gdoweek 20 2013psmultimedia.b2b24.it/flipit/gdo_gdo_1310311112_html5... · 2013. 10. 31. · acqua...
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11 NOVEMBRE
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RETAIL
ESSELUNGAIn test scannerper il checkout automatico
RETAIL
GRUPPO SUNMulticanalitàe presidio territoriale per crescere
SERVIZI
ANTITACCHEGGIOLo store diventapiù “intelligente”contro i furti
RETAIL
COOP ONLINEL’e-commerce non food secondo Coop
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RAPPORTO WWF SULL’ITALIA. CONTROMISURE DELLA GDO Pag.10
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P I A D I N A R O M A G N O L A
i G P
LORIANA HA OTTENUTO LA CERTIFICAZIONE IGP
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ANTITACCHEGGIO
SERV IZ I
CULTURE
RET@IL
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Marche, licensing e gdo:triangolo non esente da rischi
Lo store diventa più “intelligente”contro i furti
Barilla: magazzino ad alta automazione
Contraffazione, Indicam punta il dito sulla rete
Salvare il mondoprima del 2052
Liberi di dire, di ascoltaree di confrontarsi: ecco la forza dei social media
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5 Osservatorio
17 Crai
16 Sun
18 Esselunga
20 Coop online
24 C’art
31 Pesce fresco
37 Licensing
42 Barilla
Fiducia nel futuro Germania über alles
Immobiliare logistico:il mercato tira il freno
Piero RocchelliIl vino: questione d’immaginee di margine
Sprechi alimentari e ambiente: squilibrio da sanare
La vaschetta da asporto di Ikea
Autogrill: conversione dei rifiuti in compost
Federdistribuzione: la basedi partenza è il primo bilancio di sostenibilità di settore
Simply intende intensificare la comunicazione al pubblico
Auchan mira ad una visione più ampia della gestione risorse
Sun: la forza di imprese famigliari e locali
I must di Crai: vicinato, private label e comunicazione
Esselunga testa scannerper checkout automatico
Coop online, l’e-commerce non food secondo Coop
C&C, canale concentrato in continua evoluzione
C’Art Group, nuovo gioiello acquisito da Gut Edizioni
Sviluppo reti
Pesce fresco: giù i consumi, ma il banco non perde valore
Obiettivo Brazzale: la filiera sostenibile
Vallè lancia la margarina bio
Ambrosi più respirointernazionale con Emmi
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OSSERVATORIO
INTERV ISTA
COVER STORY
RETA IL
INDUSTR IA
Consumer & Retail Summit a Milano. Folta presenza di pubblico e di top manager del retail e dell’industria. Focus su contrazione dei margini, innovazione digitale e cuneo fiscale per dare più soldi a cittadini e imprese. Non sono mancate le critiche al Governo per l’alto livello delle tasse.
Consumer & Retail Summit. La ricetta per la crisi di Cobolli Gigli auspica che il governo rimetta i soldi nelle tasche degli italiani. Ci vuole però anche che il governo faccia le liberalizzazioni sul serio in tutti i settori, perché ciò finisce con il far bene ai prezzi e quindi ai cittadini.
V ideo i n te r v i s te
V ideo i n te r v i s ta
Londra: da Harrods danza l’usciere.Per il lancio della collezione estiva, Harrods ha proposto una campagna Twitter che offriva la possibilità agli shopper locali di vincere mille sterline da spendere nel pdv. La meccanica prevedeva di fotografare l’usciere mentre ballava una street dance da postare poi su Twitter.
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ACQUA EVA.LA TRASPARENZA È NEI NUMERI.
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0,4%la crescita trimestrale registrata dall’Unione europea
a pagina 5
è il numero dei punti di vendita C’Art acquisiti da Gut Edizioni. È di 30 milioni
di euro il fatturato della società
a pagina 2485
sono i punti di vendita complessivi del
Consorzio Sun, presenti soprattutto al Centro Nord, per una superficie
totale di oltre 447.000 metri quadrati. Nella foto, Marco Odolini, presidente Gruppo Sun
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le referenze non alimentari lanciate in rete da Coop, con il portale coop online.Il numero dovrebbe raddoppiare nell’arco di 12-18 mesi
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è il costo economico stimato a livello mondiale, secondo
la Fao, che deriva dagli sprechi alimentari, pari a c un volume
complessivo di 1,3 miliardi di tonnellate
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Pausa Pranzo Topolina con Parmareggio Snack è Oscar Innovazione al MacFrut 2013.
O S S E R V A T O R I O
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di Gino Pagliuca
igliorano le prospettive dei
consumatori europei, che
nel terzo trimestre del 2013
hanno espresso maggiore
fiducia nell’arrivo della ripresa. Emerge
dall’ultima rilevazione di Gfk sul clima di
consumo nel Continente.
L’economia dell’Unione europea ha re-
gistrato un’ulteriore lieve crescita dello
0,4% rispetto al trimestre precedente.
Le performance migliori sono quelle di
Francia, Germania, Portogallo e Regno
Unito, ma si registrano segnali di legge-
ro recupero anche per le economie an-
cora in contrazione, come quelle di Italia
e Spagna.
In quasi tutti i Paesi, le aspettative eco-
nomiche sono chiaramente orientate
verso l’alto; solo in Grecia e in Italia si
registra una stagnazione. Attualmente il
valore più basso dell’indicatore lo si tro-
aspettative economiche degli italiani
-34,8
aspettative di reddito
degli italiani
-16,9
propensione agli acquistidegli italiani
-15,9
va, ma certo il risultato non può sorpren-
dere, in Grecia (-41,1 punti), in Italia si è
assistito a un lieve miglioramento (-34,8
punti). Nei prossimi mesi ci si aspetta
un miglioramento delle condizioni eco-
nomiche nel Regno Unito (19,2 punti), in
Germania (10,7 punti) e in Austria (6,7
punti).
Anche l’indicatore delle aspettative di
reddito è sensibilmente migliorato in
quasi tutti i Paesi. I valori più bassi si
sono registrati in Grecia (-46,8 punti), in
Olanda (-42,7 punti) e in Francia (-42,1
punti), mentre quelli più alti sono stati
rilevati in Germania (33,7 punti), nella
Repubblica Ceca (16,5 punti) e in Austria
(15,1 punti). Negli ultimi mesi l’Italia ha
visto un miglioramento delle proprie pro-
spettive economiche. Anche se gli italiani
non prevedono che i propri redditi possa-
no aumentare in termini reali, confidano
nel fatto che perlomeno le loro entrate
non subiscano ulteriori riduzioni. Di con-
seguenza, l’indicatore delle aspettative
di reddito è aumentato nel nostro Paese
a -16,9 punti, il valore più alto da dicem-
bre 2010.
Le aspettative economiche e di reddito
sono migliorate in tutta Europa, e questo
di conseguenza si riflette anche su un
atteggiamento più positivo per quanto
riguarda la propensione agli acquisti ri-
spetto alla prima metà dell’anno.
L’indicatore è fermo in Austria, nella Re-
pubblica Ceca, in Francia, in Grecia, in
Portogallo e in Romania, mentre negli al-
tri Paesi ha segnato aumenti sostanziali.
I valori più bassi si sono registrati nella
Repubblica Ceca (-25,8 punti), in Francia
(-36,6 punti) e in Portogallo (-42,2 punti)
e quelli più alti in Germania (45,0 punti),
in Bulgaria (15,2 punti) e in Austria (11,8
punti).•
La Germania si conferma la locomitiva del Continente anche in questa fase; nel Paese sta salendo la propensione agli acquisti
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di Gino Pagliuca
a crisi del mercato immobiliare
coinvolge ora anche la logistica,
che soffre per il rallentamento
dell’attività industriale e distributi-
va. Risultano in calo sia le compravendite
sia le locazioni e anche i valori scendono,
come rileva anche la quindicesima edi-
zione del Borsino Immobiliare della Logi-
stica aggiornata al primo semestre 2013
realizzato da World Capital, società spe-
cializzata nella consulenza immobiliare.
Ne emerge che il mercato logistico degli
immobili è diviso tra un Nord Italia che
mantiene valori stabili e un Sud che su-
bisce un’inflessione nei prezzi.
Per quanto concerne le vendite l’analisi
rileva su base annua per gli immobili nuo-
vi una lieve diminuzione dei valori pari a
circa il 2% nel Centro Italia, all’1,7% nelle
Isole e dello 0,5% nel Nord, mentre al Sud
non si notano sostanziali variazioni. La
tendenza si conferma anche per quanto
riguarda gli immobili usati, con un calo
dei valori anche nel Mezzogiorno (-1,6%).
Le città più interessate dalla discesa dei
prezzi appaiono Torino, Livorno, Firenze e
Catania; per quanto riguarda gli immobili
usati, a Torino, Padova, Udine e Roma.
Sul fronte della locazione, per gli immobili
nuovi si registra una drastica diminuzione
dei valori fino al 4% nel Sud Italia e su-
periore al 3% nel Centro, mentre al Nord
e nelle Isole i prezzi rimangono stabili.
Nel caso degli immobili usati, invece, i
valori restano pressoché invariati rispet-
to al precedente semestre, con un lieve
aumento nelle Isole pari al 2%. I valori
annuali di locazione delle proprietà di
nuova costruzione rimangono pressoché
stabili, con un lieve calo a Novara, Mila-
no, Bologna e Udine, mentre risultano in
leggero aumento Genova, Livorno, Bari e
Palermo. Per quanto riguarda gli immo-
bili usati, la diminuzione dei prezzi è più
visibile, in particolare nelle città di Par-
ma, Bologna, Livorno e Roma. Tuttavia, a
Piacenza, Napoli e Catania si registra un
esiguo aumento pari al 2%.
Intanto, per effetto della diminuzione
della domanda sta aumentando anche
lo sfitto. Secondo le ultime analisi del-
la società di consulenza internazionale
Jones Lang LaSalle nel primo semestre
di quest’anno, infatti, l’assorbimento di
spazi logistici sul mercato è stato pari a
205.000 metri quadrati, il 55% in meno
rispetto al medesimo periodo del 2012.
Si tratta del calo più sensibile degli ultimi
cinque anni.•
IL MERCATO DEGLI IMMOBILI LOGISTICI - 1 SEMESTRE 2013
Andamento delle vendite e delle locazioni nei principali centri italiani
locazione vendite
Città nuovo usato nuovo usato
Torino 38-48 31-39 660-845 460-610
Milano 47-55 42-50 805-970 480-700
Piacenza 32-38 30-38 600-750 435-570
Padova 42-54 32-40 720-910 505-670
Verona 41-48 34-41 670-790 485-625
Parma 40-44 31-38 670-765 495-570
Bologna 42-50 35-42 650-760 520-630
Genova 50-63 40-52 742-895 530-700
Rimini 39-48 36-42 650-770 555-630
Trento 40-50 35-45 790-925 625-750
Venezia 42-56 34-45 700-850 540-705
Firenze 50-60 42-50 800-900 700-760
Perugia 40-46 34-39 640-740 515-630
Pescara 38-44 28-36 590-690 420-530
Roma 43-52 35-46 660-845 480-650
Bari 32-40 26-37 525-710 410-560
Napoli 40-47 30-38 590-775 500-625
Olbia 42-48 34-42 635-815 620-715
Cagliari 41-49 33-40 600-690 500-625
Catania 39-50 32-43 675-730 475-600
Palermo 39-44 34-41 560-705 500-600Fonte: World Capital, canoni in euro /metro quadrato per anno, prezzi in euro/metro quadrato
=
TI HANNO DETTO:“1 misurino di Dash smacchia come
1 misurino e mezzo del principale concorrente”
*Procedimento PS 8911 del 18/09/2013. www.agcm.it
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1 1,5
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NON È VERO!
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Decisione dell’Autorità Garantedella Concorrenza e del Mercato*
*
PUBBLICITÀ INGANNEVOLE
11 novembre 20138
I N T E R V I S T A
Il mercato resiste grazie a consumatori più esigenti. Secondo Pietro Rocchelli per la gdo ci sono opportunità da non perdere
di Gino Pagliuca
facendogli capire perché un Prosecco è
offerto a meno di tre euro e un altro ne
costa sette senza metterli indiscrimina-
tamente vicini. Invece si è preferito anche
per ragioni tattiche di incasso immediato
di listing fee aumentare le referenze inse-
rendo un numero eccessivo di etichette.
Va però detto che forse si comincia a rive-
dere questa politica: i dati Iri dicono che
il numero di referenze in assortimento
stanno lievemente calando.
Sono quindi entrati sullo scaffale vini di bassa qualità?Il punto non è solo questo. Si tratta ma-
gari di prodotti con un ottimo rapporto
qualità prezzo, il problema è che però bi-
sogna farlo capire al cliente. E comunque
razionalizzare lo scaffale va bene, ma non
bisogna nemmeno cadere nell’ecces-
so opposto, quello dell’impoverimento
dell’offerta limitarsi a pochi vitigni base
sarebbe un’operazione controproducente
e ingista se si pensa all’increbile varietà
di vini presenti nel nostro Paese.
Come è controproducente anche pun-tare sulle promozioni...Assolutamente sì, non nego che le pro-
mozioni possano aver senso per prodotti
che si vogliono far conoscere, per questi
vini un investimento iniziale è giustificato
a condizione beninteso che si abbiano
i requisiti per restare poi sul mercato a
pezzo pieno, ma la pressione promozio-
nale ha livelli intollerabili; per restare alla
classificazione Iri in fasce come il rosso
fermo da 2 a 2,99 euro o il rosso vivace
da 3 a 3,99 euro si arriva al 60%. Con
un livello che non ha eguali o quasi nel
largo consumo.
Ma per un piccolo produttore con vini di qualità e che vuol farsi conoscere non sarebbe meglio puntare sulle enoteche o sui ristoranti, dove non si devono ri-conoscere fee d’ingresso? Sì non si paga niente per entrare ma ri-
schia di non prendere nulla dopo. I ge-
stori delle enoteche ormai si sono fatta
la fama di essere pessimi pagatori e i
ristoranti spesso non sono da meno.
ono numeri sorprendenti quel-
li che emergono dalle ultime
rilevazioni sul mercato del vi-
no nella grande distribuzione.
Secondo le analisi (l’aggiornamento è
a settembre 2103) effettuate da Iri le
vendite sono diminuite a valore, ma a
fronte di una calo di volumi del 6,3% si
registra un incremento del prezzo medio
del vino acquistato del 9,8%, con il risul-
tato che il fatturato complessivo per il
sistema distributivo cresce del 2,7%. Vi
è quindi una sostanziale differenza con
altre categorie del mass market, dove ri-
alzi anche più modesti stanno portando
a un downgrading sensibile della spesa.
Una spiegazione potrebbe essere che
si sta alzando il livello dell’offerta sullo
scaffale e, più in generale, che si beve
meno ma meglio. A Pietro Rocchelli, che
nell’ambito della società fondata da suo
padre, la Maurizio Rocchelli, si occupa
di Wine&Food Marketing, chiediamo se
si tratta di un’analisi corretta.
“SI dice -risponde il nostro interlocutore-
che in tempo di crisi gli acquisti “conso-
latori” hanno un andamento anticiclico.
Alla categoria sicuramente appartiene il
vino. Ma all’andamento delle vendite sta
contribuendo anche la maggiore consa-
pevolezza che i consumatori hanno di che
cosa chiedere al prodotto. Per questo il
vino per la grande distribuzione costi-
tuisce un’opportunità di immagine e di
margine che ben poche altre categorie
merceologiche possono dare. Tutta sta a
cogliere le occasioni che anche in questa
fase ci sono tenendo comunque conto
che comunque oggi anche il mercato del
vino come tutti deve fare i conti con la
situazione economica.
