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Italiano: lingua di cultura europea Atti del Simposio intemazionale in memoria di Gianfranco Folena, Weimar 11-13 aprile 1 996 A cura di Harro Stammerjohann con la collaborazione di Hans-lngo Radatz D!P. STUD! LlNGUIST!C! E CR!ENTAU inv ) 1 UNIVEPSIT' Df BOLOGNA Gunter Na Verlag Tübingen

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Page 1: Italiano - contrastiva · · el entender, y hablar de la Lengua Italiana di Francisco Trenado de Ayllón (1569) n testo che vi presento e (salvo smentite) la prima grammatica italiana

Italiano: lingua di cultura europea

Atti del Simposio intemazionale

in memoria di Gianfranco Folena,

Weimar 11-13 aprile 1 996

A cura di Harro Stammerjohann con la collaborazione di Hans-lngo Radatz

D!P. STUD! LlNGUIST!C! E CR!ENTAU inv ""':l;Oi) 1 UNIVEPSITJ\' Df BOLOGNA

� Gunter Narr Verlag Tübingen

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Die Deutsche Bibliothek- CIP-Einheitsaufnahme

Italiano: lingua di cultura europea: atti del Simposio intemazionale in memoria di

Gianfranco Folena, Weimar, 11 - 13 aprile 1996/ a cura di Harro Stammerjohann con la

collaborazione di Hans-Ingo Radatz.- Tübingen : Narr, 1997 ISBN 3-8233-5263-6

Publiziert mit Unterstützung der Fritz Thyssen Stiftung.

© 1997 · Gunter Narr Verlag Tübingen

Dischinge�g 5 · D-72070 Tübingen

Das Werk einschlieB!ich aller seiner Teile ist urheberrechtlich geschützt. Jede Verwer­

tung auBerhalb der engen Grenzen des Urheberrechtsgesetzes ist ohne Zustimmung des

Verlages unzulassig und strafbar. Das gilt insbesondere für Vervielfáltigungen, Überset­

zungen, Mikroverfilmungen und die Einspeicherung und Verarbeitung in elektronischen

Systemen.

Gedruckt auf saurefreiem und alterungsbestiindigem Werkdruckpapier.

Druck: Müller + Bass, Tübingen

Verarbeitung: Gogl, Reutlingen

Printed in Germany

ISBN 3-8233-5263-6

Indice

Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

Lorenzo Renzi (Padova) Gianfranco Folena, un italiano in Europa . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11

Daniela Goldin Folena (Padova) Seguendo Da Ponte: }'italiano lingua dei teatri musicali europei . . . . 19

Raffaele Simone (Roma) Geopolitica delle lingue tra Cesarotti e Leopardi . . . . . . . . . . . . . . 37

Sabine Schwarze (Halle) Die italienische Sprache als Mitglied einer gran famiglia europea . . 49

Pierre Swiggers (Leuven) La culture linguistique en Italie et en France au XYr siecle . . . . . . 59

Roland Bemecker (Nantes) Italienisch in Paris: Giosafatte Biagiolis Grammaire italienne élémentaire et raisonnée (1805) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91

Maria Lieber (Dresda) L'italiano alla corte di Augusto il Forte .................... 107

Fabio Marri (Bologna) Un caso di italiano nel Settecento e i suoi riflessi sulla cultura europea: la lingua del Cristianesimo felice di L. A. Muratori dall'originale alla traduzione tedesca ..................... 133

Martin Stegu (Chemnitz) Italianismen und Pseudoitalianismen im Deutschen (unter besonderer Berücksichtigung des osterreichischen Sprachgebrauchs) ........ 185

Jom Albrecht (Heidelberg) Italienische Grammatikographie im Deutschland des 18. und in der ersten Hilfte des 19. Jahrhunderts .................... 205

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Klaus Bergdolt (Koln) Deutsch-italienische Wisseoschaftsbeziehungen und das Sprachenproblem im 19. Jahrbundert . .. . .. . ..... . . . . . . . . . 223

John Lindon (London) L'italiano in Albione: la dimensione universitaria 1724-1903 ...... 237

Vincenzo Lo Cascio (Amsterdam) L'italiano nel secolo d'oro ol�ese . . .. . . .. . ....... . . .... . 247

Andreas Sanesi (Stoccolma) Tracce nostrane in Bellman, poeta svedese settecentesco . . . ... . . 283

Gunver Skytte (Copenagben) L'immagine dell'italiano attraverso gli eseQlpi della grammaticografia danese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 299

Sorin Stati (Bologna) Gli italianismi nella lingua romena . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 307

Furio Brugnolo (Padova) aQuesta e lingua di cui si vanta Amore- Per una storia degli usi letterari eteroglotti dell' italiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 313

Manuel Carrera Díaz (Sevilla) Le m.g!oni della lingua: le prime grammatiche italiane per �i>anofoni . . . . . . . . . . . . . . ................ ...... 337

Paolo Silvestri (Sevilla) L'Arte muy curiosa por la cual se enseña muy de rayz el entender, y hablar de la Lengua Italiana di Francisco Tremido de Ayllón (1569) ... ......................... 347

