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“Il FILO è tornato”
Il Filo della Voce
1 ^ E D I Z I O N E N U M E R O 1 1 1 A G O S T O 2 0 1 8
S O M M A R I O :
JACK’s SPA 2
Controvento 4
Deroghe
e non solo 6
Il Cohomero del
Turnista 8
Parole crociate
V.A. 9
Sul corso
BurnOut 10
Sul corso
BurnOut
(collage
fotografico)
14
Vita
Associativa 16
1 ^ E D I Z I O N E N U M E R O 1 1 1 A G O S T O 2 0 1 8
“ Se uno passasse un anno intero in vacanza,
diver�rsi sarebbe stressante come lavorare ”
(William Shakespeare)
Il Filo della Voce
EDIZIONE STRAORDINARIA!
Sorpresi, meraviglia�, stupi�? In fuga dall’ul�ma Equipe, scappa� di corsa a conclusione del test
di verifica sul burnout, già al mare o in montagna: non ve l’aspe�avate, vero?
Ebbene sì, “siamo ancora qui” noi possiamo dirlo, e scriverlo, pure in agosto.
La redazione del pres�gioso mensile di intra,enimento e compagnia bella non se l’è sen�ta di lasciarvi
senza fino alla prossima equipe del 18 se,embre.
Perché è vero che la solitudine non va in ferie neanche per un giorno, e che anche noi abbiamo
giovamento da vacanze e riposo: eppure, con un piccolo sforzo di volontà, siamo riusci� a non lasciare
insoddisfa�o il vostro profondo desiderio di leggere ancora il giornalino delle Amichevoli Voci, e così
abbiamo fa�o un numero extra, a sorpresa.
Certo, pubblicare in agosto significa in primis immaginare una nuova postura del nostro le�ore,
dopo quella casalinga. Noi ne suggeriamo una rilassata, all’ombra e al fresco, in qualche amena località
vacanziera, tanto i contribu� dei volonterosi scri�ori toccano come sempre la vita dell’associazione,
l’ascolto degli appellan�, le nostre esperienze di volontari, e il nostro sen�re interiore.
Gli ul�mi appassiona� interven� che abbiamo pubblicato in ques� mesi ci hanno ricordato,
ancora una volta, il tema della qualità del tempo speso nel servizio, sia che tocchi la relazione tra di noi,
sia che riguardi la ges�one delle telefonate difficili: temi sui cui torneremo da se�embre, intanto prendia-
moci tu/ un po’ di sano relax.
Relax che non significa lassismo: oltre a inviare i vostri contribu� da pubblicare a
[email protected], la prassi “agostana” di allentare la regola abituale dei turni mensili
non impedisce, a chi può, di offrire un po’ del suo tempo anche in agosto per coprire qualche turno
altrimen� deserto: maggiore sarà la copertura dei turni, maggiore sarà l’ascolto che tu/ i giorni
cerchiamo di offrire a “Voce Amica”. E tra un turno agostano e qualche giorno di vacanza c’è anche
questo numero del Filo della Voce, es�vo nell’uscita ma amichevole come sempre, supplemento e
accompagnamento del nostro mo�o: “noi rispondiamo a tu�, sempre”.
Buona le�ura e buon agosto, a tu�e le care Voci Amiche che ci leggono ancora, da tu�a la Redazione.
Riccardo
P A G I N A 2 JACK’s SPA
“Un libro ben
scelto ti salva da
qualsiasi cosa,
persino da te
stesso”
(Daniel Pennac)
Agosto, Jack’spa mia non � conosco
Anche Jack va in vacanza (in una Spa, ovviamente), rimane solo
una lista appesa accanto al classico cartello “Chiuso per Ferie”. Tra�asi di
libri (non ancora le/ da Jack, ovviamente) buoni per qualsiasi vacanza,
leggibili a qualunque quota e la�tudine voi siate, bacia� dal sole o spe/-
na� dal vento caldo dell’estate.
Vita con Lloyd. I miei giorni insieme a un maggiordomo immaginario
I dialoghi tra un uomo spaesato e la sua coscienza in livrea.
A volte tocca inventarsi un amico per avere dei buoni consigli.
Ed è proprio quello che ha fa�o Sir, dubbioso signoro�o nato dalla fantasia di
Simone Tempia, quando ha deciso di immaginarsi il suo Lloyd, un maggiordomo
inesistente che sa sempre trovare una risposta ai suoi dilemmi quo�diani.
