecchie,

    e quei

    fantocc

    inai

    fatti

    distinti in

    campi doro,

    che

    si

    no

    sparsi

    in

    molte

    tavole

    per

    tutta

    Italia

    d('

    io,

    il quale ho sempre amato

    molto

    1:

    t.'izinne

    e

    grandezza

    di

    questarte,

    per

    gi

    ed

    ajutnrla

    in

    questi

    suoi

    pericoli

    e

    hi:

    quanto mi conceda

    la

    debolezza delle

    m

    ohe

    forze, ho

    determinato

    di

    raccoglii

    scrittura,

    con

    quella

    maggior brevit

    eh

    Ir,

    alcune regole e

    precetti,

    i

    quali

    soi

    me

    fondamenti

    immutabili dell'arte,

    acc

    i

    giovani

    studiosi delia pittura

    non

    ahi)

    spaventarsi

    dal

    convenir impararli

    con

    lu^

    /:

    di

    tempo

    e

    fatica quasi intollerabile,

    (|ucsto a farsi pigri

    e

    negligenti pi di

    '

    che

    ricerchi

    il bisogno

    deliarle,

    la

    quali

    sla al

    declinare,

    e sta

    di

    giorno

    in

    giorii

    d.ire

    il

    crollo

    . I

    quai

    precetti

    ,

    e

    regole

    in

    diversi, come

    in

    ampia selva, ho

    cercai

    Itinghissimo

    studio

    ed industria

    di

    mette

    sieme,

    e

    farne raccolta

    in

    un

    luogo

    solo,

    I

    raccolta venga a

    facilitar

    quella strada,

    1

    le

    hnura

    stata

    cos difficile

    e

    faticosa;

    faccio

    tanto

    pi

    volentieri,

    poich

    ninne

    io

    sappia

    ,

    avanti

    a

    me

    ha

    ci dimostra

    stintamente ed

    a

    pieno in

    iscrittiira; e

    non

    solo

    di

    porgere molto

    lume alla

    gios

    che desidera darsi a

    questo

    studio, ma

    giudizio

    ancora agli

    animi,

    che

    si

    dileti;

    contempl.nre

    e

    considerale le

    gi fatte

    I

    ticciocch essi

    con la

    cognizione

    che

    avi

    Digiii.

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    39/308

    PROSMIO

    3

    nata

    da

    vere

    ragioni,

    della

    bellissima

    pittura

    ,

    abbiano ad

    empirsi

    i loro

    palagi

    e

    le

    loro chiese

    di

    cose

    eccellenti;

    e

    voi,

    giovani,

    possiate

    inani-

    marvi alle

    fatiche,

    che gi

    saranno

    rese

    men

    dure

    e

    nojose;

    e

    con piacevol

    studio esercitan-

    dovi

    ,

    riuscire

    eguali

    di

    riputazione

    ed

    onore

    a

    quegli

    uomini grandi,

    i quali

    sono

    stati al

    mon-

    do,

    e tuttavia

    sono

    cos chiari

    e

    famosi.

    E per-

    ch

    cosa

    manifesta

    che non

    si

    trova

    arte

    al

    mondo

    di

    sorte

    alcuna

    ,

    o

    sia

    liberale,

    o

    mec-

    canica

    ,

    nella

    quale

    non vi

    siano

    stati

    particola-

    ri ordini

    nei

    libri

    descritti,

    e

    modi,

    e

    termini,

    e

    documenti,

    e non

    abbiano

    coloro

    che le

    eser-

    citano

    nelle

    menti,

    e nelle

    memorie

    loro

    come

    in luogo

    secreto

    rinchiusi molti

    bei secreti ed

    avvertimenti

    acquistali

    da

    loro

    con

    lunghezza

    di

    tempo,

    e

    con

    molta

    industria e

    fatica;

    la

    pittura

    non

    ha

    avuto

    per

    ancora

    chi

    ad

    utilit

    del

    mondo

    li

    raccolga

    ,

    o

    pubblichi iii un

    volu-

    me solo;

    ma tutto

    quello,

    che

    se

    ne potria

    sa-

    pere

    sotto

    ferme

    regole,

    stato sempre,

    come

    si

    detto,

    riposto

    negli

    animi

    degli

    artefici.

