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Radicati nella fede foglio di collegamento della chiesa di Vocogno e della cappella dell’Ospedale di Domodossola dove si celebra la messa tradizionale 5 Non c'è nessun fatto pura- mente esterno a noi che possa garantire il rinnova- mento della Chiesa o la rinascita della vita cri- stiana. Quando parliamo della crisi della fede nei tempi moderni, quando desideriamo il rifiorire della vita cristiana del nostro popolo, dobbiamo avere ben presente che non è possibile affidar- ci a nessun automatismo garantito da qualcosa che accade solo fuori di noi: la rinascita partirà sempre dal nostro nascere di nuovo alla grazia di Dio. Sì, è dalla conversione personale che dobbiamo sperare il rifiorire della Chiesa tra noi. È proprio partendo da un errore di prospettiva che si è pensato di diffondere il cristianesimo a suon di riforme. È stato, crediamo, l'errore degli anni concilia- ri. Cerchiamo di spiegarci. C'era bisogno di un rinno- vamento della vita cristia- na negli anni ’50 e ’60? Certamente sì. C'era bisogno di una maggiore verità nella vita sacerdotale, nei conventi, nelle associazioni laicali, nelle scuole cattoliche, nelle famiglie? Non facciamo fatica ad ammetterlo: un certo formalismo stava mettendo in pericolo la vita di fede... c'era bisogno di una freschezza data dall'autenticità. Ma il grave errore è stato quello di illudersi di trovare l'autenticità e la freschezza della vita cristiana in tutta una serie di riforme, che hanno radi- calmente cambiato, se non stravolto, il volto della Chiesa. E non ne è venuto fuori un rinnovamento, una primavera, ma un lungo autunno che ha portato fino all'in- verno della fede, inverno che ha ucciso la vita di grazia nei nostri paesi, nelle nostre terre di antica cristianità. Ci si è messi a cambia- re tutto, a modernizzare la messa e con essa tutti gli altri aspetti della vita cattolica, pensando di fermare così la fuga dalle chiese, con il risul- tato, ed è sotto gli occhi di tutti, che le chiese hanno terminato di svuo- tarsi; chi è poi rimasto a frequentarle, non è cer- tamente più autentica- mente cattolico degli uomini di un tempo. Ne è esempio lampante proprio la riforma della Messa: l'hanno cambiata per renderla meno diffici- le alla gente, per render- la meno pesante. Ne è nato un rinnovamento? No, ma un impoverimento, uno svuotamento ambiguo di contenuto: è come se lo “ scheletri- to” nuovo rito della messa non educasse più, lasciando spazio a tutte le nostre piccole e grandi eresie. La strada da percorrere era un'altra, quella di un appassionato lavoro quotidiano per educa- re le anime a vivere della messa, comprenden- done l'inestimabile valore e l'incommensurabi- Anno VII mAGGIo 2014 n. Editoriale

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Radicati nella fedefoglio di collegamento della chiesa di Vocogno e della cappella dell’Ospedale di Domodossola dove si celebra la messa tradizionale 5

Non c'è nessun fatto pura-mente esterno a noi chepossa garantire il rinnova-mento della Chiesa o la rinascita della vita cri-stiana.

Quando parliamo della crisi della fede neitempi moderni, quando desideriamo il rifioriredella vita cristiana del nostro popolo, dobbiamoavere ben presente che non è possibile affidar-ci a nessun automatismogarantito da qualcosa cheaccade solo fuori di noi: larinascita partirà sempredal nostro nascere dinuovo alla grazia di Dio.Sì, è dalla conversionepersonale che dobbiamosperare il rifiorire dellaChiesa tra noi.

È proprio partendo da unerrore di prospettiva che siè pensato di diffondere ilcristianesimo a suon diriforme. È stato, crediamo,l'errore degli anni concilia-ri. Cerchiamo di spiegarci.

C'era bisogno di un rinno-vamento della vita cristia-na negli anni ’50 e ’60? Certamente sì. C'erabisogno di una maggiore verità nella vitasacerdotale, nei conventi, nelle associazionilaicali, nelle scuole cattoliche, nelle famiglie?Non facciamo fatica ad ammetterlo: un certoformalismo stava mettendo in pericolo la vita difede... c'era bisogno di una freschezza datadall'autenticità.