Teresa Giermak-Zielióska (Varsavia) Les mots d 'origine italienne en polonais contemporain . . . . . . . . . . 363

Zsnzsanna Fábián (Qudapest) La cultura italiana e l'iosegnamento dell'italiano in Ungheria . . . . . 375

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Paolo Silvestri (Sevilla)

L' Arte muy curiosa por la cual se enseña muy de rayz · el entender, y hablar de la Lengua Italiana

di Francisco Trenado de Ayllón (1569)

n testo che vi presento e (salvo smentite) la prima grammatica italiana esplicita­mente dedicata ad un pubblico di ispanofoni.1 La mia analisi fa parte di un piu ampio studio diacronico che sto conducendo sulle grammatiche italiane per ispanofoni plbblicate fra XVI e XIX secolo. 2 TI pregiudizio - tuttora radicato per

2

Ane mvy cvriosa por la cual se enseña muy de rayz el enrender, y hablar la Lengua Italiana, con rodas las reglas de la pronunciacion, y acenro, y declaracion de las partes indeclinables, que a esta lengua nos oscurecen. Compuesto por Francisco Trenado de Ayllon. Dirigido a don lñigo de Herrera y de Velasco & c. Con priuile­gio. Medina del Campo. Por Santiago del Canto. Año de 1596.

Poche le notizie che sono riuscito a reperire sull'autore. C. Femández Duro lo cita come originario di Vülalpando (Zamora), autore della grammatica in questione e traduttore delle rime del Patrarca ( Collecci6n bibliográfico-biográfica de TWlicias rejerenres a la provincia de Zamora, Zamora: Imprenta y Fundición de Manuel Tello 1891, p. 532). Qualche notizia in piu in L. Calvo Lozano, Historia de la villa de Villalpando (Zamora: Diputación provincial de Zamora 1981, p. 225): Trenado de Ayllón viene qui indicato come marito di Doña Juana de París (sorella di Andrés de París) e come '<alcalde mayor del llustrísimo Señor Condestable de Castilla .. , ossia Don Juan Femández de Velasco. Anche qui fra le sue opere si fa riferimento alla grammatica e alla traduzione citate. Si aggiunge un brano di una lettera (scritta nel 1.599 a Don Diego Sarmiento de Acuña, Corregidor di Toro) che accompagna una copia della grammatica e in cui si annuncia il futuro omaggio della traduzione del (:anzoniere ..

Nelle citazioni riportate in questa sede ho seguito un criterio di tipo conservativp per quanto riguarda grafia, accentazione e p1,111teggiatura. Mi sono limitato solamen­te, per rendere pi u agevole la Iettura, a sciogliere le abbreviature e a modemizzare il segno grafico corrispondente alla S lunga (J). 1 corsivi che compaiono nelle citazioni sono dell'autore. Per un primo censimento sulle grammatiche italiane per ispanofoni si veda A. Arce, •Principales Gramáticas y Diccionarios Bilingües en la España del XIX», in: V. González Martín, ed., El siglo XIX italiano (Actas delii Congreso Nacionai de Ira-

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·348 Paolo Silvestri

quanto smentito dai fatti- per cui l'italiano fosse per uno spagnolo una lingua •facile-, credo giustifichi in gran parte lo scarso numero (una quindicina circa secondo il mio ceosimento) di grammatiche italiane dedícate a spagnoli nei citati secoli, ed anche il relativo ritardo nella pubblicazione della prima di queste, rispetto ai casi di grammatiche e manuali di insegnamento di altre lingue europee come lingue straniere o dello stesso italiano come lingua straniera in altri paesi.3 Anteriore rispetto all'Ane muy curiosa e anche, per vedere il caso speculare rispetto a quello che stiamo analizzando, la prima vera e propria grammatica spagnola per italofoni, n paragone del/a lingua toscana e castigliana di Giovanni Mario AJessandri D'Urbino, che viene pubblicata nel 1560; questa e a sua volta preceduta da alcuni abbozzi grammaticali, fra i qwili spicca il noto Diálogo de la lengua- scritto nel 1535 durante la permanenza di Juan de Valdés in Italia- che contiene tra l'ahro, anche se non espresse in modo si.stematico, indicazioni sull'uso dello spagnolo dedícate dall'autore agli amici italiani.4

L'Ane muy curiosa, fllbblicata dunque sullo scorcio del XVI secolo, sembra avere, come possiamo vedere nella sua parte introduttiva, una duplice finalitA e quindi diversi destinatari. Nell'autorizzazione regia per la stampa e vendita del libro, questo viene definito- ene ha fatto cenno il Prof, Carrera nel suo intervento - come -muy util y necesario para los Vireyes, Embaxadores, y otros nuestros ministros , que imbiauamos a los negocios y cosas tocantes a nuestro Real seruicio, a los estados de Italia» (3 r); d'altra parte, �1 Prologo al lector, l'autore sottolinea il diffuso interesse in Spagna per l'apprendimento dell'italiano in quanto lingua d'arte, e la necessitA di ccreglas, y preceptos para aprenderla» (6 r). Siamo apparentemente ad un duplice livello di fruizione dell'opera dunque: da un lato una fmalita di carattere pratico e, se mi si consente il termine, "Comunicativa» (per