    Non

    polendo

    essi tollerare,

    che

    altri col

    mez-

    zo

    delle

    fatiche

    ed

    invenzioni

    loro

    gli avesse-

    ro

    ad

    agguagliare,

    e

    forse

    farsegli

    superiori,

    co-

    me

    non

    cosa

    difficile fare

    accrescimento

    alle

    cose

    gi ritrovate,

    bau

    fatto

    professione

    di

    te-

    nerli cos secreti

    ,

    che

    non

    solo

    non

    han lascia-

    to

    moversi

    a

    palesarli, n

    per

    servit,

    che

    loro

    usata

    fosse

    da

    scolari

    desiderosi

    dimparare,

    n

    per

    benevolenza

    od

    amore, che gli

    amici lor

    di-

    mostrassero

    ;

    ma

    ancora

    han

    patito

    che

    insie-

    me

    col corpo

    loro

    siano

    in uno

    stesso

    luogo

    se-

    polti

    ,

    con

    danno

    notabile de

    viventi,

    e

    vergo-

    gna

    grandissima

    dellarte,

    la

    quale

    essendo

    di

    quella

    bellezza

    e

    giovamento

    ,

    che

    pure

    ,

    non

    so

    come possa

    fuggire,

    che uou

    le

    sia

    di

    biasi-

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    40/308

    4

    PROEMIO

    mo e

    vituperio

    grandissimo,

    che essa

    quasi

    so-

    la

    si

    trovi,

    la

    quale

    mai non sia

    uscita

    in

    pub-

    blico

    per

    l>enefcio

    universale

    delle genti. Anzi

    i

    maestri

    eccellenti

    de' nostri

    tempi hanno po-

    sto in

    costume,

    chio

    chiamer

    piuttosto abu-

    so,

    di

    riserrarsi

    e

    chiudere

    ogni

    minima

    fe.ssu-

    ra

    quando

    lavorano,

    di

    maniera che

    appena

    li

    posson

    vedere coloro che li servono

    :

    e per

    que-

    sto

    l

    dove

    dovevano

    con

    TiiEsegnare

    e mostra-

    re

    facilitar

    continuamente

    larte,

    piuttosto

    con

    tenere

    in

    s stessi ed ascondersi,

    lhanno

    resa

    diffcilissima.

    Da

    quali inconvenienti

    poi

    suc-

    cesso,

    che

    molti giovani da

    alcuni

    anni

    in

    qua,

    desiderosi

    di

    farsi eccellenti,

    e

    fuggendo

    le

    ser-

    vit,

    dalle

    quali non possono

    cavare

    cosa,

    che

    faccia

    a

    loro

    proposito, si son

    dati

    con

    animi

    grandi

    e risoluti

    a

    tentare d'impararla

    da s

    me-

    desimi,

    e con

    lungo ed

    assiduo

    studio

    si

    soo

    posti

    ad

    imitare

    gli esempj comuni, che

    sono

    i

    disegni

    fatti

    alla

    stampa,

    le

    opere

    che si

    vedo-

    no

    de buoni,

    i ritratti

    del

    naturale

    ,

    e

    le

    scul-

    ture

    antiche

    di marmo

    e

    di bronzo, con

    altri

    belli

    ed

    artiBcinsi

    effetti, i quali

    quanto

    mag-

    gior

    bellezza

    ed artifcio in

    s

    contengono, tan-

    to maggiore

    utilit danno

    a coloro,

    che

    le

    van-

    no

    imitando;

    ma

    tuttavia ci

    fanno

    con

    tanta

    fatica

    ,

    e

    con

    s

    lungo

    modo

    ,

    che

    prima

    arriva-

    no

    al

    fine della

    vita

    ,

    che

    alla desiderata perfe-

    zione

    .

    E nel vero son

    questi tali

    dal

    vero

    mo-

    do

    gran fatto

    lontani

    ,

    che non

    si

    accorgono,

    che tien

    dimpossibile,

    che alcuno,

    senza

    aver

    chi li

    mostri

    i debiti ordini e documenti

    ,

    sin-

    cammini

    egli

    stesso per

    retto

    e

    lodato

    sentiero,

    che

    lo conduca

    a

    termine

    di

    lode

    e

    di

    onore:

    e

    chi

    senza

    essi si mette

    per

    cos

    lungo e

    fatico-

    so

    viaggio,

    forza che trabocchi,

    non

    allrimen-

    te

    che si

    faccia

    il

    cieco,

    che

    cammina

    senza

    il

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    41/308

    PROEMIO

    5

    bastone

    ,

    in

    disusate

    maniere ed

    intricati vi-

    luppi .

