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ARTE BIZANTINA Nel 395 muore Teodosio il Grande: l'immenso impero romano viene diviso in 2 parti, assegnate ai suoi figli e successori: - Impero d'Occidente con capitale Ravenna, assegnato ad Onorio. - Impero d'Oriente con capitale Costantinopoli assegnato ad Arcadio. Impero d'Occidente L'impero d'Occidente dura fino al 476, con l'ultimo imperatore Romolo Augustolo, sconfitto dal barbaro Odoacre, che spedisce le insegne imperiali all'imperatore d'oriente Zenone, dichiarando di volersi mettere al suo servizio. Contro di lui viene mandato Teodorico, re degli Ostrogoti, che lo sconfigge nel 488 e crea in Italia un regno romano-barbarico con l'appoggio dell'aristocrazia romana. Ravenna è la prima capitale del regno goto con Teodorico dal 493 al 526, anno della sua morte. Gli succede la figlia Amalasunta, che governa con molte difficoltà, per nove anni, finchè viene uccisa.

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Page 1: 03. Arte bizantina · 2020-03-10 · } } d } } ] } v o ñ ì ñ ] ( } v u v o ] u } v Ì ] u } ] ]

ARTE BIZANTINA

Nel 395 muore Teodosio il Grande: l'immenso impero romano viene diviso in 2 parti, assegnate ai suoi figli e successori: - Impero d'Occidente con capitale Ravenna, assegnato ad Onorio. - Impero d'Oriente con capitale Costantinopoli assegnato ad Arcadio.

Impero d'Occidente L'impero d'Occidente dura fino al 476, con l'ultimo imperatore Romolo Augustolo, sconfitto dal barbaro Odoacre, che spedisce le insegne imperiali all'imperatore d'oriente Zenone, dichiarando di volersi mettere al suo servizio. Contro di lui viene mandato Teodorico, re degli Ostrogoti, che lo sconfigge nel 488 e crea in Italia un regno romano-barbarico con l'appoggio dell'aristocrazia romana.

Ravenna è la prima capitale del regno goto con Teodorico dal 493 al 526, anno della sua morte. Gli succede la figlia Amalasunta, che governa con molte difficoltà, per nove anni, finchè viene uccisa.

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Nel 535, Giustiniano, imperatore d'oriente, cerca di ricomporre l'unità dell'impero: l'Occidente era ancora diviso tra i barbari. Nel 535 inizia la guerra gotico-bizantina. Nel 540 il generale Belisario conquista Ravenna, e la guerra termina nel 533. Il successore di Belisario, Narsete, sconfigge i Goti in modo definitivo nel 554.

Giustiniano invia a Ravenna anche l'arcivescovo Massimiano per riorganizzare il territorio. Così, l'Italia diventa una delle province dell'impero riunificato, sotto il comando di un Esarca, che risiedeva a Ravenna. Il territorio governato dall'esarca si chiamava esarcato. La città di Ravenna, essendo stata capitale, e rimanendo la sede del potere politico, in questi due secoli viene trasformata da numerosi interventi artistici. Vive un secondo e più grandioso momento di splendore, fino alla discesa in Italia dei Longobardi, nel 568.

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Le chiese bizantine hanno di preferenza la pianta centrale (quadrata o ottagonale) e copertura a cupola.Diversamente dalla basilica paleocristiana, che si sviluppa longitudinalmente e ha nell’altare un punto di riferimento, nella chiesa bizantina a pianta centrale ci si trova immersi nello spazio sacro, completamente avvolti nella dimensione divina e senza un centro d’attenzione privilegiato.

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La forma ottagonale per chiese e battisteri è carica di significati:

- È la mediazione tra il quadrato (la Terra , l’uomo, l’imperfezione, la base della cuola) e il cerchio (Dio, la perfezione, il cielo e la cupola che lo raffigura)- È il simbolo della resurrezione (perché la somma di 7, la creazione, e 1, Dio- Il numero 8 rovesciato è il simbolo dell’infinito- È il sesto numero della serie di Fibonacci- È il simbolo della stella polare e della rosa dei venti

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I Bizantini svilupparono un nuovo tipo di cupola, quella a pennacchi. Mentre i Romani impostano la cupola su una base circolare e il raccordo tra cupola e pareti è immediato, i Bizantini utilizzano la base poligonale che viene raccordata alla semisfera attraverso la curvatura degli angoli superiori (pennacchi) sino ad ottenere una base circolare su cui innestare la cupola.