3

4

lian istas), Salamanca: Ediciones Universidad de Salamanca y Junta de Castilla y León 1988, pp. 7-15. L'analisi diacronica degli strumenti di studio e della didanica delle L2 costituiscono un terreno in gran parte ancora inesplorato. Fra i contributi piu recenti si vedano i saggi conteñuti in C. Pellandra, ed., Gramnuuiche, gramnuuici, gramnuuisli. Per una storia deU'insegnamenro delle lingue in Italia dal Cinquecenro al Serrecenro, Pisa: Ed. Librería Goliardica 1989, oppure A. Sancbez Pérez, Historia de la enseñanza del español como lengua extranjera, Madrid: Sociedad General Española de Librería S.A. 1992; qualcbe cenno sull'insegnamento dello spagnolo a livello

diacronico in Italia anche in M. V. Calvi, Ditúmica di üngue a.ffini. Spagnolo e ila- -� 1_ Iiano, Milano: Guerini e Associati: 1995, pp. 15-42. Pochi gli studi d•insieme sulla ��; storia dell'italiano come lingua straniera; vanno perlomeno citati G. Gamberini, Lo srudio deU'iraliano in Jnghilrerra nel '500 e nel '600, Messina 1 Firenze: G. D' Anna 1970, e V. Lo Cascio, ed., L 'italiano in America Latina (Ani del convegno sv�Irosi a Buenos Aires nei giomi 1 15 serrembre 1986), Firenze: Le Monnier 1987. Sulle grammatiche spagnole per italofoni nel '500, si veda A. Gallina, • · * grarnmaticbe spagnole ad uso degli italiani (sec. XVI)», Ateneo Venero, n.s., 13

(1975), pp. 19-44.

L '•Ane muy curiosa ... »di Trenado de Ayllón 349

quanto possa avere semo in questo periodo parlare di lingua di comunicazione nel caso dell'italiano), dall'altra una finalita ascrivibile all'ambito dello studio letterario. L'opera, sebbene orientata da una parte verso una grande semplicita e snellezza argomentativa, 5 propone in realtA un modello di lingua letteraria che e fondamentalmente in linea con la teorizzazione bembiana. L'esemplificazione offerta a supporto delle regole enunciate poggia infatti esclusivamente sul-1 'auctoritas dei tre grandi trecentisti, in primis su Petrarca; la stragrande maggioranza degli esempi sono petrarcheschi, tratti perloppiil dal Canzoniere, e solo in seconda i.stanm si ricorre a Dante e Boccaccio. Questo •squihbria» a favore del Petrarca, non e casuale; Trenado de Ayllón tradusse infatti il Canzoniere, 6 e propone, nel citato Prologo al lector, la sua traduzione (allora non ancora terminata e in seguito mai pubblicata) e la sua grammatica come strumenti complementari per lo studio e il conoscimento dell'italiano, nella giusta compenetrazione di teoría e pratica:

6

Si tratta di un principio piu volte ribadito dall 'autore, •no deuiendo ser los preceptos largos en el arte, ansi como lo mandan Quintiliano en su Rheotrica, y Horacio en la arte poetica donde amonestan, que sea procurada en ellos la breuedad, siendo como son las memorias flacas; de cuya enfermedad casi todos los buenos ingenios se quexan» (12 r). La traduzione a cui si fa riferimento, pronta per la stampa nel 1598, in realtA non fu mai pubblicara. Sull'argomento vedi F. Meregalli, •Sulle prime traduzioni spagnole di sonetti del Petrarca», in: Traduzione e rradi.z:ione europea del Perrarca, Ani del m congresso sui problemi della rraduzíone lerreraria (Monselice, 9 Giugno 1974}, Padova: Antenore 1975, pp. 55-63.

Mi sembrano interessanti alcuni passi deii'Arte mMY curiosa in cui l'autore, lodando l'altezza della poesía petrarcbesca e raccomandandone la lettura, espone nel contempo i criteri seguiti per la traduzione: • Y por yr las Rimas traducidas parte por parte, y letra por letra, y despues declaradas muy menudamente en peda�os, sera parte, para que bagan exercitar al Lector con mucho gusto en el vso de entenderla: siendo la materia de estas rimas tan alta, y de tan admirables conceptos, que la dul�ura, y suauidad, con, que los yra gozando el entendimiento, le hara sauidor de aquella lengua, no con trabajo sino con deleyte, tal qual se me ha buelto a mi todo el trabajo passado, entendiendo rescibir del, las gracias que meresce, quien a su patria baze tal beneficio como este» (7 r). Piu avanti viene riconfermato lo sforzo di fedeltA al testo petrarcbesco ed alle rigide griglie della metrica italiana: •vocablos, accento, y pronunciacion los podra sacar el lector del texto con la practica y leccion del Petrarcba, y de la traduccion que yo bago en Castellano correspondiente al dicho texto, que por este respecto de industria y con mucho acuerdo bize la traslacion literal, por no quitar de su asiento a la traba�n y eslabonamiento de los epítetos de dicho autor, que con tanto artificio estancada palabra en su lugar, y no solo las palabras, mas aun las sylabas: y por esta razon no quise vsar de la libertad de la poesía Castellana; porque fuera en mucho agrauio de la armonía de la poesía del Petrarcha» (12 r-v).