Nata su Facebook nel 2014 come “la pagina di Vita con Lloyd”, in queste pagine
sono raccol� i dialoghi più celebri tra Sir e Lloyd e mol� inedi�. Il tu�o
accompagnato dalle ironiche illustrazioni di Tuono Pe/nato, fenomeno del
fume�o italiano.
Il libro che vi cambierà la vita (se ci credete...)
Torna il mi�co autore de “La legge di Murphy”, quello di “Se qualcosa può
andar male, lo farà”. Se non ci credete, almeno la le�ura vi farà sorridere, ma se
poi invece ci credete? Tanto basta.
Questa la rivoluzione tecnica del Dr. Arthur Bloch per superare le paure e le
angosce della nostra stressante esistenza e per risolvere ogni problema fisico e
psicologico. Sce/ci? Dopo che avrete le�o i suoi suggerimen�, la tecnica del
“chissenefrega”, il sistema per avere “la testa vuota”, la pra�ca della medicina
“alterna�va alterna�va”, cambierete idea e non avrete più un gra�acapo al
mondo!
Vademecum an�stress. Da portare sempre con sé e da consultare in caso di necessità
Per chi non ha ancora superato il trauma del burnout e lo stress dei turni a VAF,
torna Giulio Cesare Giacobbe, simpa�cissimo Guru de’ noantri (dice cose serie
suscitando sempre risate e sorrisi in modo intelligente).
Per lui liberarsi dallo stress è come guarire da una mala/a mortale: grazie a
questa convinzione nasce questo manuale�o da tenere sempre a portata di
mano. Zi/re la mente e o�enere la serenità originaria è possibile grazie a
semplici e brevi tecniche da applicare anche mentre si aspe�a l’autobus.
P A G I N A 3
“La nostra
felicità dipende
da ciò che siamo”
(Arthur
Schopenhauer)
Superficie
Prendete un luogo comune, smontatelo, rovesciatelo, trovategli amici e paren�,
coniugi e aman�, nemici e complici. Denunciateli. Poi accostatelo a una ba�uta,
a un aforisma, a un nonsense: accendete la miccia e aspe�ate.
Ad esplodere, sarà la vostra risata. Perché è vero: mol� discorsi umani sono
irresis�bilmente comici, sembrano costrui� solo per iniziare e non andare mai a
fondo. Frasi fulminee il cui accostamento produce cortocircui� spiazzan� e
comicissimi, come se Woody Allen, Groucho Marx e l’amico cre�no di vostro zio
si trovassero nella stessa stanza e parlassero ognuno per conto suo: quando
meno ve lo aspe�ate, scoppierete a ridere.
Cri�ca dell’ansia pura
Gran parte delle nostre sciagure hanno un’unica origine: non sapere esprimere
due sen�men� simultaneamente: rabbia e riflessione, rimprovero e tolleranza,
mediocrità e grandezza d’animo. Le persone manifestano i sen�men� in
successione e non contemporaneamente, ed è lì che si creano i confli/.
L’incursione nel saggio breve di Fred Vargas, giallista francese (suo lo strambo
Commissario Adamsberg, grande spalatore di nuvole dal volto umano),
alla ricerca di una via di uscita dai confli/ della vita che generano ansia.
L’esercizio della libertà interiore è la miglior pra�ca per affermare il nostro
diri�o alla felicità.
La felicità. Un viaggio filosofico
La presentazione dell’Autore spazza il campo a qualunque dubbio:
“Il grande paradosso della felicità è che essa è allo stesso tempo indomabile e
addomes�cabile. Ha a che fare tanto col des�no o la fortuna quanto con una
componente razionale e volontaria. È questa una delle ragioni per cui non
esiste una ‘rice�a’ della felicità valida per tu/”.Frédéric Lenoir
Un percorso per diventare maestri nell’arte più eccelsa: divenire se stessi
tentando di soddisfare al meglio le nostre vocazioni.
E infine, il compito per le vacanze.
Prova a rispondere alla domanda:
“Cosa mi rende felice?” e poi manda la risposta
alla redazione del Filo della Voce: pubblichiamo
tu,o.
Buone le-ure, Jack
JACK’s SPA
P A G I N A 4 Controvento
“Se non sei
egoista, non sarai
altruista. Non
sarai generoso.
Solo una persona
profondamente
egoista può essere
altruista.
Cosa vuole dire
essere egoisti? Il
primo elemento è
essere centrati su
di sé. ”
(Osho)
Riflessioni esposte e sconclusionate di una turnista accaldata, ovvero: elogio dell’egoismo
Eccoci nuovamente immersi nella calda estate italiana: le temperature impossibili si sono
svelate e rendono la nostra quo�dianità più fa�cosa e affannosa del solito.