Lei parla di occasioni. Che cosa signi-fica in concreto?Valorizzare al meglio la categoria, cosa
difficile da fare in un punto della grande
distribuzione ma alcuni orientamenti ci
sono: ogni vino dovrebbe poter raccon-
tare la sua storia, far capire la reason
why che lo ha portato su uno scaffale. Si
stanno anche aprendo nuove opportuni-
tà di vendita, che nascono dalle mutate
esigenze di consumatori interessati non
tanto a spendere meno quanto a spen-
dere per prodotti che giustifichino il loro
prezzo di vendita. Ad esempio, gli alimen-
ti biologici e i negozi specializzati vedono
un aumento delle vendite e lo stesso di-
scorso vale per i “vini naturali”. Sta anche
alla grande distribuzione dare loro spazio.
C’è una questione di assortimenti? Il problema non è tanto quella dell’am-
piezza dell’assortimento, quanto quella
della sua razionalità. Lo scaffale dovreb-
be aiutare il consumatore a scegliere,
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I N T E R V I S T A
Si tratta di un canale di vendita in de-clino?Senz’altro, si salvano solo i negozi che
fanno davvero cultura del vino e del cibo,
affiancando all’attività di vendita anche
quella di degustazione guidata, o di pic-
cola ristorazione.
Certo gli assortimenti della grande di-stribuzione che non solo si sono am-pliati, ma ora offrono anche prodotti di alto prezzo stanno contribuendo non poco alla crisi dei negozi specializzati.Se lei trova in un’enoteca una bottiglia
presente anche in un supermercato a un
prezzo considerevolmente inferiore, non
solo non comprerà più in enoteca quel
particolare vino ma abbandonerà quel
punto di vendita, giudicandolo poco
conveniente in assoluto. Devo dire che
da parte dei produttori sarebbe anche
opportuno prevede-
re nei contratti con la
grande distribuzione
il rispetto di una fa-
scia minima di prez-
zo per non svilire il
prodotto.
Una soluzione non
potrebbe essere
quella di proporre
lo stesso vino con etichette diverse?
È un espediente di piccolo cabotaggio.
Oggi non funzionerebbe più. Noi tutti
chiediamo correttezza, non trucchi.
A proposito di canali di vendita, l’e-commerce può funzionare con il vino?No, perché l’acquisto del vino, come di-
cevamo prima, ha contenuti emozionali
che non si possono trasferire su Internet
e oltretutto è difficile che i prezzi siano
convenienti perché sui piccoli ordini il tra-
sporto incide molto. Funziona il turismo
delle cantine, l’acquisto fatto direttamen-
te nei week end, se il produttore si fa
apprezzare il cliente poi farà i suoi ordini
sul web, ma non c’è nessuna reale diffe-
renza tra quello che si poteva fare anche
prima e cioè telefonare e farsi mandare
12 bottiglie…•
Pietro Rocchelli si occupa
di Wine&Food Marketing nell’ambito
della azienda di famiglia,
la Maurizio Rocchelli
Chi è
il numero delle
referenze nella gdo
inizia a ridursi
C O V E R S T O R Y
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C O V E R S T O R Y
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Industria, distribuzione e università si pongono il problema di come sensibilizzare gli stakeholder per ottenere quei risparmi che infine fanno bene ai conti del paese e quindi ai cittadini consumatori
di Ugo Stella
uando buttiamo nella spazza-
tura, non gli avanzi agroalimen-
tari inutilizzabili, ma cibo che
potrebbe essere consumato,
oppure ingredienti ancora utilizzabili e
scartati nei vari passaggi dal campo alla
tavola, introduciamo un costo economico
stimato a livello mondiale, di 565 miliardi
di euro con un volume complessivo di 1,3
miliardi di tonnellate. È la Fao a rivelarlo.
Numeri indubbiamente rilevanti che sti-
molano la curiosità per scoprire i dati re-
lativi al ristretto del nostro paese. E qui ci
viene in soccorso Wwf Italia che presso
la Sda Bocconi ha organizzato il conve-
gno “Ridurre lo spreco alimentare: una
ricetta per salvare il pianeta” in occasio-
ne della Giornata Mondiale dell’alimenta-
zione del 16 ottobre 2013. In quella sede
sono stati presentati i numeri dell’ultimo
rapporto Wwf sull’impatto ambientale
dello spreco in Italia, i dati aggiornati
circa i comportamenti e le abitudini de-
gli italiani, nonché le iniziative speciali in
collaborazione con le aziende di produ-
zione, di distribuzione ed associazioni di
categoria, molte delle quali presenti al
convegno.
L’evento ricade nell’ambito dell’iniziati-
va del Wwf One Planet Food che, come
recita l’omonimo sito, è “La piattaforma
Wwf dedicata all’alimentazione sosteni-
bile, per aiutare cittadini, imprese e isti-
tuzioni ad adottare modelli alimentari a
basso impatto ambientale e a migliorare
il rapporto del cibo con il Pianeta”.
Un primo aspetto da chiarire per capire i
dati è che esiste una differenza fra rifiuti
e sprechi alimentari. Uno studio del 2011
realizzato dallo Swedish Institute for Food
and Biotechnology (Sik), per conto della
Fao, distingue, infatti, fra perdite alimen-
tari globali e rifiuti alimentari, cioè tra
“perdite di cibo” e “spreco alimentare”,
mentre nella lingua inglese tutto ricade
sotto il termine “waste”. Le perdite di cibo
misurano la diminuzione delle quantità
di cibo commestibile, che si verificano
a livello di produzione, raccolta e fasi di
lavorazione post-raccolta. Una voce che
pesa molto nei paesi in via di sviluppo,
a causa della carenza di infrastrutture,
bassi livelli di tecnologia e di investimen-
ti nei sistemi di produzione alimentare.
Sono perdite che si verificano quando il
grano è infestato da parassiti, funghi, mi-
crobi e che oltre alla perdita di prodotto
introducono le perdite economiche deri-
vanti dai prezzi forzosamente bassi non-
ché alla mancanza di accesso ai mercati
Keyword
LA VASCHETTA DA ASPORTO DI IKEAUna sorta di uovo di colombo contro lo spreco alimentare a casa come fuori: Ikea ha realizzato la vaschetta, biodegradabile con cartoncino Fsc. Il claim riportato sulla vaschetta è esplicito: “Compra solo quello che mangi, Conserva bene quello che compri, Non buttare quello che avanza”. Coinvolti anche i dipendenti con alcune azioni per ridurre lo spreco alimentare nei 20 ristoranti della catena:• schede di produzione
revisionate, per aumentare l’efficienza di utilizzo delle risorse alimentari e ridurre al minimo avanzi e sprechi;
• il Kpi Waste, un indice che mette in relazione il cibo eliminato giornalmente rispetto a quello acquistato;
• il catalogo delle ricette con le precise grammature, lavorazione e porzionature.
11 novembre 201312
C O V E R S T O R Y
per scarsa qualità del prodotto. Senza
contare l’effetto collaterale dell’aumento
dei prezzi alimentari causato dalla minore
quantità di merce immessa in commer-
cio. La seconda voce costituisce il vero e
proprio spreco alimentare, quello dovuto
a comportamenti volontari da parte di
dettaglianti e consumatori, che, per incu-
ria, buttano via del cibo, magari perché
è scaduto.
Questo tipo di spreco alimentare è carat-
teristico dei paesi industrializzati perché
comprano molto di più di quello che usa-
no e che serve realmente. Su questa du-
plice veste dello spreco si inserisce One
Planet Food che si propone di promuo-
vere modelli alimentari a basso impatto
ambientale e migliorando il rapporto del
cibo con il Pianeta. In linea con i tempi e
con la filosofia Wwf il metodo seguito è
di tipo olistico: gli impatti vengono cioè
studiati lungo tutta la catena alimentare,
dalla produzione delle materie prime fino
alla trasformazione, distribuzione, consu-
mo e smaltimento. Una sfida complessa
di tipo sistemico che richiede un approc-
AUTOGRILL SPERIMENTA LA CONVERSIONE DEI RIFIUTI IN COMPOST PER CONCIMARE L’OASI WWF DI VANZAGO
La doppia anima di retailer e ristoratori pone Autogrill di fronte a problematiche più complesse. Il terreno di sperimentazione, come racconta il chief internal audit & Csr officer Silvio De Girolamo, è l’area di servizio Villoresi Est di Milano, vero e proprio laboratorio e flagship delle pratiche di sostenibilità di Autogrill.
Quanto pesa lo spreco?Non abbiamo dati precisi se non quelli relativi alla partnership consolidata con il Banco Alimentare, il quale nel 2012 ha preso in carico oltre 280mila euro di prodotti confezionati legati all’attività di vendita al dettaglio in Italia. Per quanto riguarda la ristorazione, invece, best practice e dati riguardano gli Usa: oltre 1mio di prodotti ceduti a Food Bank, una organizzazione che riunisce più onlus coordinate nel progetto Food Donation Connection. Il successo della best practice Usa nasce dall’allineamento tra il business Autogrill e la struttura logistica delle onlus, che ci piacerebbe realizzare anche in Italia.
Quali azioni avete intrapreso, o programmate di attivare?Lo sviluppo di partnership e la condivisione di obiettivi e valori sono elementi cruciali. Innanzitutto proseguiremo l’attività di collaborazione con il Banco Alimentare. Inoltre è appena partita la sperimentazione con il Wwf che coinvolge le aree di servizio autostradali Villoresi Est, Brianza Nord e Brianza Sud per il recupero dei rifiuti organici come compost per la fertilizzazione di un orto all’interno dell’oasi Wwf Bosco di Vanzago. BT
cio integrato tra tutti gli stakeholder e
cioè il mondo scientifico (università), le
imprese (distribuzione e produzione), la
politica (locale e centrale), le organizza-
zioni di consumatori e infine i cittadini.
Una battaglia che se vinta, al di là della
evidente riduzione dell’impronta ambien-
tale, produrrebbe benefici effetti nelle ta-
sche dei consumatori che, se non altro,
potrebbero dedicare i risparmi, a svilup-
pare i consumi e quindi a migliorare lo
stato dell’economia.
In merito alla situazione italiana, Gfk Eu-
risko in partnership con Auchan e Sim-
ply, ha svolto in occasione dell’evento un
indagine qualitativa su 800 famiglie ita-
liane durata una settimana in settembre.
“Abbiamo chiesto loro di tenere un diario
accurato degli sprechi, con riferimento
ai pasti della giornata“ ha chiarito Paolo
Anselmi, vice presidente Gfk Eurisko. Se
per il 90% degli intervistati il problema è
molto serio è altresì vero che solo il 54%
degli intervistati controlla ogni giorno il
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11 novembre 2013 13
FEDERDISTRIBUZIONE: LA BASE È L’AVER REALIZZATO IL 1° BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ DI SETTORE
Stefano Crippa, direttore dell’area comunicazione di Federdistribuzione, pone l’accento sul fatto che l’attenzione verso gli sprechi stia partendo prima di tutto proprio dalla gdo.
Come vede il problema degli sprechi?Il recupero delle rimanenze alimentari è un tema importante che deve essere affrontato in modo strutturato, superando l’approccio individuale dei singoli operatori che finora lo ha caratterizzato. Occorre che istituzioni, onlus e fondazioni come il Banco Alimentare e soggetti privati lavorino insieme dandosi una regia e un coordinamento, ciascuno prendendosi i propri compiti e le proprie responsabilità. In questo senso è particolarmente importante, per ulteriormente accelerare il fenomeno, che, a fronte di impegni precisi da parte delle aziende distributive, venga loro riconosciuta un’agevolazione fiscale in virtù della minor quantità di rifiuti generata e quindi dei minori costi di smaltimento sostenuti dall’amministrazione locale.
Quali sono gli interventi specifici che avete ideato e attuato?Come Federazione abbiamo cercato di sensibilizzare al tema tutte le nostre aziende associate, ottenendo una buona risposta. Nello scorso autunno abbiamo pubblicato il primo Bilancio di Sostenibilità del settore della Distribuzione Moderna Organizzata nel quale sono state evidenziate le attività realizzate dalle imprese in chiave di Responsabilità Sociale. Ebbene tutte hanno avviato azioni per il recupero delle rimanenze di prodotti alimentari! Abbiamo inoltre coordinato iniziative a livello locale (la più significativa delle quali è stata l’esperienza di Parma) nelle quali è stato realizzato un modello completo di progetto strutturato di collaborazione tra Comune, Banco Alimentare e Federdistribuzione con le sue imprese associate.
frigo e il 65% controlla una volta al mese
la dispensa. E mentre il 45% si dichiara
favorevole alla vendita a prezzi scontati
di alimentari non deperibili scaduti, una
percentuale ancor più bassa (36%) di-
chiarano di rispettare la data di scadenza
presente on pack. Un aspetto interessan-
te, secondo Anselmi, è che il 54% delle
persone sostiene che dopo questa crisi il
modo di consumare in futuro sarà diver-
so. È quindi in atto una riconsiderazione
degli stili di vita da cui conseguirà anche
una maggiore attenzione sul tema dello
spreco. Secondo Reuters ogni famiglia
italiana butta nella spazzatura media-
mente 49 kg di cibo all’anno, per disat-
tenzione o negligenza nella gestione della
spesa. In totale vanno quindi in discarica
1,19 milioni di tonnellate di alimenti che
equivalgono a 7,65 miliardi di euro l’anno,
ovvero 316 euro per ciascuna famiglia.
A conferma del dato, la Società Italiana
di Nutrizione Umana, asserisce che, in
base a quanto acquistato, la disponibili-
tà calorica giornaliera pro capite in Italia
dovrebbe essere di circa 3.700 kcal, ossia
oltre una volta e mezzo il fabbisogno ener-
getico quotidiano. Da questo deriva che
avanzerebbero 1.700 kcal riconducibili a
sovralimentazione o spreco il cui contri-
buto maggiore deriva dalla lavorazione e
conservazione di frutta e ortaggi (26%)
e dall’industria lattiero-casearia (21%).
Le stime riguardanti la quantità di cibo
gettato nella spazzatura da parte dei
mercati all’ingrosso e della distribuzione
organizzata parlano di oltre 260 mila ton-
nellate di prodotti alimentari (corrispon-
denti a 900 milioni di euro), il 40% del-
le quali è costituito da ortofrutticoli. La
situazione peggiora se ci spostiamo sul
consumatore finale. I dati Adoc (Associa-
zione per la Difesa e l’Orientamento dei
Consumatori) mostrano che a casa spre-
chiamo il 35% dei prodotti freschi, il 19%
del pane, il 16% di frutta e verdura. Tor-
nando ai dati globali, un numero che da
solo fa meditare è che gli esseri umani si
appropriano del 54% di tutta l’acqua dol-
ce accessibile sul pianeta e di questo il
C O V E R S T O R Y
11 novembre 201314
70-80% viene utilizzato per l’irrigazione.
Altro dato su cui meditare è che a fronte
di un fabbisogno idrico giornaliero pro ca-
pite dai due ai quattro litri, per produrre
il cibo, che una persona consuma quoti-
dianamente, sono necessari dai 2.000 ai
5.000 litri di acqua (cinque metri cubi).
Ogni anno consumiamo dunque 4.000
chilometri cubi di acqua, ricavati da fiumi
e falde sotterranee. Se però ci limitiamo
a considerare solo l’acqua che non viene
restituita al bacino di provenienza, allora
l’irrigazione sale all’80-90% del consumo
totale. Il che fa capire come la portata di
molti grandi fiumi si sia ridotta, in certi
casi, fino al prosciugamento.
