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Ripercorrendo la «Lettera da Roma» di don Bosco, proponiamo sei schede molto semplici da utilizzare nel buon giorno o nel momento di animazione. Questa è soltanto una traccia che non ha la pretesa di essere esaustiva. Potrà essere integrata e modificata a seconda delle esigenze particolari legate all’ambiente e ai giovani. L’idea è quella di riflettere, giovani e educatori insieme (poiché tutti siamo costruttori di comunione), sulla proposta pastorale dell’anno, e individuare delle strade per migliorare e costruire sempre più degli ambienti che siano «casa che accoglie», «scuola che avvia alla vita», «parrocchia che evangelizza», «cortile per incontrarsi da amici», dove regni lo

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Page 1: Salesians of Don Bosco  · Web viewEra una festa di paradiso, e noi per lei non avevamo segreti. Ma ora i salesiani sono considerati come Superiori, e non più come padri, fratelli

Ripercorrendo la «Lettera da Roma» di don Bosco, proponiamo sei schede molto semplici da utilizzare nel buon giorno o nel momento di animazione.Questa è soltanto una traccia che non ha la pretesa di essere esaustiva. Potrà essere integrata e modificata a seconda delle esigenze particolari legate all’ambiente e ai giovani.

L’idea è quella di riflettere, giovani e educatori insieme (poiché tutti siamo costruttori di comunione), sulla proposta pastorale dell’anno, e individuare delle strade per migliorare e costruire sempre più degli ambienti che siano «casa che accoglie», «scuola che avvia alla vita», «parrocchia che evangelizza», «cortile per incontrarsi da amici», dove regni lo «spirito di famiglia» che don Bosco desiderava presente nelle sue opere.

Ogni scheda è così composta:- Una parte della lettera da Roma- Spunto riflessivo che evidenzia l’obiettivo- Parole sintesi da approfondire- Riferimenti biblici- Materiale per approfondire (personale o di gruppo)- Materiali per la preghiera

Le sei schede sono:1. La Paternità2. La familiarità3. Le crisi e le difficoltà

Page 2: Salesians of Don Bosco  · Web viewEra una festa di paradiso, e noi per lei non avevamo segreti. Ma ora i salesiani sono considerati come Superiori, e non più come padri, fratelli

4. La pazienza del crescere5. La presenza indispensabile di Dio6. La comunione

Un solo è il mio desiderio;quello di vedervi felici nel tempo

e nell’eternità

Vostro aff. mo amico in G. C.

scheda 1

Dalla Lettera da Roma

Miei carissimi figliuoli in Gesù C.Vicino o lontano io penso sempre a voi. Un solo è il mio desiderio: quello di vedervi felici nel tempo e nell’eternità. Questo pensiero, questo desiderio mi risolsero a scrivervi questa lettera. Sento, o cari miei, il peso della mia lontananza da voi e il non vedervi e il non sentirvi mi cagiona pena quale voi non potete immaginare. Perciò io avrei desiderato scrivere queste righe una settimana fa, ma le continue occupazioni me lo impedirono. […] Sono le parole di chi vi ama teneramente in Gesù Cristo ed ha dovere di parlarvi colla libertà di un padre. E voi me lo permetterete, non è vero? E mi presterete attenzione e metterete in pratica quello che sono per dirvi.Ho affermato che voi siete l’unico ed il continuo pensiero della mia mente.

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Spunto riflessivoNon è possibile pensare a don Bosco e alla sua opera senza evocare la sua dolce bontà paterna. Un cuore - quello di don Bosco - in cui vibra la bontà paterna e materna per i piccoli e per i poveri tra i piccoli. Diceva: «Mi fanno tanto pena questi poveri ragazzi, che se fosse possibile darei loro il mio cuore in tanti pezzi». Era felice nel sentirsi chiamare padre. Un padre più autorevole che autoritario, più vicino al modello che alla legge, più amico e fratello che personaggio. Non finiremo mai di esplorare lo spessore della bontà paterna di don Bosco: ma se al suo interno non trovassimo unite, in positiva complementarità, dolcezza e fermezza, bontà e severità, non saremmo più di fronte a vera paternità.

Parole sintesiProva a dare una definizione per ogni parola. Applica le definizioni al tuo ambiente. Quanto

sono presenti e perché. Che cosa potrebbe aumentare e far crescere la paternità.

Riferimenti biblici

Mt 6, 25-34 La presenza provvidente e paterna di DioMt 6, 9-15 La preghiera del Padre nostro1 Ts 2,1-12 La paternità di PaoloEf. 3,14-19 La preghiera paterna di PaoloIs 40, 11 L’atteggiamento paterno di Dio

Per approfondire Dal Catechismo dei giovani/1, p. 62«Che cos’è che spinge Gesù ad instaurare con gli altri relazioni improntate ad austerità e tenerezza, e lo fa essere insieme disponibile ed esigente? Da che cosa è determinata questa sua sovrana

PATERNITÀ

AUTORITÀ

AUTOREVOLEZZA

DOLCEZZA

BONTÀ

FERMEZZA

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sicurezza, che lo porta a superare anche l’angoscia paralizzante generata dalla minaccia di morte? Noi lo udiamo raccontare dai suoi discepoli: "E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima" (Mt 10,28). È a Dio che occorre guardare. A lui si deve affidare la vita e la morte, perché ci vuol bene, si prende cura di noi, conosce anche i capelli del nostro capo. Abbiamo forse già intuito il segreto di questa vita interamente dedicata all’amore: la totale fiducia nel Padre. A lui Gesù si affida nella preghiera nei momenti decisivi della sua vicenda tra gli uomini (Lc 5,15; 6,12; 9,18.28; 22,41)».

Partendo da questa breve riflessione provate a condividere insieme quale concetto di Dio avete: un Dio Padre o altro?

Poi ampliate la vostra riflessione partendo da questi altri aspetti proposti:

Interrogatevi sul rapporto tra i giovani e la figura paterna.

¨               Che tipo di rapporto è oggi? Di amicizia, di sottomissione, paritetico…?

¨               Che rapporto dovrebbe essere?¨               Provate a leggere questo rapporto attraverso

i messaggi dei media.¨               Che cosa è, o non, lecito chiedere ad un

Padre?

¨               Quale atteggiamenti di paternità riconosci in don Bosco?

Se c’è un Padre, ci sono dei figli, fratelli tra loro.

¨               Attraverso quali azioni nella storia degli uomini si è manifestato questo stato di fratellanza?

¨               Attraverso quali azioni nella storia della Chiesa si è manifestato questo stato di fratellanza?

¨               In quali ambiti della nostra vita queste azioni sono oggi riproducibili?

Proposta

Confronta, insieme ai tuoi animatori, la nostra religione con le altre cercando di capire perché il nostro Dio si è definito «Padre».

In preghiera

Padre! Padre nostro che sei cieli!A te leviamo, fiduciosi, il nostro sguardo,

noi tutti tuoi figli, noi, miliardi di uomini viventi

sulla faccia della terra.

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Tu solo sei buono: toglici dalle nostre amare solitudini

e dai nostri egoistici bisogni che chiudono il cuore a te fonte dell’eterno amore.

Padre! Chiamarti è puro dono, amarti è gioia vera.