    Ci

    si

    veduto molte

    volte

    per

    T

    addie-

    tro,

    e

    tutto

    d

    si

    vede

    ancora

    per

    esperienza

    di

    molti,

    i

    quali

    dopo

    di

    aver

    perduto il

    fiore del-

    la loro

    giovent

    senza guida

    per questo

    comun

    sentiero

    troppo

    spazioso

    ed oscuro ai

    cammi-

    nanti

    ,

    son

    rimasi

    in

    fine

    dogni loro

    speranza

    grandemente

    ingannati.

    E

    chi

    dingegno

    cosi

    ottuso

    e

    grosso

    ,

    che

    non

    conosca che

    non

    si

    pu

    ,

    u

    bene

    ,

    n

    in

    tempo

    ,

    che

    non

    trapassi

    let

    di

    un

    uomo,

    imparare

    unarte piena di

    tante

    cose, e

    copiosa

    di

    esempi di

    maniere

    qua-

    si

    infinite;

    non

    avendo

    chi

    continuamente li

    mostri,

    e

    lincammini,

    e

    quasi gli accenda il

    lume

    avanti,

    col

    quale

    .scorger

    possa il retto

    e

    lodato

    sentiero?

    E

    coloro, che

    si hanno pensato

    di

    voler

    tentar

    tutte

    in un

    tempo le tante

    di-

    verse

    vie

    che

    ci

    sono, non

    han fatto

    altro

    se

    non

    che

    si

    sono

    trovati

    starsene

    tutto

    il

    di in

    una

    confusione

    di

    pili, statue,

    istorie,

    model-

    li

    e

    naturali,

    aggirandosi

    con cavarne

    schizzi

    e

    disegni,

    e

    non

    han saputo quello che

    si faccia-

    no

    ,

    n

    a

    che

    fine

    intendessero di riuscire,

    em-

    piendosi

    il

    capo

    con tali

    vie

    ,

    non

    della

    buona

    maniera

    e

    delle

    belle

    invenzioni, ma sibbene

    di

    mille

    confusioni

    e

    goffezze, dalle quali

    lintel-

    letto

    loro

    rimaneva

    talmente

    offuscato

    ,

    che

    ap-

    pena

    poi

    con

    lunghezza

    di

    tempo se

    ne

    avvede-

    vano

    conciussiaco.sach

    si sa

    bene

    ,

    che

    i

    dise-

    gni

    delle

    stampe danno la

    maniera

    cruda,

    1

    o-

    pere

    dipinte

    ritardano,

    le

    .statue

    lindurisco-

    no,

    i

    modelli

    la

    mostrano

    meschina

    e

    nuda

    di

    abbigliamenti

    ,

    e

    li

    naturali,

    se non suno

    pi

    che

    belli

    ,

    il

    che di rado,

    la

    promettono

    sten-

    tata

    e

    debole.

    Ma

    di

    queste

    ed

    altre difficolt

    delle

    quali ab-

    biamo

    di

    sopra

    assai

    estesamente

    ragionato

    ,

    po*

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    42/308

    6

    PROEMIO

    Irebbe dirsi,

    che

    fossero un

    giuoco

    a

    coinparx*

    zinne

    di

    quelle,

    che

    alla

    cognizione

    e

    pratica

    de

    colori

    appartengono, poich

    chi

    ben

    non

    la

    possiede,

    poco giovamento riceve

    dall'acqui-

    sto

    di

    tutte

    le

    altre

    predette.