Nelle se/mane degli ul�mi 6 mesi avevo riscoperto il piacere di camminare per raggiungere i
luoghi di lavoro e formazioni che frequento, ma con questo clima mi sento davvero appesan�ta.
Passo svelto, indumen� quasi mai veramente freschi, calore penetrante, sudore trapelante, respiro
oppresso, zanzare che si autogenerano ovunque: la nostra cara Firenze, d’estate, non ci vuole molto
bene.
Siamo proprio nell’atmosfera migliore per poter prendere una boccata d’aria fresca e
immergerci in una riflessione che per qualcuno potrebbe essere vissuta come rigenerante mentre per
altri come provocatoria. Per me è come camminare controvento, sulla strada per il mio ufficio, quando
ho davvero bisogno di trovare sollievo dal caldo asfissiante che vuole impedirmi di procedere.
Durante il nostro terzo incontro Burnout abbiamo avuto modo di parlare del cosidde�o sano
egoismo che guida e ispira il volontariato e le manifestazioni di altruismo.
Di solito, è impresa ardua parlare di egoismo. U�lizzarne il termine stesso: EGOismo – questa
parola così gonfia, pesante, imponente, dura, indesiderata, ma pur sempre latentemente presente e
pervasiva. Riuscire a parlarne con disinvoltura e sollievo non è impresa da niente.
Proviamo, prima di tu�o, a interpretare tale conce�o distaccandoci dalle comuni definizioni,
fortemente e nega�vamente connotate, così intrise di giudizio morale, che lo vogliono come una
forma di avidità. Tu/ i nostri vocabolari di lingua italiana, per esempio il Treccani, ce lo descrivono in
termini di un “a%eggiamento di chi si preoccupa unicamente di sé stesso, del proprio benessere e
della propria u'lità, tendendo a escludere chiunque altro dalla partecipazione ai beni materiali o
spirituali ch’egli possiede e a cui è gelosamente a%accato”.
Sono tante le argomentazioni che necessiterebbero una menzione per poter meglio
esprimere la presente riflessione. Ma preferisco limitarmi a lanciare uno spunto.
Par�rò con una citazione che risuona nella mia mente da anni, ormai, e che u�lizzo con la
consapevolezza di averla volontariamente estrapolata e isolata dal contesto cui l’ho so�ra�a: dal libro
di Osho
“Con te e senza di te”, precisamente dalla parte prima su L’Amore,
capitolo “I meri� dell’egoismo”:
“Se non sei egoista, non sarai altruista. Non sarai generoso.
Solo una persona profondamente egoista può essere altruista.
Cosa vuole dire essere egois'? Il primo elemento è essere centra' su
di sé. […]
Quando sei felice, puoi condividere la tua felicità; quando
non lo sei, come potres' farlo? Per condividere bisogna innanzitu%o
avere. […] L’amore, per me, è una delle cose più egoiste che esistano.”
P A G I N A 5
“È questo
l’egoismo del mio
servizio a Voce
Amica.
Io voglio, tra le
tante cose, anche
e soprattutto
sentire le mie
reazioni al mondo
nel momento
esatto in cui mi ci
sto
confrontando.”
Nella mia esperienza personale, sto imparando a rapportarmi e a vivere il mondo ben
felice di poter essere egoista. Promuovo e perpetuo, infa/, due forme di egoismo:
• l’egoismo di cercare primariamente di fare del bene a me stessa, prima di cercare di far
star bene gli altri. Questo trova voce nelle parole di Osho sopracitate;
• l’egoismo, quasi sfacciato, di riconoscere e acce�are che il mio è un altruismo mosso da
un po’ di egoismo.
Se sto bene con me stessa e cerco sempre un arricchimento personale dalle esperienze
di vita che scelgo, posso volgermi verso gli altri, perché ho qualcosa da condividere; allo stesso
tempo so che non potrò mai sme�ere di conoscere me stessa e il mondo che mi circonda,
pertanto cerco di rendere disponibile agli altri quel poco che mi compete (un ascolto, una voce,
un silenzio, un respiro) sapendo, allo stesso tempo, che indietro mi verrà res�tuito qualcosa.
Qualcosa che spesso si è rivelato più intenso e potente di ciò che ho provato a donare.
Io lo so che sto funzionando in questo modo.