Anche nel caso dell’emissione di gas
serra il grande colpevole è sempre l’agri-
coltura, almeno per come la conosciamo
adesso. Il 35% delle emissioni di anidride
carbonica, metano e protossido di azoto,
sono derivanti da essa. Una percentuale
superiore a quella generata dai traspor-
ti (automobili, camion e aerei) e dalla
produzione di elettricità. in particolare
i fertilizzanti a base di azoto, secondo
l’Intergovernamental Panel on Climate
Change, sono la causa principale delle
emissioni dovute all’agricoltura, con una
percentuale del 38%.
In cinquant’anni la produzione di azoto di
sintesi è cresciuta dell’80%, arrivando a
un livello di 120 milioni di tonnellate di
azoto l’anno che è più di quanto gli ecosi-
stemi ne riescano ad utilizzare. Un aspet-
to tanto più significativo se si pensa che
l’ammontare dell’azoto di sintesi prima
dell’era industriale era zero.
Nell’informazione globale il termine im-
pronta di carbonio (Carbon Footprint, CF)
è divenuto d’uso piuttosto comune. Esso
identifica la quantità totale di gas ser-
ra che devono essere generati per poter
produrre, trattare e portare fino allo scaf-
fale del punto di vendita il prodotto stes-
so. A partire dalla sua produzione agri-
cola o al suo allevamento, al trasporto,
mantenimento in magazzini, confeziona-
SIMPLY INTENDE INTENSIFICARE LA COMUNICAZIONE AL PUBBLICOAL FINE DI AUMENTARNE CONSAPEVOLEZZA E IMPEGNO
La riduzione degli sprechi viene affrontata da Simply entro le iniziative legate alla sostenibilità, e si gioverebbe, come ha spiegato il direttore responsabilità sociale d’impresa Carlo Del Menico, di un maggior cordinamento e legittimazione da parte delle autorità locali, anche considerando l’ampia base di clientela (due milioni di clienti/settimana), e la complessità della documentazione richiesta.
In senso lato come vede il problema degli sprechi alimentari?È un tema centrale per chi fa distribuzione alimentare. La quantità di rifiuto trattato in differenziazione nel 2012 era pari a oltre 14mila tonnellate, +5,1% rispetto al 2011 e ogni anno i supermercati Simply donano, grazie ad accordi di lungo periodo con onlus di rilievo nazionale, 320 tonnellate di generi alimentari pari a oltre 580mila pasti.
Quali azioni avete intrapreso, o programmate di attivare?Abbiamo cominciato a occuparcene in maniera strutturata nel 2008, capitalizzando esperienze precedenti, come quella dello sfuso e dei prodotti a marchio. La collaborazione con il WWF è partita quest’anno sfruttando relazioni preesistenti interne al Gruppo, e il 2014 sarà intensificata in un’ottica di comunicazione al cliente, che ha dimostrato l’interesse verso acquisti consapevoli anche rispetto ai quantitativi. Lo sfuso, con la possibilità di determinare il peso, è una risposta. In ottica di filiera, è attivo un tavolo Ecr, insieme ai produttori, nel quale ho colto grande disponibilità a trovare insieme soluzioni migliorative. BT
70% Produzione
18% Trasferimenti e confezionamento
12% Trasporto
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mento, distribuzione comprendendo an-
che l’eventuale smaltimento degli scarti.
La Convenzione Quadro delle Nazioni
Unite sui Cambiamenti Climatici (Unfcc)
definisce i gas effetto serra, come “Quei
gas che compongono l’atmosfera, sia di
origine naturale sia antropogenici, che
assorbono e ri-emettono radiazioni in-
frarosse”.
La convenzione di Kyoto ha poi circoscrit-
to in modo più preciso l’ambito, limitando
l’attenzione a sei gas (o famiglie di gas)
che sono all’origine del surriscaldamento
globale per cui si può applicare il discor-
so del CF. Stabilito che i sei gas sono:
anidride carbonica, metano, ossido di
azoto, idrofluorocarburi, perfluorocar-
buri, esafluoruro di zolfo, le emissioni di
gas serra vengono rendicontate facendo
riferimento all’unità CO2eq (anidride car-
bonica equivalente).
Nel grafico soprastante si mostra l’anidri-
de carbonica equivalente in funzione del-
la tipologia di cibo che si vuole produrre.
Ebbene la produzione di carne pesa per
il 57% del totale, mentre i cereali per il
31%. A ciò si aggiunga che per produrre
un kg di carne genero 14,7 kg di anidride
carbonica, qualcosa come 64 volte di più
che per produrre un kg di frutta.
Circa vent’anni fa Tony Allan coniò il ter-
mine “acqua vir tuale”, descrivendola
come il volume di acqua necessario per
realizzare un prodotto alimentare lungo
tutta la filiera.
Se si analizza il confronto fra i vari tipi
di cibo con questo strumento le diffe-
renze sono altrettanto macroscopiche.
Infatti, secondo lo studio del Wwf per
un kg di carne di manzo ci vogliono 594
litri d’acqua mentre per un kg di mele ce
ne vogliono 42 litri, 15 volte di meno. Il
rapporto sale a 35 volte nel caso della
pasta che abbisogna solo di 15 litri per
kg di prodotto. Se non altro noi italiani
ci possiamo consolare con il fatto che la
dieta mediterranea, a base di pasta, olio,
ortaggi, è senza dubbio più sostenibile
di quella texana a base di t-bone steak e
hamburger.•
AUCHAN MIRA AD UNA VISIONE PIÙ AMPIA DELLA GESTIONE RISORSE IN QUANTO A RIFIUTI, ENERGIA E IMBALLAGGI
Auchan ha cominciato a occuparsi di sprechi alimentari nel 2008 attraverso accordi con associazioni e onlus per il recupero di prodotti inadatti alla vendita perché difettati nelle confezioni o prossimi a scadenza. Ne parliamo con il direttore comunicazione e sviluppo sostenibile Roberta De Natale.
In senso lato come vede il problema degli sprechi alimentari?Mediamente gli ipermercati Auchan donano in un anno beni alimentari per circa 646mila euro. A questi vanno sommati gli sprechi nella fase di acquisto degli alimenti, e quelli determinati dai prodotti prossimi alla scadenza, che da anni proponiamo fino al 50% del prezzo.
Quali azioni avete intrapreso, o programmate di attivare?Le iniziative contro gli sprechi alimentari si inseriscono in una visione più ampia di gestione delle risorse, quindi il consumo di energia, la gestione dei rifiuti e degli imballaggi. Pertanto lo sfuso nel reparto Self Discount, 160 prodotti tra cui cereali, frutta secca, caramelle e dolciumi, pasta, riso, legumi, caffè e detersivi, che mira a ridurre gli imballaggi, ma anche gli sprechi casalinghi. È in fase pilota presso Auchan Rescaldina la produzione di compost destinato ad aree agricole, per il recupero delle frazioni organiche dei rifiuti. E il tasso di differenziazione a settembre per Auchan si è attestato a circa il 70% (media nazionale: 31,7%). Infine collaboriamo al programma di sensibilizzazione WWF One Planet Food, dal quale è nata la ricerca Gfk Eurisko. BT
57% Carne
4% Latte
1% Pesce
6% Frutta
31% Cereali
1% Tuberi
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Il Consorzio ha disegnato un piano di sviluppo importante: coinvolge la rete, le pl e il digitale, oltre la politica commerciale
inque soci caratterizzati dall’es-
sere sia imprese famigliari con
nuove generazioni già al co-
mando -Cadoro di Venezia,
Gros – Gruppo Romano Supermerca-
ti di Roma, Gruppo Gabrielli di Ascoli
Piceno, Italmark di Brescia e Orvea di
Trento- sia fortemente radicati sul terri-
torio con una rete multicanale (in senso
classico): questi gli elementi alla base
del successo del Consorzio Sun Super-
mercati Uniti Nazionali che, fondato
37 anni fa da quattro imprese, tra varie
vicissitudini legate a fusioni, fuoriusci-
te e diverse interpretazioni del mercato,
dopo un periodo di appannamento, oggi
vuole tornare a essere protagonista sul
mercato.
“Nel corso del 2013, il nostro consorzio
sta vivendo un’importante fase di rior-
ganizzazione a cominciare dall’assetto
societario, che ha visto la fuoriuscita del
gruppo Superconti di Terni (uno dei soci
di Marina Bassi
tano i principali format di ri-
ferimento-, con una super-
ficie totale di oltre 447mila
metri quadrati, presenti per
lo più nel centro nord (Lom-
bardia, Emilia Romagna, Ve-
neto, Trentino Alto Adige) e
nel centro Italia (Marche,
Abruzzo, Molise, Umbria e
Lazio, con un forte presidio
a Roma e provincia grazie
all’ingresso di Gros, leader
nella capitale e provincia
con una quota del 18,9% secondo le
rilevazioni Nielsen Iper+Super+Libero
Servizio).
Grazie alle performance di questa rete,
la quota di mercato del Sun è pari al
2,7%, che nei progetti dei soci, per la
fine del 2014, dovrebbe superare am-
piamente il 3%. “Se la crescita del Sun
nel 2013 è stata determinata soprattut-
to dall’ingresso dei nuovi soci del Gros,
l’obiettivo è quello di mantenere il trend
di sviluppo anche nel 2014 sia grazie alle
performance dei soci, pur in un contesto
difficile come quello attuale, che vedrà
anche il prossimo anno, consumi non
incoraggianti, secondo le previsioni di
Nielsen sia per l’apporto di nuove aper-
ture”, ha sottolineato Odolini.
Infatti, Sun ha previsto un investimen-
to pari a 27,2 milioni di euro sia per lo
sviluppo della rete (14,1 mio) che por-
terà alla creazione di 150 nuovi posti di
lavoro (da aggiungere ai 7.724 addetti
totali nel 2013) sia per ristrutturare par-
zialmente quella esistente (13,1 mio). In
particolare, per il 2014 sono in calenda-
MARCO ODOLINI,presidente Gruppo Sun
storici) e il contemporaneo
ingresso di una realtà inte-
ressante come Gros Grup-
po Romano Supermercati
-ha precisato il presidente
Marco Odolini, nel corso
della recente convention-.
Con questa compagine e
con la volontà di accreditar-
ci come imprese e insegne
che puntano all’eccellenza
qualitativa legata al made in
Italy, attenta alla salute dei
consumatori, determinata a crescere nel
rispetto di criteri di sostenibilità, Sun si
appresta a una nuova pagina della sua
storia imprenditoriale”.
Attualmente il Consorzio opera con una
rete formata da oltre 400 pdv -dagli
ipermercati fino ai minimercati, anche
se supermercati e superstore rappresen-
LA RETE AL DETTAGLIO DI GRUPPO SUN
Numero di punti di vendita e mq complessivi
Proprietà Affiliati Mq
Ipermercati 6 - 29.933
Miniper e superstore 42 - 132.072
Supermercati grandi 62 - 114.879
Supermercati 132 32 134.030
Superettte 34 109 34.890
Minimercati 11 - 1.639
TOTALE 287 141 447.443
Fonte: interna
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rio 44 nuove aperture, tra miniper, super-
store, super grandi, super e superette.
Le previsioni di crescita sono legate an-
che all’incremento delle vendite della pl
Consilia, che, per la fine dell’anno, se-
condo recenti stime, dovrebbe generare
un fatturato di 73,6 mio €, destinato
a crescere per effetto di nuove attività.
Sun, infatti, ha avviato un’indagine sui
consumatori delle diverse insegne con-
dotta dall’Università Politecnica delle
Marche che ha sottolineato la necessità
di razionalizzare e differenziare in manie-
ra più netta delle diverse linee, di sem-
plificare la comunicazione e garantire al
brand, che gode di una buona ricono-
scibilità, maggiore visibilità nel pdv, con
attività di animazione.
L’agenzia JWT, sulla base di queste indi-
cazioni, ha ridisegnato il marchio in chia-
ve più moderna e suddiviso le referenze
in quattro linee -basica, Premium, be-
nessere e dedicata ai prodotti biologici-,
oltre che disegnato il nuovo sito (online
nei primi mesi del 2014) che dovrà cre-
are un legame più stretto tra insegna,
imprese e pl Consilia, veicolando anche
specifiche attività in-store.
Un altro elemento che ha contribuito
al raggiungimento di questi risultati è
rappresentato da una politica commer-
ciale aggressiva, che si è avvantaggia-
ta dell’appartenenza alla supercentrale
ESD Italia (la secondo per importanza
in Italia) che ogni impresa ha declinato
in maniera autonoma nei relativi bacini
di appartenenza.
La sfida al prossimo futuro è chiara: cre-
scere. “Il nostro obiettivo è quello di esse-
re sempre più agili, rapidi ed efficienti: lo
abbiamo già dimostrato in questi anni, ma
intendiamo ribadirlo con più forza oggi,
sulla base degli sforzi importanti che stia-
mo facendo -ha concluso Odolini-. Voglia-
mo crescere e arrivare a quote di mercato
importanti in grado di attirare anche altri
imprenditori che abbiano volontà, dimen-
sione e valori da condividere con noi ”.•
“La nostra formula distributiva del vicinato si dimostra oggi più che mai
vincente: è un successo, di questi tempi, non
dover ridimensionare i punti di vendita, ma, anzi,
pianificarne l’espansione”, ha sottolineato nel corso
della convention Marco Bordoli, Ad di Crai.
ondato nell’ottobre 1973, Crai traccia nuove linee strategiche, , in occasione dei suoi 40 anni, forte
di un fatturato consolidato di due mld €. L’obiettivo è puntare sulla rete di vicinato, che già rappresenta il core business del gruppo, valorizzando in misura ancora più accentuata il legame con il territorio, punto di forza storico della rete. Attualmente il gruppo opera con oltre 2.000 pdv tra supermercati, superette e negozi di vicinato, presenti in mille comuni e 19 regioni italiane, cui si aggiunge il canale drugstore (con le insegne Beauty Star, Cad, Proshop e Ipersoap), che, in linea con l’andamento positivo del mercato, continua a crescere. Oggi, questa formula rappresenta una quota di mercato vicina al 20%, che rende Crai il secondo operatore a livello nazionale e lo spinge a prevedere nuove sinergie tra le insegne. Crai prevede di chiudere il 2013 con una crescita del giro d’affari del 5,5% grazie all’ampliamento della rete per l’apertura sia di diversi pdv di media dimensione (tra i 400 e i 1.500 mq) in alcune grandi città (Roma e Torino) sia di cash and carry in Sardegna (dove l’alleanza con Simply continua a funzionare) e a Cosenza. Inoltre, per sostenere le performance, è previsto il rafforzamento della marca commerciale, attualmente con una quota del 16,1%, dopo essere passati da 1.520 referenze del 2011 a 1.557 del 2013. Quota che dovrebbe aumentare, visto che, per fine anno, è previsto il rinnovamento della linea I Piaceri Italiani a livello sia di pack sia di comunicazione in-store. Infine, per rafforzare il brand e sostenere le iniziative legate all’anniversario, è stata pianificata una campagna Tv di 8mila spot (di cui sono in onda sei flight fino a fine novembre), che ha richiesto un investimento totale di 1,8 mio.
Punti di vendita totali della rete
al dettaglio
2mila
Incremento fatturato previsto
per fine 2013
5,5%
investimentoin comunicazione in milioni di euro
1,8
R E T A I L
11 novembre 201318
Nel pdv di Segrate (Mi) si sperimenta l’innovativa tecnologia di Datalogic che promette di rivoluzionareil punto cassa
o scanner automatico Datalogic
in fase di test presso il punto di
vendita Esselunga di Segrate (Mi)
ha tutte le carte in regola per ap-
portare una vera e propria “rivoluzione”
nella shopping experience. Le transa-
zioni al punto cassa -ne sono ben con-
sapevoli tutti i retailer- rappresentano
un’importante occasione per migliorare
il livello del servizio e per fidelizzare i
clienti. La mancanza di efficienza alla
cassa è, infatti, uno degli aspetti che
infastidiscono maggiormente i clienti:
un’esperienza appagante durante tutto
il percorso di shopping nel pdv rischia
di essere fortemente compromessa pro-
prio da una fase di checkout inefficiente
o stancante a causa di tempi di attesa
percepiti come eccessivi.