Noi siamo fango: plasmaci ancora con le tue mani;

ridonaci la vita con il soffio del tuo Spirito e rendici tuoi veri adoratori!

Eravamo tutti orfani,senza nome, senza casa.

Tu ci donasti tutto donandoci il tuo Figlio. Fa’ che riconoscendoti come «nostro Padre»

possiamo anche gustare la dolcezza d’essere fratelli tra di noi

formando in Cristo un solo uomo nuovo nato dal «fiat» della Vergine Maria

e dal casto fonte che hai fatto scaturire

nel seno della Madre Chiesa. Amen.

(A.M. Canopi)

Abbà, Padre!

Quanto è grande la tua bontà , o Gesù!Tu ci hai insegnato a pregare Dio,chiamandolo con il nome di Padre.

O Cristo, tu sei il Figlio di Dio:per un dono del tuo amore, o Gesù,anch’io sono diventato figlio suo!

Nessuno mai, Signore Gesù, avrebbe osatorivolgersi a Dio chiamandolo Padre,

se tu non ce l’avessi insegnato.

Gesù, aiutami a ricordare sempreche quando chiamo Dio, Padre,

sono chiamato a vivere da Figlio.

Io sono felice di avere Dio come Padre:voglio, Signore Gesù, che anche lui,

sia contento di avere me, come figlio.

Gesù, fa’ di me un tempio viventenel quale tutti gli uomini possano

riconoscere la presenza di Dio.

San Cipriano (200-258)

Ottienimi un cuore nuovo

O Don Bosco, che non hai cercato altro che la gloria di Dio e la salvezza delle anime,

ottienimi un cuore generoso.

Tu che hai avuto, come Cristo, compassione di ogni miseria,

ottienimi un cuore che sappia compatire.Tu che non ti sei mai fermato

alle belle formule e ai sentimenti superficiali, ottienimi un cuore che sappia amare sul serio.

Tu che sei sempre andato avanti

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nonostante le incomprensioni, le difficoltà e le fatiche,

ottienimi un cuore coraggioso.

Tu che hai sempre servito Dio e gli altri con serenità, ottimismo e gioia,

ottienimi un cuore allegro.

Tu che hai teneramente amato e servito Maria Santissima, ottienimi un cuore puro e filiale.

Tu che, in modo mirabile, hai imitato Cristo servo del Padre e dei suoi fratelli,

ottienimi un cuore simile al tuo per essere simile a quello di Cristo.

Amen.

scheda 2

Dalla Lettera da Roma

Or dunque in una delle sere scorse io mi era ritirato in camera e mentre stavo per andare a riposo, avevo incominciato a recitare le preghiere che mi insegnò la mia buona mamma. In quel mentre non so bene se preso dal sonno, o tratto fuori di me da una distrazione, mi parve che mi si presentassero innanzi due degli antichi giovani dell’Oratorio. Uno di questi due mi si avvicinò, e salutatomi affettuosamente mi disse:

— O Don Bosco mi conosce?— Sì che ti conosco—risposi.— E si ricorda ancora di me?—soggiunse.— Di te e di tutti gli altri. Tu sei Valfrè, ed eri nell’Oratorio prima del 1870.— Dica! continuò Valfrè, vuol vedere i giovani che erano nell’Oratorio ai miei tempi?— Sì, fammeli vedere, io risposi; ciò mi farà molto piacere.

[…] Mi sembrava d’essere nell’antico Oratorio nell’ora della ricreazione. Era una scena tutta vita, tutta moto, tutta allegria. Chi correva, chi saltava, chi faceva saltare. Qui si giocava ad un gioco, là ad un altro, ed al pallone. In un luogo era radunato un crocchio di giovani che pendeva dal labbro di un prete il quale narrava una storiella. In un altro luogo un giovane salesiano che in mezzo ad altri giovanetti giocava […]. si cantava, si rideva da tutte parti e dovunque salesiani e preti, e intorno ad essi giovani che schiamazzavano allegramente. Si vedeva che fra giovani e salesiani regnava la più grande cordialità. Io era incantato a questo spettacolo e Valfrè mi disse:—Vede: la famigliarità porta amore, e l’amore produce confidenza in Confessione e fuori di Confessione.

Spunto riflessivo

Nella prassi e nella mente di don Bosco, qualsiasi istituzione educativa deve modellarsi sulla forma

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della famiglia, sia pure con differenti tonalità secondo i diversi ambienti. «L’Oratorio di don Bosco - scrive uno studioso - aveva ad essere una Casa, cioè una famiglia, e non voleva essere un Collegio. Le Vite scritte, continuano così a creare nei giovani lettori, a cui sono dedicate e destinate, quell’efficacia dell’esempio che, a volta a volta, formava quel che si dice l’ambiente, il clima, l’atmosfera che regnava attorno ai suoi giovanetti accolti nella sua Casa a formare la grande famiglia».Lo richiedeva l’essenza del sistema in quanto preventivo, fondato sulla triade ragione, religione, amorevolezza. Non c’è amorevolezza se non si crea un ambiente sereno ed esemplare, un clima di famiglia, che automaticamente comporta anche una struttura, una qualche somiglianza con essa. Soltanto in una struttura del genere sembrava potessero fiorire la confidenza tra alunni e «superiori», non più tali ma «padri» e «fratelli», l’affettuosa condivisione di vita tra i giovani, fraterni amici e, infine, la solidarietà tra tutti.

In un sermoncino serale del 1864 don Bosco dava ai giovani un programma di vita lapidario: «Pensare a Dio, parlare di Dio, operare per Dio. Pensare bene del prossimo, parlarne bene, fargli del bene. Non pensare male del prossimo, non parlarne male, non fargli del male».

Parole sintesi

Ripensa con calma al significato di alcune parole che creano "famiglia" e trova quei termini che costruiscono "famiglia". Poi, quasi come un gioco, trova il termine contrario, per rafforzare così la positività dei primi termini. Ti faccio un esempio e tu continua…

Þ              Casa CollegioÞ              Amore OdioÞ              Disponibilità EgoismoÞ              Dialogo SilenzioÞ              …………………………………………..Þ              ……………………………………………Þ              …………………………………………..Þ              ……………………………………………

Riferimenti biblici

At 2, 42-48 La prima comunità cristiana1 Gv 3, 11-24 Saper amareGv 13, 34-35 Il comandamento nuovo Per approfondire

Ti propongo questo semplice esercizio per verificare quello che stai vivendo nella casa di don Bosco.

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1. Come percepisci lo stato della scuola o casa salesiana in se stessa e in relazione a te? Sottolinea tre aggettivi per i due casi. 2. Come ti vedi attualmente inserito nella scuola/casa? Trova cinque gerundi per descriverti.

AGGETTIVI -                Annoiato -                entusiasta -                contento -                triste -                animato -                sfiduciato -                disanimato -                pronto -                fiducioso -                tranquillo -                molesto -                calmo -                inquieto -                impedito -                camuffato -                adirato -                immerso -                incantato -                deluso -                perduto -                trainato -                amato -                impegnato -                sganciato

- emarginato

GERUNDI- Cominciando - cercando - fuggendo - impegnandomi - progredendo - lottando - impazzendo - non preoccupandomi - accelerando - ottenendo - dando fastidio - creando - distruggendo - trionfando - avanzando - arrabbiandomi - godendo - piangendo - avendo nostalgia - sudando - arrivando - prendendola a cuore - animando - ritornando indietro - immergendomi

Leggi questo scritto di don Bosco e commentalo con i tuoi compagni e insegnanti.