A Voce Amica mi vengono res�tuite emozioni: emozioni altrui ed emozioni mie in
risposta ai vissu� degli appellan�. Trovo preziosa, per esempio, la rabbia che mi viene
le�eralmente urlata addosso dalla corne�a, perché è umana, è vissuta, è straziante e mi fa
arrabbiare. Mi fa arrabbiare. Altre volte, invece, mi rende perplessa e incredula, addolorata o
esterrefa�a, talvolta anche disincantata. E queste emozioni sono una forma di nuova conoscenza:
incontro il mondo che altrove non avrei trovato, quello dei nostri appellan� e sopra�u�o scopo
altri, sconosciu� e variega�, pezze/ni di quello di Claudia, che non credevo esistessero.
È questo l’egoismo del mio servizio a Voce Amica. Io voglio, tra le tante cose, anche e
sopra�u�o sen�re le mie reazioni al mondo nel momento esa�o in cui mi ci sto confrontando.
Mi ricollego al pezzo di Francesco dello scorso numero: entrambi, evidentemente, abbiamo
bisogno di queste emozioni per sen�rci dentro al nostro servizio, viverlo le�eralmente!
Non è forse una so/le forma di egoismo, questa?
Sono stata, quindi, molto felice di aver avuto l’opportunità, lo scorso 12 giugno, di
parlare del nostro egoismo.
Concludo, allora, con l’augurio di poterci tu/ godere questa calda estate 2018, accompagna� dai
pensieri del numero di questo mese e da ciò che abbiamo imparato dal nostro servizio, anche
quest’anno, anche a questo giro. Il primo augurio in tale direzione, però, lo rivolgo a me stessa.
Claudia
P A G I N A 6 Deroghe e non solo Non ho potuto purtroppo partecipare all’ul�mo incontro del proge�o burn-out ma mi sento
in dovere di fare chiarezza su alcuni aspe/ discussi durante l’incontro (il Presidente ha le orecchie
lunghe.....). Mi riferisco alle osservazioni emerse in merito al mancato rispe�o da parte di alcuni
dell’obbligo mensile dei turni, della eccessiva facilità con cui vengono concesse le deroghe, della
mancata pubblicità delle stesse, della proposta di allontanare dall’associazione chi non rispe�a le
regole.
Se fossi stato presente avrei de�o immediatamente le stesse cose che sto per dirvi ora, ma forse la
forma scri�a ci aiuterà a raggiungere anche coloro che non erano in sala. Devo confessarvi che un po’
mi dispiace che non ci sia ancora chiarezza su ques� pun� perché sono sta� affronta� più e più volte,
ma proviamo ad andare con ordine:
1) La pubblicità
Chiariamo subito questo punto. Come deliberato nel Consiglio Dire9vo del 8/4/14 (chi ne faceva
parte lo ricorderà senz’altro), un prospe�o con le Aspe�a�ve e le Deroghe in essere è inserito, a
disposizione di tu/, in un raccoglitore nel mobile bianco, unitamente a tu/ i verbali delle Assemblee,
delle Èquipe e dei Consigli Dire/vi (la pubblicità anche di ques� ul�mi, peraltro non
dovuta, è un’ulteriore prova di trasparenza dell’operato del Consiglio).
Mi spiace se questa informazione non era a conoscenza di tu/ ma ora abbiamo sicuramente colmato
la lacuna.
2) La concessione delle deroghe
Come previsto dal regolamento, le deroghe devono essere richieste al CD che ha l’onere di concederle
e di verificarne il rispe�o. E tu�e quelle in essere hanno passato questa trafila.
De�o questo, è perfino inu�le ricordare che il nostro è un puro servizio di volontariato e che per
costringere i volontari ad effe�uare i turni non c’è alcuno strumento a disposizione del CD che vada
oltre, per usare un termine di moda, la “moral suasion”.
Ciascuno di noi, per mille mo�vi diversi, nell’arco
della sua permanenza in VA può avere bisogno di
periodi di aspe�a�va o deroghe alla turnazione
standard e non mi sembrano per niente coeren�
con lo spirito del volontariato riflessioni del �po
“lui non fa le no9, non voglio farle nemmeno io”.
Se hai anche tu l’esigenza di non fare le no/, parliamone, ma se a te provocano solo il normale
fas�dio che provocano a tu/ (ci mancherebbe il contrario...) sii contento di farle, magari anche una in
più del dovuto! Potrò sembrare idealista, ma credo che la soddisfazione di rispe�are l’impegno preso
e la consapevolezza di contribuire a realizzare la mission della nostra associazione valgano molto di
più dell’invidia nei confron� di chi, per mo�vi che non conosciamo, dà qualcosa meno di noi.