Questa innovativa tecnologia, presen-
tata in anteprima da Datalogic all’NRF
Expo di New York, può essere offerta dai
solution providers in una serie di diverse
di Enrico Sacchi
configurazioni e riesce ad identificare i
prodotti mediante uno scanner, a piano
multiplo e omnidirezionale, con tecno-
logia imaging completamente digitale,
con e senza codice a barre. Una solu-
zione che consente ai retailer di offrire ai
propri clienti un checkout assistito, con
tutti i vantaggi dell’automazione, e di li-
berare il personale che può così intera-
gire con l’acquirente offrendo promozio-
ni speciali, assistenza sui buoni sconto
e molto altro ancora. Rendendo l’intero
processo più veloce e garantendo alcuni
miglioramenti, come le telecamere per
prevenire i furti, terminali di pagamento
remoti o integrati e soluzioni innovative
per imbustare, la qualità del servizio e la
produttività front-end possono aumen-
tare considerevolmente.
L’automated scanner potrà dimostrare
tutta la sua efficacia soprattutto per i
negozi con un volume di transazioni me-
dio-alto, per le corsie veloci e principali
dove la produttività e la velocità al punto
cassa, la soddisfazione del cliente e la
prevenzione delle perdite da furti sono
aspetti importanti.
Nella configurazione proposta all’inter-
no dello store di Segrate, le postazioni
di automated scanner sono adiacenti
all’area self-scanning. Una volta arrivato
in cassa, il consumatore non deve fare
altro che riporre sul nastro trasportatore
i prodotti i quali vengono letti automa-
ticamente al passaggio sotto il tunnel
di scansione.
La presenza di una cassiera, a presidio
della postazione, garantisce il corret-
to svolgimento e completamento delle
operazioni.
Ma come è nata l’idea di implementare
La nuova cassa identifica i prodotti mediante
uno scanner, a piano
multiplo e omnidirezionale,
con tecnologia imaging
completamente digitale,
con e senza codice a barre
R E T A I L
il FRUTTO di OLTRE 100 ANNI di ESPERIENZA
OLEIFICIO R.M. S.p.A. Via delle Piagge, 1535 - 55100 - Lucca - www.rocchi.it
Da una passione nata più di un secolo fa a Lucca, nel cuore della più grande tradizione olearia, nasce la selezione degli oli Rocchi.
Specialità uniche e ricercate per sorprendere il palato e trasformare ogni assaggio in una scoperta di sapori.
questa tecnologia innovativa? “Esselun-
ga progetta da sempre i servizi migliori
da offrire ai propri clienti -dichiarano a
Gdoweek dal quartier generale di Limi-
to-. Per questo sperimenta, spesso in
anteprima, le soluzioni più promettenti.
Il potenziale di questo nuovo scanner
ci è sembrato da subito evidente e la
partnership con Datalogic ha favorito la
nascita di un gruppo di lavoro dove tutti
hanno contribuito al miglioramento del
servizio. Stiamo ancora lavorando sul-
le evoluzioni della postazione cassa, in
modo che accolga al meglio la nuova
scansione automatica. I clienti apprez-
zano la maggior velocità ed il fatto che
la loro operatività non cambia, inoltre
per gli addetti alla cassa la soluzione
è migliorativa dal punto di vista ergo-
nomico. La collaborazione di Esselunga
con Datalogic continua, su questa e su
altre soluzioni, sempre con l’obiettivo di
migliorare la ‘customer experience’ du-
rante la spesa”.•
DAL PUNTO CASSA NUOVEOCCASIONI DI INTERAZIONECON I CLIENTI MULTICANALE
La gestione del checkout, se da un lato diventa sempre più complessa per i retailer con il crescere delle funzioni concentrate nel punto cassa, dall’altro si apre a nuove opportunità di servizio e interazione con i clienti.In particolare con quei consumatori che si aspettano di interagire con brand e retailer “come e quando vogliono”, attraverso diversi canali integrati, come web, dispositivi mobili, social media e telefono, in remoto così come nel negozio tradizionale, che continuerà a mantenere la sua centralità. I retailer tenderanno, di conseguenza, a sviluppare sistemi di cassa sempre più “intelligenti”, fortemente focalizzati sulla shopper experience e integrati in ottica di fidelizzazione multicanale. Avremo quindi processi di checkout decisamente più veloci, più flessibili, multifunzionale e soprattutto integrati con i dispositivi di tipo mobile. L’evoluzione è verso opzioni di checkout multiple, una volta giunti alla barriera casse i consumatori si troveranno sempre più spesso di fronte a diverse possibilità: dalla classica postazione assistita, al self-scanning al self-checkout, all’automated scanning e potranno scegliere in funzione dell’experience a loro più congeniale e della tipologia di pagamento preferita.
Giunto in cassa, il consumatore deve riporre sul nastro trasportatore i prodotti i quali vengono letti automaticamente al passaggio sotto il tunnel di scansione
R E T A I L
11 novembre 201320
Da metà ottobre, sono 6.800 le referenze non food lanciate in rete da Coop, che esclude di entrare nell’online per il food
ggi l’e-commerce è l’unico
canale in crescita a due cifre:
nel 2013 è previsto per il
digitale il superamento dei 10
mld di euro di giro d’affari, grazie a 10 mio
di italiani che lo utilizzano. L’operazione
di Coop, quindi, con l’avvio del proprio
sito di e-commerce www.cooponline.it,
coglie l’interesse dei consumatori per gli
acquisti in rete, oltre a rientrare in una
visione più ampia di stimolo ai consumi
che porterà al lancio di altre iniziative.
Sviluppato su tecnologia hybris in col-
laborazione con Accenture, il sito è in-
tuitivo e semplice da navigare. Tutte le
informazioni sono facilmente leggibili,
grazie a una grafica leggera e gradevole,
e si trovano agevolmente per la possibi-
lità di accedere a “prodotti correlati” e
“ti suggeriamo anche...”, che utilizzano
un motore di ricerca efficace (che agisce
sulla parola inserita, la marca, a fascia di
prezzo e le caratteristiche dei prodotti).
Sono presenti molti link con gli altri ca-
nali virtuali dell’insegna, così come esiste
la possibilità di condividere i prodotti su
Facebook e Twitter. Per sconti e novità
sono state realizzate finestre ad hoc, che
mettono in evidenza le propone, in linea
con i must del sito di essere comodo,
sicuro, conveniente e affidabile. Viene
anche offerta la possibilità di acquistare
tramite gruppo: raggiunto un certo nu-
mero di clienti interessati a un prodotto,
il prezzo scende; se il numero non viene
raggiunto, l’offerta decade.
Un’ulteriore particolarità è rappresenta-
di Barbara Trigari
ta dalla doppia possibilità di consegna:
gratis instore, oppure direttamente al do-
micilio. Il rapporto col negozio fisico viene
mantenuto anche a livello di assistenza:
in ogni reparto del sito è attiva una guida
all’acquisto, un addetto pronto a fornire
consigli o spiegazioni. A ciò, si aggiunge
un servizio telefonico di assistenza clienti
con numero verde per telefono fisso (nu-
mero di Milano per cellulari). Al momen-
to, le aree coperte dall’ecommerce sono
quelle di influenza delle Coop aderenti
-Coop Adriatica, Coop Consumatori
Nordest, Coop Liguria, Coop Lombar-
dia, Novacoop e Ipercoop Sicilia-, oltre
che Calabria e Sardegna (a tutti gli effetti
ampliamenti territoriali).
Il sito è suddiviso in otto sezioni per un’of-
ferta complessiva di 6.800 referenze non
food focalizzate sui consumi più comuni
delle famiglie per la casa e il tempo libe-
ro: parliamo di casa ed elettrodomestici,
prodotti per la tavola e la cucina, tecno-
logia e intrattenimento, brico e giardino
(compresa l’auto), tempo libero e sport,
giocattoli, prima infanzia, benessere e
salute. A livello logistico, tutti i fornito-
ri fanno capo al magazzino di Prato, dal
quale partono le consegne organizzate
tramite corriere oppure tramite consegna
al pdv Coop indicato dal cliente.
“Siamo convinti che il progetto funzione-
rà -spiega Marco Pedroni, presidente di
Coop Italia- e siamo convinti che sare-
mo in grado di raddoppiare l’offerta nel
giro a 12-18 mesi. Escludiamo, invece,
di estendere l’iniziativa al mondo food,
in quanto ritieniamo che in questo caso i
nostri pdv siano lo strumento più adatto
per la vendita”.•
Comodo, sicuro, affidabile, conveniente e personale: queste le parole che riassumono la filosofia di Cooponline, operativo da ottobre. L’obiettivo di Coop è di raddoppiare il numero delle referenze nel giro di 12-18 mesi
Milionidi famiglie italiane
scelgono Dash.Oggi come ieri.
Questa vostra scelta è, ogni giorno, il nostro più grande successo.La preferenza accordata da milioni di famiglie è il riconoscimento di una qualità che tutti conoscono
e che rende Dash il detersivo degli italiani, quello che è cresciuto insieme a loro.
Tutto ciò che diciamo in pubblicità è avallato da intense ricerche e test svolti anche da istituzioni
indipendenti di rilievo. È molto comune che vi siano tra concorrenti delle questioni legali. Riteniamo
però che tali procedimenti non debbano essere strumentalizzati in pubblicità nel rispetto dei
consumatori e delle istituzioni.
La fiducia che continuate ad attribuirci è il giudizio che ci rendepiù orgogliosi. Oggi più di ieri.
R E T A I L
11 novembre 201322
I cash and carry (C&C) in Italia sono circa 400, con superficie media
di 4.000 mq e un fatturato totale di oltre quattro miliardi di euro
erti della sua funzione strategica
nel medio termine, consideran-
do anche la debolezza generale
del canale ipermercati dal pun-
to di vista delle vendite, alcuni gruppi
distributivi italiani stanno rivalutando il
canale del cash and carry, una delle for-
mule storiche dello sviluppo di quella che
ancora oggi si definisce -in mancanza di
una definizione univocamente e univer-
salmente condivisa- distribuzione moder-
na. Sigma, il gruppo distributivo con sede
a Bologna, partner di Centrale Italiana (Coop, Despar e il Gigante), è uno dei
player che ha richiamato la centralità dei
cash and carry nei suoi progetti di svilup-
po, con Italy Cash (si veda Gdoweek,
15, pagg. 14-15, ndr). In questo articolo
riprendiamo i temi del servizio dedicato al
cash and carry e pubblicata su Gdoweek
16 del 23 settembre 2013, riportando le
quote di mercato dei singoli operatori,
che non si erano inserite perché l’obiet-
tivo non era parlare dei competitor, ma
delle dimensioni e delle caratteristiche e
delle prospettive -attraverso le parole di
Philippe Palazzi, direttore di Adis- di un
mercato poco conosciuto e trattato, ma
di notevole rilievo economico.
I primi tre operatori nel cash and carry
sono Metro (27,8%), Selex (17,8%), e
Sigma (6,5%), con un numero di esercizi
variabile dagli 87 di Selex ai 36 di Sig-
ma. I primi tre detengono, quindi, il 52%
del mercato. L’altro 50% si distribuisce
su una quindicina di operatori fra i quali
spiccano, con quote sopra il 4,5%, Co-
ralis (6,1%), Carrefour Italia (5,8%), In-
terdis (5,5%), C3 (5,1%), Despar Servizi
(4,8%), e Agorà (4,7%).
Diversa la classifica per numero di eser-
cizi di vendita. In questo caso il leader è
Selex (87 punti di vendita), seguito da
Metro (49), dagli indipendenti (48) che
detengono una discreta quota di mercato
(4,3%), Sigma (36 unità), Coralis (31) e
C3 (22 unità).
Se eccettuiamo Metro, gruppo che in Ita-
lia è prettamente monocanale, speciali-
sta del cash, formula che ha introdotto
in Italia, diventandone un sinonimo (di-
re Metro è come dire cash and carry), i
protagonisti del mercato sono gruppi che
rimandano all’ambito della distribuzione
organizzata nelle sue molteplici declina-
zioni strutturali e giuridiche: il passato
prossimo (più che remoto) di Selex è A&O
(unione volontaria), quello di Interdis è
Végé (idem), mentre Sigma riporta, nelle
sue origini, ali gruppi d’acquisto per det-
taglianti.•
di Roberto Pacifico
METRO, SELEX E SIGMA I LEADER DEL CASH
Punti di vendita (unità) e quote di mercato
4,3% Indipendenti
2,7% Crai
2,6% Conad
1,7% Gruppo Pam
1,6% S.U.N.
1,4% Sisa
0,9% S&C Cons.
0,7% Marr
27,8% Metro Commerciale
17,8% Selex
6,5% Sigma
6,1% Coralis
5,8% Carrefour Italia
5,5% Interdis
5,1% C3
4,8% Despar Servizi
4,7% Agorà
49
87
36
31
16
17
22
21
18
48
11
13
5
6
4
9
4
Fonte: IRI, Top Trade, gennaio 2013
PDV quote di mercato quote di mercatoPDV
R E T A I L
11 novembre 201324
Dalla Smemo alle cartolerie il passo è breve: la società milanese acquisisce i negozi della catena C’Art, puntando al rilancio e portando in dote la propria conoscenza del mercato
ello scorso mese di agosto, il
mondo della cartolibreria ha
subito un piccolo scossone:
C’Art Group, società che gesti-
va sulla base di un contratto di affitto
d’azienda le attività di C’Art in liquida-
zione, è stata acquisita (100%) da Gut
Edizioni, l’azienda che opera nel settore
cartolibrario dal 1990, che commercia-
lizza brand -alcuni anche di proprietà-
del calibro di Moleskine, Smemoranda,
Kaos, Hello Kitty.
“Dietro all’acquisizione -spiega l’ammi-
nistratore delegato, Andrea Bolla- c’è la
precisa strategia di considerare i nuovi
punti di vendita come un complemento
di Elena Giordano
dei nostri classici canali di distribuzione.
Con una catena di proprietà, intendiamo
incrementare le vendite in modo diret-
to, acquisire una nuova conoscenza del
mercato cartolibrario e avere location
adeguate per testare in maniera ade-
guata i nostri prodotti”.
Nel dettaglio, l’idea è quella di rilanciare
l’importante marchio C’Art. Il rapporto
tra Gut Edizioni e la catena era già at-
tivo da anni. Spiega il presidente Nico
Colonna: “Eravamo clienti da tempo, e
condividevamo la presenza dei nostri
prodotti a scaffale. A un certo punto si
milioni di euro di fatturato annuo
30
brand in gestione
40
pdv provenienti da C’Art
85
R E T A I L
11 novembre 2013 25
è presentata l’occasione di essere utili
alla catena, in modo da definire in mo-
do tattico gli interventi, per migliorare le
attività dei negozi”.
I punti di vendita, 15 di proprietà e 70
in franchising, saranno valorizzati, fino
a ottenere importanti risultati di vendi-
ta: il peso dei prodotti di Gut Edizioni
sarà sempre più sostanziale. Lo sforzo,
continua Colonna: “Sarà quello di otti-
mizzare. Garantiremo a C’Art Group la
possibilità di un ri-
lancio, cercheremo
di implementare
la rete, lavoreremo
per rendere più effi-
ciente l’esposizione
dei prodotti grazie
all’exper tise della
nostra società”.