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ARTE BIZANTINA

Nelle chiese bizantine le colonne presentano il fusto liscio con base poligonale. Sopra il capitello è posto il pulvino, un elemento a forma di tronco di piramide rovesciata che fa convergere il peso delle struttura sovrastanti sulla parte centrale del capitello. Spesso è decorato con ricchi motivi ornamentali a traforo o a rilievo come il sottostante capitello.

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ARTE BIZANTINALe arti figurative si esprimono attraverso i mosaici. Inizialmente sono realistici e con fondo azzurro, poi le figure diventeranno sempre più rigide, convenzionali, piatte e frontali mentre il fondo diventerà d’oro per dare il senso di uno spazio ultraterreno.

Ai Bizantini non interessa creare immagini vere e ambienti reali: Cristo, la Madonna, l’imperatore e i dignitari sono considerati come simboli di potere spirituale o terreno e non sono più raffigurati come uomini comuni.

Mosaici: Buon Pastore (Mausoleo di Galla Placidia) e Teodora (San Vitale)

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La progressiva idealizzazione delle immagini e dello spazio è dovuta all’influenza delle icone orientali dove la divinità appare eterna, immutabile e solenne.

Le figure bizantine rispecchiano, nella loro fissità, frontalità e rigidità proprio queste caratteristiche divine, mentre i colori splendenti e i fondi oro contribuiscono a creare un’atmosfera irreale intorno a queste figure.

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ARTE BIZANTINAFra le più antiche costruzioni di Ravenna (Periodo Imperiale), il Mausoleo di Galla Placidia risale alla metà del V secolo. Galla Placidia era figlia di Teodosio il Grande e sorella degli imperatori Arcadio e Onorio. Esternamente ha forme semplici, con i 4 bracci della croce disposti intorno a un cubo centrale sopraelevato.Originariamente era più slanciato ma il suolo si è abbassato di 1,5metri facendo perdere le proporzioni originali. L’esterno è rivestito in mattoni con unici motivi decorativi degli archetti ciechi. La cupola non è visibile all’esterno ma inserita in un tiburio che appare come una torretta parallelepipeda. Mausoleo di Galla Placidia, ca 450

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ARTE BIZANTINAL’interno è molto diverso: il cubo centrale cela una cupola mentre i bracci con spioventi nascondono delle volte a botte. Tutta la parte superiore è rivestita in mosaici che (grazie alla diversa giacitura delle tessere) riflettono la luce in tutte le direzioni smaterializzando le strutture architettoniche.

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ARTE BIZANTINA

Il mosaico della cupola, riprendendo il tema della notte, mostra un cielo notturno con giri concentrici di stelle dorate sempre più piccole, culminanti con una croce. Ai quattro angoli, invece, i simboli degli evangelisti.

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ARTE BIZANTINA

Le altre superfici musive presentano figure umane e animali, temi naturalistici e perfino decorazioni astratte come quelle della volta a botte. Sulla lunetta della parete di fondo c’è il Buon Pastore, un mosaico che mostra ancora realismo e classicismo ma già presenta temi tipici dell’arte bizantina: lo sguardo distaccato di Cristo e la sua veste dorata, priva di chiaroscuro tendono a superare la realtà per coglierne il significato sacro.

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ARTE BIZANTINASul lato sud sono rappresentati due santi, su un piano ben evidente che si restringe in profondità e sul quale si proiettano le ombre. Tra i santi una fontanella con due colombe desiderose di abbeverarsi. Al di sopra della scena una conchiglia che finge un catino absidale.

In basso il santo martire Lorenzo che con una croce e un libro si avvia verso la graticola, come se si affrettasse, e nell’armadio aperto i 4 Vangeli simbolo del suo credo

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Il Battistero Neoniano o degli Ortodossi è databile tra fine IV sec. e inizio del V sec.Sembra sia stato edificato dal Vescovo Orso, insieme alla cattedrale, abbattuta nel 1733-34 per far posto all'attuale Duomo settecentesco. Quindi il Battistero è l'unica parte che rimane del complesso originario.E' chiamato anche "Neoniano" perché il Vescovo Neone, successore di Orso, ha voluto alcune modifiche riguardanti soprattutto l'interno. Ha fatto decorare a mosaico la cupola e gli intarsi policromi della parte inferiore.L'altro nome: Battistero degli Ortodossi, è usato per distinguerlo dal Battistero degli Ariani, voluto da Teodorico circa mezzo secolo più tardi.