Voi siete radicati nell’amore

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Voi mi domandate da dove viene l’affetto che rende possibile l’educazione. L’affetto viene dal cuore stesso di Dio che è amore infinito. Questo amore si dona a noi attraverso il Battesimo. È una linfa che cresce e ci nutre. Essa ci rende disposti ad accogliere e a voler bene. Il segreto dell’educazione è nell’amore-carità che «è paziente e generoso, è rispettoso, non cede alla collera, dimentica i torti, tutto scusa, mai perde la speranza» (1 Cor 13,4-7). Io l’ho espresso in due principi semplicissimi.

Prima di tutto, senza affetto non c’è fiducia. Dicevo ai miei ragazzi: «Voi siete giovani. Basta che siate giovani perché io vi voglia bene. Non ho altro scopo che la vostra riuscita». I giovani l’hanno capito bene. Si cresce bene solo quando si è amati. Quando un giovane in difficoltà incontra un uomo o una donna pronti a dare la loro vita per lui, egli comincia ad avere fiducia in loro, e si affida a loro perché lo aiutino a crescere. L’amore crea la fiducia.

Di conseguenza, senza fiducia non c’è educazione. Mia madre mi ha aiutato con la sua fiducia quando ero adolescente: le dicevo tutto, non le nascondevo niente, ed essa mi lasciava fare. Vicino a mia mamma ho imparato a vivere i principi che avrei formulato più tardi, e che sono alla base del nostro spirito di famiglia: ragione, religione, amorevolezza.Un cuore solo, amici miei, una sola famiglia! Un solo cammino di bontà offerto a tutti, perché «quelli che mettono la loro speranza nel Signore trovano sempre forza» (Isaia).

In preghiera

Costruttori di "famiglia"

Io credo nell’uomo e in un mondo in cui è bello vivere per tutta l’umanità e credo che sia la nostra vocazione creare tale mondo.

Io credo che tutti gli uomini abbiano eguali diritti. Credo nell’amore, nella giustizia, nel perdono e nella pace.

E questa fede è fede in quanto diventa impegno. Sono ispirato a ciò dal fatto che credo in Gesù di Nazareth: voglio orientare la mia vita verso di lui.

Comportandomi in questo modo spero di essere accolto nella misteriosa relazione con colui ch’egli chiamava «Padre».

La mia fede non mi porta a forme d’esclusivismo: opererò assieme ad altri per un mondo migliore.

Opererò tuttavia nell’umiltà portando ogni giorno la mia croce.

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Credo infine nella risurrezione: vieni, Signore Gesù, vieni!(Robert Adolfs)

Preghiera Trinitaria per essere costruttori di «famiglia»

Dio nostro Padre, creatore del mondo che ci ha risvegliato alla sua creazione, ci benedica e ci protegga.

Egli risvegli le nostre energie per accettare quello che le sue mani hanno creato e portare a compimento l’opera a noi affidata.

Cristo risorto, che ha inaugurato i tempi nuovi che segnano l’inizio di un mondo nuovo, ci indichi i sentieri dell’amore e della giustizia.

Nel suo nome rinnoviamo il nostro amore alla vita per dedicarci alla costruzione del regno di Dio in mezzo agli uomini.

Lo Spirito Santo, che ci pervade della vita di Cristo risorto, animi in noi la capacità di creare famiglia e costruirla sempre più bella e vera.

Egli ci accompagni nel nostro cammino e lo trasformi in un canto di lode e di grazie, in attesa del grande e ultimo giorno del Signore

scheda 3

Dalla Lettera da Roma

In quell’istante si avvicinò a me l’altro mio antico allievo che aveva la barba tutta bianca e mi disse: D. Bosco vuole adesso conoscere e vedere i giovani che attualmente sono nell’Oratorio?— Sì, risposi io; poiché è già un mese e più che non li vedo E me li additò. Vidi l’Oratorio e tutti voi che facevate ricreazione. Ma non più udiva grida e cantici, non più vedeva quel moto, quella vita come nella prima scena. Negli atti e nel viso di molti di voi si leggeva una spossatezza, una noia, una musoneria, una diffidenza che faceva pena al mio cuore. Vidi è vero molti che correvano, giocavano, si agitavano con beata spensieratezza, ma altri non pochi io ne vedevo star soli appoggiati ai pilastri in preda a pensieri sconfortanti; altri sulle scale e nei corridoi per sottrarsi alla ricreazione; altri passeggiare lentamente in gruppi parlando sottovoce fra di loro dando attorno occhiate sospettose e maligne: anche fra coloro che giocavano ve ne erano alcuni così svogliati, che facevano vedere chiaramente come non trovassero gusto nei divertimenti. Rari si scorgevano fra i giovani i salesiani ed i preti. Vari giovani cercavano studiosamente di allontanarsi dagli

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educatori e dai salesiani. Questi non erano più l’anima delle ricreazioni.Allora domandai al mio amico dalla barba bianca:—Ti sembrano più buoni i giovani di adesso o quelli di una volta?Mi rispose:—Il numero dei giovani buoni è ora assai grande nell’Oratorio.— Ma perché tanta differenza fra i giovani di una volta e i giovani di adesso?— Causa di tanta diversità si è che un certo numero di giovani non ha confidenza nei salesiani. Anticamente i cuori erano tutti aperti agli educatori, che i giovani amavano ed obbedivano prontamente. Si ricorda quei belli anni quando lei D. Bosco poteva intrattenersi continuamente con noi? Era una festa di paradiso, e noi per lei non avevamo segreti. Ma ora i salesiani sono considerati come Superiori, e non più come padri, fratelli ed amici; quindi sono temuti e poco amati. Perciò se si vuol fare un cuor solo ed un’anima sola per amor di Gesù, bisogna che si rompa la fatale barriera della diffidenza, e si sostituisca una confidenza cordiale. Che quindi l’obbedienza guidi l’allievo come la madre guida il suo bambino. Allora regnerà nell’Oratorio la pace e l’allegria antica.

Spunto riflessivo

La mancanza di entusiasmo e di presenza, sia da parte degli educatori che dei giovani, ha come risultato la crisi e le difficoltà.La noia, la diffidenza, i Superiori anziché i «padri», non permettono la costruzione di quell’ambiente in cui si cresce armoniosamente verso l’acquisizione di una personalità adulta e matura.

Scrive don Gianni Ghiglione: «La presenza salesiana deve essere accompagnata, arricchita da due ingredienti fondamentali: l’allegria e l’accoglienza. Don Bosco fin da giovane aveva sperimentato la potenza che ha sui ragazzi la festa, l’allegria (fondò la Società dell’allegria), e a Valdocco l’aveva indicata come "via alla santità". Anche le vocazioni nascono solo nella casa della gioia.

