ignaciana, rivista di ricerca teologica, 15-2013

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    rivista di ricerca teologicawww.ignaziana.org n.15-2013 rivista web semestrale edita dal Centro di Spiritualit IgnazianadellIstituto di Spiritualit della Pontificia Universit Gregoriana (Roma)

    MAREKINGLOTS.J.La Compagnia di Ges nellImpero Russo, 1772-1820

    MARTNM. MORALESS.J.Las misiones de papel

    MIGUELCOLLS.J.La Compagnia di Ges dal 1814: ricostituzione e vigore apostolico

    MARKROTSAERTS.J.Una Spiritualit del Dialogo e della Riconciliazione

    TONIWITWERS.J.Testi ignaziani per il dialogo e la riconciliazione:

    Esercizi spirituali, Costituzioni, Lettere

    ROGELIOGARCA-MATEOS.J.Formazione ignaziana di J. Marchal e le origini del suo pensiero

    GIORGIASALATIELLOSpiritualit ignaziana e metodo trascendentale in Joseph Marchal

    DARIUSZKOWALCZYKS.J.Dallanalisi trascendentale del giudizio al Dio trascendente

    Kant, S. Tommaso, Marchal, e le esperienze di Ignazio di Loyola

    GERARDWHELANS.J.Troppo vicino a Kant?La critica di Lonergan a Marchal

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    2PRESENTAZIONE

    rivista di ricerca teologica15 (2013) presentazione

    Il quindicesimo numero della rivista offre le relazioni di due cicli di conferenze e diuna tavola rotonda organizzati dal Centro di Spiritualit Ignaziana dellIstituto di Spiri-tualit della Pontificia Universit Gregoriana. I relatori delle conferenze, aperte a tutti,sono stati i professori della medesima universit.

    Il primo ciclo, sulla soppressione e restaurazione della Compagnia di Ges, in occa-sione del prossimo centenario, stato aperto con una conferenza di Marek Inglot: LaCompagnia di Ges nellImpero Russo, 1772-1820; a cui seguito lintervento di Mar-

    tn Morales su Las misiones de papel, e una terza e ultima dissertazione di Miguel Collsulla Compagnia di Ges dal 1814; ricostituzione e vigore apostolico.

    Il secondo ciclo si concentrato sulla proposta di una spiritualit per il dialogo e lariconciliazione. Si riportano due conferenze. La prima, di Mark Rotsaert: Una spiritua-lit del dialogo e della riconciliazione. Ignazio di Loyola (1491-1556); e la seconda, diToni Witwer: Testi ignaziani per il dialogo e la riconciliazione.

    La tavola rotonda, secondo appuntamento del gruppo di professori che riflettonosul rapporto tra spiritualit ignaziana e filosofia trascendentale, si incentrata sulla figu-

    ra di Joseph Marchal. La prima relazione di Rogelio Garca Mateo sulla Formazioneignaziana di J. Merchal e le origini del suo pensiero. La seconda, di Giorgia Salatiello:Spiritualit ignaziana e metodo trascendentale in Joseph Marchal e la terza, di Da-riusz Kowalczyk: Dallanalisi trascendentale del giudizio al Dio trascendente. Infine,conclude Gerard Whelan con una domanda: Troppo vicino a Kant? La critica di Lo-nergan a Merchal.

    Con questo numero, che presenta un nutrito elenco di collaboratori, si spera nonsolo di diffondere le attivit del Centro, ma anche di contribuire alla riflessione sugli

    argomenti proposti.

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    La Compagnia di GesnellImpero Russo, 1772-18201

    di MAREKINGLOTS.J.Pontificia Universit Gregoriana

    La soppressione della Compagnia di Ges, decretata da Clemente XIV tramite ilbreve Dominus ac Redemptor (21 luglio 1773), ebbe luogo in tutto il mondo, fuorchnellImpero Russo governato allora dallImperatrice Caterina II la Grande (nei dominidi Federico II di Prussia la soppressione fu effettuata nel 1776 e nel 1780). Nello Statorusso, infatti, il decreto pontificio non fu mai canonicamente promulgato. In questomodo i religiosi che si trovavano l continuarono la loro vita nella maniera propria dellaCompagnia di Ges, secondo le Costituzioni e le regole dellordine. Vissero da gesuiti incondizioni straordinarie, nel periodo che va dal 1773 al 1814 anno in cui la Compagniafu canonicamente restaurata in tutto il mondo per opera di Pio VII (bolla Sollicitudoomnium ecclesiarum, 7 agosto 1814). Questa parte dellordine conosciuta comune-

    mente come La Compagnia della Russia Bianca.Le vicende della Compagnia di Ges nellImpero russo negli anni 1772-1820 si svol-

    sero sotto tre Imperatori. I gesuiti accolti da Caterina II (1762-1796), allora al culminedella sua fortuna, sinserivano bene nei piani della sua politica scolastica. Coi grandi favo-ri ottenuti presso lo zar Paolo I (1796-1801), che li considerava politicamente utili, nonsolo dal punto di vista religioso, ma importanti come sostegno della reazione e della dife-sa degli antichi valori, rafforzarono la loro posizione nellImpero. Da Alessandro I (1801-1825) furono dopo un primo periodo di benevolenza espulsi dagli Stati degli zar.

    1. Dalla prima spartizione dello stato polacco allapprovazionetacita di Pio VI dei gesuiti della Russia Bianca (1772-1776)

    I gesuiti si ritrovarono in Russia in seguito alla prima spartizione dello Stato polacco,avvenuta nel 1772. Infatti, nellestate del 1772 tre potenze europee Austria, Prussia e

    1Il presente articolo una rielaborazione di quanto contenuto nel mio libro:La Compagnia di Ges

    nellImpero Russo (1772-1820) e la sua parte nella restaurazione generale della Compagnia (MiscellaneaHistoriae Pontificiae, 63), Roma 1997. Vogliamo qui segnalare anche il libro pi recente sullargomentodi S. PAVONE, Una strana alleanza. La Compagnia di Ges in Russia dal 1772 al 1820(Identit e alteritnellEuropa Moderna Ricerche e documenti di storia della cultura, 3), Napoli 2008.

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    Russia conclusero a San Pietroburgo la prima spartizione del Regno Polacco. Sotto ildominio russo passarono i territori orientali della Polonia, la regione chiamata Russia

    Bianca, oggi corrispondente pi o meno al territorio della Bielorussia: in totale 92 000chilometri quadrati con circa 1 300 000 abitanti, dei quali circa 900 000 erano cattolici dientrambi i riti (latino e greco-cattolico)2. LImperatrice Caterina II, nella sua politicadintegrazione dei nuovi sudditi, esigette da tutti il giuramento di fedelt. Per trattenereil maggior numero possibile di popolazione e guadagnarsi soprattutto la nobilt e il clero,furono emanati proclami che permettevano la libert religiosa. Gi il 16 settembre 1772fu reso noto un proclama con cui lImperatrice prometteva agli abitanti della RussiaBianca la perfetta e lillimitata libert dellesercizio pubblico delle pratiche religiose3.

    Per quanto riguarda la situazione dei cattolici di rito latino, pochi mesi dopo lannes-

    sione dei suddetti territori, il 14/25 dicembre 17724

    , Caterina senza consultare il papa eman un ordine (ukaz) che definiva lo stato giuridico dei cattolici romani nella RussiaBianca e in tutto lImpero. Sottraendo i fedeli allautorit dei vescovi residenti in Polonia,la zarina annunci la costituzione di un vescovato latino a parte per tutto lo Stato russo,volendo col tempo elevarlo al livello di arcivescovato e metropoli. Il 22 novembre/3 di-cembre 1773 lImperatrice scelse la citt di Mohilev nella Russia Bianca quale sede delnuovo vescovato ed elesse Stanisaw Jan Siestrzecewicz Bohusz primo vescovo dellasede di Mohilev5. Il 12/23 maggio 1774, con uno speciale diploma, fu creato il vescovatolatino per tutta la Russia Bianca e fu nominato dalla stessa Caterina II primo titolaredella nuova diocesi proprio Stanisaw Siestrzecewicz. Latto della Sovrana era, eviden-

    temente, in netto contrasto con le leggi della Chiesa cattolica e con i diritti del papa.Al momento della prima spartizione della Polonia, nel 1772, sul territorio della Rus-

    sia Bianca la Compagnia possedeva 18 domicili: 3 collegi (Poock, Witebsk, Orsza), due

    2Fino al 1772 i cattolici presenti in Russia erano circa 10 000 ed erano di nazionalit straniera. Essiavevano curato la costruzione di alcune chiese e cappelle e goduto di una posizione relativamente privi-legiata rispetto ad altre confessioni straniere.

    3M. LORET,Kocikatolicki a Katarzyna II. 1772-1784, Krakw-Warszawa 1910, p. 20-21.4Le date sono secondo il calendario giuliano (vecchio stile v. s.) in vigore nellImpero Russo e

    quello gregoriano (nuovo stile n. s). Quanto alla differenza fra il vecchio e il nuovo stile, essa era di 10giorni dal 5 ottobre 1582 al 28 febbraio 1700; di giorni 11 dal 1 marzo 1700 al 28 febbraio 1800; di 12giorni dal 1 marzo 1800 al 28 febbraio 1900.

    5Stanisaw Siestrzecewicz (1731-1826), eletto nellaprile 1773 da Clemente XIV vescovo titolare diMallo e destinato ad essere ausiliare del vescovo di Vilnius, fu consacrato il 3 ottobre dello stesso anno.Ottenne le facolt canoniche per i fedeli della diocesi di Vilnius passati nel 1772 sotto il dominio russo.Nominato da Caterina II vescovo della Russia Bianca, ottenne tali facolt e giurisdizione anche da altrivescovi (di Livonia e di Smolesk) i cui territori erano passati allImpero russo. Il nunzio di Varsavia Giu-seppe Garampi gli confer le facolt necessarie per tutti gli altri cattolici sparsi nellintero territorio dellIm-pero. Attuando lintento del 1772, dieci anni pi tardi il 17/28 gennaio 1782 lImperatrice costitu, equesto di propria autorit, a Mohilev la sede arcivescovile ed elev Stanisaw Siestrzecewicz alla dignit di

    primo arcivescovo metropolita. Egli fu pastore dei cattolici nellImpero Russo per circa 60 anni. La mono-grafia pi completa e oggettiva su S. Siestrzecewicz quella di A.A. BRUMANIS,Aux origines de la hirar-chie latin en Russie. Mgr Stanislas Siestrzencewicz-Bohusz, premier archevque-mtropolitain de Mohilev(1731-1826), Louvain 1968. Vedi anche M. INGLOT,La Compagnia di Ges nellImpero Russo, passim.

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    residenze e tre case di missione appartenenti alla provincia religiosa di Masovia, oltreche il collegio di Dyneburg con nove stazioni missionarie facenti parte della provincia

    della Lituania. Il pi grande e il pi importante era il collegio di Poock. Nemmeno unanno dopo, il 21 luglio 1773, il papa Clemente XIV decretava la soppressione canonicadella Compagnia di Ges.