“la soddisfazione
di rispettare
l’impegno preso e
la consapevolezza
di contribuire a
realizzare la
mission della
nostra
associazione
valgano molto di
più dell’invidia nei
confronti di chi,
per motivi che
non conosciamo,
dà qualcosa meno
di noi”
3) Il rispe,o della turnazione
Chiarita la possibilità di adeguare entro cer� limi� la turnazione alle proprie esigenze personali,
appare ancora più stringente l’obbligo morale di rispe�are quanto liberamente pa�uito.
Come già de�o innumerevoli volte, è un problema di
rispe�o nei confron� degli appellan� ma anche nei
confron� degli altri volontari.
Il comportamento di chi non si presenta ad un turno
prenotato senza avere cercato una sos�tuzione e
senza aver avver�to nessuno è enormemente più
biasimevole di chi trasparentemente ha richiesto ed
o�enuto una deroga. Su questo non dobbiamo
transigere e sia io personalmente che Francesco in
qualità di adde�o ai turni ci s�amo impegnando costantemente per rilevare i comportamen�
scorre/ (è inu�le che li elenchi in de�aglio perché li conoscete bene tu/) intervenendo
dire�amente e ripetutamente sui singoli volontari. Alcuni in passato si sono risen�� dichiarando
che non avevamo il diri�o di controllarli e qualcuno ha anche dato le dimissioni per questo, ma se
non lo facessimo non adempiremmo al nostro dovere.
4) L’allontanamento
Quanto de�o sopra dovrebbe tranquillizzare tu/ quan� si preoccupano del doveroso rispe�o
delle regole. Non è certo nello s�le di questo Consiglio fare reprimende personali pubbliche e mi
sento in dovere di invitare tu/ voi ad assumere lo stesso a�eggiamento. Fa parte anche questo del
rispe�o reciproco necessario tra tu/ noi, senza lasciarsi travolgere da un certo “gius�zialismo”,
anche troppo diffuso nella vita pubblica italiana. Il miglior contributo che possiamo dare
all’associazione in questo ambito è dare il buon esempio a tu/.
Non posso concludere queste riflessioni che mi avete dato l’opportunità di fare, e vi ringrazio per
questo, senza fare il consueto appello annuale per il mese di agosto. Ci avviamo, grazie ad un
impegno notevole di mol� di voi, a cogliere uno storico en-plein su luglio. Non possiamo certo porci
questo obie/vo anche per agosto, ma sognare è sempre ammesso e solo chi sogna può
raggiungere obie/vi preclusi agli altri.
“Chi dice che è impossibile, non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo” (Albert Einstein)
Un carissimo saluto a tu/ voi.
Marco
P A G I N A 7
“Fa parte anche
questo del
rispetto reciproco
necessario tra
tutti noi, senza
lasciarsi
travolgere da un
certo
“giustizialismo”,
anche troppo
diffuso nella vita
pubblica italiana.
Il miglior
contributo che
possiamo dare
all’associazione in
questo ambito è
dare il buon
esempio a tutti”
P A G I N A 8 Il Cohomero del Turnista
“Siete felici al
mare sotto l’
ombrellone e non
vedete l’ora di
prolungare il
godimento con un
piatto fresco ed
originale? Siete a
casa al caldo della
città per questo vi
girano gli zebedei
ed avete voglia di
un po’ di sollievo
anche solo
papillare? Non
siete in nessuna di
queste due
condizioni ma non
sapete che cavolo
fare da cena di
veloce che non vi
faccia usare i
fornelli ma che sia
colorato e goloso?
La rubrica di Misty&Canza è chiusa per ferie quindi sarò io a deliziarvi (spero) il palato in
questo numero di agosto. Siete felici al mare so%o l’ ombrellone e non vedete l’ora di prolungare il
godimento con un pia%o fresco ed originale? Siete a casa al caldo della ci%à per questo vi girano gli
zebedei ed avete voglia di un po’ di sollievo anche solo papillare? Non siete in nessuna di queste due
condizioni ma non sapete che cavolo fare da cena di veloce che non vi faccia usare i fornelli ma che sia
colorato e goloso? Eccovi allora la rice%a del gazpacho di cocomero
Ingredien� per qua�ro persone
• 400 gr di anguria
• 400 gr di pomodori ben maturi
• 1 cetriolo
• ½ cipolla rossa
• 1 cucchiaio di aceto balsamico
• Sale e Pepe q.b.
• Carote, sedano, peperoni
Togliete dal cocomero i semi a meno che non vogliate diver�rvi a sputarli sui vostri ospi� come piace
fare a me. Sbucciate quindi i pomodori, il cetriolo e la cipolla, me�ete tu/ gli ingredien� nel frullatore
insieme a due prese di sale e un pizzico di pepe, quindi frullate fino a o�enere una crema omogenea.