Attualmente i negozi hanno una metra-
tura media di 60 mq e, tranne alcuni,
sono tipicamente ubicati all’interno dei
centri commerciali. In prospettiva, la
nuova proprietà intende migliorare la
presenza dei negozi già esistenti e in
futuro di aumentarne il numero. “Il pro-
cesso potrebbe essere naturale: come
Gut Edizioni siamo già in contatto diretto
con oltre 2.000 punti di vendita. Non mi
sento di escludere eventuali acquisizio-
ni in franchising, dentro o fuori i centri
commerciali”, precisa Colonna.
Per lavorare sul futuro, il management di
Gut Edizioni ha ben chiara la situazione
attuale: i punti di vendita C’Art hanno un
target giovane, tipicamente femminile.
Le operazioni che
riguarderanno la ca-
tena in primo luogo
cercheranno di sal-
vaguardare questa
porzione di cliente-
la, ma con l’obietti-
vo di allargarla. La
strategia punterà a
far diventare rilevanti -con prodotti ad
hoc- momenti topici dell’anno quali il
Natale, San Valentino, che saranno ca-
ratterizzati dalla presenza di agende e
prodotti per l’home office. Questi cam-
biamenti saranno già evidenti dalla fine
del 2013. La cartoleria sarà essenzia-
le nel periodo prescuola e scuola, ma
verrà garantito
a c’art group la possibilità
di un rilancio
Gut Edizioni è presente sul mercato dal 1990. Dal 2012 il 20% del capitale sociale è detenuto da Feltrinelli A sinistra, Andrea Bolla, amministratore delegato di Gut Edizioni, a destra, il presidente Nico Colonna.
potrà essere resa continuativa. “C’Art
-sostiene Colonna- ha una storia nell’og-
gettistica che va valorizzata: allo sco-
po stiamo studiando nuove soluzioni e
opportunità proprio in questo periodo.
Inoltre, ma il progetto è in fase di studio,
stiamo pensando di utilizzare i negozi
per altri progetti legati al merchandising
di grandi eventi, per esempio abbinan-
dovi anche la vendita di ticket”.
Per quanto riguarda i layout dei negozi,
l’attuale configurazione viene conside-
rata già in modo positivo. Attualmente
la proprietà sta valutando come riorga-
nizzare le zone fisse e variabili, e come
ottimizzare la gradevolezza (impatto in-
terno, vetrine). L’acquisizione e il rilan-
cio della catena verranno comunicati
sia attraverso i punti di vendita, che at-
traverso iniziative di comunicazione sul
web, che ben si sposano con gli interes-
si del target di riferimento. La strategia
legata ai punti di vendita in franchising
sarà infine all’insegna della continuità,
dell’ottimizzazione dei servizi già erogati
e della creazione di nuove sinergie.•
www.quicksurveys.com/it
Questo e’ quello che dicono i nostri clienti:
QuickSurveys di Toluna ci aiuta a esaminare e a dare una risposta ai nostri dubbi sulla ricerca di mercato, praticamente in tempo reale. Toluna coniuga questo feedback rapido con un servizio di alto valore, grazie a un team che si dedica ai nostri progetti.
Market Research Manager, SKA
Quando uso Toluna Quick Survey lo trovo etramamente rapido e cost effective. E’ facile da usare : chiedi e ricevi una risposta immediata! Il valore aggiunto, inoltre, e’ nella recente integrazione di Toluna Analytics che e’ fantastico per analizzare le risposte dei consumatori e che ho avuto modo di apprezzare sin dal primo lancio.
Research Manager, Electronics company
La ricerca di mercato è un supporto molto utile per il nostro business: servono feedback veloci che non comportino costi troppo elevati. QuickSurveys di Toluna mi permette di realizzare una ricerca ad un prezzo facilmente accessibile e di eseguire addirittura una segmentazione di dati. Il team di Toluna lavora per me e spesso mi rivolgo a loro per dare vita ai miei dati.
Market Research Manager, Apparel Company
Toluna è il nostro partner principale e ci fornisce i servizi di ricerca che ci occorrono, sempre in linea con un eccellente servizio clienti. Suggerisco ai miei colleghi QuickSurveys™ di Toluna e raccomando QuickSurveys ogni volta che mi è possibile. Questo strumento fornisce un feedback istantaneo ed è chiaro che Toluna si impegna a offrire caratteristiche innovative che io, come utente, ho aiutato a rendere prioritarie. In effetti, ho davvero utilizzato questo strumento con l’aggiunta di nuove caratteristiche in tempo reale.
Research Manager, Media company
sv i luppo re t i _ R E T A I L
11 novembre 2013 27
Orario: lun-sab 8,30-13,30 e
16,30-20,00; domenica 9,00-
13,30.
ADDETTI E CASSE
Impiega sei lavoratori. Sono at-
tive in barriera due casse.
Bricofer
Bricolage e giardinaggio
Via dei castelli Romani 22
Pomezia (Roma)
3.500 mq
Bricofer
DATA DI APERTURA
3 ottobre 2013
LOCATION
È in periferia, nell’area produt-
tiva della cittadina laziale, sulla
strada provinciale 101a.
CONCORRENZA
Nella stessa zona è attivo Pra-
tiko bricoarredo.
LAYOUT
Il pdv, totalmente rinnovato, ri-
apre al pubblico su una super-
ficie più ampia: dispone infatti
di oltre 1.000 mq aggiuntivi
che portano la metratura totale
a circa 3.000 mq, oltre all’area
esterna dedicata al settore
garden di circa 500 mq. Tutti
i settori sono stati ampliati e
l’assortimento ulteriormente
arricchito, con particolare at-
tenzione alla termoidraulica e
con l’introduzione di materiali
e strumenti per l’edilizia.
OFFERTA
Dispone di 45.000 item in as-
sortimento.
SERVIZI
Orario: lun-sab 9,00-20,00;
domenica 9,00-13,30 e 15,30-
20,00. Ha un parcheggio con
200 posti auto.
Supermercato
Via Gorki
Bologna
1.100 mq
Coop Adriatica
DATA DI APERTURA
3 ottobre 2013
LOCATION
Si trova nella frazione di Corti-
cella, situata nella zona setten-
trionale della città e attraver-
sata dall’antico Canale Navile;
si trova a una distanza di circa
cinque chilometri dalla cerchia
muraria di Bologna, fuori da
Porta Galliera.
CONCORRENZA
Non si confronta con concor-
renti diretti nello stesso bacino
di utenza.
LAYOUT
Lo storico punto di vendita,
inaugurato nel 1979 dall’atto-
re Roberto Benigni, ha riaperto
dopo una ristrutturazione che
ne ha completamente trasfor-
mato la struttura e i servizi,
adottando la nuova formula
dell’insegna.
OFFERTA
Non disponibile.
SERVIZI
Orario: lun-ven 8,00-20,00;
sabato 8,00-19,30; domenica
9,00-13,00. All’interno ha se-
de il gruppo di “Ausilio per la
spesa”, che conta circa 70 soci
Coop volontari, e consegna a
domicilio la spesa a un cen-
tinaio di famiglie in difficoltà.
Vicino alle casse si trova anche
“Seminar libri”, la biblioteca li-
bera e gratuita per lo scambio
di libri. Nell’area esterna al
supermercato, nei prossimi
mesi, troverà spazio l’associa-
zionismo locale: un polo cultu-
rale e aggregativo dell’Arci; una
base operativa per la pubblica
assistenza con un presidio del
118 della onlus “Croce del Na-
vile”. Attività che si affiancano
a quelle della scuola di cucina
dell’associazione “Il mestolo e
la ramina”, che si trasferisce a
piano terra.
ADDETTI E CASSE
I clienti potranno pagare la
spesa in cinque casse fai da
te e quattro tradizionali.
Supermercato
Via La Loggia 150
Palermo
500 mq
La Piana srl
(Sicilconad Mercurio)
DATA DI APERTURA
12 settembre 2013
LOCATION
È in un quartiere residenziale
a sud del capoluogo siciliano,
in prossimità della circonvalla-
zione. La zona è ad alta den-
sità abitativa con un bacino
d’utenza potenziale di 25.000
abitanti.
CONCORRENZA
Due pdv Sigma e un altro Co-
nad.
LAYOUT
Si sviluppa secondo le diretti-
ve aziendali, con ingresso su
prima colazione, mentre i re-
parti freschi sono concentrati
su piazza mercato.
OFFERTA
Ha circa 6.000 referenze per il
90% alimentari.
SERVIZI
Orario: lun-sab 8,30-20,00;
domenica 8,30-13,30. Pos-
sibilità di servizio a domicilio.
ADDETTI E CASSE
L’organico è composto da 11
addetti. La barriera casse è
formata da tre postazioni.
Discount
Via Eraclea 9
Erice (Tp)
400 mq
Costantino srl
(Sicilconad Mercurio)
DATA DI APERTURA
10 ottobre 2013
LOCATION
È ubicato nel quartiere Casa
santa, vicino alla sede univer-
sitaria.
CONCORRENZA
In zona compete con Sisa, MD,
Soft Discount. È presente an-
che un secondo Todis.
LAYOUT
Come da tradizione dell’inse-
gna.
OFFERTA
Conta circa 2.500 prodotti fo-
od e non food.
SERVIZI
IPERMERCATI: 207
MQ 938.782
SUPERMERCATI: 1.815
MQ 1.655.096
ALTRI: 3.662
MQ 1.126.616
AREA NIELSEN 2
* Dati aree da: Guida Nielsen Largo Consumo, edizione Febbraio 2013
di A. Bonaccorsi
IPERMERCATI: 138
MQ 722.366
SUPERMERCATI: 2.730
MQ 2.031.550
ALTRI: 7.158
MQ 2.025.559
AREA NIELSEN 4
NON FOOD
R E T A I L _ sv i luppo re t i
11 novembre 201328
Arredamento
Via Noventana 194
Noventa Padovana (Pd)
6.500 mq
Mercatone Uno
DATA DI APERTURA
12 ottobre 2013
LOCATION
Si trova in periferia, poco di-
stante dalle scuole elementari
e a poche centinaia di metri da
Canale Piovego.
CONCORRENZA
Non ci sono concorrenti in zo-
na.
LAYOUT
Lo store riapre completamente
rinnovato, con spazi riorganiz-
zati e una marcata verticalizza-
zione nella presentazione dei
prodotti.
OFFERTA
In vendita offre oltre 25.000
articoli.
SERVIZI
Orario: lun-sab 9,00-19,30. Il
parcheggio può ospitare fino a
300 automobili.
ADDETTI E CASSE
Ha un totale di 58 dipendenti.
Ci sono dieci casse di cui sei
in barriera e quattro sparse nel
punto di vendita.
Gioielleria
Via Etnea 102
Catania
50 mq
Swarovski International
holdings
DATA DI APERTURA
Settembre 2013
LOCATION
È in pieno centro cittadino,
ADDETTI E CASSE
La squadra di lavoro è formata
da 20 persone. Le operazioni
di pagamento sono agevolate
da quattro casse in barriera.
Profumeria e cosmesi
Piazza dei Martiri 39/40
Mirano (Ve)
200 mq
Limoni
DATA DI APERTURA
10 ottobre 2013
LOCATION
È in pieno centro, non lontano
dal Palazzo comunale, adia-
cente a Villa XXV aprile.
CONCORRENZA
A poche decine di metri c’è la
profumeria Silvy.
LAYOUT
Nuovo look per lo store che ri-
apre dopo lavori di ristruttura-
zione. Il restyling, che prevede
una maggiore razionalizzazio-
ne degli spazi per valorizzare
i brand e guidare i clienti nel
percorso di scelta, si inserisce
nella più ampia strategia di ri-
posizionamento dell’insegna.
Si sviluppa su pianta rettan-
golare.
OFFERTA
Non disponibile
SERVIZI
Orario: lun-sab 9,00-12,30 e
15,30-19,30.
ADDETTI E CASSE
Non disponibile.
Profumeria e cosmesi
Via del Mare
Pomezia (Roma)
320 mq
Limoni
DATA DI APERTURA
10 ottobre 2013
LOCATION
È in galleria, al centro commer-
ciale Sedici pini, al chilometro
16,8.
CONCORRENZA
Nello stesso centro è presente
Bottega Verde.
LAYOUT
Viene riaperto dopo i lavori di
restyling che lo allineano alla
filosofia aziendale. Si estende
su pianta rettangolare.
OFFERTA
Non disponibile.
SERVIZI
Orario: lun-dom 9,00-20,30.
ADDETTI E CASSE
Non disponibile.
Pet store
Via Lorenteggio 246
Milano
498 mq
Maxi Zoo
DATA DI APERTURA
Ottobre 2013
LOCATION
È situato in una zona periferica
del capoluogo lombardo, sul-
la strada statale 494. La via è
perpendicolare a via Bisceglie.
CONCORRENZA
In zona sono attivi La fattoria
degli animali, Piccoli amici di
Davide Buonaura, Animalia,
Qua la zampa di Cristina Za-
naboni.
LAYOUT
Si sviluppa secondo le caratte-
ristiche dell’insegna.
OFFERTA
Conta 7.500 articoli di pet care
e pet food.
SERVIZI
Orario: lun-sab 9,00-21,00;
domenica 9,30-20,30.
ADDETTI E CASSE
Impiega sei addetti e ha due
casse.
in una delle vie principali del
capoluogo etneo, ricca di ne-
gozi.
CONCORRENZA
In zona sono attivi Saguto,
Clemente Gioielli, Fecarotta,
Avolio.
LAYOUT
Si estende su pianta a H e
segue fedelmente le direttive
dell’azienda.
OFFERTA
Non disponibile
SERVIZI
Orario: lun-sab 9,00-13,00 e
16,30-20,30.
ADDETTI E CASSE
A disposizione dei clienti ci
sono tre addetti. È attiva una
cassa.
Intimo
Via della Repubblica 21
Parma
45 mq
Wolford Ag
DATA DI APERTURA
Settembre 2013
LOCATION
Si trova in centro cittadino,
poco distante dal Palazzo
del Comune e da Piazza Ga-
ribaldi.
CONCORRENZA
Nella stessa via c’è Calzedonia
e poco distante Confidenze di
Elisa Sanna.
LAYOUT
È su due piani e riproduce il
classico format dell’insegna.
OFFERTA
Dispone di circa 220 referenze.
SERVIZI
Orario: lun-sab 9,30-13,00 e
15,30-19,30.
ADDETTI E CASSE
Impiega due lavoratori. C’è una
cassa.
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Peschiamo dalle acque chiare e fredde del Nord Atlantico le migliori specialità di pesce al mondo nel rispetto della natura. Offriamo una vasta gamma di prodotti ittici per soddisfare le diverse esigenze del consumatore moderno.
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I N D U S T R I A
11 novembre 2013 31
A fronte del calo dei consumi, l’indagine SG Marketing ribadisce la centralità della pescheria come polo d’attrazione per i consumatori
a gelata sui consumi rappresenta
il segnale dell’attuale momento di
difficoltà espresso dalla domanda
sul fronte della capacità di spendi-
ta e della relativa propensione agli acqui-
sti. Tutto ciò si sostanzia in una naturale
e rinnovata attenzione da parte del con-
sumatore nei confronti del processo di
acquisto e consumo. Se la riduzione degli
sprechi rappresenta l’atteggiamento pre-
dominante e trasversale a tutto il food,
ancora di più tale pressione si fa evidente
per le categorie merceologiche presenti
all’interno dell’area di vendita della mo-
derna distribuzione con un assortimento
di Raffaello Bernardi e Salvo Garipoli - SG Marketing
non ancora totalmente in grado di inter-
cettare i bisogni reali dello shopper.