    Per intervento della zarina Caterina II i gesuiti della Russia Bianca non condiviserola sorte dei confratelli in tutto il mondo (23.000 circa). Il papa, nel decretare la soppres-sione dellordine ignaziano, stabil anche il modo di procedere alla sua attuazione cano-nica: il decreto pontificio entrava in vigore dal momento in cui lordinario del luogo oun suo delegato ne dava lettura di fronte ad ogni singola comunit. Nessun atto delgenere ebbe luogo nellImpero Russo. Un precedente ukazdi Caterina II, che vietava di

    proclamare nel suo Stato qualsiasi disposizione pontificia, rese impossibile anche la pro-mulgazione e lattuazione del breve che sopprimeva la Compagnia di Ges6. In questomodo i gesuiti rimasero sul posto, continuando la loro vita religiosa e lattivit apostoli-ca. La zarina garant loro la sopravvivenza e, nel periodo successivo, con una protezionestraordinaria, anche un ulteriore sviluppo e addirittura lespansione oltre i confini del-lImpero Russo. Cos nacque una provincia eccezionale e particolare in tutta la storiadella Compagnia di Ges. Essa ebbe il compito storico di assicurare la continuit del-lordine tra quello prima del 1773 e quello restaurato nel 1814.

    La notizia della soppressione della Compagnia, eseguita nella Polonia territorialmen-te ridotta dalla prima spartizione nel mese di novembre 1773, caus una situazione di

    insicurezza e turbamento fra i gesuiti della Russia Bianca. Pur conoscendo la condizioneche per la validit canonica di questatto pontificio era necessaria una promulgazioneufficiale, la stragrande maggioranza dei religiosi voleva sottomettersi immediatamente albreve. Tutti volevano obbedire al papa e rimettersi alla sua volont. Tuttavia il superioredi questo gruppo, Stanisaw Czerniewicz, voleva evitare la dispersione spontanea ed im-mediata dei religiosi per il solo fatto dellesistenza del decreto di soppressione. Molticomunque, soprattutto giovani, abbandonarono lordine. Due questioni soprattutto pro-vocarono discussioni e inquietudini in seno allordine. Perch non lasciare scegliere aciascuno di rimanere nella Compagnia o di uscirne? Che autorit aveva il padre Czer-

    niewicz e sino a che punto essa si estendeva agli altri gesuiti? Per risolvere tali questioniCzerniewicz convoc una consulta che decise di rimanere nello status quo anteper il fattoche il breve non era stato ufficialmente promulgato. Quindi non era lecito, cio senzacolpa, lasciare lordine. Era dovere dei gesuiti rimanere come prima. Per quanto riguarda

    6Il non permettere di promulgare un decreto pontificio nei suoi stati per Caterina II in questo casoil breve di abolizione della Compagnia di Ges non era una cosa nuova. La prassi del cosiddettoexequaturnon costituiva uneccezione nella politica delle corti reali verso il papato. Ladottavano anchei sovrani cattolici, limitando in questo modo la libert di azione del Pontefice. NellIstruzione della

    Segreteria di Stato per il nunzio di Varsavia, G.A. Archetti, nominato legato apostolico alla corte di SanPietroburgo, si menzionava il fatto che anche in Russia veniva tollerato quel grande abuso cos come losi tollerava altrove. Cfr. M.-J. ROUTDEJOURNEL, Nonciatures de Russie daprs les documents authenti-ques, vol. I, Nonciature dArchetti 1783-1784, Citt del Vaticano 1952, pp. 39-40.

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    la proposta di Czerniewicz di lasciare il governo ad un altro gesuita, essa non fu accettatan dai religiosi stessi, n dallordinario del luogo, il vescovo Stanisaw Siestrzecewicz.

    Stanisaw Czerniewicz un personaggio eccezionale, che si distingue fra i gesuitidella Russia Bianca. Nacque il 15 agosto 1728 a Szlamowo, vicino a Kaunas (Lituania).Nella Compagnia di Ges entr il 16 agosto 1743 e dopo tredici anni di studio e forma-zione religiosa fu ordinato sacerdote a Vilnius. Negli anni 1759-1768 si trov a Romacome segretario dellassistente della Polonia, padre Karol Korycki7. Ritornato in Polo-nia fu per due anni archivista della provincia di Masovia. Il 12 agosto del 1769 il genera-le Lorenzo Ricci lo nomin rettore del collegio di Poock. Era un uomo di fervida attivi-t e di raccoglimento intimo. Possedeva una capacit di lavoro del tutto singolare e allarapidit delliniziativa sapeva unire una saggia moderazione. Tutta la sua azione fu prov-

    videnziale per lordine: a lui in primo luogo i gesuiti devono la loro sopravvivenza nellaRussia Bianca (veniva chiamato il salvatore della Compagnia). Mor il 7/18 luglio 1785a Stajki (Witebsk) nella Russia Bianca.

    Anche altri vescovi ordinari, nelle cui competenze cera la promulgazione canonicadel breve, comandarono ai gesuiti delle loro diocesi di mantenersi nello status quo antefino allintimazione di nuovi ordini. Da questi vescovi, tuttavia, i gesuiti non ricevetteropi alcuna lettera, n disposizione. I religiosi ritennero questo ordine cos esplicito darimanere nelle loro case almeno nel primo periodo, considerandolo un argomento perdifendere la legittimit della loro esistenza. Si sentivano costretti ad obbedire allautori-t competente, ufficialmente incaricata dal papa, e in dovere, quindi, di continuare la

    vita di prima osservando fedelmente lo status quofino ad allora mantenuto. Unintima-zione ufficiale, secondo quanto prescritto da Clemente XIV stesso, non fu mai messa inatto nelle sedi gesuitiche della Russia Bianca. Ci fondamentale per valutare la situa-zione di diritto dei gesuiti nellImpero Russo.

    La posizione del padre Czerniewicz e di tutti gli altri gesuiti rimasti nella RussiaBianca non fu determinata dal fatto che non volessero adempiere la volont del pontefi-ce. Al contrario: lavrebbero voluta attuare subito, e non soltanto perch avevano dubbiintorno alla legittimit della loro esistenza. Fino allesplicita imposizione di Caterina dinon tornare pi sulla questione della soppressione, il padre Czerniewicz simpegn in

    vari modi allo scopo di ottenere il permesso del governo russo per effettuare la soppres-sione voluta da Clemente XIV. Dopo un tentativo in vari modi e varie volte nonriuscito da parte sua per ottenere il permesso dalle autorit russe di effettuare la sop-pressione dellordine e dopo aver ricevuto, quindi, una promessa riguardo al futuronellImpero, nel marzo del 1774 Czerniewicz visit tutte le case. Conscio della fermadecisione di Caterina e della sua protezione, intraprese sforzi per il consolidamentodella vita religiosa nelle case di cui era responsabile. Durante la visita riusc ad assicurare

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    Le note biografiche di tutti i gesuiti della Russia Bianca nominati nel presente saggio si trovano in:Diccionario Histrico de la Compaa de Jess. Biogrfico-temtico, a cura di CH.E. ONEILL- J.M. DOMN-GUEZ, I-IV, Roma-Madrid 2001 e/o Encyklopedia wiedzy o jezuitach na ziemiach Polski i Litwy 1564-1995, a cura di L. GRZEBIE, Krakw 1996.

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    la continuit delle opere apostoliche in tutte le comunit, ma non fece alcun tentativoper aprire il noviziato, non fece riprendere gli studi di filosofia e di teologia, non conces-

    se il rinnovamento dei voti agli scolastici e lemissione degli ultimi voti ai padri, e nonnomin nemmeno dei nuovi rettori.E cos fu fino al 1776, anno in cui la situazione numerica dellordine divenne critica.

    Il padre Czerniewicz cominci ad accettare nellordine i gesuiti delle province madri (diLituania e di Masovia) che lo chiedevano. E questo lo fece in seguito alle parole delcardinale Giovan Battista Rezzonico che in qualit di Segretario dei Memoriali ri-spondeva ad una supplica di Czerniewicz del 15 ottobre 1775 indirizzata al nuovo papaPio VI. Il gesuita supplicava il Pontefice affinch ricevesse un segno della sua volontper quanto riguardava la futura permanenza dei gesuiti nella Russia Bianca. Se la rispo-

    sta del cardinale Segretario (del 13 gennaio 1776) non si pu interpretare come unap-provazione, essa in ogni caso non contiene nessuna condanna per i gesuiti di Russia.Difatti essi la considerarono come una tacita approvazione. Il fatto di ammettere nellaCompagnia gli ex-gesuiti non bastava ad assicurare la continuit dellinsegnamento edelle altre attivit apostoliche. Unico rimedio rimaneva lapertura del noviziato. Ciimplicava per un cambiamento dello status quo.

    2. La riorganizzazione della provincia gesuitica

    della Russia Bianca (1776-1783)Tre anni dopo la soppressione i gesuiti della Russia Bianca, costretti dalla volont

    dellImperatrice (espressa ufficialmente nei diversi ordini) a persistere nel loro Istituto erassicurati riguardo al futuro della Compagnia, godendo della tacita approvazione diPio VI, cominciarono ad organizzare la vita della provincia. Questopera di riorganizza-zione fu necessaria per poter affrontare la nuova situazione e le sopravvenute esigenze.Il primo passo per rimediare alle difficolt di personale fu lammissione agli ordini sacridei religiosi che terminavano gli studi di teologia. Le prime ordinazioni ebbero luogo il16 novembre 1776; 20 giovani gesuiti furono ordinati sacerdoti. Il passo seguente fu

    lapertura di un noviziato, il 2 febbraio del 1780. Diverse difficolt, causate soprattuttodalla scarsit di posti nelle case, costrinsero i gesuiti a fare una scelta e accettare soltantootto giovani dotati delle migliori predisposizioni e provenienti dai pi alti casati. Ilpasso definitivo, in questopera di riorganizzazione della provincia, fu la CongregazioneGenerale radunatasi a Poock: essa si tenne dall11 al 18 ottobre 1782. I partecipanti,tutti i professi degli anni 1744-1773, furono 30. Si tennero 6 sessioni. Il 17 ottobre laCongregazione elesse il vicario generale a vita (Vicarium Generalem perpetuum cum ple-na potestate Praepositi Generalis), il padre Stanisaw Czerniewicz. Gli elettori aggiunse-ro che con la clausola a vita sintendeva che il potere del vicario generale sarebbe

    durato donec, restituta Universa Societate, Praepositus Generalis eligeretur.Nella vita e nella storia della Compagnia di Ges nellImpero Russo la Prima Con-gregazione di Poock costitu una vera svolta. Essa prese posizione riguardo alla legitti-

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    mit dellesistenza stessa dellordine e stabil lidentit della Compagnia. Decise, quindi,di proseguire nel mantenimento della vita religiosa e della struttura tradizionale dellor-

    dine, e fece dei passi per consolidarlo. Con lelezione di un vicario generale e la nominadi un provinciale lordine prese da allora la sua forma consueta.Con la prima Congregazione Generale di Poock fin per i gesuiti della Russia Bianca

    il periodo di insicurezza e inizi il processo di ristabilimento allinterno della provincia(sotto la giurisdizione del provinciale) e del governo centrale dellordine con a capo ilvicario generale. Il provinciale dirigeva i religiosi e le opere della provincia. Il vicariogenerale prima, e, dal 1801, il generale, risolveva le cause di natura religiosa, teneva lerelazioni col monarca, col governo imperiale e con le autorit ecclesiastiche, decidevadellapertura delle nuove case e delle missioni, regolava le questioni dellordine fuori

    dallImpero Russo e il rinnovamento della professione di ex-gesuiti.Cos riorganizzati, nel 1783 dieci anni dopo la firma del breve di soppressione igesuiti della Russia Bianca vennero confermati nella loro esistenza dal successore diClemente XIV, il papa Pio VI. Questatto di fondamentale importanza avvenne nel cor-so di unudienza accordata allinviato dellImperatrice Caterina II, lex-gesuita JanBenisawski, il 12 marzo 1783. Invece il 7 marzo 1801 Pio VII conferm formalmente igesuiti di Russia (breve Catholicae fidei). Latto del papa costitu lapprovazione canoni-ca dello stato dei gesuiti in Russia, e non lapprovazione di un nuovo ordine. Da questomomento il vicario generale divent preposito generale (generale) dellordine ma soloin Russia.