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350 Paolo Silvestri

Con auer quedado no poco cansado quando acabe de declarar en Castellano las Rimas de aquel gran Poeta, y no menos Philosofo Francisco Petrarcha, pareciendome, que con esta Arte y con aquellas Rimas, aure hecho dos cosas de gran aprouechamiento, para dar entera noticia en España de aquella lengua[ ... ). Siendo este el mas derecho camino y mas claro modo de quantos es posible darse para intelligencia de una lengua estrangera: pues siruiendo esta Arte de la verdadera Theorica, y viniendo luego el Lector a la pratica, leyendo aquellas rimas se hallara con estas dos cosas tan señor de aquella lengua, como de la propria que tenemos por vso. (6 r- v);

E piu avanti:

Aduertiendo al Lector, que el yr estudiando estas reglas, y leyendo en .hbros ita­lianos han de ser todo vno, como acostumbran los muchachos estudiar la Grammatica Latina, que despues de la Theorica y preceptos luego vienen a la pratica, y al vso de los preceptos dados leyendo libros, y exercitando los dichos preceptos, pues hablandola, y leyendola, se aprende qualquiera lengua (24 r).

n topos, cui si faceva rifetimento in precedenza, della semplicita dell'italiano per un isponofono si riaffaccia poi in pru occasioni, e risulta piu evidente nei punti in cui si compara la linearita della grammatica italiana con la difficoltá della latina:

[ ... ] si para estudiar la Grammatica Latina se gastan tres y quatro años, en muy pocos dias, que se gasten en esto [nello studio dell'italiana], entenderan y gozaran con gran gusto la suauidad, y excellencia desta lengua (24 r).

Nell'argomentazione dell'autore il riferimento al latino e, almeno nella prima parte dell'opera, costaote. Innanzitntto svolge il (prevedibile) ruolo, diciamo, di cartina di tornasole per la�ione di regole e paradigmi grammaticali, intervenendo come punto d'appoggio laddove la presunta trasparenza dell'italiano per un

ispanofono vacilla. 1 sommari schemi di declinazioni e coniugazioni sono cosl organizzati in modo tripartito, secondo il seguente modello:

L'«Ane muy curiosa ... »di TrelUldo de Ayllón 351

Romances de sum, es, fui, esto es en Castellano

soi, eres y yo fui

Latin . ' Italiano Castellano

sum io sono yo soy

es tu sei tu eres

est quello e aquel es

sumus noi siamo nosotros somos

estis voi siete vosotros sois

sunt quelli sono aquellos son (13 r),

oppure:

Latin Italiano Castellano

nominatiuo:

hac musa la scienza la ciencia

genitiuo.:

huius musae de la scienza de la ciencia

dmiuo:

huic musae a la scienza para la ciencia (10 v),

Questo modello di �chema contrastivo tripartito viene, ad un certo punto della trattazione, abbandonato e sostituito da uno schema bipartito con diretto confronto italiano 1 spagnolo, posto che, come sottolinea l'autore, ano es mi intento enseñar aqui el Itiwano por' el Latín, sino el Italiano por el Castellana» (13 v). Si tratta pero

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·352 · Paolo Silvestri

di un abbandono non definitivo, in quanto il latino riemergera a svolgere la sua funzione chiarificatrice in successivi �del testo, soprattutto nella parte relativa al lessico.

Per quant.o riguarda l'organizzazione della materia Trenado de Ayllón segue, anche se piuttosto confusamente, lo schema canonico con la suddivisione in otto parti del discorso; si dice a questo proposito all'inizio dell'opera, subito dopo il Prologo: ccSiguese una Arte muy curiosa: para aprender con facilidad la lengua ita­liana, en la cual por estenso se trata de las ocho partes de la oracion italiana, de las declinableS, y indeclinables- (8 r).

Viene in alcune occasioni dichiarata la fedeltA al modello grammaticale del ccmaest:ro»· Antonio de Nebrija. 7 Questa pobebbe essere un'indicazione interessante in quanto dichiarazione esj>licita della fonte seguita; in realtA anche un sommario confronto fra i due testi e sufficiente per dimostrare che la dichiarazione di Trenado de Ayllón risponde pru che altro ad un atto di deferenza nei confronti di Nebrija, e che la Gramática de la lengua castellanas (che e del 1492, quindi anteriore di circa un secolo) non costituisce un reale modello. Infatti lungi dal seguirne la rígida e lucida schematizzazione, l'autore dell'Arte mvy cvriosa presenta una classiñcazione dei fatti grammaticali molto approssimativa, ingenua e a volte nebulosa, in cui le partí del discorso (che tra l'altro nella grammatica di Nebrija sono dieci e non otto) si intersecano e spesso si confondono fra loro. Un'attenzione particolare, esplicitamente dichiarata in pru punti (oltre che nello stesso titolo), e dedicata alle partí indeclinabili che "la [lingua] Italiana llama particnelas [sic], que es lo que mas oscurece aquella lengua» (8 r).9 Aquesto aspetto viene dedicato un intero capitolo (De las partes indeclinables, y de sus varios significados), oltre che numerosi riferimenti in altre sezioni dell'opera; il problema per �ispanofono risiede secondo l'autore soprattutto nella polisemia di alcune "parlicelle» e nella mancanza di una perfetta corrispondenza con lo spagnolo:

7

g

9

Es cosa muy necesaria aduertir al Lector, que ay en esta lengua vnas partecillas, o partes indeclinables, que tienen cada vna en si diuersos significados, y ansi me parecio po.perlas aquí todas juntas, para que con mas facilidad puedan ser halladas

Ad esempio: •y por seguir el modo, quel maestro Nebrixa tuuo en su Grammatica tan r�ibida, y con razon en toda �aña, despues de hauer tratado del nombre, me .� " parescto tratar del verbo sum, es,fili• (12 r). ,.�. 1 Su Nebrija. si veda l'interessante introduzione di Quilis alla sua edizione della citara grammatica, e la relativa bibliografta (A. Quilis, •Estudio• premesso a: A. De Nebrija, Gramálica de la lengua castellana, Madrid: Editora Nacional 1980, pp. 9-92). E ancora: •lo mas difficultoso, desta lengua[ ... ) son las partes indeclinables ddla, que laman, Parrichele, o particulas [ ... ] equiuocas, y varias en sus significaciones­(12 r).

L '•Arte muy curiosa ... »di Trenado de Ayllón 353

a la �o y tomadas de memoria para vsar dellas en la leyenda con su verdadero significado (2lr).

Nonostante questa oggettiva difficolta, la somiglianza fra i due sistemi linguistici (oltre che lo studio esplicito), potra permettere quasi sempre la deduzione del significato:

Y aunque-estas partes indeclinables contienen diuersos significados, la semejanya de las lenguas en hablar, los declaran, si se quiere mirallo [sic) con atencion [ . . . ] pues por la razon que siguen [sic) [ ... ] se podran conjecturar, y entender sus significados, con vn poco de estudio y con cuydado (23v-24r).

Un paio di esempi di come vengono trattate le partí indeclinabili: uno sulla apolivalenza» di che:

·

che

che porque

che que

che eceto, salbo

che pues, en afumatiuo

che qualquiera

che quando

ed uno su qÜella di" dunque : (22 r),

Dunque, y adunque

dunque por ventura

dunque a caso

dunque ansi que

dunque pues

dunque luego

(22 v).

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354 Poolo Silvestri

Segue una parte in cui sono mescolate parti ind.eclinabili e declinabili, organizzata per lo piU per campi semantici e per coppie oppositive (niño y niña; oy, y mañana; ancho y largo; alto y baxo; bueno y malo; inuiemo y ve remo; dia y noche, ecc ... ). Si tratta in sostanza di una sorta di embrionale dizionario tematico bilingue. Un esempio:

hieri

hoggi

do maní

doman matina

Oy, y mañana

ayer

o y

mañana

mañana de mañana

doman de mañana a la tarde sera

(26 r).

La parte piu interessante e senza dubbio quella relativa al lessico, che viene classificato secondo la seguente quadripartizione ( 18 r, ss.):

a) Parole coincidenti in italiano ed in spagnolo, vale a dire omografe e sinonime, anche se non necessariamente omofone (es: burla, generoso, ecc ... ) . ·· -

b) Parole non perfettamente coincidenti, ma comunque dotate di un alto grado di trasparenza (es: it. anticho 1 cast. antiguo; it. cadere 1 cast. caer; it. impegnare 1 cast. empeifar; it. ragione 1 cast. razon, ecc ... ) .

e) Parole opache per Wl ispanofono, ma rese trasparenti grazie alla conoscenza del latino • ..Ritoma dunque illatino come elemento chiarificatore e ritorna la tripartizione vista precedentemente (es: it. lampo 1 lat. lampo 1 cast. resplandor; it. sartore 1 lat. sartor 1 cast. sastre; it. rapina 1 lat. rapina 1 cast. robo; it. tepülo 1 lat. tepidus 1 cast. tibio, ecc .•. ). Non sempre pero gli esempi riportati sono cperenti con l'assunto (vedi it. marinaro 1 lat. nauta 1 cast. marinero [sicD. ,:::; -�

d) Parole con Wl alto grado di opacitA e che neppure l'intervento del latino puo chiarificare (es: it. buggia 1 sp. mentira; it. ecco 1 cast. e flllUÍ, ueys aqui; it."palese 1 cast. descubierto; it. gabbare 1 cast. engaifar, burlar, ecc . .. ) .