Trasferite il gazpacho all’anguria in 4 coppe�e, 4 bicchieri o dove cavolo preferite e lasciate
raffreddare in frigorifero per almeno un’ora prima di servire.
Se avete fre�a e avete bisogno che il gazpacho sia pronto in poco tempo, frullatelo insieme a qualche
cube�o di ghiaccio: la zuppa sarà subito fredda e pronta per essere servita.
Accompagnate, se volete, il gazpacho con verdure crude come: carote, sedano e peperoni
Buone Vacanze
Ldr
P A G I N A 9
“Chi riuscirà a
completarlo
senza
commettere
errori avrà diritto
a un turno
notturno
omaggio per il
prossimo mese”
Ormai è risaputo urbi et orbi: il nostro encomiabile mensile vanta innumerevoli tenta'vi di imitazione.
I suoi contenu' vengono ormai usa' come materiale dida9co nei percorsi forma'vi di un certo spessore nelle
migliori università del pianeta. E quindi, come ogni pubblicazione es'va che si rispe9, non poteva di certo
mancare in questo inaspe%ato numero d’Agosto “il gioco enigmis'co” da fare per trascorrere il tempo in spiaggia
sedu' so%o l’ombrellone o all’ombra di qualche quercia secolare in montagna.
Quindi per Voi, e solo in esclusiva per Voi affascinan' le%rici, affeziona'ssimi le%ori e affidabili ele%rau'
il PRIMO GIOCO DI PAROLE CROCIATE dedicato a V.A. “primo per fondazione e per diffusione. Per i più
tecnologicamente avanza', la seguente pagina è editabile e potrete quindi inserire le vostre soluzioni cliccando
sulle singole caselle. Per gli nostalgici aman' di carta, calamaio e penna non vi resta che stamparlo o usufruire di
una delle copie che verranno lasciate in sede. Le soluzioni verranno pubblicate sul numero di Se,embre.
Chi riuscirà a completarlo senza comme%ere errori avrà diri%o a un turno no%urno omaggio per il prossimo mese.
Francesco
Parole Crociate V.A.
P A G I N A 1 0 L’inizio è stato affollato e vivace. Poi la partecipazione è via via calata: solo perdita
dell’iniziale interesse per la novità, o anche poca appe�bilità delle date es�ve, in primis l’ul�ma di
luglio, tradizionalmente u�lizzata per la pizzata sociale? E/o anche, vista la novità del corso col
docente esterno, poi dopo la prima partecipazione, i meno fedeli e costan� tra noi hanno deciso per
“il meglio fare altro”?
Nel merito. Prima osservazione: il nostro grande bisogno di raccontare le telefonate, anche ad un
orecchio esterno, e di esprimere il proprio sen�re “disagiato” nell’ascolto. Ipo�zzo che, rispe�o alle
abituali occasioni di analogo scambio durante le equipes, chi è intervenuto durante il corso si sia
sen�to (comunque o anche più) libero di esprimersi, pur esponendosi in pubblico, confidando in un
ascolto “diverso” o “ulteriore” rispe�o al solito.
Qualcosa vorrà dire, medi�amoci.
Seconda considerazione: l’alta
partecipazione iniziale, anche da chi di solito
è meno presente, meno interveniente e/o
più altalenante nella presenza alle equipes
mensili, è stata solo segno di curiosità per la
novità, o anche che le equipes mensili hanno
via via perso un po’ della loro a�ra/va?
Le lezioni frontali: per me, pur avvezzo, e
non digiuno degli argomen� tra�a�, sono
state un po’ fa�cose sia per l’orario serale,
sia per la durata, sia per il �po di esposizione (la le�ura pubblica delle slide non è il mio genere di
serata interessante). I contenu� invece mi sono piaciu�, li ho trova� a�uali e calzan� col tema, e
sopra�u�o molto funzionali ai nostri confron� nei gruppi.
Il confronto successivo alla teoria, infa/, in plenaria, a coppie, e in gruppe/, è stato molto ricco e
s�molante. La parte migliore del corso. Per me bisogna ripar�re da quello che è emerso in quei
confron�, nei gruppeE, e in plenaria, sia nelle modalità sia nei contenu�, e anche su mol� aspeE
che a,engono al sen�re emo�vo di noi volontari. Qualche voce cri�ca si è levata, sarebbe un
peccato passare oltre.