La pescheria rappresenta, da questo
punto di vista, il reparto che più di ogni
altro, nel freschissimo, sconta tale spe-
cificità strutturale. Da un lato il peculia-
re ciclo di vita in fase di introduzione e
dall’altro la complessità propria legata
al consumo del prodotto ittico concorro-
no a rendere tale settore, fatte le dovu-
te eccezioni, la cenerentola incompiuta
all’interno della gdo.
I dati disponibili, fonte Ismea panel fami-
glie Gfk-Eurisko, ci consegnano un calo
complessivo dei consumi domestici nel
I N D U S T R I A
11 novembre 201332
Keyword
I trimestre del 2013 (-2,5% a volume e
-10,2% a valore), per effetto della ridu-
zione dei quantitativi acquistati (-1,3%) e
del numero (-1,2%) delle famiglie acqui-
renti. È in particolare il prodotto fresco a
“soffrire di più” con dati a valore pari a
-15,9% ed a volume -5,1%.
Interessante notare in questo caso l’au-
mento dell’acquisto medio (+1,3%) a
fronte di una contrazione consistente
del numero di famiglie acquirenti, pari
a -6,3%, indice questo della presenza
di una fetta di consumatori che non so-
lo non rinuncia al pesce fresco, ma ne
incrementa il consumo scegliendo tra i
prodotti più economici. Bene a volume i
prodotti ittici secchi, salati e affumicati
(+4,4%) e la performance delle conserve,
sostenuta in quantità da un +1,3% e con
una dinamica più che positiva in termini
monetari, pari al +5,2%.
La frequenza di acquisto per il prodotto
ittico, rispetto agli altri comparti freschis-
simi, presenta quote di non acquirenti
(6,3%) e acquirenti light (30,2%) piut-
tosto consistente, con uno share di ac-
quirenti abituali, che acquistano almeno
una volta a settimana, di poco superiore
al 60% del campione intervistato.
Il moderno, rispetto al tradizionale, rap-
presenta il canale di riferimento anche
per gli acquisti di pesce fresco (58,2%
di preferenze), con l’eccezione del Sud,
dove, con una quota pari al 68% degli
acquisti, prevale l’apprezzamento per le
formule specializzate. L’importanza rela-
tiva assegnata alla pescheria da parte
dei responsabili d’acquisto di prodotti
alimentari in gdo intervistati (si veda il
box in questa pagina, ndr) nella scelta
del punto di vendita (voto 3,82 su 5) af-
fida al reparto ittico il ruolo di ulteriore
qualificazione dell’offerta e, dunque, di
supporto al posizionamento dello store.
I principali criteri su cui lo shopper valu-
ta il reparto pescheria della moderna di-
stribuzione attengono all’area della con-
venienza di prezzo (sia di baseline che
promozionale), della chiarezza nel system
di comunicazione a supporto dell’ittico
all’interno del luogo di acquisto associate
alla modalità espositiva.
I driver di rassicurazione portanti si so-
stanziano, nella fattispecie, nell’area
della certificazione da parte di enti terzi
e dell’aspetto del prodotto; più sfumato
rispetto agli altri freschissimi, anche se
comunque prioritario, il peso assegna-
to all’origine, mentre centralità assolu-
ta viene data dal campione al rapporto
fiduciario instaurato con il negozio, che
diventa garante e promotore del proces-
so di acquisto e consumo.
Le motivazioni della preferenza accordata
al canale moderno per l’acquisto di ittico
fresco fanno prioritariamente riferimento
L’INDAGINESG Marketing, società di consulenza specializzata nel marketing agroalimentare, ha analizzato le principali tendenze, le strategie e i modelli comportamentali del consumatore in rapporto al ruolo e alla valorizzazione della pescheria all’interno della rete di vendita della gdo L’annuale indagine consumer -Retail SG Marketing 2013- realizzata in modalità C.A.W.I. (Computer Assisted Web Interviews), ha coinvolto, via web, oltre 650 RA di prodotti food in gdo e con un piano di campionamento effettuato per quote rappresentative della popolazione italiana su dati Istat per area territoriale, genere, età e titolo di studio (quota laureati). I risultati nel dettaglio sono pubblicati sul numero di novembre di Mark Up.
all’area del vantaggio di prezzo ottenibi-
le in fase di acquisto e del contenuto di
servizio offerto dal modello commerciale
complessivamente proposto dai retailer
nei termini di capacità di intercettare i
needs del consumatore nel proprio one
stop shopping. A questi elementi si ag-
giunge la rilevanza relativa accordata, sul
fronte della manipolazione del prodotto
intero, al livello di servizio garantito in
fase di acquisto come l’eviscerazione e
la pulitura.
Per quanto riguarda i contenuti infor-
mativi funzionali alla scelta del pesce
fresco le maggiori preferenze accordate
dal campione attengono alla modalità di
conservazione (40,7%), alla modalità di
allevamento/pesca del prodotto (37,9%)
e ai consigli sulla preparazione/cottura
(35,5%). A questi elementi, che eviden-
ziano specifiche esigenze di facilitazione
nell’interazione del consumatore con il
prodotto ittico, si aggiungono quelle le-
gate all’area nutrizionale (32,1%) e del
benessere fisico tout court (27,3%).
Le determinanti capaci d’influenzare po-
sitivamente il giudizio dei consumatori
rispetto all’acquisto di pesce si sostan-
ziano nella valenza connessa al profilo
esperienziale dei prodotti (freschezza
49%) associata alla leva della conve-
nienza di prezzo (22,8%).•
I N D U S T R I A
11 novembre 201334
di Anna Bertolini
di Davide Bernieri
arantire un buon rapporto quali-
tà-prezzo strizzando l’occhio alla
sostenibilità. Questo il leitmotiv
che accompagna la filosofia di
Brazzale, gruppo che opera dal 1937 nel
mondo del latte tra più attenti e impegnati
in tema di ecosostenibilità. Brazzale ha
introdotto, infatti, sulle etichette di Gran
Moravia (formaggio duro a lunga sta-
gionatura prodotto in Repubblica Ceca)
l’indicazione di provenienza della mate-
ria prima pur non essendo attualmente
obbligatoria per i prodotti caseari. Ma
non solo. Gran Moravia è anche il primo
formaggio a quantificare la propria Water
Footprint. Focalizzato nella produzione
casearia di burro, Gran Moravia e quat-
a prima margarina biologica certi-
ficata Euro Leaf debutta sul mer-
cato italiano. Vallè Bio amplia ul-
teriormente il portafoglio prodotti
del marchio allargando la propria pre-
senza anche al mercato organic. L’azien-
da, acquisita lo scorso anno dal fondo
Montague Private Equity, vuole in questo
modo scrollare di dosso alla margarina
l’etichetta di prodotto poco salutista e
con alcune criticità legate all’approvvi-
gionamento della materia prima, rilan-
ciandone l’utilizzo in cucina e cercando
di agganciare il trend dell’home cooking
che sta caratterizzando questo scorcio
temporale/sociale/di mercato. “Crediamo
-dichiara Paolo Migliavacca, country di-
tro prodotti Dop con un
portafoglio di sei diversi
marchi (Alpilatte, Burro
delle Alpi, Verena, Zo-
gi, Gran Moravia e Ouro
Branco Silviopastoril), Brazzale ha chiuso
il 2012 con un fatturato di 165 milioni di
euro di cui circa 30% relativo all’export. Il
gruppo conta, inoltre, 11 negozi a insegna
La Formaggeria distribuiti in Repubblica
Ceca. Brazzale orienta il suo sviluppo
verso la realizzazione di sistemi agroin-
dustriali fondati su una base agricola e
zootecnica sostenibile. Ha creato, così, la
filiera ecosostenibile Gran Moravia, certi-
ficata dal 2011 dall’ente Dnv – Business
Assurance, che oltre ai parametri Iso ne-
rector di Vallè Italia- che
questo lancio sia in forte
coerenza con i valori del-
la nostra marca: propor-
re prodotti buoni e nel
rispetto del benessere.
Anzi, in un certo senso la
margarina biologica può arricchire ulte-
riormente la nostra marca di quei valori
di cui è già proprietaria da sempre, ossia
qualità, naturalità, sicurezza”. Con il lan-
cio della margarina Bio, Vallè vuole par-
lare alle tante “anime” che compongono
la platea dei consumatori di bio. “Il bio-
logico -conclude Migliavacca- continuerà
a crescere in Italia nel prossimo futuro,
nonostante la crisi impatti sui consumi,
cessari ha richiesto la dotazione di alme-
no cinque ettari di terreno per ogni capo
bovino in lattazione, la stabulazione libera
con cuccette individuali per oltre il 90%
del bestiame allevato, un carico di nitrati
per ettaro sei volte inferiore rispetto ai li-
miti comunitari e un limite dieci volte più
restrittivo di quello di legge sulla presenza
nel latte alla stalla di aflatossine naturali
dei foraggi. Sulle confezioni un’etichetta
Qr Code mappa le aziende fornitrici, i vi-
deo delle lavorazioni e i processi.•
anche su quelli alimentari. Per questo
riteniamo che lo spazio sul mercato per
una margarina bio sia evidente oggi, ma lo
sarà ancora di più in futuro. Il biologico ha
un vissuto di salubrità molto importante,
per cui l’affermazione del nostro prodotto,
oltre a dare valore allo scaffale, potrebbe
dare una svolta complessiva all’immagine
della margarina”. Vallè ha chiuso il 2012
con un fatturato di 30 milioni di euro.•
I N D U S T R I A
11 novembre 201336
La partnership con la multinazionale garantirà una spinta ulteriore per lo sviluppo oltreconfine dell’azienda casearia bresciana
n’azienda casearia, di proprie-
tà della famiglia dei fondatori,
che riesce ad espandere il pro-
prio business facendo convive-
re rispetto della tradizione e iniezioni di
modernità, in particolare per quanto ri-
guarda la politica commerciale, su scala
globale. Ambrosi, 298 milioni di euro di
fatturato nel 2012 e 275 collaboratori,
controlla due filiali, una in Francia, l’altra
negli Stati Uniti e ha stretto un accordo
con la multinazionale Emmi, proprio per
proseguire nel suo sviluppo oltreconfine.
“Siamo presenti da oltre 20 anni sul mer-
cato internazionale -dichiara Giuseppe
Ambrosi, presidente- e operiamo in 60
mercati. Oggi le esportazioni del gruppo
sono vicine all’obiettivo prefissato, quello
di raggiungere il 50% delle vendite totali
del gruppo.
In che modo l’accordo con Emmi potrà migliorare la vostra penetrazione dei mercati stranieri?La scelta di stringere una partnership
con una multinazionale straniera ope-
di Davide Bernieri
rante nello stesso settore,
già strutturata all’estero è
stata intrapresa con lo sco-
po di crescere velocemente
attraverso una realtà che
vantasse una rete di filiali
nel mondo già operative e
con buone entrature nei ri-
spettivi mercati. Questa col-
laborazione garantisce ad
entrambi importanti sinergie
a livello commerciale e logi-
stico, con lo scopo di trovare le soluzio-
ni più efficaci per affrontare un mercato
necessariamente più complesso di quel-
lo domestico anche in termini burocra-
tici. Attraverso questa strategia, abbia-
mo potuto velocizzare i ritmi di crescita
delle vendite all’estero senza snaturare
il naturale posizionamento dell’azienda
verso il segmento premium del mercato.
Nel 2012, insieme ad Emmi, la controlla-
ta Ambrosi France ha ultimato l’acquisi-
zione di un’azienda francese, la Diprola,
con sede ad Avignone, specializzata nel
confezionamento di formaggio, settore in
forte crescita in questi ulti-
mi anni. L’operazione Dipro-
la è un ulteriore elemento
positivo frutto dell’accordo
con Emmi e ha consenti-
to ad Ambrosi di migliora-
re l’accesso al know-how
per quanto riguarda questo
specifico settore del confe-
zionamento formaggi e allo
stesso tempo ha offerto la
possibilità di sfruttare ancor
meglio il potenziale di esportazione del
formaggio italiano al fine di consolida-
re ulteriormente la propria posizione sul
mercato europeo.
Il vostro andamento sin Italia? In che modo la crisi sta modificando il profilo del mercato caseario nazionale?Per quanto riguarda il mercato interno,
nel 2013 stiamo registrando una lieve
crescita in termini di volumi, mentre a
valore stiamo confermando i risultati del-
lo scorso anno. Tale differenza è dovuta
alla flessione delle quotazioni di Grana
Padano e Parmigiano Reggiano rispetto
al 2012. Siamo comunque soddisfatti vi-
sta la crisi che ormai da qualche tempo
si sta facendo sentire anche in un setto-
re notoriamente anticiclico come quello
dell’alimentare. Senza ombra di dubbio,
comunque, la crisi sta cambiando i com-
portamenti del consumatore. La variabile
prezzo diviene sempre più decisiva, feno-
meno rilevabile anche dal continuo incre-
mento dell’incidenza delle promozioni e
alla tendenza nel privilegiare le pezzature
più piccole.•
GIUSEPPEAMBROSIpresidente
dell’omonima azienda
Ambrosi opera in 60 mercati, ha registrato 298 milioni di euro di fatturato nel 2012 e dispone di
275 collaboratori. Controlla due filiali, una in Francia, l’altra negli Stati Uniti
I N D U S T R I A
11 novembre 2013 37
Quando un brand è colpito da un evento avverso, anche la relazione di fiducia tra consumatori e insegna ospite può subire contraccolpi
elle grandi insegne cresce velo-
cemente la presenza dei brand,
sia tramite accordi diretti con le
property, sia attraverso la vendi-
ta di prodotti licenziati. Oggi, come mai
era accaduto prima, a prendere vita sono
soluzioni integrate, per un progetto di li-
censing che non trascura il nuovo profilo
dei consumatori, sempre più preparati e
attenti, nonché dialoganti tra loro, e al-
la ricerca di brand con i quali creare un
legame. Questa nuova rotta è, appunto,
decisamente recente. Fino a pochi anni
fa, la licenza faceva capolino dagli scaffa-
li, ospitata dai prodotti. Se la licenza non
vendeva bene, chi ne soffriva era l’azienda
che aveva stretto l’accordo con il licensor.
Il distributore, il canale di vendita, non era-
no toccati da questo se non marginalmen-
te, e per di più da un mero punto di vista
di conto economico, non certamente di
immagine.
I tempi però stanno cambiando, molto
velocemente: oggi le licenze sono usate
dalla gdo -e non solo- per regalare mo-
menti di svago ai propri clienti tramite la
creazione di eventi sui punti di vendita;
ancora, i brand sono oggetto di program-
mi di fidelizzazione (card, bonus e altro
ancora) in cui la distribuzione crea un link
emozionale, affettivo, tra sé, il brand, ap-
punto, e il cliente. Quindi non c’è più il solo
valore commerciale del brand utilizzato,
ma anche un valore “altro”, che può impat-
tare in modo benefico sulla distribuzione
e su tutti i prodotti che commercializza.
Che cosa succede se il brand ospitato si
trova colpito improvvisamente da vicissi-
tudini negative? Quel “valore” del brand
che tanto è importante per la distribuzio-
ne, come impatta sul valore della distri-
buzione stessa?