Nell'Auiso para sacar por buen discurso lo que significan las palabras oscuras de la cuarta parte, l'autore propone di ricorrere anche in questo caso al metodo

L '«Arte muy curiosa ... ,. di Trenado de Ayllón 355

della ccconjectura» (20 r): la conoscenza di un'alta percentuale di parole (vedi i primi tre gruppi lessicah), consentir8. cioe, all'intemo di un contesto, la deduzione logica dei significati delle parole sconosciute. In difetto di questo metodo non restera al lettore che ricorrere all'ausilio del vocabolario, al principio bilingue (e viene consigliato il De Las Casas), e solo in un secondo tempo monolingue:

Quando esto [il metodo proposto] no bastare [sic] es necesario acudir al vocabulario, pues no es posible saber bien otra lengua estrangera sin eL Al principio es muy util el de Cristoual de las Casas, y despues vno de los que estan en aquella lengua, por estar en ellas [sic] mas estendida su claridad (20v).10

Sara inoltre naturalmente di grande aiuto per il lettore la frequentazione del­l'abbondante letteratura italiana, cosl ricca da superare quantitativamente persino quella latina:

La otia quarta, y ultima parte es la que no se paresce en nada con las tres ya dichas para el estudio de la qua! tendra el Lector necessidad de poner algun trabajo en estudiarla con el vso de la leyenda de diuersos libros y muy curiosos, que hay en aquella lengua, con que esta enriquecida en su tanto no menos que la latina, antes si digo mas, no pienso yerro, pues en ella esta casi passado todo lo que ay en la Latina, y la Italiana tiene de suyo mucho mas, que no tiene la Latina (17v-18r).

L'autore insiste poi sulla ricchezza lessicale della lingua italiana, in cui celas mas de las cosas son nombradas por mas de vn nombre» (27 v), alludendo alla ricchezzadi significanti in corrispondenza di un solo significato. Molte parole (e soprattutto le temute partichelas) presentaDO innanzitutto due varianti, l'una poetica, l'altra prosastica; credo valga la pena riportare l'intero passo in cui si fa riferimento a questa doppia serie di varianti:

10

Ante todas cosas deue aduertir el Lector, que en algunas destas partecillas, y en otras palabras usan dellas diuersamente los poetas en el verso, que los escriptores

Vocabulario de las dos lenguas Toscana y Castellana de Chrisroval De Las Casas. En que se conriene la declaracion de Tosc(llU) en CasreU(llU), y de Casrell(llU) en Toscano. En dos partes con una inlroducion para leer, y pronunciar bien enrrambas lenguas. Dirigido al illustrissimo señor don Antonio de Guzman, Marquez de Ayamonte, señor de las villas de Lepe Y la Redondeta. Con Priuilegio de Castilla y de Aragon. Vendese en Casa de Francisco de Aguilar mercader de libros. En Sevilla.1570.

Sull'argomento si veda A. Gallina, •Osservazioni sulla lessicografta italo-spa­gnola dei sec. XVI e XVII .. , Filologia romanza, IV, 1, 13 (1957), pp.398-435; Id., ConlribUii alla sroria del/a lessicogra.fia iralo-spagnola nei sec. XVI e XVII, Biblio­teca dell'•Arcbivium Romanicum .. , Firenze: Olschki 1959; C. Marello, Dizionari óilingui. Con schede sui diz.ionari iraliani per francese, inglese, spagnolo, tedesco, Bologna: Zanicbelli 1989, pp. 194-195.

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Paolo Silvestri

en la prosa, porque siendo regla general en esta lengua, que todas W¡ palabras acauen en vna de las cinco letras vocales, los poetas vsando de la licencia poetica quitan de ord�rio la ultima vocal, por abreuiar las sylabas como por exempl� en el verso se dize, anchor, y en la prosa se dize, anchara, y ansi lleue el Lector esta por regla general para en toda la leyenda que leyere, pero no se a de entender que al cabo del verso en el consonante se quita la vocal, sino eillo que esta antes del consonante (21r-v).

L'abbondanza di significanti in corrispondenza di un significato puo dipendere, oltre che dall'altemanza di usi poetici e usi prosastici, anche dalla ricchezza di possibili varianti geografiche; per esempio allo spagnolo Ruiseñor corrispondono in i�ano quattro possibili forme, Vscigniuolo, Ruscigniuelo, Luscigniuolo, Rusagnuolo (1.7 v-28 r). La causa della varieta e dunqueper l'autore duplice: da un lato la "licencia que tienen los poetas, en el verso Italiano, como en el latino cosa que en el Castellano no es permitida», dall'altro "la diuersidad de mane� de hablar en diuersas prouincias de Italia• (28r), che l'autore pero non vede come un tratto precipuamente italiano, ma anche spagnolo.