    Vi furono 5 vicari generali (dal 1801 generali) tra il 1782 e il 1820 nellImperoRusso: Stanisaw Czerniewicz (1782-1785), Gabriel Lenkiewicz (1785-1798), Francis-zek Kareu (1799-1802), Gabriel Gruber (1802-1805) e Tadeusz Brzozowski (1805-1820,dal 1814 generale della Compagnia ricostituita in tutto il mondo). La sede del generalesi trovava a Poock, e negli anni che vanno dal 1802 al 1815 nella capitale dellImpero,San Pietroburgo.

    3. Dal ristabilimento della provincia gesuitica della Russia Bianca

    (1798-1801) al ristabilimento della Compagnia di Ges(1804-1814)

    Come si detto pocanzi, lapprovazione e la conferma ufficiale della Compagnia diGes nellImpero Russo i gesuiti lottennero dal papa Pio VII, il 7 marzo 1801 tramite ilbreve Catholicae fidei.

    Questo atto pontificio costitu il risultato di unazione diretta dai gesuiti russi, chemirava ad ottenere il riconoscimento ufficiale del loro stato da parte della Santa Sede.Nel 1800 lanno dellelezione di Pio VII essi godevano gi, come si visto sopra,

    dellapprovazione pontificia della loro esistenza in Russia, pronunciata da Pio VI nel1783 vivae vocis oraculo, davanti a Jan Benisawski. Il passo successivo fu compiutoquindici anni pi tardi, nel 1798. Questa volta fu il nunzio di San Pietroburgo Lorenzo

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    Litta insieme al segretario dellanziano Pontefice, lex-gesuita Giuseppe Marotti, adimpegnarsi per ottenere la dichiarazione pontificia in favore dei gesuiti nellImpero

    Russo8. In questa occasione Pio VI espresse il suo pensiero favorevole, e il 2 marzo 1799diede il via a una dichiarazione ufficiale in favore dei gesuiti in Russia, autorizzando ilnunzio a compiere i passi necessari per ottenere la richiesta della Corte imperiale e deivescovi, per legittimare lesistenza dei gesuiti in Russia. Verso la fine della sua vita Pio VIpass, quindi, dalla cauta e timida approvazione (del 1783) al desiderio reale di rifonda-zione della Compagnia, e si era pronunciato per lapprovazione dellordine esistente inRussia. Egli era pronto a concederla sebbene dietro richiesta della Corte imperiale.Purtroppo i negoziati per la dichiarazione pontificia felicemente avviati furono prestosospesi. Il nunzio cadde in disgrazia e fu costretto ad abbandonare la Russia (maggio

    1799); pochi mesi pi tardi, nella notte tra il 28 e il 29 agosto 1799, mor il Pontefice,prigioniero a Valence9.La questione del ristabilimento dei gesuiti in Russia fu allora portata avanti dai gesu-

    iti stessi; fu il p. Gabriel Gruber a prendere liniziativa nelle sue mani. E questa voltalimpresa fu coronata dal successo.

    Gabriel Gruber la figura pi interessante e la personalit pi cospicua che la Com-pagnia ebbe durante i quasi cinquantanni della sua permanenza in Russia. Era di nazio-nalit slovena, ed entr nella Compagnia di Ges a Vienna, nel 1755. Durante gli studiacquist una vasta erudizione. Prima del 1773 fu professore di meccanica e idraulica aLjubliana, lavorando al tempo stesso alla regolazione del fiume Sava; dopo la soppres-

    sione fu impegnato come fisico della Corte di Giuseppe II nelle costruzioni navali aTrieste. Nel 1784 and nella Russia Bianca, e fu mandato a Poock centro scientificoed educativo dellordine. Ampli la base scientifica del collegio e svilupp le scienzeesatte, ottenendo la stima di Caterina II e Paolo I. Assunse incarichi nel governo dellaCompagnia di Ges, fino ad essere eletto il 10/22 ottobre 1802 generale dellordine,e in quanto tale ottenne una posizione solida, anzi intangibile nellImpero, e, quindi,riusc ad avere unapprovazione pontificia ufficiale. Mor per una disgrazia il 26 marzo/7 aprile 1805 a San Pietroburgo10.

    Nel febbraio 1799 Gruber fu inviato a San Pietroburgo, per regolare presso la Corte

    imperiale, la questione dei rapporti della Compagnia con larcivescovo Siestrzecewicz.Ottenuta, malgrado non pochi impedimenti posti dal metropolita, ludienza imperiale,ricevette da Paolo I rassicurazioni per la permanenza dellordine in Russia e lintangibi-lit dellIstituto. La scelta per questa delicata missione non era stata accidentale. Il gesu-ita, approfittando della notoriet che la sua eloquenza e il suo insegnamento gli avevanodato, e della sua fama diffusasi fra i grandi dellImpero, aveva cominciato ad essere il

    8La relativa corrispondenza fra Litta e Marotti si trova nellArchivio Segreto Vaticano (ASV), Polo-nia, 344-V.

    9

    Cfr. M. INGLOT,La Compagnia di Ges nellImpero Russo, pp. 136-149.10Cfr. M. INGLOT, Pater Gabriel Gruber (1740-1805): Student der Tyrnauer Universitt, der Generalo-berer der Gesellschaft Jesu wurde, inDie Tyrnauer Universitt der Geschichte, a cura di A. HOLOOVUNDKOLLEKTIV, Krakw-Trnava 2012, pp. 256-277.

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    portavoce del suo ordine presso il sovrano. Godeva di un prestigio considerevole nellasociet della capitale ed esercitava uninfluenza determinante sullImperatore stesso,

    con cui riusc a stabilire un rapporto diretto e seppe conquistarsene lamicizia, fino adavere laccesso libero nelle stanze del sovrano.Godendo di questo particolare favore Gruber riusc facilmente a convincere lo zar

    ad impegnarsi per lapprovazione ufficiale della Compagnia in Russia. Il gesuita, appro-fittando della posizione che aveva presso lImperatore, si adoper attivamente e abil-mente per gli interessi dellordine affinch lo zar scrivesse una lettera al papa in favoredel ristabilimento della Compagnia. Gruber incontr lImperatore nel giugno del 1799.Ricevette, unaltra volta, lassicurazione dellinviolabilit dellIstituto; lo zar accolse conbenevolenza anche la proposta di una lettera al papa, chiedendo un memoriale in pro-

    posito. Il sovrano stesso era ben consapevole della necessit dellapprovazione pontifi-cia per attirare in Russia gli ex-gesuiti sparsi in Europa e desiderosi di rientrare nellor-dine: e questo non fu senza importanza in vista dei progetti del monarca riguardanti ilsistema delleducazione nei suoi Stati, che egli voleva affidare ai gesuiti. Pertanto l11/23agosto 1800, Paolo I scrisse una lettera personale al Pontefice con cui chiedeva il ricono-scimento dellesistenza della Compagnia nel suo Impero:

    Mon Trs Saint Pre!Le Rvrend Pre Gruber, prpos des Religieux de la Socit de Jsus, tablis dans mesEtats11, mayant transmis le dsir des membres de cette Socit dtre reconnus par VotreSaintet, jai cru ne pas devoir me refuser rclamer pour cet Ordre, auquel je porte unintrt particulier, le sanctionnement formel de Votre Saintet, esprant que je naurai pasfait par cette instance une dmarche inutile.Je suis avec respectDe Votre SaintetLe bien affection amiPaul IGatchina, 11 aot 180012.

    Il nuovo Pontefice, Pio VII, era ben disposto verso lestinta Compagnia di Ges everso la sua restaurazione. Neppure un mese dopo il ritorno a Roma, il papa si rivolse (il

    28 luglio 1800) al re di Spagna Carlo IV chiedendo il suo consenso per il progetto direstaurazione dellordine ignaziano in tutto il mondo. La risposta negativa del re co-strinse il pontefice a limitarsi allapprovazione canonica dei gesuiti in Russia13.

    Il 7 marzo 1801, aderendo alla domanda di Paolo I e alla supplica del vicario genera-le Franciszek Kareu che, a nome dei gesuiti, chiedeva che la Santit Vostra voglia de-gnarsi accordare un Breve Apostolico, il quale (...) approvi visibilmente la loro canonica

    11G. Gruber era allora rettore del Collegio della Compagnia a San Pietroburgo; vicario generale,quindi il superiore di tutti i gesuiti dellImpero Russo, fu il p. F. Kareu.

    12

    Coppia Litterarum Imperatoris Rossiarum Pauli Primi ad Summum Pontificem Pium VII proConfirmatione Societatis in Alba Russia. Copia nellASV, Nunz. Pol. 344-V, unaltra copia nellArchi-vum Romanum Societatis Iesu(ARSI), Russia 1004, VI-1.

    13Le lettere relative in M. INGLOT,La Compagnia di Ges nellImpero Russo, pp. 288-292.

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    esistenza in Russia14, Pio VI eman il breve Catholicae fidei, con cui approv e confer-m ufficialmente lordine dei gesuiti in Russia. Il breve fu indirizzato al Diletto Figlio

    Francesco Kareu, presbitero e superiore della Congregazione della Compagnia di GesnellImpero Russo. Lespressione, del tutto insolita, aveva i suoi motivi, che vedremospiegati dal card. Consalvi, ma che comunque non cambiava la realt. Per riguardo aClemente XIV si bad (ci si capisce) ad evitare ogni termine che includesse il ricono-scimento di gesuiti esistenti prima di allora in Russia come tali. Nel breve il papa sotto-line lopera svolta dai gesuiti in favore della religione cattolica nellImpero Russo elimportanza di conservare nella sua forma originaria la Compagnia a beneficio dei cat-tolici dello Stato russo degli zar. Dando, quindi, valore alla raccomandazione e alla do-manda dellImperatore, il Pontefice concesse ci che era stato domandato, cio il per-

    messo di riunire in un solo corpo tutti coloro che erano gi gesuiti e dimoravano l equelli che vi sarebbero giunti. Come superiore della Compagnia fu nominato dal ponte-fice il p. F. Kareu; fu prescritta loro losservanza della primitiva regola di SantIgnazio,confermata da Paolo III. Infine Pio VII concesse alla Compagnia di Russia ampie facol-t di erigere collegi, di educare la giovent e istruirla nella religione e nelle scienze, e diamministrare i sacramenti col consenso degli ordinari.