Ma il grave errore è stato quello di illudersi ditrovare l'autenticità e la freschezza della vita

cristiana in tutta una seriedi riforme, che hanno radi-calmente cambiato, se non

stravolto, il volto della Chiesa. E non ne èvenuto fuori un rinnovamento, una primavera,ma un lungo autunno che ha portato fino all'in-verno della fede, inverno che ha ucciso la vitadi grazia nei nostri paesi, nelle nostre terre diantica cristianità.

Ci si è messi a cambia-re tutto, a modernizzarela messa e con essa tuttigli altri aspetti della vitacattolica, pensando difermare così la fugadalle chiese, con il risul-tato, ed è sotto gli occhidi tutti, che le chiesehanno terminato di svuo-tarsi; chi è poi rimasto afrequentarle, non è cer-tamente più autentica-mente cattolico degliuomini di un tempo.

Ne è esempio lampanteproprio la riforma dellaMessa: l'hanno cambiataper renderla meno diffici-le alla gente, per render-

la meno pesante. Ne è nato un rinnovamento?No, ma un impoverimento, uno svuotamentoambiguo di contenuto: è come se lo “ scheletri-to” nuovo rito della messa non educasse più,lasciando spazio a tutte le nostre piccole egrandi eresie.

La strada da percorrere era un'altra, quella diun appassionato lavoro quotidiano per educa-re le anime a vivere della messa, comprenden-done l'inestimabile valore e l'incommensurabi-

anno VIImaggIo 2014 n.

Editoriale

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Radicati nella fede pag. 2

le bellezza. Occorrevano preti intelligentemen-te appassionati, comunità ferventi, capaci dipreghiera, studio e sacrificio; occorrevanoanime commosse. Ci si è invece affidati alla viaingannevole di una riforma esterna che facili-tasse i riti per i preti e per i fedeli... illudendosiche accomodando le cose esterne le anime siconvertissero. E tutto è crollato in uno spaven-toso impoverimento: per inseguire i fedelisenza fervore, si è banalizzata la messa ridu-cendola quasi a un rito degno di una religionepuramente naturale.

E invece la Chiesa aveva bisogno della santi-tà, e la santità nasce dalla conversione perso-nale.

Il rito non va cambiato, deve cambiare inveceil nostro cuore. Il rito deve essere la rocciasicura su cui posare tutta la nostra vita. Perquesto siamo tornati alla Tradizione, per que-sto custodiamo la “Messa di sempre”. Il ritodeve custodire la retta fede, la vera preghieracattolica, deve metterci nella posizione giustadifronte a Dio: solo così la grazia potrà opera-re la nostra conversione.

Sono i santi, commossi per l'opera di Dio, cherinnovano la Chiesa e la vita cristiana, e non igiochi umani dei cambiamenti continui.

Chi vuole i cambiamenti continui è semplice-mente un uomo annoiato; e con gli uominiannoiati in cerca di novità esteriori, fosseroanche religiose, non si fa una Chiesa santa.

Il vero movimento liturgico, quello diGueranger e di Pio X per intenderci, volevafavorire proprio un'autenticità di preghiera neisacerdoti e nei fedeli. Voleva che le animeimmergendosi nella santa liturgia, pregandoveramente con la Chiesa, rinascessero ad unavita cristiana più autentica e intelligente.Invece nel movimento liturgico si operò il tradi-mento, consumato da chi pensava che facilita-

re equivalesse ad aiutare a pregare: così nonfu, ed è sotto gli occhi di tutti il disastro... i cri-stiani sanno ormai raramente pregare.

Nulla di esterno può sostituirsi alla nostra con-versione, al sincero fervore personale, all'au-tentico amore per Cristo. Ma la nostra conver-sione, operata dalla grazia, scaturirà dalla pre-ghiera della Chiesa che la Tradizione ci haconsegnato, che è la preghiera di Cristo stes-so.