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E' un edificio a pianta centrale, di forma ottagonale, con 4 lobi che corrispondono alle absidi, disposte a X.Il corpo è una torre ottagonale che ha funzione di tiburio (racchiude una cupola visibile dall'interno) e copertura con tetto piramidale.Nel complesso è molto semplice, l'unica decorazione è quella delle lesene con gli archetti pensili in alto. E' costruito in laterizi.

La forma ottagonale dei battisteri bizantini (come anche nei battisteri ambrosiani) ha una forte valenza simbolica. Il numero otto dei lati corrisponde infatti ai sette giorni della creazione del mondo e all'ottavo giorno: quello della resurrezione e della Vita eterna. E' quindi chiaramente collegato al sacramento del Battesimo.

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ARTE BIZANTINAAl centro si trova il fonte battesimale, ottagonale, come la pianta. Non è quello originale, è rinascimentale.In alto c'è la cupola emisferica realizzata con la tecnica costruttiva dei filari concentrici di tubi in terracotta.

Anche qui il pavimento originale è a 3 metri più sotto di quello attuale.L'interno presenta una ricchissima decorazione con mosaici, stucchi e incrostazioni marmoree che determina un'atmosfera particolarmente suggestiva, con un effetto di trasformazione della materia in colore, come a suggerire un miracoloso splendore divino.

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ARTE BIZANTINAAll’interno ci sono due livelli di arcate:

In basso alcune arcate portano alle nicchie, le altre sono tamponate da porzioni di muro decorate in opus sectile di porfido e marmi pregiati.

In alto ogni lato dell’ottagono e quindi ogni grande arcata è tripartita a sua volta da 3 arcate minori con al centro la finestra e ai due lati bassorilievi femminili. Questo livello imita un loggiato interno che nelle chiese paleocristiane e poi nelle chiese romaniche e gotiche, si chiamerà matroneo (zona riservata alle donne).

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ARTE BIZANTINAIl ciclo musivo della cupola comprende tre registri.

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ARTE BIZANTINAIl ciclo musivo della cupola comprende tre registri.

Terzo registro: di grande valore iconologico, rappresenta il giardino celeste, il Regno di Dio destinato ai neofiti battezzati in questo battistero. Un giardino-Paradiso, dove trionfano piante, uccelli e fiori disposti con raffinata sensibilità artistica. Ai quattro troni corrispondono i quattro altari con i quattro vangeli che, con le sedie dei Giusti, sono notevolissimi simboli cristiani escatologici.

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ARTE BIZANTINASecondo registro: la prima grande fascia che circonda il medaglione rappresenta i dodici Apostoli guidati dai rispettivi duces Pietro e Paolo. Gli Apostoli, maestri e testimoni della fede battesimale, procedono con incedere maestoso con le trionfali corone della vittoria. Essi indossano abiti da senatori romani e recano corone.

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ARTE BIZANTINAPrimo registro: lo sguardo cade sul battesimo di Cristo, immerso a metà persona nelle acque del fiume Giordano (personificato, immagine pagana). Vicino al Cristo, sulla riva del Fiume, il Battista amministra il battesimo, di profilo appoggiato con la gamba su una roccia. Sopra al Cristo l’acqua santa e la colomba simbolo dello Spirito Santo. Fondo dorato che rappresenta la Gloria del Paradiso. I contorni delle figure sono rosse, per staccarle maggiormente dallo sfondo, in questo modo perdono di volume e diventano bidimensionali.

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ARTE BIZANTINAEretta sotto Teodorico nel 505 è di fondamentale importanza per i mosaici della navata centrale. Fu in origine adibita a Chiesa palatina, di culto ariano. Dopo la riconquista bizantina e la consacrazione al culto ortodosso (metà del VI secolo).La decorazione è divisa in tre ordini:In alto si alternano immagini di nicchie con colombe e scene della passione e dei miracoli di Cristo, nella centrale, tra le finestre, le figure dei profeti, in basso una lunga processione di Martiri che si muovono dal palazzo di Teodorico verso Cristo in trono e una fila di vergini che vanno dal porto di Classe verso la Madonna.