    Con questo atto Pio VII conferm formalmente i gesuiti dellImpero Russo, come siespresse egli stesso, nella lettera allo zar, del 9 marzo:

    Lintrt quElle prend la demande qui Nous a t faite de donner par Notre autoritlexistence canonique la Socit de Jsus dans lEmpire de Votre Majest est pour Nousun motif bien puissant qui Nous engage y condescendre. Nous ne doutons pas, quunepareille dmarche ne conduise directement lavantage de la Religion Catholique dans sonEmpire, la culture et lducation des sujets qui la professent, de mme qu lextirpationde ces maximes dpraves contre la Religion, lautorit souveraine et la socit. Toutes cesconsidrations qui sont propres de Notre Ministre Apostolique Nous font concourir auxsages ves de Votre Majest Impriale, et Nous avons le plaisur de Lui envoyer le Bref, parlequel nous venons de donner Notre sanction formelle lexistence des Jsuites dans lEm-pire de Votre Majest15.

    Latto di Pio VII costitu lapprovazione canonica dello stato dei gesuiti in Russia, e

    non lapprovazione di un nuovo ordine. Da questo momento il vicario generale diventpreposito generale dellordine ma solo in Russia. In quellanno i gesuiti nellImperoRusso erano 244 (107 sacerdoti, 81 scolastici, 56 fratelli coadiutori)16. Lordine era pre-sente anche fuori dalla Russia Bianca: dieci gesuiti operavano a San Pietroburgo e due(Luigi Panizzoni e Bernardino Scordial) in Italia. Il breve venne mandato ai gesuiti diPoock solo un anno dopo, il 9/21 settembre 1802, ma soltanto privatamente, perch lo

    14F. Kareu a Pio VII, 31 luglio 1800. ASV, Nunz. Pol. 344-V (Copia); ed. M.-J. ROUTDEJOURNEL,Nonciatures de Russie daprs les documents authentiques. Intrim de Benvenuti 1799-1803, Citt del

    Vaticano 1957, pp. 92-93.15Pio VII a Paolo I, 9 marzo 1801. ARSI, Russia 1004, VI-10 (Copia).16Catalogus Personarum et Officiorum Societatis Jesu in Alba Russia ex Anno 1801 in Annum 1802 ,

    Polociae [1801].

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    zar Alessandro I non ritenne necessaria la sua promulgazione giuridica, dato che inRussia i gesuiti non erano mai stati soppressi.

    Il Catholicae fideiebbe due conseguenze nel decennio successivo alla sua emanazio-ne: unondata di petizioni per ottenere laffiliazione alla Compagnia in Russia si riverssu Poock da parte di singoli o di gruppi di ex-gesuiti provenienti dallEuropa e dagliStati Uniti e un grande impeto di entusiasmo missionario percorse i gesuiti in Russia.Con questo movimento bidirezionale, rivolto allinterno e allesterno, la Compagnia del-lImpero Russo dava e riceveva nello stesso tempo.

    In questo modo si stava preparando il ristabilimento della Compagnia di Ges daparte del papa Pio VII prima nel Regno delle Due Sicilie (Napoli), con il breve Per aliasdel 1804, e infine in tutto il mondo. La bolla Sollicitudo omnium ecclesiarumdel 7 agosto

    1814 stabil che le concessioni e le facolt date unicamente ai gesuiti dellImpero Russoe dopo del Regno delle Due Sicilie venissero estese a tutto lo Stato Ecclesiasticocos come a tutti gli altri stati e domini. Si tratta, quindi, di unestensione progressiva,non di un ristabilimento giunto dallalto; e in questo appare la funzione capitale cheebbe la Compagnia della Russia Bianca per il ristabilimento universale della Compagnia.

    4. Lattivit dei gesuiti nellImpero Russo (1801-1820)

    Gli anni che vanno dal 1801 al 1815 furono il periodo fiorente della Compagnia di

    Ges nellImpero Russo. La benevolenza di Paolo I e di Alessandro I e il breve Catholi-cae fideidi Pio VII le assicurarono una presenza salda e sicura. Lordine svilupp la suaattivit scolastica e pastorale: sorsero nuovi collegi (il pi famoso fu il collegio fondato aSan Pietroburgo) e missioni in tutto il territorio del dominio degli zar. I gesuiti dellIm-pero Russo contribuirono alla progressiva rinascita dellordine ignaziano in diverse par-ti del mondo, e fra di essi il personaggio pi importante fu Gabriel Gruber, il cui ruolo inestimabile. Si posero in questo modo alle origini della cosiddetta Nuova Compa-gnia, ovvero dellordine di SantIgnazio canonicamente restaurato nel 1814.

    Limportanza maggiore fu data dai gesuiti della Russia Bianca allattivit scolastica e

    allinsegnamento, tanto pi che questa fu per lImperatrice Caterina II la ragioneprincipale della conservazione dellordine di SantIgnazio nei suoi stati.Listituzione centrale in questapostolato fu il collegio di Poock. Nellanno accade-

    mico 1772-1773 il collegio gestiva scuole medie superiori e teneva corsi di filosofia eteologia per i giovani gesuiti. Il suo massimo splendore si ebbe negli anni ottanta delSettecento ed legato alla persona del padre Gabriel Gruber. Nella Russia Bianca, dal1784, Gruber fu professore di architettura e agronomia e organizz un articolato com-plesso di servizi didattici, tra cui un museo, un laboratorio, un gabinetto di storia escienze naturali, un gabinetto di fisica, una galleria di pittura. Inoltre, il collegio posse-

    deva raccolte di medaglie e di pietre preziose e un laboratorio di strumenti meccanici,alcuni dei quali furono utilizzati per lErmitage imperiale di San Pietroburgo.Nel 1812, con un ukazimperiale di Alessandro I, il collegio di Poock fu elevato al

    grado di Accademia. Linaugurazione solenne di questo ateneo, unita alla promozione

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    di cinque nuovi dottori in teologia, ebbe luogo il 7 dicembre del 1813. LAccademia diPoock aveva tre facolt: di Teologia, di Filosofia e Scienze Esatte, di Lingue e Lettere.

    Aveva il diritto di conferire il titolo di dottore in teologia, in diritto canonico e in dirittocivile. Al primo anno furono iscritti 84 studenti, il corpo docente contava 25 professori.Il programma di studi, assecondando la volont del governo, favoriva palesemente lescienze esatte, e quindi la Facolt di Filosofia e Scienze Esatte. Prima della chiusura, nel1820, tutte le scuole di Poock contavano in totale circa 700 studenti e 39 professori.Nella sua breve storia, lAccademia promosse oltre 100 dottori.

    Il secondo importante centro educativo fu il collegio di San Pietroburgo. Chiamati ldallo zar Paolo I, nel dicembre del 1800, i gesuiti arrivarono sul Neva ed assunsero ilservizio pastorale presso la chiesa parrocchiale di Santa Caterina. Predicavano e cate-

    chizzavano in quattro lingue per quattro gruppi di fedeli (polacchi, francesi, tedeschi eitaliani), che formavano la comunit cattolica della capitale russa. Di anno in anno sifecero notare sempre di pi negli ambienti di San Pietroburgo, e la loro influenza rag-giunse anche i russi ortodossi, perfino quelli appartenenti alle sfere pi alte della societ.

    Il 13 febbraio 1801 apr i battenti il collegio, che dopo tre mesi di attivit contavacirca 30 alunni. Allinizio dellanno scolastico 1801-1802 erano ormai pi di 100; neglianni seguenti il loro numero crebbe fino a circa 200. Il ciclo degli studi durava 6 anni espaziava dai principi di russo e di latino fino alla filosofia e alla teologia. Il collegio,frequentato in un primo momento dai figli dei cattolici che non si potevano permettereun istitutore privato, in poco tempo acquis una tale importanza che nemmeno due anni

    dopo fu aperto un convitto per gli alunni delle famiglie nobili; nel 1806 il convitto futrasformato in collegio dei nobili (Collegium Nobilium). Il numero degli alunni oscillavasempre tra i 60 e i 70 giovani provenienti dai ceti pi elevati della societ russa. Nel vastoprogramma si dedicava molto spazio alle lingue moderne; si prestava, inoltre, una gran-de cura alleducazione religiosa: i giovani ortodossi partecipavano alle funzioni religiosenella loro chiesa e seguivano lezioni di religione impartite da un pope.

    Oltre a questi due grandi centri scolastici i gesuiti dirigevano nellImpero Russo altrisette collegi. Gli antichi collegi di Dyneburg, Orsza e Witebsk continuarono la loroattivit. Nel 1799 su domanda del vescovo della Russia Bianca Stanisaw Siestrzecewicz

    furono elevate al grado di collegio le residenze di Mohylew e Mcisaw. Nel 1811 sorse ilcollegio di Romanw e nel 1817 quello di Uwad. Nel programma dinsegnamento sifavorivano le scienze esatte e in tutti i collegi sintrodusse linsegnamento delle linguemoderne, soprattutto del francese e del tedesco. La lingua dinsegnamento era il latino,e dal 1802 il russo. Presso ogni collegio esistevano i convitti dei nobili; nel 1805 vi abita-vano circa 220 convittori. Le scuole inferiori erano attive solo in alcuni di essi. Comples-sivamente, nel 1796 (lanno della morte di Caterina II) nelle scuole dei gesuiti studiava-no gratuitamente 726 allievi, e nel 1815 circa duemila.

    Dopo lespulsione dallImpero Russo numerosi gesuiti, laureati allAccademia di

    Polock, si trasferirono nei centri didattici di tutta lEuropa. Formatisi in un ambienteinternazionale, tra professori e compagni di studio provenienti da vari paesi, vissuti inun clima di multi nazionalit, erano ben preparati ad operare in Europa. Molti di essidiventarono, in diversi paesi, titolari di cattedre o promotori di nuove scuole o centri di

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    ricerca. Operarono anche fuori dai confini dellEuropa, contribuendo a organizzarelistruzione superiore negli Stati Uniti (padre Giovanni Grassi chiamato secondo fon-

    datore di Georgetown) e nel Medio-Oriente (padre Maksymilian Ryo diede vita allascuola che sarebbe divenuta pi tardi lUniversit di Saint Joseph a Beirut).Particolare importanza fu data dai gesuiti della Russia Bianca anche alle missioni.