Da un punto di vista strettamente legale,
e con riferimento per esempio alla respon-
sabilità per danno difettoso (la cosiddet-
ta product liability), i rapporti tra i diversi
soggetti (licenziante, licenziatario, rivendi-
tore/distributori/grossisti e infine utente
finale) sono regolati da espresse previsioni
di legge e clausole contrattuali. Afferma
Giovanna Del Bene, consulente proprietà
industriale dello Studio Bugnion di Mila-
no: “È possibile, per le parti -property e
licenziatari- inserire nel contratto di licen-
za clausole di esclusione di responsabili-
tà ed esclusione di garanzia nei confronti
dell’utente finale nel caso di eventuali ri-
chieste di risarcimento, azioni o pretese,
indipendentemente dalla natura della
causa della richiesta. Alcune giurisdizio-
ni, territori e Paesi, però, non riconoscono
determinate esclusioni di responsabilità
o limitazioni dei danni e pertanto questa
esclusione potrebbe non applicarsi”. Al di
là della casistica regolata dalle norme, vi
è però una zona grigia legata al valore non
più positivo che il consumatore percepisce
in merito a un brand. L’effetto-propagazio-
ne di un evento avverso legato a un brand
usato dalla distribuzione potrebbe diven-
tare planetario nel giro di pochi secondi,
a causa della capacità virale delle notizie
di muoversi trasversalmente su ogni me-
dium. Come si vede, gestire la relazione
con i marchi del licensing o i marchi in
generale dal solo punto di vista regolato-
rio non è sufficiente. La gdo è chiamata a
proteggere il rapporto di fiducia instaurato
con il consumatore, che non deve essere
per nessun motivo compromesso.• Manuela Giola, Elena Giordano
Negli ultimi cinque anni il numero delle property a disposizione delle aziende è aumentato del 40%, e con esso l’uso dei brand da parte della gdo
in collaborazione con
A N T I T A C C H E G G I O
11 novembre 201338
Per ridurre le differenze inventariali i retailer usano tecnologie sofisticate, in un’ottica di protezione e controllo globale del pdv
furti di merce nei punti di vendita
continuano ad essere una delle
voci più rilevanti nell’ambito delle
cosiddette “differenze inventariali”,
complice non ultima la crisi economica. A
differenza del passato, sembra emergere
un elemento nuovo: sempre più spesso,
le catene retail si trovano a dover fron-
teggiare non solo individui che agiscono
singolarmente, ma vere e proprie bande
organizzate, che escogitano diversi siste-
mi per mettere a segno i propri “colpi”,
come la sostituzione del codice a barre
su articoli di elevato valore unitario con
il barcode di prodotti a prezzo inferiore.
A questi accorgimenti noti si aggiungo-
no nuovi “ferri del mestiere” come bor-
se schermate e disturbatori di segnale
per eludere i tag antitaccheggio. Una
recente indagine condotta dalla Natio-
nal Retail Federation ha evidenziato
che l’11% dei taccheggiatori arrestati
si avvale proprio di questi contenitori
rivestiti con fogli di alluminio, deno-
minati booster bags, per sfuggire alla
sorveglianza elettronica. Gli articoli più
“popolari” sul fronte furti sono i prodot-
ti di design firmati, lingerie, prodotti di
bellezza, alimentari, alcolici, elettroni-
ca di consumo. Molto gettonati, ovvia-
mente, anche i capi di abbigliamento
per trafugare i quali si ricorre anche a
tecnologie clonate artigianalmente ma,
di Enrico Sacchi
a volte funzionanti. Come nel caso del
negozio situato nel centro commerciale
“Megalo”, a Chieti Scalo (fonte: Ilnuo-
vo) dove due malviventi, per rubare de-
gli abiti, si sono avvalsi nel settembre
scorso di un dispositivo somigliante ad
un joystick in grado di staccare le plac-
che antitaccheggio senza danneggiare
gli indumenti.
Le strategie messe in atto dai gruppi
distributivi per prevenire e contenere
questo fenomeno si avvalgono di tecno-
logie sempre più sofisticate -dalla ma-
gneto-acustica, alla protezione alla fonte
all’Rfid- ma con un approccio alla sicu-
rezza del pdv decisamente più globale
rispetto al passato. Si ragiona, infatti, in
un’ottica di in-store intelligence che va al
di là della semplice gestione allarmi e che
integra soluzioni come l’analisi dei flussi.
Vediamo come alcune catene italiane
stanno operando per garantire la sicu-
rezza dei propri store.
La catena di profumerie del Gruppo Li-
moni ha scelto Tyco Integrated Fire &
Security per l’installazione di impianti
antitaccheggio Eas a marchio Sensor-
matic in oltre 300 punti di vendita già
esistenti e in quelli di prossima aper-
tura. I termini dell’accordo tra Tyco e
Limoni hanno previsto l’installazione
di una tecnologia che integra impianti
antitaccheggio di tipo UltraExit, la for-
nitura di alcuni milioni di etichette ade-
sive, l’integrazione del dispositivo AMC
7000 Metal Detector Sensormatic per
la rilevazione delle borse schermate e
un sistema di people counting. Oltre al-
la protezione in-store, Tyco ha in cura
anche la manutenzione di tutti gli ap-
parati installati nei punti di vendita. La
catena di profumerie del Gruppo Limoni
-che già da molti anni utilizza i sistemi
Sensormatic per la sicurezza dei propri
punti di vendita- per l’antitaccheggio
ha scelto di affidarsi alla tecnologia
magneto-acustica Ultramax Sensorma-
tic per coniugare elevata sicurezza ed
estetica nei propri negozi. “Questo tipo
Sopra e a lato: la catena Limoni ha scelto
Tyco Integrated Fire & Security per l’installazione
di impianti antitaccheggio Eas a marchio Sensormatic
A N T I T A C C H E G G I O
11 novembre 2013 39
di tecnologia -affermano in Tyco- offre ai
retailer elevate percentuali di rilevazione
dei furti rispetto alla tecnologia a radio
frequenza. I benefici che ne derivano
sono evidenti e vanno a incidere diret-
tamente sui profitti, considerando che
il sistema offre i migliori livelli di rileva-
zione all’uscita e riduce drasticamente
la possibilità di falsi allarmi”.
L’elevata qualità dell’elaborazione digi-
tale dei segnali garantisce prestazioni
eccellenti anche nelle peggiori condizio-
ni di interferenza elettronica: la tecnolo-
gia è particolarmente adatta per i negozi
di cosmetica i cui requisiti di rilevazione
sono più elevati a causa della presen-
za di liquidi e metalli nelle confezioni,
entrambi fattori che contrastano l’effi-
cace funzionamento delle antenne anti-
taccheggio. Per Limoni si tratta quindi di
un investimento ben ripagato, non solo
dalle elevate performance dell’etichetta
Sensormatic nell’ambito della comune
rilevazione antitaccheggio, ma anche
dall’avanzato sistema AMC 7000 Me-
tal Detector, utilizzato per prevenire i
furti commessi da ladri dotati di borse
schermate.
“Oggi i retailer hanno bisogno di ap-
poggiarsi a partner affidabili, capaci
di dimostrare in modo continuativo e
certo la propria presenza sul mercato
-afferma Luca Cappellini, sales ma-
nager retail di Tyco Integrated Fire &
Security-. La nostra azienda, grazie al
marchio storico Sensormatic, è nota in
tutto il mondo per la capacità di cre-
are soluzioni personalizzate, complete
e altamente affidabili, perfette per le
esigenze di sicurezza del settore retail.
Tyco si distingue inoltre da tutti gli altri
competitor grazie al suo approccio in-
tegrato alla sicurezza che le consente
di offrire un pacchetto completo, scala-
bile, che concentra funzionalità diverse
mettendole a disposizione del cliente
attraverso un’unica piattaforma conver-
gente con la possibilità di un controllo
saranno valorizzati
soprattutto i prodotti delle pmi
A N T I T A C C H E G G I O
11 novembre 201340
da remoto di qualsiasi attività, fino a ieri
limitata all’uscita fisica di un tecnico”.
Sarà, dunque, più dura la vita per i tac-
cheggiatori nei punti di vendita Limoni:
la tecnologia antitaccheggio magneto-
acustica Sensormatic, integrata con la
rilevazione delle borse schermate e con
un’efficace tecnologia conta persone,
consentirà di ridurre notevolmente furti
e differenze inventariali.
Il Gruppo Superemme, uno tra i player
più importanti in Sardegna nel settore
della distribuzione alimentare, a fronte
di un aumento crescente delle differen-
ze inventariali ha elaborato un piano
strategico per invertire il trend, puntan-
do sulle tecnologie di Checkpoint Sy-
stems. Nell’aprile del 2011 sono stati
predisposti, per tre mesi, due impianti
pilota presso i Super Pan di Olbia e Igle-
sias. Questa prima fase ha comporta-
to l’installazione di sistemi Evolve e la
conseguente etichettatura di circa 300
articoli fra i più rubati. Dopo il periodo di
prova, è stata riscontrata una riduzione
delle differenze inventariali pari al 20%
e di conseguenza un aumento delle ven-
dite, su tutte le referenze protette, pri-
ma esposte nelle teche, che ha convinto
l’azienda ad intraprendere un progetto
più globale, volto alla copertura di tutti
i punti di vendita.
In 32 store del gruppo sono state in-
stallate antenne Evolve P10 e P20, per
proteggere la merce in uscita dal punto
di vendita. Le parti-
colari necessità del
cliente hanno poi ri-
chiesto di integrare
alle antenne instal-
late in prossimità
del magazzino scor-
ta merci, il sistema
Evolve VisiPlus, al
fine di garantire una protezione totale,
ovvero sia dal negozio alla riserva, sia
verso la zona di carico/scarico. Tramite
la funzione SAM (Smart Alarm Manage-
ment), VisiPlus distingue, infatti, se i
prodotti dotati di etichette Eas, stanno
entrando o uscendo dal negozio, atti-
vando il corretto allarme audio/video
e riducendo i falsi allarmi. Infine, per
aumentare ulteriormente la sicurezza
all’interno dei supermercati, 300 arti-
coli, fra i più soggetti a taccheggio, co-
me vini e superalcolici (cognac, amari e
spumanti), prodotti di bellezza (profumi,
trattamenti antirughe, gel, deodoranti)
e alimentari, sono stati dotati di sistemi
antitaccheggio quali etichette RF ed ac-
cessori della gamma Alpha, studiati ap-
positamente per la merce ad alto rischio
di furto, come Alpha Steel Guard, ideali
per la protezione di liquori e bevande
alcoliche pregiate.
I risultati molto positivi raggiunti da
Superemme nella riduzione dei furti,
passati dal 13% al 3% in un solo an-
no, in termini di incidenza sul fattura-
to, hanno indotto il gruppo ad affidare
a Checkpoint la copertura dei restanti
15 punti di vendita ed implementare,
in futuro, un programma ad hoc di pro-
tezione alla fonte. Le nostre soluzioni
-dice Alberto Corradini, sales director
di Checkpoint Systems- sono concepite
per assicurare una protezione globale
della merce lungo tutta la filiera, ridur-
re le differenze inventariali e migliorare
l’utile operativo. Infatti, ad uno store più
sicuro corrisponde, da un lato, una mag-
giore disponibilità della merce a scaffale
e dall’altro, un’attenzione maggiore degli
addetti del punto di vendita, alla cura
della relazione con il
cliente”.
Accanto alle tecno-
logie già presenti
da anni sul mercato
(tagging, protezione,
videosorveglianza) si
stanno facendo largo
soluzioni studiate per
specifici settori di attività. Come il Self-
checkout Accelerator di StopLift che
consente di prevenire i falsi allarmi ed
allertare in tempo reale il personale nel
caso di mancati scanning da parte dei
clienti alla postazione di self-checkout.
La soluzione, che si basa su una tecno-
logia di video analisi, permette di evi-
denziare i furti o i mancati scanning non
L’ingresso di un punto di vendita Limoni equipaggiato con tecnologia Tyco Integrated Fire & Security
nascono soluzioni per aree
specifiche di attività
A N T I T A C C H E G G I O
intenzionali che riescono ad eludere il
sistema principale di controllo basato
sul peso dei prodotti.
Preso per assodato il fatto che oggi
non è possibile combattere il taccheg-
gio senza ricorrere alla tecnologia, esi-
stono alcuni accorgimenti che possono
rivelarsi utili per scoraggiare il furto in
un negozio. Il primo passo, come evi-
denzia Shari Waters di About.com, con-
siste nell’eliminare l’opportunità di ru-
bare, apportando piccole modifiche al
layout del pdv.
Checkout: progettare il layout del ne-
gozio in modo che i clienti debbano sem-
pre passare dall’area casse e dal desk
per uscire dal negozio. Non esporre la
merce vicino alle uscite.
Scaffali: mantenere il negozio pulito
e ordinato. Display pieni e scaffali in or-
dine consentono ai dipendenti di vedere
a colpo d’occhio se manca qualcosa.
Visibilità: utilizzare specchi per eli-
minare i punti ciechi in angoli che po-
trebbero nascondere taccheggiatori.
Mantenere un’adeguata illuminazione
in tutte le aree del negozio, preferire di-
splay bassi per una migliore visibilità.
Camerini: limitare il numero degli articoli
presi da ciascun cliente.
TVCC: integrare nei sistemi di sicu-
rezza le telecamere a circuito chiuso.•
Gruppo Superemme ha implementato soluzioni Checkpoint Systems per la riduzione delle differenze inventariali e la protezione totale dei punti di vendita
S E R V I Z I
11 novembre 201342
Nella struttura di Pedrignano operano carrelli a guida laser, senza l’ausilio di fili o binari. Investiti 15 milioni di euro
utomazione spinta per il magaz-
zino Barilla nello storico stabili-
mento sede del gruppo a Pedri-
gnano, alle porte di Parma. Con
una superficie di 40.000 metri quadri,
80.000 pallet, 120 autoveicoli carica-
ti ogni giorno e 54 carrelli a tecnologia
italiana LGV (Laser Guided Vehicles), il
nuovo magazzino Barilla è un esempio
di eccellenza nell’ambito della logistica
a livello mondiale.
L’inaugurazione della struttura si è svolta
nell’ambito dell’evento “Barilla e la ricet-
ta per il futuro: tecnologia e innovazione
Made in Italy”. Un appuntamento orga-
nizzato per illustrare al meglio e far co-
noscere da vicino una struttura che per-
metterà a Barilla di migliorare il servizio
offerto ai propri clienti (nello specifico i
grandi gruppi della gdo) e di essere dun-
di Enrico Sacchi
que più competitiva sul proprio mercato
di riferimento. La visita al nuovo magaz-
zino in piena operatività è stata prece-
duta da un tour guidato all’interno dello
storico stabilimento produttivo costruito
nel 1969, ancora oggi fiore all’occhiello
dell’industria italiana con le oltre 1.200
tonnellate di pasta prodotte ogni gior-
no, dove avviene la lavorazione di tutti i
tipi di pasta Barilla, dalla trafilatura dei
vari formati alle modalità di confeziona-
mento.
Il nuovo magazzino di Pedrignano è adi-
bito allo smistamento della merce pro-
dotta nello stabilimento stesso (princi-
palmente pasta di grano duro e all’uovo)
e della merce proveniente da altri stabili-
menti (sughi, biscotti, prodotti da forno).
“Il nuovo magazzino è l’espressione con-
creta della nuova strategia di crescita
dell’azienda, che punta a raddoppiare
il business offrendo prodotti alimentari
buoni per le persone e per il Pianeta in
tutto il mondo -afferma Claudio Colzani,
amministratore delegato del Gruppo Ba-
rilla-. “Infatti dal magazzino saranno ge-
stiti un quarto dei volumi globali di Barilla
e quasi la metà di tutta la pasta e i sughi
prodotti dall’azienda e venduti in tutto il
mondo, dal Brasile al Giappone”.•
ELEVATA EFFICIENZA ENERGETICA E AMBIENTALE
Fiore all’occhiello della struttura è la tecnologia LGV di cui sono dotati i carrelli adibiti al trasporto e stoccaggio delle merci e il software di supervisione dell’impianto. Prodotti dall’italiana Elettric80, i carrelli si muovono senza l’ausilio di fili o binari utilizzando un software sofisticato che identifica gli ordini, localizza in tempo reale la posizione dei pallet da stoccare o prelevare e interagisce con i carrelli attraverso una rete in radiofrequenza. La struttura -che ha visto un investimento di quasi 15 milioni di euro- rappresenta inoltre un modello di efficienza energetica e ambientale: consente di eliminare circa 3.000 viaggi all’anno verso magazzini esterni, di abbattere quindi le emissioni di C02, di tagliare del 40% i consumi dell’illuminazione e di ridurre del 20% i consumi di energia termica.