Così è necessario anche per noi che:

1. si torni alla corretta liturgia secondo la tradi-zione, perché il tesoro della rivelazione prega-ta non vada perduto;

2. che sacerdoti e fedeli intelligentementecommossi diventino autentici missionari, edu-catori alla preghiera secondo il cuore dellaChiesa. Se non ci fosse anche per noi questosecondo punto, cadremmo nello stesso tragicoerrore dei riformatori conciliari: credere chebasti tornare a qualcosa di esteriore (fosseanche la messa antica) perché la vita rinasca.

Che la Madonna ci aiuti ad essere fedeli alnostro compito.

www.radicatinellafede.blogspot.itTrovate tutti i numeri di “Radicati nella fede” in formato PDF su:

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Radicati nella fede pag. 3

Pubblichiamo la seconda parte delcapitolo XV del testo del P. Emmanuelsulla Santa Chiesa. Si tratta qui delmartirio e della funzione di docenzanella Chiesa. Lasciamoci intelligente-mente formare da questa pura dottrinacattolica che il grande monaco-parrocodiffuse con i suoi scritti. È tutto un lavo-ro utile per non rimanere in superficie nel vivere la Chiesa: andare in profondità e leggere in que-sta profondità tutti i momenti lieti e tristi della vita della Chiesa, per poter scorgere la mano di Dioanche nelle vicende della nostra vita personale.

da “La sainte Église”del Père Emmanuel Andrè

Dottrina Cattolica

Capitolo XV

LE TRE aUREoLE[seconda parte]

Gesù Cristo, venuto in questo mondo, ha resotestimonianza al Padre suo fino all'effusione delsangue; è da lui, come parla la Chiesa, è dal suosacrificio cruento, che il martirio trae la sua origi-ne (Segreta del giovedì della terza settimana diQuaresima).

Continuatrice di Gesù Cristo, la Chiesa continuala sua Passione per una successione ininterrottadi martiri. Essa ne produce senza fine, comesenza fine produce delle vergini.

San Paolo ha potuto dire: “Compio nella miacarne ciò che manca alla Passione di GesùCristo” (Col 1,24), poiché la Passione del Capocontinua nelle membra. La Chiesa deve a GesùCristo una misura di sangue per colui che l'ha ver-sato. Tertulliano ha detto, in quest'ordine di idee,che ogni cristiano è debitore del martirio. Debitosacro, che tutti pagano più o meno, che diversipagano integralmente a nome di tutti. Fino aquando i suoi figli avranno la fede nel cuore e delsangue nelle vene, la Chiesa sarà solvibile; essalo sarà sempre, perché queste due cose non lemancheranno mai.

La storia attesta che sempre, in qualche parte delmondo, ci sono stati dei martiri; oggi ce ne sono

stati nel Tonchino, domani ce ne saranno altrove,forse in Francia. Guai ai tempi nei quali la passio-ne di Nostro Signore cesserà di fruttificare! Saràun'epoca di perdizione. La Chiesa è feconda peril sangue che essa versa: sangue dei martiri,seme di cristiani, diceva ancora Tertulliano.

Ma dove dunque trovare il martirio, anche in statointermittente, fuori della Chiesa? Non sono i mis-sionari protestanti che versano il loro sangue suilidi che si tratta di evangelizzare. La storia ci offrequa e là qualche esempio di fanatismo cieco: manon si incontra che nella Chiesa la ferma e lumi-nosa costanza del martirio.

Riassumendo, c'è, attraverso le epoche, una glo-riosa scia di sangue che rimonta direttamente alCalvario. A coloro che cercano Gesù Cristo, indi-chiamo questo mezzo per trovarlo.

Alla fine dei tempi, la Chiesa tutta intera soffriràuna passione che riprodurrà tratto dopo trattoquella di Gesù, sarà la persecuzionedell'Anticristo; ne parleremo alla fine di quest'ope-ra.

***

Nostro Signore si è presentato agli uomini comedottore: Non avete che un maestro, ha detto loro,che è il Cristo (Mt 28,19-20). Da allora, il dottora-to è in permanenza nella Chiesa, che in tutte lecose continua Gesù Cristo.