    E

    nel

    vero

    gran-

    de

    impedimento nell arte

    il

    non

    sapere

    otti-

    mamente

    usare i

    colori

    ,

    senza i

    quali

    riescon

    vani i

    concetti dellanimo; e

    le

    gi trovate

    in-

    venzioni,

    ed

    i

    varj mudi

    e

    liquori,

    e

    le

    diverse

    e strane

    materie,

    delle

    quali

    vengono

    compo-

    sti,

    il

    numero

    e

    la

    variet

    de

    quali

    quanta sia,

    pu

    conoscersi

    manifestamente

    negli

    effetti

    prodotti

    dalla

    natura

    ,

    dalla

    quale

    quanto lar-

    te men si

    discosta,

    riesce

    pi

    perfetta;

    i

    quai

    colori

    si

    schiariscono ed

    oscurano

    con

    diverse

    mescolanze e

    composizioni. Onde

    necessario

    aver notizia delle

    materie,

    che

    sono alle volte

    strane

    ed incognite

    a

    molti

    ,

    e delle

    nature

    lo-

    ro,

    se

    siano

    tali,

    che

    patiscano

    di

    mescolarsi a-

    micbevolmente

    insieme, o se

    pure

    come

    nimi-

    che

    non possono

    iti composizione

    alcuna legar-

    si

    ;

    e

    pero

    fa

    di

    bisogno di una

    pratica

    e

    di

    un

    giudizio

    grande

    e

    molto esperto:

    n

    si

    pensi

    alcuno di

    poter

    essere

    giammai

    tenuto

    buono,

    quando non posseda

    questa

    parte perfettissi-

    mamente

    .

    che ci

    sia vero, io

    ve

    lo

    potrei

    provare

    con

    lesempio

    di

    molti giovani

    prati-

    cati

    lungo

    tempo

    da

    me nella

    citt

    di

    Roma,

    i

    quali,

    bench fossero

    da

    natura

    dotali

    di bello

    ed

    acutissimo ingegno,

    e nel loro

    disegno mi-

    racolosi, nondimeno quando

    poi

    venivano al-

    r

    atto

    di dovere

    necessariamente

    usare

    dei co-

    lori

    ,

    cosa

    ,

    che prima

    avevano

    riputata

    faci-

    le,

    come

    in

    potest

    loro non

    si

    sentivano; se

    non che

    sovente

    inciampavano

    e

    cadevano

    in

    molti errori,

    e

    riuscendoli

    quando una

    cosa

    ,

    e

    quando

    unaltra,

    n

    sapendo

    da

    s

    sbrigarse-

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    43/308

    l>noEMio

    7

    ne,

    nentiiieno

    curando

    dimparare

    da

    altri il

    modo,

    avendo

    alla fine

    conosciuto in

    prova i

    loro

    vani

    capricci,

    erano

    sforzati confessare

    di

    essere

    come persi, avviluppati e

    confusi

    ;

    e da

    questo ne

    seguilo

    poi

    sempre,

    che

    furono

    nel-

    le

    loro

    opere timidi

    e

    paurosi

    ,

    ed

    alcuni

    di

    es-

    si, che

    mai

    poscia

    vi

    poterono

    dopo un gran

    consumar

    di tempo dar

    di

    capo, si

    videro a

    mezzo

    il corso miseramente

    arrestati

    .

    Quindi

    ,

    chio

    ho

    sempre

    stimato

    che

    sia

    in

    questarte

    necessario

    ,

    che

    si spieghi

    in

    un

    modo

    chiaro ed aperto in

    scrittura

    il tutto,

    ac-

    ci

    si

    rendano pubblici quei precetti, i

    quali

    fi-

    nora sono

    stati

    si

    persi

    e

    secreti

    appresso a

    par-

    ticolari,

    e

    ciascun da se

    medesimo,

    senza

    usar

    servit

    a

    chi non

    ascolta, n

    fa stima

    daltri,

    possa

    imparare

    i

    veri

    modi

    dellarte,

    e

    comin-

    ciando

    dalle

    minute

    parti,

    che

    sono

    i

    piccioli

    disegni

    ,

    si venga

    a

    scoprire

    in

    qual

    modo

    pos-

    sa

    ciascuno

    da

    s acquistarsi

    una bella

    e

    dotta

    maniera,

    e

    con

    quali arti

    e

    giudizio

    debba

    tro-

    var

    piacevoli e

    vaghe

    invenzioni

    ,

    e

    far

    le

    sue

    composizioni ben accomodate,

    e

    con

    qual

    giu-

    dizio

    si

    riducono

    a

    miglior forma

    ,

    e

    le

    parti

    di

    essa

    ,

    e

    specialmente

    le

    figure

    si

    tirino

    bene,

    mediante

    i

    loro

    modelli

    e

    naturali

    alla sua com-

    pita

    perfezione,

    e

    per

    qual

    via

    essi

    modelli

    si

    debbono

    fabbricare,

    vestire e

    ritraersi

    propor-

    zionati

    co

    debiti

    mezzi a

    quest'effetto

    accomo-

    dati; con

    qual

    arte

    si

    trasportino

    giustamente

    sui cartoni, secondo la

    misura

    de' disegni

    pic-

    coli,

    e

    con

    qual giudizio i

    cartoni

    possano

    con-

    dursi

    al

    suo

    fine

    mediante

    una

    buona

    scelta

    delle

    cose

    migliori

    e

    pi

    perfette

    :