    Dal 1803 in poi essi crearono sei nuovi importanti centri di missione nel sud e nellestdellImpero Russo, per i cattolici di varie nazioni. Aprirono infatti missioni a Saratov sulVolga per i coloni tedeschi (1803), a Odessa sul Mar Nero per gli immigrati tedeschi eitaliani (1804), ad Astrahan sul Mar Caspio per armeni, polacchi, tedeschi, francesi eolandesi (1805), a Mozdok nel Caucaso per i fedeli di varie nazionalit (1806). Nel 1811fu inaugurata la missione a Irkutsk in Siberia, per i cattolici polacchi ivi esiliati; unaltra

    missione siberiana fu creata nel 1815 a Tomsk. Nellanno 1820 nellattivit missionaria(incluse le missioni popolari) erano impegnati 72 gesuiti, fra sacerdoti e fratelli coadiu-tori. Essi lavoravano in condizioni sociali e geografiche differenti, occupandosi di genteproveniente da varie popolazioni, diverse per cultura. Bench la loro azione fosse limita-ta in pratica dal divieto assoluto imposto di ottenere conversioni dalla confessione orto-dossa, e lattivit fra i cattolici fosse ostacolata da diversi fattori (dispersione dei fedeli invastissimi territori, difficili condizioni di vita, il rigido clima russo), tuttavia il loro ope-rare fu molto significativo ed efficace. Anche se breve, esso dimostr le pi genuinecaratteristiche della Compagnia e lasci tracce profonde fra la popolazione soprattut-to di origine tedesca a cui era diretta questazione. Percorrendo i vasti territori del-

    lImpero, i Gesuiti anche se pochi dimostrarono il grande zelo missionario e la loronon ordinaria capacit di adattarsi ad altre culture e diverse condizioni sociali, economi-che, climatiche, etc. Seppero affrontare con prontezza e sacrificio straordinario le nuovesfide, inclusa la missione in Cina, con quella capacit che aveva permesso loro, sin dalleorigini, di svolgere la loro missione in tutte le parti del mondo e in tutte le circostanze.

    Il ricordo dei gesuiti rimase vivo nelle generazioni successive dei coloni tedeschi, equesto soprattutto in quelle del Volga, appartenenti alla missione di Saratov; lo testimo-nia Mons. Joseph Werth, gesuita, il primo (dal 1991) vescovo di Novosibirsk (dal 2002diocesi di Trasfigurazione), le cui origini familiari risalgono a quei cattolici tedeschi sta-

    bilitisi lungo il Volga nella seconda met del Settecento.

    5. Lespulsione dei gesuiti della Russia Bianca (1815-1820)

    Lattivit dei gesuiti sotto il governo della Russia ortodossa, protrattasi per pi diquarantanni, dimostra la capacit dellordine di adattarsi alle differenti condizioni so-ciali e politiche. Due cose soprattutto volevano: mantenere la Compagnia di Ges eassicurare la cura pastorale ed intellettuale dei cattolici rimasti dopo le spartizioni della

    Polonia sotto il dominio e linflusso della Russia ortodossa. Proseguendo con perseve-ranza e determinazione, raggiunsero entrambi gli obiettivi.Con la fedelt al proprio Istituto e alla Chiesa cattolica i gesuiti attirarono su di loro

    lostilit del potere laico e della Chiesa ortodossa. Ai tempi dello zar Alessandro I si fece

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    avanti lilluminismo e il misticismo russo, e pi tardi la Societ Biblica Russa entrambiostili rispetto ai gesuiti. Lo stesso per la massoneria russa. Crescevano i movimenti con-

    trari ai contatti con lOccidente e agli influssi della Chiesa cattolica. La restaurazionedella Compagnia di Ges nel 1814 in tutto il mondo porgeva agli avversari un nuovomotivo di ostilit: essa toglieva al governo russo la possibilit di controllare lordine (lasede del generale si doveva infatti trovare a Roma). Tutto questo provoc dapprima unarisposta negativa alla prima domanda del generale Brzozowski di trasferirsi a Roma, inseguito lespulsione dei gesuiti: prima da San Pietroburgo (20 dicembre 1815), pi tardi,il 25 marzo 1820, da tutto lImpero Russo.

    Il motivo ufficiale dellespulsione dalla capitale dellImpero degli zar fu laccusa diaver provocato la conversione al cattolicesimo di alcuni giovani dellalta nobilt e di

    alcune grandi dame delle pi importanti famiglie russe. La causa immediata di questoprovvedimento imperiale fu la decisione di uno dei nipoti del ministro dei Culti, il prin-cipe Aleksander Golicyn allievo del collegio della Compagnia a San Pietroburgo diabbracciare il cattolicesimo. Con lespulsione da San Pietroburgo la sorte dei gesuitinellImpero era decisa; la cacciata dal Paese era solo questione di tempo. Per rispetto algenerale Brzozowski, vecchio e ammalato, Alessandro I ritard la firma del decreto.Poco dopo la morte del generale, avvenuta il 5 febbraio 1820, il 25 marzo lo zar firm unukazcon cui decretava lespulsione dei gesuiti dalle frontiere del suo Impero.

    ConclusioneLa Compagnia di Ges sopravvisse nellImpero Russo con le sue regole, le sue Costi-

    tuzioni e il suo Istituto intatto. Essa esisteva l come prima del 1773, svolgendo la suatradizionale attivit. La legittimit di questa sopravvivenza deriva principalmente dallanon-promulgazione del breve di soppressione di Clemente XIV, che le corti borbonichecercarono e ottennero allo scopo di abolire questordine. Ma non solo: secondariamenteessa si appoggia su una serie di atti pontifici, i quali prima tollerarono, poi, quindi, ap-provarono e alla fine confermarono ufficialmente e solennemente questa sopravvivenza.

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    Las misiones de papeldi MARTNM. MORALESS.J.

    Pontificia Universit Gregoriana

    1. La historia y su escritura

    La resurreccin del pasado consiste en hacerlo como lo deseamos1. Esta frase deMichel de Certeau parece cobrar an mayor fuerza cuando la operacin historiogrficase pone en marcha para intentar la construccin de la identidad institucional. An con lasmejores intenciones el esfuerzo de plasmar el pasado redivivo se muestra siempre inade-cuado ante las urgencias del presente que lo impulsan y determinan. La conmemoracindel restablecimiento universal de la Compaa Jess (1814) podra ser una de estas oca-siones en las que se invita al historiador a la fiesta. Su presencia podra recordar la clebrefigura del convidado de piedra que asiste a la conmemoracin mudo, quieto y grave. Sumudez, como sucede con la estatua rediviva de Don Gonzalo de Ulloa2, es el resultado deprovenir de un mundo, el pasado, del cual ha tratado de aprender la lengua, ms en elesfuerzo de traducirla para sus contemporneos ha producido un lenguaje comprensible

    para ellos pero extrao para aquellos en nombre de quien habla. La incomprensinlatente deber ser camuflada con relatos que puedan tranquilizar la inquietud que resul-ta de saber que aquello que es fundamento y origen resta oculto y produce otro discur-so. La mudez y solemnidad del convidado historiador se manifiesta en una narracinque se establece como un canon, como una salmodia, que gracias a su tono grave, masque por su contenido, pretende colocarnos al reparo de los vaivenes del tiempo.

    Si estos lmites estructurales de la operacin historiogrfica se los considera en el mbi-to de la situacin europea del primer decenio del siglo XX, en el que se cumple el primercentenario de la supresin de la Compaa de Jess, aumenta an ms la dimensin para-

    dojal y se presenta como una verdadera tarea de Ssifo el deseo de reconstruir la identidada travs de una narracin histrica que se pretenda con rasgos de ejemplaridad, en mediode los horrores de la guerra. El ao 1914 podra indicar cunto poco y mal la historia,entendida como madre y maestra, haya podido ensear a sus hijos. En esos aos el senti-miento de prdida y de luto se hace sentir con una inusitada fuerza. En julio de 1914 sedesat el infierno de la primera guerra mundial. El 20 de agosto mora Po X y unas horasantes haba muerto el superior general de los jesuitas, el P. Franz Xavier Wernz.

    1DECERTEAU, MICHELDE, Historia y Psicoanlisis. Entre ciencia y ficcin. Universidad Iberoamerica-

    na, Mxico, 1998, pp. 102.2El burlador de Sevilla y el convidado de piedra. El mito delDon Juan, tradicionalmente atribuido aTirso de Molina, inspir las plumas de Juan Zorrilla, Molire e Lorenzo da Ponte quien realizara ellibreto para elDon Juande Wolfang A. Mozart.

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    Esta coyuntura, con su aura dramtica, pone de manifiesto la excepcionalidad detodo presente donde se realiza la operacin historiogrfica. El presente es lugar en el

    cual imaginamos que el pasado vive y se mueve, donde eventualmente se modifican losconocimientos y el deseo, se establecen los puntos de vista y las proporciones de lospersonajes y de los acontecimientos. Pero en realidad, somos nosotros los que nos mo-vemos buscando el sentido de nuestras opciones presentes y la voz de un padre nobleque nos autorice.

    El artculo de Sigmund Freud3, Consideraciones de actualidad sobre la Guerra y laMuerte (1915) en sus primeras lneas, acierta en dos pinceladas los colores de aquelpresente en el que los jesuitas retomaron el hilo de su historia interrumpido por la su-presin de su orden. Los trazos que de la modernidad que se delinea, se asemejan a las

    descripciones que realizamos de nuestro presente: el torbellino de esta poca de gue-rra, sin atisbo alguno del futuro que se est estructurando nos deja descaminadosen la significacin que atribuimos a las impresiones que nos agobian y en la valoracinde los juicios que formamos. Cmo podra liberarse la escritura de la historia de unpresente donde, segn el decir de Freud, no se reconocen ms los privilegios del herido,donde no hay ms diferencias entre poblacin combatiente o inerme? Cmo escribir lahistoria para las generaciones a venir cuando se mata como si no hubiera ms futuro?Cmo escribir la verdad de lo que fue, a partir de esos aos en los que el Estado, quehasta el da anterior del estallido de la guerra haba exigido la obediencia y la abnega-cin de sus ciudadanos y haba proclamado valores, ahora usa la mentira y el engao

    consciente? En los campos de batalla la que queda tendida es la verdad; tambin la quela historia reivindica para s. La esperanza del mismo Freud que una historia impar-cial testimonie en favor de la fuerza civilizatoria de Alemania se agosta en una preguntaque denota la inquietud en la que de ahora en ms se mover la escritura de la historia:Pero quien puede, en tiempos como stos, erigirse en juez de la propia causa? Apesar de las dudas de Sigmund Freud, la prensa catlica se hizo eco del centenario delrestablecimiento de la Compaa de Jess. Las antiguas violencias del siglo XVII vol-van a proponerse en una escritura que las entrelazaba con los enemigos actuales. Eldestino batallador y martirial de la Compaa volva atravesando los tiempos por un

    puente que una a Lutero con la crisis modernista:Singular destino el de la Compaa de Jess: naci en tiempos de espantosas borrascaspara atajar los pasos de la mayor revolucin que vieron los siglos; vivi en perpetua guerracontra todas las herejas y concupiscencias flechadas contra la Iglesia Catlica, nuestra Madre;muri sin despegar los labios, dando heroico ejemplo de santsima obediencia; resucitpara volver a emprender la batalla con los errores y horrores modernos, y ahora cuandoEuropa arde por sus cuatro costados y se teme que la conflagracin se propague por todo elmundo, cuando la inquietud y alarma invaden los corazones y el horizonte se cubre denubes negras, est celebrando con la mayor tranquilidad el primer centenario de su resu-rreccin por virtud de la Bula Sollicitudode Po VII4

    3FREUD, S. Zeitgemsses ber Krieg und Tod,Imago4(1),1915.4Primer centenario de la bula Sollicitudo en El Siglo Futuro, Madrid, 7 de Agosto de 1914.