L’accoglienza è un momento importante, che può decidere il futuro di una persona, L’accoglienza è l’abbraccio del cuore verso chi si presenta o si incontra nei luoghi o situazioni più impensate. È far passare all’altro il messaggio: "sono contento che ci sei; quello che sei, che fai, che hai, mi interessa e io sono qui per te!" È l’intensità di una stretta di mano, di un abbraccio, di un sorriso, di uno

Parole sintesi

Costruisci con le parole di sintesi della scheda, alcuni slogan che possono diventare un buon programma per la scuola!

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Noia Diffidenza Assenza SospettoPresenza Cordialità Accoglienza Allegria

Riferimenti biblici

Salmo 36 Non mi raggiunga il piede dei superbiGc 4, 1-12 Contro le discordieMt 5, 20-24La vera fraternità è giustizia

Per approfondire

PISTE PER UN CAMBIAMENTOLE FRASI "ASSASSINE"

1. Indica la frase che ti «uccide» di più, e perché.2. Cerca la frase che si usa di più nel tuo ambiente e cercane la causa o le cause principali.3. Segnala la frase che tu usi di più, e perché.4. Aggiungi all’elenco altre «frasi assassine».

5. Scrivi frasi «che costruiscono famiglia»

                 Non abbiamo mai fatto così.                 Questo proprio non va.                 L’abbiamo già provato tutti.                 Non siamo in grado di farlo.                 Se fosse possibile, l’avrebbero già fatto altri.                 È tutta una teoria, una pura illusione.                 Questo va contro le regole.                 Antiquato!                 Avremo occasione di farlo in seguito.                 Non capisco le difficoltà che provi.                 Di proposte come queste ce ne sono un mucchio.                 Sappiamo che non può essere così.                 OK, di questo se ne occuperà un piccolo gruppo.                 Meglio aspettare un momento più propizio.                 Non tocca a noi.                 Ci tieni troppo alle tue idee.                 Però si era stabilito diversamente.                 Sarà molto bello, ma non produce risultati pratici.                 Non c’è niente da fare.                 Questa cosa qui non dà lavoro e preoccupazioni.                 Causerà un sacco di guai.                 Da qui non si va da nessuna parte.                 Non ci sono altre scelte: o questo o quello.                 Come sempre, si perde tempo.                 Che sciocchezza! Come se toccasse a noi cambiare il mondo.                 Sei solo un sognatore.

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                 Non fai che dire fesserie.                 Con gente come voi non si può combinare niente di buono.                 Qui sembra un funerale.                 Lascia vivere!                 Ciascuno badi ai fatti propri.                 Ci manca entusiasmo e creatività. Così non ne viene fuori niente.                 Non ne vale la pena, io mi ritiro.                 Questo è troppo.                 Ficca il naso negli affari tuoi.                 Non c’è nessuno qui che capisca.                 D’ora in poi non me ne frega più niente.                 Non ci capiremo mai.                 Non contate su di me, io non muoverò un dito.                 Tutte chiacchiere; un mucchio di incontri inutili.                 Qui non si è tutti uguali!                 E lasciami in pace!                 Se lo dici tu!                 Sono stufo, qui rompono tutti. Fanno sempre tutto quello che vogliono loro.

In preghiera

Rendimi forteMio Dio, riconosco che vorrei fare il bene, ma forze oscure dentro di me e forze potenti fuori di me

mi trascinano verso il male.

Perché tanta voglia di divisione in me? Perché tanta voglia di divisione negli altri e nel mondo?

Mio Dio, la fragilità appartiene alla mia vita. La fragilità e il limite attraversano la vita dell’uomo. Eppure l’uomo può andare al di là del limite, perché tu gli doni il coraggio.

Mio Dio, rendimi forte nella fragilità, coraggioso nell’incertezza, tenace nelle difficoltà, perché così partecipo anch’io della vittoria di Gesù sulla tentazione e sul peccato.

Signore, tre grazie ti chiedo

O Signore, dammi tutto ciò che mi conduce a te.O Signore, toglimi tutto ciò che mi allontana da te.O Signore, strappa anche me da me stessa e dammi totalmente a te.(Beata Edith Stein )

scheda 4

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Dalla Lettera da Roma

Come dunque fare per rompere questa barriera?— A te e ai tuoi io dico; Gesù Cristo si è fatto piccolo coi piccoli e portò le nostre miserie. Esso non spezzò la canna già incrinata, né spense il lucignolo che fumava. Ecco il vostro modello.— E ai giovani?— Che essi riconoscano quanto i salesiani, i maestri, gli assistenti faticano e studino per loro amore, poiché se non fosse pel loro bene non si assoggetterebbero a tanti sacrifici; che si ricordino essere l’umiltà la fonte di ogni tranquillità; che sappiano sopportare i difetti degli altri poiché al mondo non si trova la perfezione, ma questa è solo in paradiso; che cessino dalle mormorazioni poiché queste raffreddano i cuori; e soprattutto che procurino di vivere nella S. Grazia di Dio. Chi non ha pace con Dio, non ha pace con sé, non ha pace cogli altri.

Spunto riflessivo

Nel nostro mondo c’è una grave sindrome da immuno-deficienza: la noia, l’apatia, l’indifferenza sono i grandi mali di oggi, l’Aids dell’anima. Non c’è niente di peggiore nella vita dell’uomo, perché essi portano alla morte interiore. È la mancanza di pazienza e coraggio nel crescere!Perciò diventa un innamorato della vita e vivi con passione, pazienza, pro-getta, guarda avanti!

                Sii te stesso: senza maschere , rimpianti, paure o arrivismi.

                Convinciti che non tutto è programmabile nella vita e quindi ritrova la vera libertà interiore. Ricorda che talvolta una sconfitta può far maturare più che un successo.

                Accetta la gradualità della tua maturazione, senza voler tutto e subito. Lasciati guidare da qualcuno più esperto di te, che desideri il tuo vero bene.

                Non fondare la tua vita su miti e mode: ne resteresti presto deluso. Scopri piuttosto a cosa sei chiamato e poi persegui la tua vocazione con coraggio.

                In qualunque situazione ti verrai a trovare, ricordati che Dio ti accoglie e ama, ti perdona e ti rimette in cammino perché lui conta anche su di te per costruire un mondo migliore.

                Dà valore alla qualità di esperienze che fai piuttosto che alla loro quantità: il tuo futuro lo giochi nelle piccole scelte quotidiane del presente.

                Non prendere mai decisioni importanti per conformismo, per dimenticare una delusione o in momenti di crisi: ritrova prima la serenità per capirti, dialogare con chi ti capisce, valutare meglio la situazione.

                Vivi con passione le caratteristiche della tua età, cercando di sviluppare armonicamente tutte le dimensioni della tua personalità: corporeità, intelligenza, volontà sentimenti, socialità, spiritualità…

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                Non considerarti mai un arrivato. Guarda con fiducia al futuro, coltiva grandi ideali e valori, impegnandoti però nelle piccole cose di tutti i giorni.

                Rifiuta tutto ciò che ti presenta la vita come un’avventura facile, tutto ciò che ti impedisce di restare qualche volta solo o di comunicare in profondità col tuo prossimo.

Parole sintesiProva a fare con ognuna delle parole sintesi una specie di itinerario per ricordare, a te e ai tuoi amici, l’importanza di continuare a crescere e a formarsi con pazienza e costanza.