    quali

    parti

    dessi

    debbano

    essere

    le

    pi

    belle,

    e

    con

    qual

    uso

    si calchino

    su

    le

    tele

    ,

    o

    sopra

    lasse,

    o

    pu-

    re

    sui

    muri,

    senza

    punto

    guastarli

    ,

    u

    farli

    of-

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    44/308

    8

    PROEMIO

    fesa

    in

    parte

    alcuna:

    e finalmente,

    passando di

    cosa

    in

    cosa

    per grado,

    si

    porga

    tal

    lume

    a

    quelli,

    che

    si danno

    a

    questarte,

    che potesse-

    ro

    una volta

    tenersi

    sicuri

    d

    esser

    sulla

    buona

    strada

    ,

    e

    quietarsi

    senza

    cercare

    altra

    cosa .

    Ed

    oltre

    le

    suddette

    cose,

    sarebbe

    molto uti-

    le,

    che col medesimo

    ordine si

    determinassero

    tutte

    le

    variet

    de

    colori

    ,

    mostrando

    il

    modo,

    col quale

    nel

    mescolarsi

    insieme

    si

    cava

    qual-

    sivoglia

    tinta

    da

    rappresentare

    le

    cose

    sotto

    le

    sue

    forme naturali

    ,

    ed

    in

    qual

    maniera

    si

    pos-

    sano

    variare or

    I uno or laltro,

    ed

    unirli in-

    sieme,

    di maniera

    che

    restino

    belli

    e

    vivaci

    ;

    e

    riducendu

    a termine

    questa

    pratica,

    che

    i stu-

    diosi

    da loro stessi,

    con la

    sola

    scorta

    di

    que-

    ste

    regole

    e precetti

    ,

    potessero

    condurre

    con

    bella

    e

    graziosa

    maniera

    l

    opere

    loro

    a

    perfetto

    fine.

    E

    non pensi alcuno

    da

    s

    stesso

    di pote-

    re,

    o

    per

    forza

    di

    studio,

    o per

    inclinazion

    na-

    turale,

    o

    per

    acutezza d

    ingegno,

    o

    per qual-

    sivoglia altro ajuto,

    n

    ritrovare,

    n possedere

    bene

    la

    cognizione

    e

    la

    pratica

    di

    tutte

    le

    cose

    che

    abbiamo

    detto

    di

    sopra,

    perciocch

    se

    sono

    difficili,

    come sono,

    nell' impararle

    da

    altri,

    es-

    sendo necessario

    praticare diversi

    paesi

    e

    per-

    sone, ed

    usar

    lunghissima

    servit;

    da

    credere

    che

    sia

    impossibile

    impararle

    da

    s

    medesimo.

    Onde

    avendo

    io

    pi

    volte

    meco

    sopra

    ci

    fatte

    molte

    considerazioni

    e

    molti

    discorsi

    ,

    e

    cono-

    scendo

    il danno,

    che

    navviene

    allarte

    dal

    non

    aver

    in

    scrittura

    queste

    regole, e

    questi

    precet-

    ti, ho pensato

    di

    volere,

    come

    si

    detto

    a prin-

    cipio, tentare

    per

    quanto in me

    fia

    possibile,

    di

    supplire

    a

    questo

    difetto

    con

    speranza

    di

    far-

    vi,

    se

    non

    del

    tutto

    chiari ed

    esperti, almeno

    tanto

    instrutti,

    che

    per

    la

    cognizione,

    chio

    vi

    dar,

    vi

    si

    scemino

    in

    grandissima

    parte le

    mol-

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    45/308

    l*ROMlO

    9

    ,

    te fatiche,

    e

    difficolt

    che

    abbiamo

    narrate

    di

    sopra;

    perciocch

    col dar

    cominciaroento

    dai

    primi

    principj

    del

    disegno,

    io

    intendo

    di ra-

    gionarvi

    di

    cosa

    in

    cosa, con quella

    maggior

    chiarezza e

    facilit,

    eh

    io sapr spiegare in

    scrit-

    tura,

    e

    seguitar

    fin

    tanto, che

    a

    me

    parer

    a-

    verne

    detto

    abbastanza.