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    2. Las misiones de papel

    Para los jesuitas que en 1914 se disponan a celebrar el primer centenario de la Com-paa restablecida, fue importante determinar cmo se haban comportado sus antece-sores con las antiguas misiones al regresar a los territorios apostlicos. La historia escritatendr que socorrer, una vez ms, a quien se asoma al pasado. La antigua Compaa sehaba representado en innumerables pginas en su accin misionera, desde la floridacristiandad de la antigua provincia del Paraguay, pasando por los mrtires del Japn, alas misiones en China donde los jesuitas aparecen en la corte imperial midiendo el tiem-po y el espacio. Por encima de las contradicciones las narraciones de las misiones sealzaban como un faro claro. Precisamente esa funcin apologtica de los relatos misio-

    neros ofreci el flanco e inspir otra serie de pginas que pretendieron demostrar todolo contrario. Para una escritura antagonista a la historiografa jesutica era en el mbitoapostlico donde poda observarse el nimo poltico de los jesuitas, sus ambiciones eco-nmicas, su estilo paternalista que mantena a los destinatarios de la misin en un per-manente estado de infancia. Las misiones jesuitas no slo pasan a la historia, sobre todopasan a la historiografa. Esto es, se colocan en un pasado, que como el trmino indicaya no es, pero reviven en escrituras que, an presentndose con signos opuestos, pre-tenden dar cuenta de una ausencia.

    Que la escritura de las actividades apostlicas fuera un campo de batalla para contra-rrestar las crticas que provenan de otros mbitos lo haba ya entendido el P. Jos Car-diel, uno de los mayores cronistas de la antigua provincia del Paraguay. Las Reduccionesen el siglo XVIII se erigieron como el arquetipo misionero. En suDeclaracin de la ver-dad(1758), donde se propone relatar la vida cotidiana de los pueblos, Cardiel consideraque sus pginas son las mejores para combatir la madre de todas las diatribas: losMonitasegreta o instrucciones reservadas de los jesuitas(1614)que habra escrito Jernimo Zaho-rowski luego de haber abandonado la Orden por no habrsele concedido la profesinsolemne de cuatro votos. Su obra, afirma Cardiel, declara la verdad con un estilo tem-plado. La vida en los pueblos de guaranes con este orden, concierto, regularidad,observancia, recato, con esta modestia, castidad y honestidad de costumbres, Sr. Libelis-

    ta, es la Monita secreta que amansa a las fieras y les infunde tanto respeto a lo sagrado.El relato de Cardiel por momentos pareciera entrecruzarse con el viaje tambin imagina-rio del Candide de Voltaire (1759). El abrazo de dos tudescos en tierra extraa, Cn-dido y el cura-comandante de una de las reducciones, representa la paradoja de unaescritura que, queriendo viajar lejos, no se mueve de Europa. Mientras los dos tudescosse funden en el abrazo, la vida de los pueblos de guaranes pulsa en otro lugar.

    3. La bsqueda de identidad

    Establecer una continuidad con la historia de las misiones fue, para la Compaarestablecida en el siglo XIX, un modo para corroborar la propia identidad. Afirmar la

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    identidad es reconocer que, ms all de lo que se indica y se desea, hay diferencias. Laescritura de la historia tentar de eliminar las diferencias que podran asomarse entre la

    antigua y la moderna Compaa. As lo expres el P. Antonio Astrain en la intro-duccin a su historia (1902): Estas denominaciones [antigua y moderna] tienenun significado puramente cronolgico, pues si atendemos a la organizacin y al espritu,no existe ninguna distincin, y la Compaa de hoy es, por la bondad divina, la mismaque sali de las manos de San Ignacio.5

    La concepcin historiogrfica que se fraguaba en los aos de Astrain exiga que laidea de una Compaa de Jess que atraviesa inclume los tiempos, no fuera slo unaverdad declamada sino que se confrontara con la verdad de los documentos. Para elcaso de las misiones de la cuenca del Ro de la Plata la obra del jesuita guatemalteco

    Rafael Prez (1842-1901), La Compaa de Jess en Sudamrica6

    , es un sendero privi-legiado para observar la construccin de un pasado. Prez trabaj los dos ltimos aosde su vida en el Colegio del Salvador de Buenos Aires donde se encontraba el archivo dela provincia. El archivo, que a su vez siempre se presenta en restos y no es jams total,ofrece al historiador los materiales para que pueda realizar su obra de reconstruccin.Prez tuvo a su disposicin una serie de sedimentos documentales: unas cuatrocientascartas de padres generales a la antigua provincia del Paraguay que no utiliz, junto concartas y memoriales de la misin jesuita que se instalara en los primeros decenios delsiglo XIX. Las cartas de los generales funcionaron como piedra de toque y sustento parala documentacin ms moderna. No haca falta leerlas para saber que no slo prove-

    nan de un pasado glorioso sino que tambin autorizaban el presente. Diez aos mstarde del paso de Prez por el archivo, Antonio Astrain hizo de ellas un primer uso,cuidadosamente seleccionado, para extraer su carga de ejemplaridad.

    Rafael Prez es heredero directo de los jesuitas que volvieron al Ro de la Plata en1836, como consecuencia de la expulsin decretada en Espaa en 1835. En los motinesde Madrid de 1834 haban sido asesinados quince jesuitas. Prez introduce su trabajocon un prembulo que establecer, de una vez por todas, el lugar que ocuparn las anti-guas Reducciones. Los jesuitas que regresan solo encuentran los escombros, las cenizashumeantes an de los numerosos pueblos formados por sus mayores: dnde estn sus

    habitantes? Han vuelto a la vida salvaje, viven en los bosques, habr que emprendernuevas conquistas. Las imgenes de las ruinas se sobreponen, las unas sobre las otras.De ahora en ms las ruinas jesuticas no slo sern un lugar que se ofrece a la

    contemplacin del viajero sino los restos, el relicario, por sobre los que se fundar lanueva vida de los jesuitas en aquellas tierras. El fragmento que proviene del pasado nose integrar fcilmente en nuevas construcciones. Lo que falta a la ruina ser colmadocon pginas que evoquen la antigua gloria y le otorguen a los despojos una funcin

    5

    ASTRAIN, A. Historia de la Compaa de Jess en la Asistencia de Espaa , T I, p. VII. Razn y Fe,Madrid, 1912.6El ttulo completo de la obra de Rafael Prez es:La Compaa de Jess restaurada en la Repblica

    Argentina y Chile, el Uruguay y el Brasil. Henrich, Barcelona, 1901.

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    fundacional y casi sacra, por lo tanto intocable. Para la historia de la Compaa de Jessque se restablece en Amrica las antiguas misiones constituirn el origen, as como para

    la Compaa que se restaura en Europa el principio fue colocado en Roma, para pasarluego a Manresa.

    4. Las reducciones como espacio para el deseo

    Los restos de la Procura de las misiones en la ciudad de Buenos Aires, que fueparcialmente reutilizada por los jesuitas que en 1836 volvieron con el P. Mariano Berdu-go, es para Prez otro lugar de evocacin. La Procura, luego de la expulsin y posterior

    supresin de la Compaa fue destinada a distintos usos urbanos: se transform en cuar-tel y en escuela pblica. Si inquirimos por la causa de semejantes metamorfosis afir-ma Prez hallaremos que no es otra que la rapacidad de los Estados modernos que seenriquecen usurpando los bienes de la Iglesia. Como no puede ser de otra manera,Prez dirigiendo su mirada al pasado bosqueja su presente inquieto. Como jesuita cono-ci por dos veces el exilio; el primero lo vivi como estudiante, cuando la Compaa fueexpulsada de Guatemala (1871), y el segundo ya como sacerdote (1881).

    En los breves trazos de la introduccin, Perez da cuenta de la coyuntura que encon-traron los jesuitas de regreso a las antiguas posesiones de la Amrica espaola. quinles prestara apoyo a los nuevos apstoles? ... Emancipadas las colonias espaolas, la

    anarqua y la disolucin social domina en los desventurados pases: las guerras intestinasse suceden unas a otras. Los misioneros tuvieron que relacionarse con los estadosrepublicanos hijos an ms frgiles de los que haban subvertido el orden monrquicoen Europa. En el caso especfico de las provincias del Ro de la Plata (Argentina, Para-guay, Uruguay) los territorios estaban cercenados por la presencia de diversos caudillosen guerra. Si las antiguas misiones se haban generado por el impulso de la monarqua yse insertaban, como toda la Compaa, en la sociedad cortesana, los nuevos apostoladossern tambin hijos de su tiempo. Las misiones que cobran vida en las pginas de Prezson ocasionales y a pocos kilmetros de la ciudad de Buenos Aires, son las as llamadas

    misiones rurales, de campaa o misiones volantes.De la correspondencia de Berdugo, que Prez selecciona en su obra, una y otra vezlas misiones aparecen como un espacio del deseo. En el origen de la constitucin de esteespacio se encuentra el sueo del mismo Berdugo, nunca realizado, de ser misionero enFilipinas.

    La expulsin de los jesuitas de Buenos Aires (1841) y luego de Crdoba (1845) re-nueva en la nueva Compaa las vicisitudes de la antigua. El destierro pone en movi-miento, una vez ms, a un puado de hombres hacia lo que fuera el corazn mtico de laantigua provincia del Paraguay. El P. Bernardo Pars, relata Prez, sali del Colegio de

    Buenos Aires, con su compaero P. Anastasio Calvo, cargado de gramticas, vocabula-rios, catecismos, plticas y confesionarios en lengua de los Guaranes. Estos libros im-presos en el siglo XVIII en las reducciones de Loreto, Nuestra Seora de Fe y SantaMara la Mayor, fueron el eslabn que los pondran en contacto con las antiguas reduc-

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    ciones que, aunque ya destruidas, quedan sin embargo restos de los nefitos Guaranesque por tradicin conocen los Jesuitas y anhelan por volverlos a ver en sus tierras.