Sant’Apollinare Nuovo

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ARTE BIZANTINATutti i mosaici presentano un fondo oro, astratto, uno spazio divino. Le figure sono aspaziali, atemporali, bidimensionali (poiché la tridimensionalitá indica qualcosa di corporeo, quindi di terreno) e frontali.I mosaici delle due processioni sono il punto culminante dell’arte ravennate: martiri e vergini sono statici, separati, non comunicano tra loro, sono molto simili ma tutti leggermente diversi. E’ il punto di massima astrazione della realtá, il momento piú orientale dell’arte italiana e il piú distante dalla tradizione romana.

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ARTE BIZANTINA

• Ripetitività dei gesti• Preziosità degli abiti• Mancanza di volume (appiattimento

delle figure)• Frontalità delle rappresentazioni• Fissità degli sguardi• Monocromia degli sfondi dorati• Impiego di elementi vegetali al solo

scopo di arricchire la scena• Mancanza di un vero piano di

appoggio per le figure che appaiono come sospese o fluttuanti

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ARTE BIZANTINALa processione di Martiri parte dal palazzo di Teodorico (che riconosciamo dalla scritta PALATINUM) rappresentato con le due ali ribaltate sullo stesso piano del prospetto ad annullarne la profondità. Entro le arcate erano raffigurati dignitari di corte e forse il re stesso ma furono cancellati con tendaggi (si scorgono solo alcune mani rimaste sulle colonne).

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ARTE BIZANTINAIl Porto di Classe (da cui si muovono le Vergini) è riconoscibile per le navi e dalla scritta CIVI(TAS) CLASSIS. Tuttavia queste sono poste in verticale per eliminare il senso di profondità spaziale che sarebbe scaturito dal loro scaglionamento orizzontale. Si tratta dunque di simboli dei luoghi terreni e non rappresentazioni documentarie.

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ARTE BIZANTINA

Nel registro mediano ha riquadri tra le finestre che incorniciano figure di Santicon vesti panneggiate e chiaroscurate. Nonostante l’assenza di prospettiva e l’uso di un fondo oro, le figure poggiano su un piano che rende la profondità grazie all’uso del colore, dal blu sfumato verso il verde chiaro.

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ARTE BIZANTINA

E’ il caso dell’ Ultima Cena in cui Gesù e gli apostoli sono intorno a un tavolo arricchito con pani e pesci, distesi su triclini come in uso tra i romani.Gesú lo vediamo per intero, come vediamo per intero un apostolo, di tutti gli altri invece vediamo solo le teste.

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Il Mausoleo di Teodorico è del VI secolo, poco prima della morte di Teodorico. Per la sua imponenza e lo schema centrale, l’opera manifesta una continuità culturale con l’architettura imperiale romana. Questo è confermato anche la scelta della pietra d’Istria come materiale (e non il laterizio come di solito si fa a Ravenna).Ha un impianto a pianta centrale con una grande cupola monolitica sempre in pietra (con un diametro di piú di 10m). Il suo sollevamento ha comportato molti problemi tecnici, risolto con un ingegnoso sistema di piani inclinati e corpi ruotanti.

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Si sviluppa su due ordini: quello inferiore è decagonale e impostato su 10 archi a tutto sesto e nicchie. L'ordine superiore è cilindrico, più stretto e dotato di terrazza perimetrale, o deambulatorio esterno. Le decorazioni sulle pareti con incassature rettangolari, portano fregi con motivo "a tenaglia". Si tratta di un ornamento appartenente al gusto cosiddetto "barbarico", utilizzato soprattutto nell'oreficeria gotica.

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ARTE BIZANTINANel piano inferiore, la porta conduce in un vano a croce, la cui funzione è incerta. In genere viene considerato la camera sepolcrale e probabilmente doveva custodire i sarcofagi di Teodorico e della sua famiglia.Mediante una scala di età moderna, si giunge al piano superiore, si entra in un vano circolare, con una sola nicchia ad arco, provvista di croce. Qui è collocata la vasca di porfido che doveva contenere il corpo di Teodorico. Alcuni anni dopo, quando gli edifici vennero consacrati al culto cattolico, la sepoltura è stata depredata.