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Radicati nella fede pag. 4

L'abbiamo detto, il primo atto della Chiesa è statoparlare tutte le lingue. Uscendo dal Cenacolo,essa si è messa ad insegnare. Ne aveva la mis-sione; è per lei un diritto e un dovere. La Chiesaè stata costituita da Gesù Cristo come la maestradel genere umano (Mt 28, 19-20).

Ci sarebbe da dire immensamente su questo uffi-cio della Chiesa, principalmente oggi quando tuttigli sforzi del diavolo tendono a erigere dappertut-to delle cattedre di pestilenza contro la cattedradella verità. Per il momento, ci contenteremo d'in-dicare come la Chiesa compie la sua missione.

Ogni osservatore semplicemente imparziale puòfacilmente riconoscere che si fa dappertutto, nellaChiesa e attraverso la Chiesa, un lavoro di mani-festazione della verità. Gesù Cristo ha posto nelsuo seno tutte le verità; essa le mette in luce,come il minatore estrae dalle viscere del suolo ifiloni d'oro e d'argento; o piuttosto li produce al difuori, per una sorta di parto meraviglioso, come laterra fa germogliare fiori e frutti (Sal 84,12).

Questa manifestazione abbraccia tutta l'estensio-ne della dottrina rivelata, ed anche comprendeuna quantità di verità naturali che hanno un rap-porto essenziale con la Rivelazione. In una paro-la, essa è totale e non parziale, seguendo la pro-messa del Salvatore: lo Spirito vi insegnerà tuttala verità (…). L'unzione vi insegnerà tutto (Gv16,13; 1Gv 2,27).

Il cardinale Manning sottolinea con profonditàche questo dispiegarsi totale della verità è il carat-tere della Chiesa romana. Gli anglicani, dice,hanno qualche tratto del dogma, dei rari trattidella morale; sono nulli nella scienza ascetica emistica, che traccia le vie dell'anima penitente eracchiude i segreti dell'amore divino. Si sente chesono stranieri alla colomba che geme, alla sposache ama. La Chiesa, al contrario, proietta ognigiorno, attraverso i suoi dottori e le sue stessevergini, le più ammirabili luci su queste questionicosì belle.

La Chiesa inoltre si proporziona a tutti; dal suoseno di madre fa colare per i suoi figli un lattepuro e abbondante; ai forti, riserva un nutrimentopiù solido (Eb 5,12-14). Essa si sente responsabi-le della dottrina agli insensati come ai saggi (Rm1,14). Mentre i suoi frati e le sue suore fannoscuola ai bambini fino in Africa e in Oceania, i suoidottori rovesciano le vane chimere di una scienzaempia e orgogliosa, ed edificano la vera scienzain armonia con la fede.

Come non gridare in presenza di un simile spet-tacolo: O Santa Chiesa, tu sei la maestra dellaverità; tu fai brillare una luce che, partendo daDio, abbraccia tutta la creazione. Fuori di te, nonvi è che una contraffazione della scienza; e que-sta stessa contraffazione non sarebbe possibile,se tu non avessi ispirato alle anime quella sete diconoscenza che tu sola puoi appagare.

continua...

Data la loro importanza, queste serate sostituiscono gli “Incontri di Dottrina Cattolica” del mese di maggio.

VOCOGNO Il Mese di Maggiocon Père Emmanuel Andrè

LA DEVOZIONE a NOSTRA SIGNORA

DELLA SANTA SPERANZA

Sabato 3 - 10 - 1724 - 31 Maggio

ore 20.30N. S. della Santa Speranza

chiesa parrocchiale

Santo RosarioMeditazione

Benedizione Eucaristica

Nostra Signora della Santa Speranza,

convertiteci!

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Radicati nella fede pag. 5

ETTIMANA ANTA

LaS

S

Domenicadelle Palme

GiovedìSanto

La lavanda deipiedi.

Il canto deifedeli.

L’Elevazionedurante laSanta Messa.