    Il medesimo

    intendo

    di fare

    intorno

    al

    colo-

    rire,

    a

    favore

    ed

    ajuto del

    quale

    spero

    di

    sco-

    prirvi

    molti

    bei

    segreti

    ed

    utili

    avvertimenti,

    abbreviando

    con

    facilissime e

    sicurissime

    vie

    o-

    gni

    fatica;

    e

    credo

    d

    avervi

    a

    condurre

    in

    par-

    te

    ,

    l

    dove

    siate

    per rimanerne

    assai

    ben

    chiari

    e

    contenti.

    E

    sebbene

    io

    mi son messo ad

    iin-

    f

    resa

    ,

    la

    quale

    per

    la

    grandezza ed

    oscurit

    dei-

    arte,

    pu

    parer

    molto difficile

    e

    faticosa,

    non

    dimeno ho

    speranza

    di

    condurla

    in parte

    con

    ;

    la

    debolezza

    del

    mio

    ingegno

    ,

    con

    la

    sperienza

    eh

    io

    ne

    ho,

    e

    con

    lo

    studio che

    ci

    ho

    fatto

    in-

    torno,

    che

    coloro,

    i quali per

    lavvenire

    ne fa-

    ranno

    professione,

    lasciando

    forse

    da

    parte le

    loro

    pratiche

    naturali,

    sappiglieranno

    per

    av-

    ventura

    a

    queste

    mie

    fatiche,

    le quali

    se

    saran-

    -

    no

    us.ate

    come

    si

    deve,

    tengo per

    fermo

    che

    r

    opere

    loro

    siano

    per

    riuscire pi

    facilmente

    belle e

    riguardevoli.

    E

    perch

    sia

    ogni

    cosa

    chiaramente

    e distin-

    tamente da

    me

    trattata

    ;

    user

    parlicolar

    dili-

    genza

    intorno

    a

    quello di eh

    io piglier

    a ragio-

    narvi,

    e

    dimostrate, che

    avr

    le

    cose

    in

    partico-

    lare

    separatamente, maffaticher

    col

    mezzo

    di

    aua storia,

    la

    quale

    come

    compita in

    ogni

    sua

    parte

    porremo

    per

    esempio

    deU' altre,

    di

    farvi

    capaci

    del

    modo

    di

    comporle

    ed

    unirle

    insie-

    me

    ,

    e

    passando

    pi

    oltre,

    tratter

    d

    un

    rego-

    lalo e

    beHordine

    daccomodar lopere,

    secon-

    -

    do

    che

    ad

    ogni

    luogo

    si

    richiede.

    E intendo

  • 7/25/2019 Preceptos de La Pintura

    46/308

    IO

    PROEMIO

    L'onfermar tutto ci eh

    io dir

    con

    auteutiche

    vere ragioni, ed

    eziandio

    con

    l

    uso e con

    le-

    sempio

    de

    pi

    eccellenti

    arteGci

    che siano

    sta-

    ti . Kesta solo, eh'

    io

    esorti voi

    altri

    studiosi

    del-

    larte,

    a

    ricever queste mie

    fatiche

    con

    quella-

    more,

    e

    carit che

    vi vengono

    offerte,

    ed a

    va-

    lervene mentre

    avete

    tempo, considerando,

    che

    fra

    tanto

    numero

    darti

    ,

    non

    u

    forse

    alcuna

    ,

    nella qual sia

    di

    maggior biasimo,

    che

    in

    que-

    sta,

    il

    riuscir

    goffo

    ed

    ignorante,

    poich

    nou

    solo

    chi

    resta

    tale

    stenta

    sempre

    mentre

    che

    vi-

    ve, ma

    dopo morte ancora

    sottoposto

    a

    tanti

    biasimi,

    quante

    sono loccasioni,

    che

    porgono

    le

    brutte

    opere sue;

    le quali

    finch durano,

    si

    mostrano

    sempre

    a

    suo vitupero :

    e pel

    contra-

    rio,

    manifesto