I sub-temi del corso, infine, (vado a
memoria: stress, emozioni, intelligenza
emo�va, compito e relazioni nel gruppo,
confronto e confli�o), li ho trova� interes-
san� e molto appropria� per la nostra
realtà: spero che ci sia occasione di
tornarci sopra (per es. su ascolto di sé,
empa�a, confli�o nel gruppo).
Riccardo
Sul corso BurnOut
“chi è intervenuto
durante il corso si
sia sentito
(comunque o
anche più) libero
di esprimersi, pur
esponendosi in
pubblico,
confidando in un
ascolto “diverso”
o “ulteriore”
rispetto al solito.
Qualcosa vorrà
dire, meditiamoci”
P A G I N A 1 1
Se ne parla, ci si confronta, si spiegano aspe/ di noi e degli altri magari fino ad ora poco
considera�.
Chi ha partecipato con passione e costanza ai qua�ro incontri ne è uscito sicuramente arricchito di
qualche pezze/no in più di consapevolezza e, spero, di senso di gruppo.
Poi quei par�colari diversi... Giampiero che
arriva silenzioso e si me�e sempre in fondo
alla stanza, le macchine�e fuori per il caffè e
gli snack che ci �rano su, occasione informale
per far 4 chiacchiere e ridere, le slides che si
susseguono, tu/ in silenzio ad ascoltare o a
prendere appun� (all’ul�mo incontro
addiri�ura con citazioni dal nostro
“Giornalino”! Wow! Allora possiamo davvero
iniziare a chiamarlo “Mensile di approfondimento”!).
Creiamo cartelloni a colori, disegni, frasi e occhie/
adesivi che Viola �ra fuori dalla borsa miracolosa.
Gruppo a due e poi gruppone allargato.
Come ci sen�amo a parlare a due? E a parlare con più
persone? Ascolto di noi stessi.
Siamo noi, a confronto.
C’è voglia di parlare del nostro servizio insieme, delle
nostre difficoltà in ascolto e, perchè no, anche di quelle
del gruppo e dell'organizzazione.
Buoni proposi� es�vi an� burn-out:
S�amo in ascolto di tu/ i suggerimen� liberi che sono
venu� da noi, stacchiamo un pò la testa e lasciamola
volare dentro l'estate...torniamo più riposa� e mo�va�
per quanto possibile sugli aspe/ belli delle nostre vite,
e VA è sicuramente uno di ques�.
Un abbraccione solare grande come un pannello a tu/!
Silvia 3
Sul corso BurnOut
“Siamo noi, a
confronto.
C’è voglia di parlare
del nostro servizio
insieme,
delle nostre
difficoltà in ascolto
e, perchè no, anche
di quelle
del gruppo e
dell'organizzazione”
P A G I N A 1 2 E anche questa è fa�a, Maremma stressata!
Siamo riusci� a organizzare e inanellare ben 4 incontri/equipe di fila con un formatore esterno così
come svariate volte richiesto a gran voce da qualcuno.
Ed era anche un corso completamente gratuito! Echevuoidipiù? Un Lucano?
All’università di Spriengfield ques� corsi li pagano oro! Altrochè!
Umorismo a parte, direi che possiamo affermare a gran voce che è stata una gran bella soddisfazione
l’impegno sulla “formazione con�nua” è stato portato avan� con ancora più vigore e dedizione.
E’ stato davvero interessante notare e rilevare nuove sfacce�ature di approccio e di condivisione, che
nelle altre Equipe sfuggivano o non si palesavano: sono stato davvero soddisfa�o nel constatare come
qualcuno abbia avuto l’ardire e il coraggio di esprimere un’opinione, condividere una riflessione, porre
delle domande o raccontare degli aneddo�.
La prima metafora che mi viene in mente è quella della supplente: ai tempi delle elementari (quando
c’era una sola maestra che insegnava tu�o) quando sapevamo che avremmo avuto la “supplente”
perché la maestra era malata, a scuola si andava con più gioia, spensieratezza e leggerezza.
Ricordo che vedevo alcuni miei compagni di classe, quasi sempre taciturni o �midi, che con la
supplente rinvigorivano come il basilico in primavera: diventavano pimpan�, allegri scherzosi e,
addiri�ura, cao�ci.
Questo semplicemente per dire che la presenza di una persona “esterna” al nostro gruppo o anche il
semplice fa,o di svolgere gli incontri in uno spazio diverso dalla sede, abbia in un certo modo
s�molato la partecipazione aEva più del solito: l’argomento tra,ato e le modalità non sono poi
state così nuove e diverse dalle solite ma credo che il contesto abbia favorito una maggiore apertura
e a un abbaEmento di limi� lega� alla �midezza nell’esporsi.