La parte relativa alla grafía e alla pronuncia e l'ultimo argomento trattato. Dopo una breve classificazione di vocali e dittonghi, alquanto nebulosa anche se non priva di notazioni interessanti;11 seguono la parte relativa alle sillabe e la sezione in cui viene affrontato il problema della pronuncia dell'italiano, mescolata con notazioni sulla polisemia di alcune paro le. n titolo completo del capitolo e il seguente: Declaracion por la orden del abecedario de todas las difficultades que se ofrecen en la Lengua Italiana, ansi para la prorumciacion, como pará las abreuiaturas, y diuersos significados, que se encierran en una sola letra, y en otras palabras (30 v, ss.): l'ordine scelto e dunque quello alfabetico, che consente una piU rapida co�ltazione e, in nome della pro volte auspicata semplicitA, non appesantisce la trattazione. Quello che si propone e in sostanza una sorta di piccolo dizionario di di.fficoltA, sia a livello fonetico, che semantico, che funzionale.

La prima voce, che riporto in parte a continuazione, corrisponde alla preposizione A, spiegata con una hmga serie di esempi, nelle sue accezioni e nelle sue funzioni, serorre nell'ambito di un approccio contrastivo italiano 1 spagnolo:

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A, sola en la lengua Italiana, muchas vezes significa lo que ella mesma suena, exeplo del Petrarcha en el soneto, que comi�a Gratie eh 'a poch 'l ciel largo destina, como si dixiera gracias que a pocos el cielo largamente da en suerte.

Si veda ad esempio nel paragrafo Regla de otras didones que no sufren diphlongos (29r-30r), l'individuazione di alcune •leggi fonctiche-, come il passaggio del ncsso latino consonante + L all'esito italiano consonante + 1: •las dicione [sic} siguien­tes, aunque tienen el ayuntamiento de dos vocales, no sufren diphtongos, como son

.flore, chiaue, chiodo, piombo, piu ( ... )las quales en la lengua Latina se esriuen con, L, liquilida [sic], diziendo,jlos, clauis, clauus, plumbum, plus, de los quales y de otros semejantes mudaron los Italianos la, L, en, l• (29r).

L ' .. Arte muy curiosa . .. »di Trenado de Ayllón 357

A, sola otras vezes significa lo que diria en Castellano, DE [ ... ] A, sola, otras vezes significa lo que diria en Castellano, EN ( ... ] Al, significa unas vezes lo mesmo, que suena( ... } Al, otras vezes significa lo que diria en Castellano, EN EL, o EN LA [ ... ] (31 r-32 r).

Per quanto riguarda la fonetica, l'autore sceglie di offrire esempi di pronuncia problematica o dissimmetrica rispetto allo spagnolo, precisando che •los demas articulas, y diciones, que no estuuieren en este abecedario, todo se pronuncia en Italiano, como lo significaren las letras con que estuuiere e5crit<»> (31 r). Vengono proposte norme induttive di pronuncia, dove i fonemi sconosciuti allo spagnolo, o per i quali non esiste una diretta corrispondenza con la grafia dell'italiano, vengono indicati attraverso una sorta di trascrizione in castigliano; qualche esempio:

Agnolo, esto es angel, mas no se pronuncia como suena, sino desta manera, año/o, porque e� la lengua italiana, que no se siruen de la tilde que nosotros ponemos sobre la, N, pronuncian la tilde con la, G, que ponen antes de la, N [ .. . ] (32 v);

Gesso, esto es yesso, suena la pronuciacion asperamente porque la, G, ante la, E, y ante la, l, hazen que se pronuncie de la manera que aca pronuciamos, Geronimo, Giron (40 v).

Viene sottolineata in alcuni punti la discordanza di pronunce presente nella situazione linguistica italiana; aquesto proposito, parlando delle diverse possibilitA di realizzazione fonica della parola Acento (33 r-v), si propone come modello la lingua parlata nella corte romana:

AceniO, esto es, acento, no se pronuncia como suena sino desta manera, Achento. Bien es verdad que en esta pronunciacion no se puede dar regla precisa pues en Italia vnos pronuncian esta palabra de, C, ante E, y, C, ante, l, como la pronunciariamos nosotros, viendola escrita con, ce, ci, diciendo Acento, V�eere, cieco, felicita [ ... } y otros la pronuncian diziendo Achento, V�ehere, chieco,

felicita, y a estos dizen los de la otra proaunciacion, que hablan afectadamente, pronunciando Qesta manera, mas en Roma (donde como Corte Vniversal es de creer que se habla lo mejor de toda Italia) pronuncian generalmente el, che, chi, que es la dicha primera pronunciacion (33 r-v).

·

QUesta affermazione pare contraddire la sostanziale ortodossia bembiana di sui si parlava in precedenza. Non e certo questa la sede per affrontare i problemi (peraltro nob) relativi alla •questione della lingua» nel cinquecento; comunque sia Trenado de Ayllón dimostra in questo passo del.ltr grammatica di propendere per la teoria cccortigiana• sostenuta dal Calmeta (nel trattato · perduto Dellii volgar poesia). che, come precisa Marazzini, mirava- perlomeno secondo l'interpre­tazione del Castelvetro, probahilmente piu fedele alle idee del Calmeta, rispetto

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a quella, forse tendeilziosa, proposta dal Bembo nelle Prose della volgar lingua - verso "lUla fondamentale fiorentinita della lingua comune, la quale si doveva apprendere sopra i testi di Dante e Petraca e doveva poi essere affinata attraverso l'uso della corte di Roma».12 La situazione di sostanziale centralismo linguistica presente in Spagna, viene comunque assimilata da Trenado de Ayllón alla situazione italiana, con una sovrapposizione di modello toscano e modello cortigiano romano: •siempre se sigue el comun hablar Toscano, o cortesano Romano, como aca el Castellano cortesano, o Toledana» (28 r).