               Riconoscano                Ricordino                Sopportare                Cessino dalle mormorazioni                Raffreddano i cuori               Vivere nella S. Grazia di Dio.                Chi non ha pace con Dio, non ha pace

con sé, non ha pace cogli altri.

Riferimenti biblici

Fil 3, 7-21 Corro verso la metaGal 6, 7-10 Si raccoglie ciò che si è seminatoSalmo 1 Beato l’uomo che non indugia…Salmo 15 Mi indicherai il sentiero della vita

Per approfondire

LA POESIA DELLE GRUCCE

Per sette anni non potei muovere un passo. Quando mi visitò il gran medico mi chiese: «Perché porti le grucce?». Io gli risposi: «Perché sono paralitico». «Non è strano - mi disse - . Prova a camminare. Sono questi oggetti che ti impediscono di andare. Vai, arrischiati, trascinati a quattro zampe». Ridendo come un pazzo mi tolse le mie belle grucce, le ruppe sulle mie spalle e senza smettere di ridere le scagliò nel fuoco. Adesso sono guarito. Vado. Mi guarì una risata. Solamente, a volte, quando vedo le stampelle, cammino ancora peggio per alcune ore!Questa poesia fa riflettere sulla stimolante - benché costosa - avventura di chi decide di superarsi e alla fine ci riesce. Negativamente, vuole anche indicare la costante ambiguità che minaccia tutta la vita umana o restare indecisi...o lanciarsi e arrischiare.

Rifletti1. Hai cercato qualche volta nella tua vita di prendere qualche decisione difficile e costosa? Cosa ha richiesto da te? L’hai ottenuta? Cosa hai provato?

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2. Ci sono cose o situazioni che ti schiacciano o ti deprimono? Quali ad esempio? Quando non arrivi a decidere e cambiare, cosa provi?3. Hai preso delle decisioni aiutato, stimolato, influenzato da qualche persona? Come valuti questa influenza? Che atteggiamento riservi per questa persona?

LA VIA DEL CAMBIO

Per anni sono stato un nevrotico. Ero ansioso, depresso ed egoista. E tutti continuavano a dirmi di cambiare. E tutti continuavano a dirmi quanto fossi nevrotico. E io mi risentivo con loro, ed ero d’accordo con loro, e volevo cambiare, ma non ci riuscivo, per quanto mi sforzassi. Ciò che mi faceva più male era che anche il mio migliore amico continuava a dirmi quanto fossi nevrotico. Anche lui continuava ad insistere perché cambiassi. E io ero d’accordo anche con lui, e non riuscivo ad avercela con lui. E mi sentivo così impotente e intrappolato. Poi, un giorno, mi disse: «Non cambiare. Rimani come sei. Non importa se cambi o no. Io ti voglio bene così come sei; non posso fare a meno di volerti bene». Quelle parole suonarono come una musica per le mie orecchie: «Non cambiare. Non cambiare. Non cambiare...Ti voglio bene». E mi rilassai. E mi sentii vivo. E, oh meraviglia delle meraviglie, cambiai!

Essere se stessi, accettarsi per quello che si è…Si è soliti ripetere queste espressioni, come una moderna riedizione dell’antica saggezza («Conosci te stesso»). Molte volte però qui dentro ci sta anche il più quieto perbenismo, il disinteresse a diventare migliori, la costrizione agli altri di accettare anche i lati peggiori del nostro carattere. Cosa vuol dire

essere se stessi, accettare se stessi? Le due poesie precedenti incominciano a dare qualche indicazione. Si tratta di riprenderle, rifletterci sopra (da soli prima che in gruppo), e iniziare una specie di «decalogo»:                 migliorare significa…                oppure: accettare gli altri...perché…

Buon lavoro!

In preghiera

Concedimi, Padre buono

Degnati di concedermi, Padre buono e santo, un’intelligenza che ti comprenda, un sentimento che ti senta, un animo che ti gusti, una diligenza che ti cerchi, una sapienza che ti trovi, uno spirito che ti conosca, un cuore che ti ami, un pensiero che sia rivolto a te, un’azione che ti dia gloria, un udito che ti dia ascolto, degli occhi che ti guardino, una lingua che ti confessi, una parola che ti piaccia,

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una pazienza che ti segua, una perseveranza che ti aspetti, una fine perfetta e le tua santa presenza, la risurrezione, la ricompensa e la vita eterna.

(S. Benedetto)

EquilibrioSignore, rendici credibili senza arroganza, allegri senza superficialità, seri senza disperazione, onesti senza presunzione, severi senza cattiveria, forti senza durezza, buoni senza debolezza, misericordiosi senza lasciare fare, altruisti senza esibizione, pacifici senza falsità, vigilanti senza fissazioni, sani senza indolenza, sicuri senza imprudenza, poveri senza miseria, ricchi senza avarizia, prudenti senza diffidenza. Fa’ che diventiamo istruiti senza volerlo però sembrare, concilianti ma inclini alla saggezza, generosi ma non impazienti, ospitali ma sobri; fa’ che lavoriamo con le nostre mani ma senza confidare in noi stessi.

Manda in noi la luce, togli da noi

le tenebre dell’ignoranza. Tu che vivi nei secoli dei secoli.

(S. Agostino)

scheda 5

Dalla Lettera da Roma

— E tu mi dici dunque che vi sono fra i miei giovani di quelli che non hanno la pace con Dio?— Questa è la prima causa del malumore, fra le altre che tu sai, alle quali devi porre rimedio, e che non è necessario che ora ti dica. Infatti: non è diffidente se non chi ha segreti da nascondere, se non chi teme che questi segreti vengano scoperti, perché sa che procurerebbero vergogna e disgrazia. Nello stesso tempo se il cuore non ha la pace di Dio rimane angosciato, irrequieto, insofferente d’obbedienza, si irrita per nulla, gli sembra che ogni cosa vada male, e perché esso non ha amore, giudica che gli educatori non lo amino.— Eppure o caro mio, non vedi quanta frequenza di Confessioni e di Comunioni vi è nell’Oratorio!— È vero che grande è la frequenza delle Confessioni, ma ciò che manca radicalmente in tanti giovanetti che si confessano è la fedeltà ai propositi. Si confessano ma sempre le stesse

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mancanze, le stesse occasioni, le stesse abitudini, le stesse disobbedienze, le stesse trascuratezze nei doveri. Così si va avanti per mesi e mesi. Sono confessioni che valgono poco o nulla; quindi non recano pace, e se un giovanetto fosse chiamato in quello stato al tribunale di Dio sarebbe un affare ben serio.— E di costoro ve ne ha molti nell’Oratorio? — Pochi in confronto del gran numero dei giovani che sono nella casa: Osservali! — E me li additava.Io guardai; e ad uno ad uno vidi quei giovani. Ma in questi pochi io vidi cose che hanno profondamente amareggiato il mio cuore […] Qui vi dirò soltanto che è tempo di pregare, e di prendere propositi fermi; impegnarsi non con le parole ma coi fatti e far vedere che i Comollo, i Savio Domenico, e i Besucco, e i Saccardi vivono ancora tra noi.