In tu�o ciò non potevano di certo mancare momen� di ilarità e comicità che hanno reso il tu�o più
piacevole e divertente.
Grande vivacità anche durante l’ul�mo incontro: sebbene non in tan�ssimi, sono emersi interessan�
spun� sulle dinamiche all’interno del gruppo. Spun� che saranno argomento di discussione nelle
prossime Equipe al rientro dalle ferie. Con la maestra e l’aula di sempre.
Last but not least: abbiamo sacrificato la pizzata es�va di Luglio per far spazio al corso, e questo
potrebbe seriamente essere causa di stress emo�vo e psicologico. Ma non temete, recupereremo
questo importante appuntamento a Se�embre, quando il buon Presidente aprirà nuovamente le
porte della propria magione di Fornello per una gozzovigliata in gran s�le!
Buone vacanze a tu/. Francesco
Sul corso BurnOut
“sono stato
davvero
soddisfatto nel
constatare come
qualcuno abbia
avuto l’ardire e il
coraggio di
esprimere
un’opinione,
condividere una
riflessione, porre
delle domande o
raccontare degli
aneddoti.”
P A G I N A 1 3
Un breve (ironico) riepilogo sugli “eventuali” mo�vi di Stress emersi durante il corso
(Si ringrazia Silvia 3 per la perla)
Sul corso BurnOut
P A G I N A 1 4
Sul corso BurnOut (collage fotografico)
“FINALMENTE
CI
SIAMO”
P A G I N A 1 5
Sul corso BurnOut (collage fotografico)
VITA
ASSOCIATIVA
VITA ASSOCIATIVA
Scriveteci a [email protected]
Google per il No Profit
Dopo Claudio4 prima, e Luca2 poi, invia� dall’associazione ad aggiornarsi su web e
comunicazione, ecco che altri due volonterosi volontari sono sta� coinvol� in corsi di formazione
esterna, grazie al partenariato con la rete “Siamo Solidali”, promossa dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di Firenze. Silvia3 e Riccardo hanno partecipato al corso di formazione
“Google per il No Profit” tenuto dagli esper� della coopera�va Feel Crowd, che si è svolto nelle tre
giornate di:
• Lunedì 16 Luglio: Comunicazione online per il no profit,
• Giovedì 19 Luglio: Canali digitali per il no profit,
• Lunedì 23 Luglio: Strumen� di monitoraggio e adver�sing per il no profit.
Obie/vo generale del corso è stato quello offrire una
panoramica di quello che richiede oggi il tema della
comunicazione esterna per le associazioni del terzo se�ore:
prima di tu�o occorre inves�re molto tempo, e poi si
richiedono competenze e abilità che non si improvvisano,
sopra�u�o se si vogliono u�lizzare i (non mol�) mezzi gratui�
che si trovano sul web. E non solo sul piano tecnico, ma su
quello più ampio della mentalità e della consapevolezza.
Nel contesto a�uale siamo, infa/, costantemente bombarda�
da informazioni, per cui riuscire a comunicare bene e a
stru�urare una strategia comunica�va efficace risulta essenziale per riuscire ad emergere.
Nella prima giornata si è tra�ato di come comunicare in
maniera efficace i propri obie/vi comunica�vi e di
come ges�re gli strumen� principali, con un po’ di
teoria e molta pra�ca.
Oggi, essere online, per un’organizzazione no profit è
fondamentale: farsi conoscere, promuovere le proprie
a/vità e trovare nuovi volontari e sostenitori sono
esigenze diffuse: questo è stato il presupposto della
seconda giornata, dedicata agli strumen� necessari per accrescere competenze e implementare
strumen� digitali necessari a posizionarsi online, ampliare e fidelizzare la propria community, e a
o/mizzare la comunicazione interna.
Nell’ul�ma giornata di corso è stato affrontato il programma “Google per il No Profit”, la parte più
tecnica e impegna�va che offre comunque la possibilità di sperimentare alcuni strumen� per valutare
le scelte, fa�e e da farsi, all’interno del più generale campo della strategia comunica�va
dell’associazione, sopra�u�o per o/mizzare al meglio le campagne pubblicitarie, sia rivolte ad
ampliare la rete dei conta/ sia rivolte ad implementare le donazioni e il fundraising.
Proprio il tema del fundraising per il terzo se,ore dovrebbe essere ogge,o del prossimo corso di
Siamo Solidali, previsto per l’anno prossimo. Gli interessa� possono già cominciare a pensarci.
P A G I N A 1 6
MARCO FRANCESCO CLAUDIA LUCA 2 RICCARDO SILVIA 3