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ARTE BIZANTINASanta Sofia a Costantinopoli è il simbolo dell’architettura bizantina, costruita tra il 532 e il 537 per volontà di Giustiniano, l’attuale basilica è la terza chiesa eretta su quest’area con molte altre addizioni nelle epoche successive. In questo sito Costantino nel 325 decise di erigere la prima basilica inaugurata nel 360. Distrutta da un incendio, fu ricostruita nel 415 da Teodosio II e nuovamente bruciata da una rivolta durante il regno di Giustiniano. Sedata la rivolta Giustiniano si impegnò a ricostruire la Basilica come la più sontuosa dall’epoca della Creazione, utilizzando bellissimi marmi e materiali preziosi. I lavori furono diretti da due architetti greci (Antemio di Tralle e Isidoro di Mileto) durarono circa 6 anni e la nuova chiesa fu inaugurata nel 537.

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ARTE BIZANTINAAll’esterno della costruzione, piuttosto articolato e pesante, corrisponde un interno grandioso, di straordinaria, unica, armonia. La decorazione interna è notevole fin nelle parti più minute e nascoste. Marmi policromi vennero utilizzati a profusione, a ricoprire l’intera struttura, fin sopra le gallerie, mentre nelle navate laterali e nel nartece sussistono ancora oggi, nonostante la storia e il tempo, mosaici a fondo d’oro risalenti all’epoca dello stesso Giustiniano.

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ARTE BIZANTINALa navata centrale si presenta come un vasto ambiente coperto da una cupola centrale, cui due semicupole laterali conferiscono pianta ellittica. Le due semicupole poggiano in parte sui quattro grandi pilastri e in parte su pilastri secondari; sono segnate da altre nicchie minori, che terminano in quattro piccole absidi agli angoli della navata centrale. Lo slancio verticale, aggiunto alla sovrapposizione di volumi sferici, conferisce all’insieme dell’edificio una grande leggerezza ed un’estrema eleganza, ben difficile da supporre nell’osservare l’edificio dall’esterno.

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ARTE BIZANTINAI pilastri di sostegno della cupola argentea, tuttavia, non erano sufficientemente robusti per sostenere il peso della cupola di 31 metri di diametro. Già lesionati durante la costruzione, furono ulteriormente indeboliti dai terremoti del 553 e 557.Malgrado alcuni interventi di consolidamento, parte della cupola crollò una prima volta il 7 maggio 558 in seguito ad un terremoto. La chiesa venne riaperta al culto nel 563, dopo la costruzione di una nuova cupola più leggera e rialzata di circa 6 metri per distribuirne meglio il carico, aumentando le spinte verticali e diminuendo quelle orizzontali verso i muri di sostegno, aggiungendo all’esterno massicce muraglie di sostegno;

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Dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi avvenuta nel 1453, Solimano commissionò a Mimar Hodja Sinan (“il grande architetto Sinan”) la trasformazione della chiesa di Santa Sofia in moschea. I medaglioni di calligrafia turca presenti, in totale otto, tutti riproducenti i nomi sacri musulmani: Allah, califfo Abu Bakr, Umar, Uthman e Ali, Mohammed, Hasan Husayn, furono aggiunti nel XIX secolo durante la restaurazione della moschea.

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ARTE BIZANTINA

Realizzata tra il 525 e il 547, San Vitale è il gioiello dell’architettura ravennate. Ottagonale con cupola inglobata nel tiburio mostra il consueto esterno disadorno che permette di leggere i volumi interni: la sporgenza dell’abside affiancata da pròthesis e diacònicon, il nartece inserito in un vertice dell’ottagono e il deambulatorio a doppio livello.

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La struttura è molto leggera e dinamica: le esedre semicircolari espandono il volume dell’aula centrale, i pulvini sollevano e staccano l’arco della colonna mentre i capitelli perdono le sembianze greco-romane per diventare dei tronchi di piramide traforati.La luce è la grande protagonista: rimbalza sulle superfici ed è riflessa e frammentata dai mosaici che ricoprivano interamente tutte le superfici. Tra i pochi rivestimenti rimasti vanno ricordati quelli del presiterio e dell’abside.