La processioneall’Altare dellaReposizione.

nelle pagine delnostro bollettinopubbl ich iamoalcune foto dellaSettimana Santain Rito tradizio-nale a Vocogno,dalla Domenicadelle Palme allaSolenne VegliaPasquale.

a Vocogno

La distribuzionedei rami di ulivobenedetti.

La solenne processione.

L’Elevazionedurante la Santa Messa.

13 aprile 2014

17 aprile 2014

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Radicati nella fede pag. 6

VenerdìSanto

SabatoSanto

La prostrazioneall’inizio dellaSolenne Liturgiadella Passione eMorte di N. S.Gesù Cristo.

Tre momenti dell’Adorazionedella Croce.

L’accensionedelle candele deifedeli dal fuoconuovo del CeroPasquale.

Il sacerdoteimmerge il Cero Pasquale nell’acqua,invocando la potenza delloSpirito Santo.

L’Elevazionedurante laSanta Messa.

La rinnovazionedelle promessebattesimali.

18 aprile 2014

19 aprile 2014

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Radicati nella fede pag. 7

Fratelli, voi avete la grazia grande di vivere laVeglia Pasquale, la notte più sacra dell’anno inassoluto, e di prepararvi così – e lo state facendo– a vivere pienamente la Resurrezione delSignore. Domani la Messa solenne, che non èun’ulteriore Messa oltre questa - questa notte è laVeglia pasquale con la prima Messa di Pasqua,domani la Messa cantata del giorno di Pasqua: ilmondo cristiano vive tutto, vive tutte queste cose.Bisogna imparare a vivere così, perché allora sicapisce il mistero grande che si compie in mezzoa noi ancora una volta, ancora in questo anno delSignore 2014. Non a caso il Cero pasquale èsegnato ogni anno con l’anno che Dio ci ha dato,perché la grazia di Cristo crocifisso e risorto èdata per noi oggi. Non è un ricordo lontano, èCristo crocifisso e risorto, glorioso, vincitore delpeccato e della morte, che è presente oggi.

E cosa ha fatto la Chiesa in questa notte? Molti,quelli deboli nella fede, non lo capiscono. Cosa fanella notte di Pasqua la Chiesa? Fa la rappresen-tazione della Resurrezione del Signore? No dicerto! Fa le cose che fanno vivere quel popolosanto nuovo, quella realtà nuova, impensabilmen-te nuova, che è nata nel mondo grazie a GesùCristo crocifisso e risorto, che si chiama Chiesacattolica! Una realtà nuova, data da una naturanuova, un popolo formato da gente unita nondalla carne e dal sangue, non dalla nazionalità,ma da ciò che costituisce la persona più di tutto,che è la grazia di Dio. Noi siamo rinati, siamo nativeramente nel giorno in cui siamo stati battezzatie rinasciamo nuovamente ogni volta che ricevia-mo la grazia divina nei sacramenti. Cristo risortoè il Capo di questo Corpo mistico che si chiamaChiesa cattolica, che nasce dalla grazia di Cristo,che nasce dal costato di Cristo che ieri abbiamocontemplato nel dolore della morte al Calvario eche oggi riconosciamo glorioso, che effonde lasua grazia in mezzo a noi e su di noi.

È una notte bellissima. Dopo il canto delPreconio pasquale attorno al cero che è il simbo-lo di Cristo risorto, ma che è segnato dai granid’incenso, i cinque grani che sono le piaghe diCristo. Le piaghe sono nel cero pasquale, comele piaghe sono ancora in Cristo crocifisso e risor-to, perché quelle piaghe resteranno aperte finoall’eternità, perché deve scaturire dalle piaghe diCristo la grazia dei sacramenti. Quella grazia chepoi è stata rinnovata facendo l’acqua nuova, l’ac-qua benedetta e facendo l’acqua battesimale,mischiata dell’olio dei Catecumeni e dal SacroCrisma, che i Vescovi hanno consacrato nelle cat-tedrali del mondo intero la mattina del GiovedìSanto. E quell’acqua verrà usata tutto l’anno perdare quella natura nuova: il bambino riceve ilnome da Dio il giorno del battesimo! È la creazio-ne nuova, e queste creature nuove formano unpopolo nuovo: il popolo dei redenti. E’ la tenda diDio, è la presenza di Dio in mezzo al mondo, sichiama Chiesa. Che dono enorme! Potessimovivere di questa coscienza tutto l’anno.