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11 novembre 201344
L’Istituto di Centromarca per la lotta alle attività contraffattive invoca interventi definitivi sulla normativa nazionale e soprattutto europea
e Internet ha dato slancio in-
ternazionale alla diffusione del
Made in Italy e più in generale
del commercio, ha però gene-
rato nuove forme di “contraffazioni in-
formatiche”. L’allarme è stato ancora
una volta lanciato da Indicam, l’istituto
creato da Centromarca che opera nella
lotta alla contraffazione. Il presidente
uscente (dopo 12 anni ininterrotti di
presidenza), Carlo Guglielmi, ha affer-
mato che proprio sul web va concentrato
ogni sforzo normativo e operativo per
frenare la contraffazione.
“La forte crescita dell’uso di Internet,
accanto alla funzione di grande propul-
sore del commercio legittimo, strumento
d’elezione per raggiungere una platea
mondiale di consumatori a costi limitati,
con grande visibilità d’offerta e assoluta
di Loredana Oliva
facilità d’accesso, ha rappresentato un
fattore di crescita dell’attività di con-
traffazione”. Il commercio via web si è
sviluppato rendendo le regole, destinate
a proteggere il made in Italy, inadeguate
rispetto al ruolo assunto dai social net-
work, ormai importanti canali commer-
ciali. “Ampiamente frequentati dai falsi”,
aggiungono da Indicam.
Indicam punta il dito contro l’Europa,
si richiede una revisione degli strumen-
ti giuridici comunitari del Trade Mark,
che a detta dei dirigenti dell’istituto, in
caso di mancato intervento: “Rischia di
trasformare l’UE in un hub per la con-
traffazione”. A livello nazionale emerge
l’interesse dell’Antitrust sulle problema-
tiche della contraffazione, vista come
una grave lesione della salvaguardia
dei diritti dei consumatori oltre che del-
la corretta concorrenza.
Le associazioni italiane dei consuma-
tori sono impegnate in azioni a con-
trasto della contraffazione, che mette
a rischio non solo aziende e sistema
economico, ma proprio la salute dei
consumatori. Risulta vincente il man-
tenimento di un network vir tuoso tra
pubblico e privato, che possa assicura-
re un contrasto efficace del fenomeno,
che continua a vedere coinvolti da una
parte Confindustria e le associazioni
che ne fanno parte, dall’altra la Guar-
dia di Finanza, l’Agenzia delle Dogane,
le strutture dedicate del ministero per
lo Sviluppo Economico.•
NUOVE TECNOLOGIE DIGITALI VERSUS CONTRAFFAZIONE
Attraverso il progetto Italcheck e i supporti tecnologici accessibili alla maggior parte dei consumatori, è possibile garantire la qualità dalle materie prime alla lavorazione. Il sistema, in grado di verificare l’autenticità di un prodotto, nasce per difendere l’industria del Made in Italy tutelando sia i produttori attivi sul territorio italiano, sia chi sceglie di investire in un prodotto italiano al 100%. I controlli di conformità ai parametri sono eseguiti da un ente terzo per assicurare l’oggettività delle valutazioni: in questa fase Italcheck si avvale del supporto di Agroqualità, società di certificazione per la qualità che mette a disposizione le proprie competenze nel campo della tracciabilità e della certificazione food e non food, fornendo garanzie sulla corrispondenza tra la promessa e la reale offerta. Dopo l’accreditamento, l’azienda potrà associare i suoi prodotti al marchio Italcheck che ne autentica l’identità italiana e avrà a disposizione un profilo facilmente consultabile sulla piattaforma del sistema. La Smart Utility Italcheck si appoggia su una piattaforma digitale in grado di collegare l’utente direttamente nella lingua di riferimento (italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese, cinese, giapponese, russo, arabo), permettendo così un controllo rapido. È possibile collegarsi al sito da qualsiasi smartphone, ipad e tablet o dal proprio pc, anche scaricando gratuitamente la webApp.Per ottenere maggiori informazioni si possono consultare i siti www.italcheck.it –www.agroqualita.it
C U L T U R E
11 novembre 2013 45
e l’umanità continua il suo per-
corso di consumo eccessivo
delle risorse con una visione a
breve termine potrebbe non sopravvivere”.
Così scrive Randers, e non si può certo dire
che manchi di chiarezza, sebbene la gran
mole di dati e l’affastellamento di molteplici
voci nel libro porta con sé il rischio di far
smarrire il lettore. Le questioni poste, però,
sono di una tale gravità da tener sempre
desta l’attenzione, evitando di smarrirsi. Ma
chi è Randers e perché ci allarma senza
mezzi termini? Occorre tornare indietro di
quarant’anni (l’edizione originale di “2052”
è del 2012), al 1972, quando un gruppo
di studiosi del MIT pubblicò “I Limiti dello
sviluppo” su incarico del Club di Roma, in
pratica il primo atto d’accusa nei confronti
dello sviluppo senza limiti e senza riguardo
per il pianeta. Scosse poche coscienze e
lo scenario che disegnava venne liquidato
come troppo pessimistico. Di quel team
faceva parte un giovane norvegese, Ran-
ders appunto, che oggi insegna alla BI
Norwegian Business School, che è stato
2052
SCENARI GLOBALI
PER I PROSSIMI
QUARANT’ANNI
di Jorgen RandersEdizioni Ambientepagine 336 - € 25,00
LO SVILUPPO SOSTENIBILEa cura di Gianluigi Guido e Stefania MassarriFranco Angeli Editorepagine 531 - € 60,00
IL BENESSERE CON IL TÈRunjin Wu, Erika Alice HaaseTecniche Nuovepagine 132 - € 14,90
vice-direttore generale del Wwf, e oggi fa
parte della commissione per la sostenibilità
di British Telecom e di Dow Chemical Com-
pany. Randers aggiorna quello scenario e
lo proietta in avanti di altri quarant’anni.
Lo fa con il supporto di una quarantina di
esperti di vari settori, prendendo in esame
andamenti demografici ed economici, fonti
di energia e cambiamenti climatici, cibo e
impatti sulla biodiversità, sviluppi culturali e
tecnologici, geopolitica e riserve di minerali,
non escludendo nessun aspetto. Si ragiona
in termini scientifici e si riflette su danno-
se visioni ideologiche dominanti. Scrive il
bioeconomista Herman Daly: “[…] quella
crescita che oggi continua è antieconomi-
ca: costa di più di quanto valgano i margini
che se ne ottengono e ci rende più poveri
non più ricchi […] io sostengo che il limite
economico alla crescita sia stato raggiunto;
non vogliamo però ammetterlo e tentiamo
disperatamente di nasconderlo falsificando
le contabilità nazionali, perché la crescita
è il nostro idolo e smettere di adularla è un
anatema”. Più chiaro di così.•
Omaggio alla studiosa Michela Specchiarello dell’Università del Salento, scomparsa prematuramente nel 2010-, questo poderoso volume prova a delineare all’insegna della multidisciplinarietà, una via allo sviluppo sostenibile, ovvero in che misura si possa salvaguardare l’ambiente, con un uso razionale delle risorse, favorendo l’innovazione, assicurando la qualità su cui si fonda la soddisfazione dei diversi portatori d’interesse.
Agile compendio delle caratteristiche di un prodotto della cultura cinese che vanta una storia millenaria. Vengono prese in esame tutte le varietà: verde, bianco, rosso, nero, Oolong, di fiori. Tra gli argomenti trattati: la storia del tè, la produzione e la qualità, la classificazione del tè in base alla funzione terapeutica e all’equilibrio energetico, la teiera (i materiali con cui è realizzata, come pulirla e prepararla per ottenere i migliori risultati), l’infusione delle foglie e i consigli sull’uso del tè amaro.
Idee sostenibili
Il tè dalla A alla Z
di Gennaro Fucile
11 novembre 201346
N O M I
Accenture 20, Adis 22, Agorà 22, Agroqualità 44,
Ambrosi Giuseppe 36, Anselmi Paolo 12, Auchan 12,
Barilla 42, Bolla Andrea 24, Brazzale 34, Bricofer
27, C’Art Group 24, C3 22, Cadoro 16, Cappellini
Luca 39, Carrefour Italia 22, Centrale Italiana 22,
Centromarca 44, Checkpoint Systems 40, Colonna
Nico 24, Colzani Claudio 42, Conad 27, Consorzio
Sun Supermercati Uniti Nazionali 16, Coop 22,
Coop Adriatica 20, Coop Consumatori Nordest 20,
Coop Italia 20, Coop Liguria 20, Coop Lombardia
20, Corradini Alberto 40, Crai 17, Crippa Stefano 13,
Datalogic 18, De Natale Roberta 15, De Girolamo
Silvio 12, Del Bene Giovanna 37, Del Menico Carlo
14, Despar 22, Despar Servizi 22, Elettric80 42,
Emmi 36, Esd Italia 17, Esselunga 18, Fao 11,
Federdistribuzione 13 Gfk 5, Gfk Eurisko 12/31,
Gros 16, Gruppo Gabrielli 16, Gruppo Limoni 38,
Gruppo Romano Supermercati 16, Guglielmi Carlo
44, Gut Edizioni 24, Il Gigante 22, Indicam 44,
Interdis 22, Ipercoop Sicilia 20, Ismea 31, Istat
32, Italcheck 44, Italmark 16, Jones lang LaSalle
6, Jwt 17, Limoni 28, Maxi Zoo 28, Mercatone Uno
28, Metro 22, Migliavacca Paolo 34, National retail
Federation 38, Novacoop 20, Odolini Marco 16,
One Planet Food 12, Orvea 16, Palazzi Philippe 22,
Pedroni Marco 20, Reuters 13, Rocchelli Maurizio 8,
Rocchelli Pietro 8/9, Selex 22, Sigma 22, Simply 12,
Società Italiana Di Nutrizione Umana 13, Studio
Bugnion 37, Sun 16, Swarovski 28, Todis 27, Tyco
Integrated Fire & Security 38, Universita Politec-
nico Delle Marche 17, Vallè Italia 34, Wolford 28,
World Capital 6, Wwf Italia 11
STAMPA: ROTOLITO LOMBARDA S.p.A. - Via Sondrio, 320096 Seggiano di Pioltello (Mi)
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numero 20 - 11 novembre 2013www.gdoweek.it - www.gdoweektv.it
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Guarda i video su www.gdoweektv.it
R E T @ I L
11 novembre 201348
aiuta né se stesso in termini di personal
branding e neppure l’azienda o l’istituzio-
ne per cui opera. E sempre di più sono i
top manager che vanno “live” su Twitter,
Linkedin, Facebook. Un atteggiamento
che sta attecchendo anche nel mondo del
retail e del largo consumo. A livello inter-
nazionale, i nomi sono di tutto rispetto, in
un recente post su Linkedin il chairmen of
the board e CEO di Coca-Cola Company,
Muthar Kent, ha promosso Ekocenter (un
distillatore d’acqua ad
energia solare che la
società sta diffonden-
do in Africa insieme ad
atri partner come IBM
e UPS); un debutto
per Kent sul palco dei
social con un ottimo
argomento: la soste-
nibilità. Procter & Gamble che ha visto
subito nei social un potenziale rilevante,
fa postare i risultati di gruppo dal proprio
CFO su twitter e linkedin, Philip Clarke, il
ceo di Tesco, retailer decisamente avanza-
to nel mondo 2.0, ha inaugurato mesi fa un
blog in cui tutta la prima linea del manage-
ment della catena inglese “conversa” con
il resto del mondo. I meeting di Walmart,
dalle presentazioni agli azionisti al lancio
di nuovi progetti utilizzano i webcast, con-
sultabili anche successivamente sul sito.
Trasparenza e umanizzazione sono tra gli
obiettivi di queste attività e mai, come in
questo momento, se ne è sentito il biso-
gno: cittadino o cliente, qualsiasi panni ve-
sta il navigatore, è alla ricerca di sicurezze
verificabili e la rete offre questa possibilità.
C’è chi anche nel mondo del retail italiano
ha capito o sta cercando di capire quale
forza i social media possono dare a colo-
ro che sono pronti a “metterci la faccia”.
Lo ha capito Francesco Pugliese, uomo di
grandi visioni e direttore generale di Conad.
Lo stesso si può dire di Mario Gasbarrino,
Amministratore delegato di Unes, o Erne-
sto Dalle Rive, presidente di Novacoop o
Alessandro Camattari, direttore marketing
di Unicomm, solo per fare qualche nome:
sono presenti e dicono la loro su Twitter,
tra l’ufficioso e l’ufficiale, questi manager
stanno aprendo una strada che, speria-
mo, sia seguita da
altri. Concludendo, il
personal branding è
importante, così co-
me è importante che
oggi le opportunità of-
ferte dai social media
siano utilizzate al me-
glio, per avvicinarsi a
clienti, collaboratori, colleghi e competitor,
per confrontarsi su tematiche di ampio re-
spiro che riguardano l’economia, il settore,
ma perché no? Anche sull’ultima partita
della squadra del cuore, per una conver-
sazione peer-to-peer come vuole la rete. E,
devo ammettere, rispetto a tanti altri che
utilizzano la lingua scritta come strumento
di lavoro, leggi molti colleghi giornalisti o
uffici stampa, che vivono (quando lo vivo-
no) i social media come un lavoro e quindi
postano da lunedì a venerdì, in orari sta-
biliti, questi manager sono più bravi, più
attenti. Inoltre, non dimentichiamo che
postare su twitter (o su linkedin) apre le
porte ad una piazza infinita, dove non ci
sono restrizioni di appartenenza o di fe-
derazione, associazione o altro, dove ci
si può confrontare senza paletti e senza
sovrastrutture di sorta, liberi di dire e di
ascoltare. Finalmente!•
l linguaggio dei social media sta cam-
biando il modo di comunicare e questo
è una dato di fatto assodato, sta cam-
biando anche la politica e alcuni lo hanno
ben compreso, inutile fare nomi. I fenomeni
mediatici si stanno spostando dalla televi-
sione a internet, il live spesso è streaming,
la copertura in diretta è sempre più spesso
un live twitting. Il Papa cinguetta e con lui
Obama e, perché no? Letta. Un “metterci
la faccia” che prima non veniva nemmeno
preso in considerazione: premier, impren-
ditori e persino top manager, per mante-
nere un profilo “alto” volevano/dovevano
esser irraggiungibili, i pochi che volevano
fare diversamente non avevano a dispo-
sizione i mezzi di oggi. Essere disponibile
richiedeva impegni economici enormi e
staff da presidenziali americane. Oggi, tut-
to è cambiato e, al contrario, chi continua
a trincerarsi dietro il proprio status, non
CristinaLazzati
da twitter o linkedin si accede
a una piazza infinita
“ FACEVO IL MANAGER IN UNA BANCA, MA AVEVO BISOGNO DI NUOVE SFIDE. COSÌ HO DECISO DI ANDARE OLTRE E METTERMI IN PROPRIO. ORA GESTISCO IL MIO RISTORANTE McDONALD’S IN FRANCHISING”.
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