    El itinerario de Pars y su compaero se vuelve, como el de los antiguos, un viaje enel que a las dbiles fuerzas del misionero se le presenta un cmulo de trabajos. SanSalvador (Entre Ros, Argentina), Salto (Uruguay), hasta la entrada en el estado de RioGrande do Sul (Brasil). Realizaron ocho misiones hasta llegar a Porto Alegre, para luegoretornar a Asuncin. El encuentro que reconstruye Prez entre el P. Pars y el presiden-te del Paraguay Carlos Antonio Lpez, anticipa los tiempos. Lpez expres su interspara que los jesuitas fueran maestros de matemticas y de francs de su hijo Francisco.El P. Pars record al presidente que su intencin era establecer reducciones en elterritorio y fronteras de la Repblica. La respuesta del presidente pareciera destinada a

    despertarnos de un sueo y a abrir la ventana a la dramaticidad del presente: Mucho lodeseo, respondi Lpez, porque a los indios o reducirlos o matarlos.Las condiciones polticas no permitieron se realizase el deseo de Pars. El misionero

    tuvo que aceptar la propuesta de Lpez y se convirti en maestro de una clase con doceestudiantes. En 1844 fueron expulsados los jesuitas del Paraguay. El nuevo exilio lescerr definitivamente el regreso a las antiguas misiones. Sobre este sino Rafael Prezvislumbra los antiguos fantasmas que seguan an merodeando por las ruinas:

    Este fue el trmino de la ambicionada misin del Paraguay donde tantos pechos apostli-cos suspiraban por ir a levantar de entre sus ruinas las antiguas reducciones, infundir unsoplo de vida a aquella cristiandad florida, despedazada entre las garras de Aranda y dePombal, y cuya tumba conculcaron [Jos Gaspar Rodrguez de] Francia y ambos [Carlos yFrancisco Solano] Lpez.

    5. La nueva frontera

    La imposibilidad de llegar a las antiguas reducciones movi una vez ms los pasosdel misionero hasta ponerlo en contacto con los bugres, nombre despectivo, con elcual en la poca se designaba a los indgenas de etnia xokleng y kaigng en el estado de

    Santa Catarina (Brasil). El relato de Pars pareciera sealar un punto de ruptura a partirdel cual aceptar los nuevos desafos: Estos indios son todos de los que ac llamanbugres coroados es gente mucho ms viva y parece ms capaz que los guaranes.Algo pareciera haber cambiado para no permitir las antiguas reducciones, para abando-narlas y pasar a nuevas fronteras:

    En lo dems escribe Pars a su provincial debo hacer saber V. R. que esto no es nipodr ser cosa que se parezca las antiguas reducciones, pues ni las circunstancias locales,ni las personales de los indios, ni las ideas del da lo permiten. No es posible aislar unasreducciones que se hallan tan inmediatas a las poblaciones y estancias, ni los indios acos-

    tumbrados a tratar con los cristianos de la vecindad sufriran fcilmente ese aislamiento.Esta ineludible cercana con los colonos desencadenar una serie de razias y asesinatos

    de la poblacin indgena de las tantas que producirn las nacientes repblicas americanas.

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    Ms all de esta coyuntura sociopoltica el P. Roothaan en una carta en respuesta alas correras apostlicas del P. Berdugo deline los nuevos desafos que, segn l, espe-

    raban a los jesuitas tanto en Amrica como en Europa:En medio de tantas necesidades de los prjimos y la extrema escasez de socorros espiritua-les, me parecen muy oportunas esas excursiones [misiones rurales] a fructificar por la cam-paa; pero no puedo menos de encargarle con el mayor ahnco que, puesto que hemosadmitido y nos hemos encargado del Colegio de Buenos Aires, ocupe el primer lugar todolo relativo a su recta administracin, y nunca se saquen de l los sujetos necesarios porgrandes que sean las esperanzas de fruto espiritual que en otra parte se presente.

    Para concluir:

    No sabe cun grande es el bien que hace quien se consagra todo a la enseanza y educa-cin de la juventud, y cree que no hace nada y que hara mucho ms y mejor si anduvieradando misiones: no lo sabe l, pero lo sabe Dios y se lo recompensar. Lo saben los enemi-gos de la religin, que no llevan a mal que nuestros operarios hagan misiones, en Franciapor ejemplo; pero no pueden sufrir que la educacin de la juventud se ponga en nuestrasmanos.

    La nueva frontera apostlica haba quedado trazada. Habr que esperar hasta elltimo cuarto del siglo pasado para verla puesta nuevamente en discusin y para que unavez ms las miradas se dirijan a los restos del pasado para buscar un origen fundador.

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    La Compagnia di Ges dal 1814:ricostituzione e vigore apostolico

    di MIGUELCOLLS.J.Pontificia Universit Gregoriana

    Introduzione

    Il II Centenario della restaurazione canonica della Compagnia che si terr nel 2014, unoccasione per approfondire la conoscenza e la comprensione di un periodo storicotrascendentale dellIstituto ignaziano.

    necessario mettere in risalto come la restaurazione del 1814 sia un argomentomeno studiato della soppressione e come non sia stato approfondito a sufficienza. untema difficile per la sua complessit e il suo carattere polemico, come polemica stataanche la storia della Chiesa nellOttocento. Il presente articolo tratter il processo diricostituzione e consolidamento della Compagnia dal 1814, quando fu pubblicata la

    bolla di restaurazione, fino al 1853, anno della morte del P. Roothaan.Bisogna fare alcune premesse. La prima si riferisce alluso convenzionale del termine

    restaurazione applicato al processo successivo alla promulgazione della bolla Sollici-tudo omnium ecclesiarumdel 7 agosto 1814. La suddetta restaurazione non stataproprio il rifacimento di qualcosa che scomparso. Nella bolla si parla di restituzio-ne, un termine che dovremmo intendere come la ricostituzione universale dellOrdinefondato da santIgnazio. I gesuiti della Russia Bianca hanno funto da collante tra laCompagnia di un tempo e le vocazioni pervenute nellOttocento.

    1. La ricostituzione della Compagnia (1814-1820)

    Sono diverse le domande che emergono dallapproccio storico sullargomento: 1)Quando si conclusa la restaurazione? 2) I gesuiti dellOttocento condividevano lamedesima mentalit? 3) C una continuit oppure una discontinuit fra i gesuiti dellarestaurazione e quelli di prima? 5) Fino a che punto legittimo applicare alla Compa-gnia del XIX secolo laggettivo conservatrice?

    1.1. Inquietudine dopo la soppressione e genesi della bolla di restaurazioneLa ricostituzione della Compagnia si avuta dopo un processo che iniziato con il

    breve Catholicae fidei(1801), ma che in realt stato latente in modo ufficioso quasi im-

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    mediatamente dopo la soppressione. Dal 1773 molti si erano resi conto, dopo lestinzionedella Compagnia, di aver perso unimportante protezione contro lincessante processo di

    scristianizzazione che si estendeva in tutta lEuropa e le colonie1. Nei principati cattolicidellImpero Germanico si sent la necessit di arginare linflusso delle idee dimprontailluministica, importate dalla Francia. Nellambito delle proteste dei cattolici contro il ri-formismo dellImperatore Giuseppe II (1780-90), i vescovi di alcune diocesi che oggi ap-partengono allo Stato Belga invocarono il ritorno dei gesuiti (1787). La politica secolaredellImperatore inferse delle profonde ferite alla Chiesa cattolica e fece sentire lassenzadei Padri della Compagnia, portando alla cosiddetta rivoluzione di Bravante nel 1789.

    Correva lanno 1794 quando larcivescovo di Vienna, Christoph von Migazzi, chieseallimperatore Francesco II di sostenere davanti al Papa la restaurazione della Compagnia.

    Il cardinale ricevette il supporto morale dellelettore di Treviri, Klemen von Sachsen. Al-trettanto fece il nunzio pontificio a Colonia, Annibale della Genga, futuro Leone XII, e lostesso Ercole Consalvi, quando era ancora prelato, espresse un parere favorevole (1792)2.

    In questa cornice, alla fine del Settecento, sorsero due iniziative volte a fornire unaforma organizzata alla volont di riempire il vuoto lasciato dai gesuiti. Ambedue ebberoun successo effimero.

    Nel 1794, Lonor Franois de Tournly e Charles de la Broglie, seminaristi francesi disan Sulpizio, fondarono ad Anversa la Compagnia del Sacro Cuore di Ges3. I membriavevano il permesso di unirsi ai gesuiti della Russia nel caso che la Compagnia di Gesnon fosse stata universalmente restaurata. La societ, venuta dopo unaltra omonima

    fondata in Francia dal P. Clorivire, apr un noviziato a Praga nel 1798 sotto la protezionedel cardinale Migazzi, al quale Pio VI aveva delegato i poteri. Quellanno giunsero iquaranta membri. Joseph Varin dAinville fu la figura carismatica di questo gruppo.

    Il secondo progetto, con lo scopo di restaurare lo spirito gesuitico, fu la Compagniadella Fede, fondata nel 1797 dal giovane trentino Niccol Paccanari. Nonostante ilgiudizio di Jos Pignatelli sulla non fedelt del disegno di Paccanari allo spirito ignazia-no, il Papa approv lunione di entrambe le societ nel 1799 sotto il nome della seconda.Cinque anni dopo i problemi sorti sotto il superiorato di Paccanari persuasero Pio VII anon ratificare il nuovo istituto.

    Infatti alcuni membri della Compagnia della Fede si erano ormai uniti ai gesuiti diRussia in virt del breve Catholicae fidei(1801). Alla fine tutti quanti, tranne il Paccana-ri, promisero obbedienza al P. Generale Tadeo Brzozowski. Nel 1800 erano 214 i gesuitinella Russia Bianca.

    Il tenore del breve menzionato consentiva ai gesuiti che risiedevano in Russia, insie-me a quelli che volevano unirsi a loro, di costituire la Compagnia secondo la regola di

    1BANGERT, W., Storia della Compagnia di Ges, Genova 1990, 445. C il caso di M. Teresa di San-tAgostino (1737-1787), figlia di Luigi XV, che gener una grande inquietudine presso la corte di Versail-

    les preoccupata della scomparsa dei Padri.2Ibid., 446.3Vid. H. BEYARD, Clorivire de, Pierre, in Diccionario Histrico de la Compaa de Jess, I, Roma-

    Madrid 2001, 828-829.

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    santIgnazio approvata da Paolo III nel 1540. Dora in poi, Pio VII li poneva sotto la suaimmediata protezione e dipendenza, concedendo loro le facolt necessarie affinch eser-

    citassero i ministeri.Nel decennio successivo allemanazione del breveCatholicae Fideisi produsse unon-data di petizioni da parte di singoli gruppi provenienti dallEuropa e dagli Stati Unitiper ottenere laffiliazione alla Compagnia in Russia. In mezzo al crescente interesse peril riavvio dellIstituto, tre fattori accelerarono larrivo del capovolgimento della decisio-ne presa da Clemente XIV nel 1773.

    Il primo fattore fu la rottura dellunit politica nella Casa di Borbone. Nel 1793, ilduca Ferdinando di Parma invoc il ritorno dei gesuiti nel suo stato; per questo motivoannull il decreto di espulsione. Cos sollecit Caterina II di Russia affinch gli inviasse

    un gruppo di quelli che si erano raccolti nel suo impero. Due anni dopo inizi conlapprovazione del papa un noviziato a Colorno, sotto la guida di J. Pignatelli. Ferdinan-do di Borbone difese la restaurazione ufficiale dellOrdine nel suo rapporto epistolarecon Pio VI. Gli sforzi che il duca fece perch suo cugino Carlo IV di Spagna sostenessetale proposito furono infruttuosi.