So che siete stanchi, lo so, ma dovete rinasceredalla stanchezza perché dovete capire, gustare,contemplare, piangere di commozione, per que-sta cosa nuova che il Signore ha fatto. Non èscontato: senza la grazia di Dio siamo perduti,saremmo gregge senza pastore, pecore disperse,pieni di solitudine e di disperazione. Il Signore ciha rifatti nuovi, ma occorre stare dentro questopopolo nuovo che si chiama Chiesa cattolica eoccorre starci con la grazia dei sacramenti e conla grazia della fede.

Fratelli, domandiamo di essere fedeli a questogrande dono. Vorrei solo ripetere quello che forsedico tutti gli anni, ma è troppo importante. Cristo

Pubblichiamo l’omelia di don alberto Seccidurante la Solenne Veglia Pasquale.Vocogno, Sabato 19 Aprile 2014

Cosa fa la Chiesa nellanotte della Veglia Pasquale

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Radicati nella fede pag. 8

ORARI SANTE MESSE

VocognoChiesa di Santa Caterina v.m.

Domenica e Feste ore 10.30 Messa cantata

ore 17.00 Messa letta

Lunedì - Mercoledì e Venerdì:ore 17

Martedì - Giovedì e Sabato:ore 7

Per le Messe in settimana saranno possibili

delle variazioni di orario.Tel. don Alberto 349.2848054

Lunedì - Martedì - Giovedì eVenerdì: ore 17

Mercoledì: ore 7Sabato: ore 8

Per le Messe in settimana saranno possibili

delle variazioni di orario.Tel. don Stefano 348.2463990

DomodossolaCappella dell’ospedale

Domenica e Festeore 10.30 Messa cantata

risorto non è un fantasma. Lo si tocca e lo si vede.Il Corpo di Cristo risorto, del Crocifisso risorto, èla Chiesa cattolica! Ah certo che se uno inizia anon viverla più la Chiesa cattolica, incomincia anon più trovare il Signore: tutto lì! È qualcosa dimistico, di estremamente spirituale – è divina laChiesa – ma è visibile. Lo sapete - permettetemiquesta notte di chiedervi un attimo di pazienza –lo dicevo alle persone, ai chierichetti, ai ministran-ti, alle persone che hanno addobbato a lutto lachiesa e l’hanno riportata alla bellezza del giornodi Pasqua, lo dicevo a coloro che tutto l’anno pre-parano il canto, lo dicevo a chi è fedele tutti i gior-ni alla Messa quotidiana e vorrei dirlo a tutti: laChiesa è fatta di queste cose visibili. Avete vistocome è macchinoso fare i sacramenti? E c’è Diolì dentro! E c’è la grazia che miracolosamentevince il peccato e la morte. Ma è un fatto fisico, sivede! La Chiesa è una societas, una società, è unpopolo nuovo! Potessimo riconoscere che Cristorisorto è così in mezzo a noi! Allora vivere laResurrezione di Cristo vuol dire, guardandoci nelvolto nei prossimi giorni, riconoscerci fratelli esorelle nella fede, molto più parenti che con iparenti che abbiamo per la carne ed il sangue eche non vivono con la fede, e che non vivono lagrazia dei sacramenti. Siamo una sola famiglia,

siamo la Chiesa cattolica ed è il Corpo di Cristorisorto la Chiesa cattolica! Non c’è divisione. Lui èil Capo, noi siamo il Corpo mistico, siamo le suemembra.

Viviamo questa coscienza che è l’unica coscien-za cattolica. Altrimenti finiamo in uno spiritualismoche lascia nella più terribile solitudine. Viviamo laliturgia come l’abbiamo vissuta in questa notte,amiamo la liturgia della Tradizione e serviamolacon tutto noi stessi, anche con la nostra fatica fisi-ca. Serviamola, perché è servire Cristo risorto inmezzo a noi. Cristo risorto servito poveramenteda noi ci ricolma della sua grazia immortale.