Si conclude parlando delle norme relative all'accento, nella Regla para entender de lo que siruen algunas señales, que se ponen sobre algunas letras (52 r, ss.). Si segnala la presenza dell'accento grafico solo sulle tronche� su alcuni monosillabi, e si rileva il valore fonologico dell'accento per certe coppie di parole (ando 1 ando, ecc ... ).Viene in conclusione lamentata la mancanza di 1ma regola funzionale di accentazione grafica, con la conseguente alta imprevedibilita della posizione dell'accento per un non nativo:

[ ... ] conuiniera que estuuieran todos los acetos señalados, porque los italianos, desde su nacinúento aprenden con la costumbre del hablarla, el acentuarla, y ansi no tiene tanta necesidad, destas apuntaciones, pero a nosotros como es estrangera, teniamos necesidad de la apuntacion destos acentos (52v-53r).

Possiamo concludere dicendo che la grammatica di Trenado de Ayllón, pur con una notevolissima semplificazione e con l'aggiunta di qualche (spesso confusa) considerazione di tipo contrastivo, segue fondamentalmente i canoni e la struttura della grammatica tradizionale di derivazione latina - pur senza rifarsi ad una fonte puntuale - e propone come paradigma un tipo di lingua essenzialmente letteraria risalente al � toscano. Dal pmto di vista metodologico non traspare nessuna tendenza verso un'insegnamento diretto o naturale, in voga, come e noto, nel cinquecento - penso, solo per restare in ambito spagnolo, a Luis Vives -,13 e sono assenti esplicite riflessioni di tipo glottodidattico. Ne viene fatto un solo cenno indiretto quando si sottolinea che la grammatica non saca uno strumento da utilizzarsi con la mediazione di un maestro, ma nell'ambito di un esplicito autodidattismo: .:por ser esta Arte tal, que cada uno de por si, sin tener necesidad de maestro, podra entenderla con facilidad,. (6 v).

12

13

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1 Bari 1 Messina: Minerva ltalica 1980.

L'«Arte muy curiosa ... »di Trenado de Ayllón 359..

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360 Paolo Silvestri

Appendice

Francisco Trenado de Ayllón, Arte muy curiosa por la cual se enseña muy de rayz el entender, y hablar la Lengua Italiana (1596)

lndice

A Don lñigo de Herrera y de Uelasco, el autor De Alonso de Castro Clerigo natural de Uillalpando al Autor Prologo al lector

Comien� la Arte de la lengua Italiana Capitulo de las declinaciones desta lengua Exemplo de los nombres, que acauan en E, en el nominatiuo Exemplo de los nombres que en el nominatiuo acauan en O Romances de sum, es, fui, esto es en Castellano, soi, eres, y yo fui Coniugacion de amo, amas Imperatiuo Optatiuo lnfmitiuo Pasiua v.oce, indicatiuo

La diuision quel autor haze de la Lengua Italiana, partiendola en quatro partes muy necessarias de saber, para entrar el lector en el uso de estudiarla: al qua) se aduierte, que desde este capitulo adelante, sin ser Latino la podra aprender con solo el estudio de. las reglas, que se siguen

Exemplo de la primera parte de la lengua Italiana, que es la mesma, que nuestra lengua C�tellana, sin differenciar en nada

Exemplo de la segunda parte de la lengua Italiana, que tiene mucha semejanza con la Castellana

Exemplo de la tercera parte de la lengua Italiana, que es la mesma que la lengua Latina

Exemplo de la quarta parte de la lengua Italiana, que no se parece con nuestra lengua Castellana ni con la Latina

Auiso para sacar por buen discurso Jo que significan las palabras oscuras de la quarta parte

De las partes indeclinables, y de sus uarios significados Las palabras con que se nombran Jos tiempos de passado, presente y poruenir Pronombres que se dan al geneto masculino Pronombres del genero femenino

L '•Arte muy curiosa ..... di Trenado de Ayllón 361

Las letras uocales quales son_. y como siruen en la lengua Italiana, y en la Española, y como se forman Jos que llaman ditongos

Regla de otras diciones que no sufren diphtongos Las letras del Abecedario que se llaman consonantes Sylaba que cosa es

Declaracion por la orden del abecedario de todas las difficultades que se ofrecen en la lengua Italiana, ansi para la pronunciacion, como para las abreuiaturas, y diuersos significados que se encierran en una sola letra, y en otras palabras

Regla para entender de lo que siruen algunas señales, que se ponen sobre algunas letras Fin del Arte para aprender la lengua italiana

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