In ultimo domandai a quel mio amico:—Hai null’altro da dirmi?— Predica a tutti grandi e piccoli che si ricordino sempre che sono figli di Maria S.S. Ausiliatrice. Che Essa stessa li ha qui radunati perché si amassero come fratelli e perché dessero gloria a Dio e a lei colla loro buona condotta. Che si ricordino che […] con il suo aiuto deve cadere quella barriera di diffidenza che il demonio ha saputo innalzare tra giovani ed educatori e della quale sa utilizzarsi per la rovina di certe anime.Mentre l’amico parlava io a poco a poco sentiva crescere in me una stanchezza che mi opprimeva. Non potendo finalmente più resistere mi scossi e rinvenni.

Mi trovai in piedi vicino al letto. Le mie gambe erano così gonfie e mi facevano così male che non potevo star ritto. L’ora era tardissima e quindi me ne andai in letto, risoluto di scrivere a voi o miei cari figliuoli, queste righe. Molte altre cose importantissime che io vidi, desidererei ancora narrarvi, ma il tempo e la convenienza non me lo permettono.

Spunto riflessivo

Lo scrittore russo Tolstoj affermava che «l’uomo può ignorare di avere un Dio, come può ignorare di avere un cuore; ma senza Dio, come senza cuore, l’uomo non può vivere». Il nostro cuore ha sete di infinito: solo in Dio questa sete viene saziata.È proprio così! Dio ci è necessario. Non possiamo fare a meno di Lui. La vita spirituale è essenzialmente questo rapporto tra Dio e l’uomo. L’uomo deve riconoscere la presenza e l’azione di Dio nella sua vita.Don Bosco si esprimeva così: «Se apriamo gli occhi non possiamo non riconoscere l’esistenza, la potenza e la saggezza di Dio: da Lui ogni cosa è stata creata. Egli è Dio che ha detto: si faccia la luce, e la luce fu fatta. A tutte le cose egli dice: sono io che ti ho fatto. E in questa parola, che ogni uomo può e deve comprendere, si esprime la sua potenza e la sua divinità».

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La bontà di Dio Creatore riempiva di stupore don Bosco. La bontà di Dio misericordioso riempiva di meraviglia e tenerezza la vita di don Bosco. Così deve essere per ogni cristiano. Fare esperienza di Dio è una esigenza fondamentale per il buon cristiano. Don Bosco ricordava ancora: «Due discepoli di Giovanni Battista seguivano Gesù per sapere dove abitava. Gesù disse loro: "Venite e vedrete". Andarono, videro dove abitava e restarono con lui quel giorno. Prendiamoci, dunque, il tempo di restare con Gesù. Guardiamolo, ascoltiamolo, silenziosamente».

Impariamo dunque che la "religiosità" è un bisogno istintivo dell’uomo. Come ogni istinto, se non viene coltivata, può imboccare strade sbagliate e pericolose (superstizione, banalizzazione della vita, adesione fanatica ad ideologie, mode, persone).Coltiviamo il senso della meraviglia per riconoscere e incontrare Dio in ogni cosa, persona e avvenimento.

Parole sintesi

«Se il cuore non ha la pace di Dio rimane angosciato»

Partendo da questa affermazione della Lettera da Roma, prova ad elencare, insieme ai tuoi compagni,

alcuni elementi o atteggiamenti che servono per rimanere nella pace di Dio, eliminando l’angoscia, la paura, la superficialità.

Riferimenti biblici

Gv 2, 35-51I primi discepoliGv 15, 1-17Rimanete nel mio amoreRom 6, 1-11 Il battesimo: camminare in una vita nuovaRom 8, 1-17 La vita nello SpiritoEf 3, 14-19 Che il Cristo abiti nei vostri cuoriFil 1, 12-26 Per me il vivere è Cristo

Per approfondire

Abbiamo bisogno di te

Sei ancora, ogni giorno, in mezzo a noi. E sarai con noi per sempre.Vivi tra noi, accanto a noi, sulla terra ch’è tua e nostra, su questa terra che ti accolse, fanciullo, tra i

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fanciulli e, giustiziabile, tra i ladri: vivi coi vivi, sulla terra dei viventi che ti piacque e che ami, vivi di una vita non umana sulla terra degli uomini, forse invisibile anche a quelli che ti cercano, forse sotto l’aspetto di un Povero che compra il suo pane da sé e nessuno lo guarda.

Tu vedi fino a che punto è grande il nostro bisogno; non puoi fare a meno di conoscere quanto improrogabile è la nostra necessità, come è dura e vera la nostra angustia, la indigenza, la nostra speranza: tu sai quanto abbisogniamo di un tuo intervento, quant’è necessario un tuo ritorno.

Abbiamo bisogno di te, di te solo, e di nessun altro. Tu solamente, che ci ami, puoi sentire, per noi tutti che soffriamo, la pietà che ciascuno di noi sente per se stesso. Tu solo puoi sentire quant’è grande, immisurabilmente grande il bisogno che c’è di te, in questo mondo, in quest’ora del mondo. Nessun altro, nessuno dei tanti che vivono, nessuno di quelli che dormono nella mota della gloria, può dare, a noi bisognosi, riversi nell’atroce penuria, nella miseria più tremenda di tutte, quella dell’anima, il bene che salva. Tutti hanno bisogno di te, anche quelli che non lo sanno, e quelli che non lo sanno assai più di quelli che sanno.

L’affamato si immagina di cercare il pane e ha fame di te; l’assetato crede di voler l’acqua e ha sete di te; il malato si illude di agognare la salute e il suo male è l’assenza di te.

Chi ricerca la bellezza nel mondo cerca, senza accorgersene, te che sei la bellezza intera e

perfetta; chi persegue nei pensieri la verità desidera, senza volere, te che sei l’unica verità

degna di essere saputa; e chi s’affanna dietro la pace, cerca te, sola pace dove possono riposare i cuori più inquieti. Essi ti chiamano e il loro grido è inesprimibilmente più doloroso del nostro.

Se tu fossi un Dio geloso e acrimonioso, un Dio che tiene il rancore, un Dio vendicativo, un Dio solamente giusto, allora non daresti ascolto alla nostra preghiera. Perché tutto quello che gli uomini potevano farti di male, anche dopo la tua morte, e più dopo la morte che in vita, gli uomini l’hanno fatto: noi tutti, quello stesso che ti parla insieme agli altri, l’abbiamo fatto.

Ma tu hai perdonato tutto e sempre.Ma noi ti aspettiamo. Ti aspetteremo ogni giorno,

a dispetto della nostra indegnità e d’ogni impossibile. E tutto l’amore che potremo torchiare dai nostri cuori devastati sarà per te, Crocifisso, che fosti tormentato per amor nostro e ora ci tormenti con tutta la potenza del tuo implacabile amore.

Giovanni Papini (1881-1956)scrittore italiano convertito

Commenta questa riflessione e prova a rispondere con una lettera tua o del tuo gruppo a Giovanni PapiniDio è presente nella tua vita e ti parla! Dio ti scrive

tutti i giorni! Devi solo aprire una delle sue lettere e meditare le sue parole...Eccoti le

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istruzioni su come ottenere il massimo dalla Bibbia, lunga lettera di Dio all’uomo.

1. Leggila attentamente. Come il cibo e come l’esercizio, “un poco e spesso” costituisce il migliore approccio. Dedica un po’ di tempo ogni giorno a leggere un brano della Bibbia: ti sarà digrande giovamento.