    Il secondo fattore che acceler linversione del breve clementino fu il graduale sposta-mento di Pio VI da una posizione di cauta approvazione allesplicito desiderio di ripristi-nare la Compagnia, nonostante egli mor senza poter fare nessuna dichiarazione ufficiale4.

    Il terzo fattore fu la risoluta determinazione di Pio VII a ristabilire lIstituto ignazia-no nei paesi da cui provenivano le richieste. Poco dopo la sua elezione avvenuta a Vene-

    zia l8 maggio del 1800, il papa Chiaramonti dichiar al P. Luigi Panizzoni (Parma) diessere daccordo con laspirazione del duca Ferdinando5.

    A quanto pare, alle soglie dellOttocento la possibilit che la Compagnia fosse rico-struita era assai reale e risvegliava una forte avversione presso i filosofi e i propagandisti. su questo sfondo che deve interpretarsi la circospezione del pontefice nei confrontidella ricostituzione canonica.

    Ricordiamo i passi che si sono intrapresi a questo riguardo.

    1. Il 7 marzo 1801 Pio VII approv e conferm la Compagnia di Ges nellimperorusso (breve Catholicae fidei). In poco tempo si formarono gruppi in Svizzera, in Belgio,in Olanda e in Inghilterra (Stonyhurst). Nei primi anni dellOttocento sono rientraticirca 35 vecchi gesuiti6.

    2. Il 30 luglio 1804 Pio VII estese la concessione del Catholicae fideial regno delleDue Sicilie tramite il breve Per alias. Il re Ferdinando IV7, colpito dalle conseguenzedella rivoluzione francese, sollecit il pontefice affinch permettesse il ritorno dei gesu-

    4A quanto pare, quando nel 1798 Pio VI era in cammino per lesilio, si dichiar favorevole al ricono-scimento esplicito della Compagnia. Vid. BANGERT, o.c., 450.

    5Vid. BANGERT, o.c., 449.6

    Vid. RUIZJURADO, M., Supresin-restauracin, inDiccionario Histrico de la Compaa de Jess, IV,Roma-Madrid 2001, 884-886.7Ferdinando IV di Borbone (1751-1825) re di Napoli dal 1759. Dopo linvasione napoleonica del

    1799 riprese il potere fino alla formazione della repubblica partenopea nel 1806.

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    iti a Napoli. Cos la Compagnia fu riconosciuta per la seconda volta in un regno Borbo-nico. In quel momento i gesuiti presenti nel regno di Napoli erano 124.

    Lanno successivo Pignatelli, come Superiore dei gesuiti napoletani, riusc a dissua-dere il monarca dalla pretesa che i padri presenti nel regno fossero liberi dallObbedien-za al Generale. Quasi nello stesso tempo Giuseppe Bonaparte otteneva il regno napole-tano e decret un ordine di espulsione (3 luglio 1806). Allora il Pignatelli si present aRoma insieme a trenta confratelli che in breve formarono una regolare Provincia italia-na. Nel frattempo, 15 Padri e 13 Scolastici costituirono la provincia Siciliana con il P.Gaetano Angiolini come Superiore. Nel 1803 il P. Generale Gabriel Gruber accett dibuon grado la riammissione di un piccolo gruppo di ex gesuiti degli Stati Uniti, di cui ilvescovo di Baltimora, John Carroll, si era fatto portavoce.

    3. Il passo definitivo fu compiuto il 7 agosto 1814 con lemanazione della bolla Solli-citudo omnium ecclesiarum. Linquadramento storico dellatto di ripristino universaledella Compagnia segnato dalla sconfitta di Napoleone e dalla successiva restaurazionedellordine assolutista in Europa. Dopo la sconfitta di Napoleone (aprile 1814) il ponte-fice, ormai settantaquattrenne, liberato dalla prigionia a Fontainebleau, dopo due annidi esilio, fece ritorno nella sua citt.

    1.2. La ricostituzione della Compagnia (1814): apostolato e politica

    Trascorso il periodo rivoluzionario, dopo la sconfitta di Napoleone, una delle primemisure che Pio VII adott a fondamento della ricostruzione religiosa fu il ripristinouniversale della Compagnia. Dopo le opportune consultazioni con il collegio dei cardi-nali, la bolla fu pronta il 7 agosto, lottava della festa di santIgnazio.

    Quel giorno, dopo che il papa ebbe celebrato la messa sullaltare di s. Ignazio nellaChiesa del Ges, nella cappella della Congregazione e alla presenza di una grande folladi alti ecclesiastici e circa 150 vecchi gesuiti, fu letta la bolla Sollicitudo omnium ecclesia-rum8, contenente quattordici paragrafi, nella quale Pio VII esprimeva il suo pensiero: ilsuo ufficio pastorale lo costringeva ad usare i mezzi forniti da Dio per la cura dellenecessit spirituali dei fedeli nel mondo.

    Ai gesuiti stessi rivolgeva una parola dincoraggiamento, esortandoli a essere fedeli asantIgnazio e ai suoi insegnamenti. Terminata la lettura, il papa consegn la bolla alprovinciale Panizzoni, per ricevere quindi lomaggio dei gesuiti. Nel 1814 la Compagniariprendeva ufficialmente il suo andamento con circa seicento membri in tutto il mondo 9.

    Pio VII apre la bolla ricordando come nel 1801 e nel 1804, aderendo alle richiestedei sovrani, abbia consentito la ricostituzione di Congregazioni della Societ di GesnellImpero Russo e nel Regno delle Due Sicilie, per arrivare poi alla ricostituzione dellaCompagnia in tutti gli Stati. Il pontefice giustifica tale misura con la sollecitudine pasto-

    8PIUSVII, Sollicitudo omnium ecclesiarim(7.VIII.1814): BULLARII ROMANI VII, I (1850) 1096-1099.

    9Vid. BANGERT, o.c. 455-456.

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    rale che obbliga a mettere in opera tutti i mezzi [...] onde sovvenire [...] alle necessitspirituali del mondo cristiano [...].

    La bolla ricorda in seguito i precedenti, che sono: A) il Catholicae Fideiche implica-va il ristabilimento canonico della Compagnia nellImpero russo, derogando cos il bre-ve di soppressione in questo territorio; B) il breve Per alias(1804) con il quale si esten-devano al regno delle Due Sicilie le decisioni che Pio VII aveva preso per la Russia, inrisposta alla richiesta del re Ferdinando IV; e C) le istanze in favore della restaurazionedella Compagnia inviate da molti prelati.

    Il decreto pontificio accenna alle necessit dei tempi, ossia le recenti calamit evicende rivoluzionarie, e la disciplina fatiscente degli Ordini regolari10. Nel 7 para-grafo troviamo la tesi del documento: dopo aver implorato con fervide preci laiuto

    Divino, uditi i pareri e i consigli di molti Venerabili Fratelli Nostri, Cardinali [...] ordi-niamo e stabiliamo che tutte le concessioni e tutte le facolt da Noi accordate unicamen-te per lImpero Russo e per il Regno delle Due Sicilie [...] le estendiamo a tutto il NostroStato Ecclesiastico e a tutti gli altri Stati e Governi.

    Il documento pontificio fa riferimento allabrogazione del breveDominus ac redemptordi Clemente XIV, con il quale si era soppressa la Compagnia, e concede al P. GeneraleTaddeo Brzozowski e a i suoi compagni la facolt di poter ammettere ed aggregareliberamente e lecitamente [...] tutti coloro i quali chiederanno di essere ammessi [...]alla Compagnia di Ges i quali [...] conformino la loro maniera di vivere alle prescrizio-ni della Regola di santIgnazio di Loyola approvata e confermata dalle Costituzioni Apo-

    stoliche di Paolo III 11. I gesuiti erano sotto limmediata tutela del papa, che riserva perse e per i Successori quello che creder conveniente stabilire [...] per consolidare, mu-nire e persino purgare la Societ se eventualmente fosse necessario.

    Vediamo alcuni aspetti rilevanti del documento.1) La bolla fa riferimento allestensione dei privilegi concessi alla Russia e al regno

    delle Due Sicilie allo Stato ecclesiastico e a tutti gli altri Stati e governi. Tuttavia la Cia stata di fatto ristabilita.

    2) Pio VII si riferisce allesigenza di rispondere ai desideri dello zar Paolo I e del reFerdinando delle Due Sicilie, oltre alle richieste inoltrate dai vescovi. Il papa qualifica

    sobriamente i gesuiti come remiganti esperti e valorosi.3) Si segnalano come obiettivi prioritari per la Compagnia listruzione della giovent

    allinterno della religione cattolica e leducazione al buon costume nei collegi e nei semi-nari. Si sottolinea come non ci sia alcun accenno agli Esercizi spirituali.

    4) Tre aspetti sono presentati con una chiarezza particolare.A) Il valore universale e obbligatorio del breve.B) La deroga delDominus acredemptor del 1773.C) Il carattere vincolante per i gesuiti, nel presente e in futuro, della Regola di

    santIgnazio approvata da Paolo III.

    10Par. 6.11Vid. par. 12 e 8 rispettivamente.

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    1.3. A modo di sintesi

    Fedele alla Formula dellIstituto e alle Costituzioni, la Compagnia affront la suamissione con grande fervore, impulso e zelo apostolico. La fedelt salda dei gesuiti allaSede apostolica contribu in modo decisivo a fare arrivare il Vangelo in luoghi reconditi.Tuttavia la Compagnia di Ges riprese la sua strada condizionata fortemente dallam-biente politico del Congresso di Vienna (1814-15). Nel periodo successivo, fu inevitabi-le associare i gesuiti alla reazione. I principi assoluti si servirono di essa come di unostrumento per assicurare la stabilit e la permanenza dellAncien regime. Questo legamefar della neutralizzazione dei gesuiti uno dei primi obiettivi del riformismo liberaledurante tutto il XIX secolo.

    2. Il processo di consolidamento della Compagnia (1820-1853)

    La promulgazione della bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum (1814) incontr nonpoche resistenze. La frammentazione interna della Compagnia rendeva necessaria unasolida forza di coesione, ciononostante la caratteristica principale delle sue strutture fu,durante i primi sei anni, lassenza del Generale a Roma. Il governo russo trattenne il P.Brzozowski fino alla sua morte, avvenuta il 5 febbraio 182012. Di fronte a questa situa-zione Brzozowski concesse ampi poteri a Mariano Petrucci13, vicario generale. Tuttavia

    questi si rivel inadeguato soprattutto nella 20 Congregazione generale che doveva eleg-gere il nuovo Preposito, occasione in cui la differente provenienza dei membri sfoci inuna disgustosa lotta interna.

    Dopo il 1814 il prestigio della Compagnia in Russia decrebbe rapidamente, e la be-nevolenza mut in ostilit aperta del Governo. Lo zar Alessandro I, che si sentiva chia-mato alla missione di creare una religione universale, fu sensibile al disappunto dei fram-massoni dinanzi