Presbiterio: indica la parte della chiesa riservata al clero officiante. Contiene l'altare se presente, o l'altare maggiore se ve ne è più d'uno.Abside: Struttura architettonica a pianta semicircolare, sulla quale si imposta una volta a calotta semisferica (catino), utilizzata come motivo di articolazione spaziale interna ed esterna di un ambiente (talora con funzione di contrafforte); può presentarsi anche con andamento poligonale, in particolare all’esterno; è analoga alla nicchia, che però se ne distingue per essere ricavata nello spessore del muro.

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ARTE BIZANTINA

L’imperatore Giustiniano e il suo seguito si trova nel vano absidale della chiesa bizantina di San Vitale a Ravenna. Vi è rappresentato l’imperatore Giustiniano, circondato dai dignitari della sua corte e dai soldati. Sulla parete opposta si trova il pannello con l’imperatrice Teodora, moglie di Giustiniano, con il suo seguito di dame.Posto nella zona simbolica più importante della chiesa, questo pannello ha una valenza simbolica e politica: sottolinea gli stretti legami tra Dio, Costantinopoli e Ravenna.

L’imperatore è raffigurato in forma simbolica e astratta, tanto da richiamare una realtà divina, non umana. A destra l’ arcivescovo Massimiano

I personaggi sono immobili, privi di rilievo, con sguardi fissi e disposti in modo ritmato. Le tessere non sono complanari per riflettere la luce in tutte le direzioni e creare un effetto di smaterializzazione delle superfici.

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ARTE BIZANTINA

In Teodora e la sua corte l’imperatrice porta il calice del vino,è accompagnata dal corteo delle dame.Teodora è rappresentata con l’aureola, come se fosse un essere divino; indossa la corona regale di perle e splendidi gioielli.Teodora indossa un avvolgente manto color porpora, che nella parte inferiore reca un ricamo d’oro raffigurante i tre Re Magi che recano doni.

Le figure sono piatte, prive di spessore, come se non avessero corpo e contornate da linee nitide e spesse. La loro disposizione è rigorosamente frontale, allineate su un unico piano. I corpi sono rigidi e solenni, e sembrano privi di volume.Le figure sono schiacciate su un piano. Il fondo oro annulla ogni sensazione di profondità e rende lo spazio irreale e infinito.

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ARTE BIZANTINA

In Sant’Apollinare in Classe l'interno è a tre navate, spartite da due file di dodici colonne con i tipici capitelli bizantini a foglie d'acanto e che poggiano su vistosi zoccoli marmorei. La nudità delle pareti laterali è dovuta alla spoliazione dei marmi operata nel XV secolo da Sigismondo Malatesta per ornare il suo Tempio di Rimini.

I mosaici dell'abside appartengono all'ultimo ciclo dell'arte musiva ravennate e segnano l'apice del simbolismo bizantino.

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Nell'arco trionfale si nota la figura di Cristo nel nimbo, attorniato dai simboli zoomorfi dei quattro evangelisti (IX sec.).

Dodici agnelli (gli apostoli) escono dalle città di Betlemme e Gerusalemme per ascendere al Cristo.

Più in basso due palme (simbolo cristiano del martirio), a destra l'arcangelo Gabriele e a sinistra l'arcangelo Michele.

Nimbo: Disco o cerchio (questo come abbreviazione di quello), che l'arte classica, soprattutto a partire dal sec. IV a. C., applica largamente intorno al capo di figure rappresentanti divinità o esseri umani superiori, o comunque divinizzati.Zoomorfo: Che ha forma e aspetto animale

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ARTE BIZANTINANel catino absidale (metà VI sec.) domina una grande croce gemmata con al centro la figura di Cristo che allude alla Trasfigurazione sul monte Tabor: Cristo appare assieme a Mosè e Elia (i due busti che affiancano la croce) nella luce della gloria, a Pietro, Giovanni e Giacomo (le tre pecorelle) per volontà del Padre (la mano che esce dalle nuvole, la dextera dei). La croce è immersa in un cielo stellato e mostra in corrispondenza dei bracci laterali le lettere greche alfa e omega (l'inizio e la fine della vita), ai piedi l'iscrizione latina "Salus mundi" e in cima l'acrostico greco "iktus" (lett. "pesce", ), utilizzato dai primi cristiani per alludere al Cristo. Più in basso, al centro del prato fiorito raffigurante il monte Tabor, si staglia in atteggiamento di orante, la figura di Sant'Apollinare, primo vescovo di Ravenna, che sovrasta un gregge di dodici pecore, rappresentante la comunità dei fedeli.

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