2. Non voler leggere tutto di seguito dal principio alla fine.Ricorda che la Bibbia è una biblioteca di libri. Di sicuro noncercheresti di leggere di seguito tutti i libri di una biblioteca! Opera una selezione e poi leggi alcuni libri da cima a fondo.

3. Leggila in modo da poterla capire. Devi servirti di una versione moderna, in modo che il significato sia chiaro (come nella traduzione interconfessionale in lingua corrente).

4. Non preoccuparti se non riesci subito a capire un passo. Intanto, godi delle parti che sono chiare. La Bibbia è come un immenso oceano. Possiede insenature dove anche i bambini possono giocare con tranquillità.Possiede parti più profonde dove possono nuotare gli adulti. Infine, ha tali profondità che nessuno riuscirà mai a toccarne il fondo.

5. Leggila sistematicamente. Se ti tuffi nella Bibbia e ti metti a leggerla dove capita, farai presto una gran confusione. Una buona guida, un buon commento ti aiuteranno a ricavarne maggior frutto.

6. Non cercare significati complicati o oscuri. Cerca il significato ovvio.

Non usare la Bibbia come una ruota della fortuna o come un oroscopo, aprendo a caso una pagina e aspettandoti di trovarvi chissà quale parola magica. È la parola del Dio vivo e la dobbiamo leggere seriamente e attentamente.

7. Leggila come un tutto. Ciò non vuol dire leggerla tutta d’un fiato! Vuol dire tenere una dieta equilibrata. Leggi in entrambi i Testamenti. Leggi vari tipi di scritti. Cerca di vedere come una parte getta luce su altre parti. Osserva come certi temi vengono trattati in vari modi in posti diversi. Non interpretare un passo in modo che ne contraddica altri. Cerca invece il significato comune a entrambi, perché tutto è parola di Dio.

8. Non limitarti a una dieta di “parole dorate” o di “pensieri benedetti”.Non è che tu debba rinunciare a questo! È chiaro che la Bibbia è piena di molte grandi promesse che infondono forza, speranza e conforto. Però Dio ha anche molte altre cose da dirci. Nella Bibbia vi sono ammonizioni, rimproveri, inviti che non dobbiamo perdere.

9. Leggila con inventiva. Comportati da lettore “attivo”. Cerca di ricostruire la situazione originaria come se fossi un giornalista. Prova a fare tue la mentalità e le emozioni dello scrittore, le sue caratteristiche. Poniti domande su ciò che leggi e nello stesso tempo lasciati interrogare e provocare.

10. Rispondi a ciò che leggi. Dopo aver udito la Parola di Dio dobbiamo decidere di ubbidire e di applicarla con tutta onestà alla nostra vita. La prova della nostra sincerità non consiste

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nell’intensità dell’ascolto, ma soprattutto nell’intensità dell’ubbidienza.

In preghiera

Ti amo, mio DioTi amo, mio Dio, e il mio unico desiderio è di amarti fino all’ultimo respiro della mia vita.

Ti amo, o Dio, infinitamente amabile, e preferisco morire amandoti, piuttosto che vivere un solo istante senza amarti.

Ti amo, Signore, e l’unica grazia che ti chiedo, è di amarti eternamente.

Ti amo, mio Dio, e desidero il cielo, soltanto per avere la felicità di amarti perfettamente.

Mio Dio, se la mia lingua non può dire ad ogni istante: ti amo, voglio che il mio cuore te lo ripeta ogni volta che respiro.

Ti amo, o mio divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me, e mi tieni quaggiù crocifisso con te.

Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti e sapendo che ti amo.

(Santo Curato d’Ars)In cammino con la Trinità

Io dono e consacro a te tutto ciò che è in me: la mia memoria e le mie azioni a Dio Padre;il mio intelletto e le mie parole a Dio Figlio; la mia volontà e i miei pensieri a Dio Spirito Santo; la mia lingua, i miei sensi e tutte le mie sofferenze alla sacra umanità di Gesù Cristo, che non ha esitato a consegnarsi nelle mani dei violenti e a subire il tormento della Croce.(San Francesco di Sales)

Ci condurrai per manoSignore, noi speriamo in te!

Tu non ci lascerai nell’oscurità quando avremo bisogno di luce.

Potremo essere nell’oscurità per molto tempo e dolorosamente,

ma sarà proprio allora che essa sarà utile alle nostre anime

e che in questa oscurità tu veglierai su di noi e ci condurrai per mano

senza che noi lo sentiamo; e quando occorrerà alle nostre anime la luce,

la darai sempre.(Charles de Foucauld)

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scheda 6

Dalla Lettera da Roma

Concludo. Sapete che cosa desidera da voi questo povero vecchio che per i suoi cari giovani ha consumata la sua vita? Niente altro fuorché, fatte le debite proporzioni, ritornino i giorni felici dell’antico Oratorio. I giorni dell’amore e della confidenza cristiana tra i giovani ed i Superiori; i giorni dello spirito di accondiscendenza e sopportazione per amor di Gesù degli uni verso degli altri; i giorni dei cuori aperti con tutta semplicità e candore; i giorni della carità e della vera allegrezza per tutti. Ho bisogno che mi consoliate dandomi la speranza e la promessa che voi farete tutto ciò che desidero per il bene delle anime vostre. Voi non conoscete abbastanza quale fortuna sia la vostra d’essere nella nostra casa. Innanzi a Dio vi protesto: Basta che un giovane entri in una casa Salesiana perché la Vergine S.S. lo prenda subito sotto la sua speciale protezione.Mettiamoci dunque tutti d’accordo. La carità di chi comanda, la carità di chi obbedisce faccia regnare fra di noi lo Spirito di S. Francesco di Sales. O miei cari figliuoli, si avvicina il tempo nel quale dovrò distaccarmi da voi e partire per la mia Eternità; (A questo punto D. Bosco sospese di dettare; gli occhi suoi si empirono di lagrime, non di rincrescimento, ma di ineffabile tenerezza che trapelava dal suo sguardo e dal suono della sua

voce. Dopo alcuni istanti continuò.) quindi io bramo di lasciar voi, o preti, o giovani salesiani, o giovani carissimi, per quella via del Signore nella quale esso stesso vi desidera. […]

Vostro aff.mo amico in G. C.Sac. Gio. Bosco

Spunto riflessivo

UNA SPIRITUALITÀ DI COMUNIONE(Novo Millennio Ineunte)

Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione: ecco la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia, se vogliamo essere fedeli al disegno di Dio e rispondere anche alle attese profonde del mondo.Che cosa significa questo in concreto?Il discorso potrebbe farsi immediatamente operativo ma sarebbe sbagliato assecondare simile impulso. Prima di programmare iniziative concrete occorre promuovere una spiritualità della comunione, facendola emergere come principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l’uomo e il cristiano.

-          Spiritualità della comunione significa innanzitutto sguardo del cuore portato sul

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mistero della Trinità che abita in noi, e la cui luce va colta anche sul volto dei fratelli.

-          Spiritualità della comunione significa inoltre capacità di sentire il fratello di fede nell’unità profonda del Corpo mistico, dunque, come “uno che mi appartiene”, per saper condividere le sue gioie e le sue sofferenze.

-          Spiritualità della comunione è pure capacità di vedere innanzitutto ciò che di positivo c’è nell’altro, per accoglierlo e valorizzarlo come dono di Dio.

-          Spiritualità della comunione è infine saper “fare spazio” al fratello, portando “i pesi gli uni degli altri” (Gal 6,2) e respingendo le tentazioni egoistiche che continuamente ci insidiano e generano competizione, carrierismo, diffidenze, gelosie.

Non ci facciamo illusioni: senza questo cammino spirituale, a ben poco servirebbero gli strumenti esteriori della comunione. Diventerebbero apparati senz’anima, maschere di comunione più che sue vie di espressione e di crescita.

Parole sintesi

Prova a trovare per ogni parola sintesi un impegno concreto, un atteggiamento per fare davvero delle tue giornate, giornate dell’amore, della confidenza, dello spirito, dei cuori e della carità.

CONCRETAMENTE

Ritornino i giorni dell’amore e della confidenza

Giorni dello spirito

Giorni dei cuori

Giorni della carità

Riferimenti biblici

1 Gv 1,3-7 La nostra comunione è con il PadreGal 2, 9 L’assemblea di Gerusalemme2 Cor 13,13La comunione del…. sia con voiAt 4, 32 La prima comunità cristianaSalmo 133 La vita fraterna

Per approfondireVerso una comunione responsabile

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ALLA FIERAAndò alla fiera una ragazza di campagna, davvero graziosa. Il giglio e la rosa sul viso, e il tramonto nei capelli, e l’alba rideva con le sue labbra. Appena videro la bella sconosciuta, i giovani presero a circondarla e a corteggiarla. Uno voleva ballare con lei, un altro voleva tagliare un dolce in suo onore. E a tutti sarebbe piaciuto baciarle le guance. Dopo tutto, era o non era tempo di fiera? Ma la ragazza, impaurita e sgomenta, pensò male dei giovani. Li rimproverò aspramente, e per uno o due di loro volò anche uno schiaffo. Poi la ragazza fuggì. E la sera sulla via del ritorno andava dicendo tra sé: «Sono disgustata. Come sono zotici e maleducati quegli uomini. Al di là della sopportazione». Passò un anno , durante il quale la ragazza davvero graziosa pensò molto alle fiere e agli uomini. E l’anno seguente andò di nuovo alla fiera, giglio e rosa sul volto, tramonto nei capelli, sorriso d’alba sulle labbra. Ma ora i giovani, vedendola, la fuggivano. E tutto il giorno lei rimase sola e indisturbata. E la sera, percorrendo la via del ritorno, piangeva tra sé: «Sono disgustata. Come sono zotici e maleducati questi giovani. Al di là della sopportazione».(Khalil Gibran)

1. Come interpreti e consideri in questa storia:-                L’atteggiamento della ragazza; -                il comportamento degli altri giovani; -                la reazione che hanno sia i giovani che la

ragazza?

2. I malintesi rendono difficile e a volte annullano la relazione comunicativa. Quali malintesi reciproci (dei giovani verso la ragazza e della ragazza verso i giovani) scopri nella storia?

3. Il testo di Gibran insinua inoltre altre difficoltà nella comunicazione, come ad esempio la paura dell’irruzione di altri nella mia vita, l’impossibilità di entrare in contatto con...ecc. Nel mio desiderio di comunicazione e comunione ho provato alcune di queste difficoltà? Sono stato capace di superarle? Come?

4. Per poter ascoltare un’emittente bisogna «sintonizzarsi» con quella; per comunicare con qualcuno bisogna mettersi in sintonia con lui. Cerco di realizzare questo compito di sintonizzazione previa? Cosa faccio per ottenerlo? Mi risulta difficile?

5. Il cammino verso la comunione responsabile è impegnativo. Prova a tracciare, dopo la riflessione su questa storia, un cammino possibile per realizzare sempre più "comunione" nell’ambiente in cui ti trovi a vivere.

Alcune qualità dell’amore….per vivere la comunione

«Cosa devo fare per amare il mio prossimo? «Smetti di odiare te stesso».Il discepolo ponderò a lungo e seriamente queste parole, poi tornò e disse:

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«Ma io mi amo anche troppo, perché sono egoista ed egocentrico. Come posso liberarmi di questo?».«Sii tu cordiale con te stesso e il tuo ego sarà soddisfatto e ti lascerà libero di amare il tuo prossimo».

Una coppia di novelli sposi chiese:«Cosa dobbiamo fare perché il nostro amore duri?»Rispose il maestro:«Amate insieme altre cose».

(Anthony De Mello)

Si potrebbe fare un lungo elenco di «qualità» dell’amore...ma questo lascerebbe - come si dice - il tempo che trova. Bisognerebbe sottolineare aspetti e qualità «sperimentati» (in sé o negli altri).Prova a richiamarne alcuni, e costruisci un aneddoto o racconto alla stessa maniera dei due riportati sopra.

«In verità vi dico che l’addio non esiste: se si pronuncia tra due esseri che mai si incontrarono è una parola non necessaria. Se si dice tra due che furono uno, è una parola senza senso. perché nel mondo reale dello spirito ci sono solo incontri e mai partenze, e perché il ricordo dell’essere amato cresce nell’anima con la distanza, come l’eco nelle montagne del crepuscolo».(Khalil Gibran)

                Sei passato per l’esperienza dell’aver rotto affettivamente con qualcuno?

                Che sensazione ti ha lasciato?                Credi tu, come dice Gibran, che l’addio non

esiste?                Pensi che l’odio può essere il rovescio

dell’amore e della comunione?

In preghiera

Non dire PadreSe ogni giorno non ti comporti come un figlio.Non dire NostroSe vivi isolato nel tuo egoismo.Non dire che sei nei cieliSe pensi solo alle cose terreneNon dire sia santificato il tuo nomeSe non lo onoriNon dire venga il tuo regnoSe lo confondi con un risultato materiale.Non dire sia fatta la tua volontàSe non l’accetti quando è dolorosa.Non dire il nostro pane quotidianoSe non ti preoccupi della gente che ha fame.Non dire perdona i nostri debitiSe conservi rancore verso tuo fratello.Non dire liberaci dal maleSe non prendi posizione contro il male.Non dire amen

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Se non hai capito o non hai preso sul serio la parola del Padre Nostro.

Tu sei il Consolatore, il fuoco dell’anima, la viva sorgente interiore.Tu sei l’amore, la luce che mi rende luce, fonte di ogni amoreTu sei la Vita della nostra vita, Tu sei il Santificatore,Tu sei la dolcezza e insieme la fortezza della vera chiesa cristiana.Tu sei l’Amico, a Te portiamo attenzione interiore, silenzio profondo, amore forte.Accompagna i nostri passi sulla strada della fede.(Paolo VI)

Sapete che cosa desidera da voi questo

povero vecchio che per i suoi cari giovani ha

consumata la sua vita? Niente altro ché, ritornino i giorni

dell’amore e della confidenza

Cristiana tra i giovani e gli

educatori; i giorni dello spirito di

docilità e sopportazione per

amor di Gesù degli uni verso degli

altri; i giorni dei cuori aperti con tutta semplicità e

candore; i giorni della carità

e della vera allegria per tutti

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Vostro aff.mo amico in G. C.