boletín idente marzo 2009
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SOMMARIO2 Lettera del Superiore Generale, p. Luis • 3 Commento al Vangelo • 5 Catechismo della Chiesa Cattolica • 6 Le nostre missioni: India • 8 La “santità fi liale” di F. Rielo • 9 Famiglia Idente: news • 10 La mistica di Fernando Rielo • 11 Codice orazionale • 12 La vita di Fernando Rielo: Incontro a Roma con Maria, Nostra Si-gnora del Trisagio
Marzo 2009
N° 1
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“… Le Nozze d’Oro, il momento in cui,fra 25 anni,dovrete fareil bilancio del vostro sforzo comune…”
FERNANDO RIELO,
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50º anniversarioMissionarie e
Missionari Identes
ROMA24 giugno - 2 luglio 2009
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PARLA IL NOSTRO SUPERIORE GENERALE,P. LUIS CASASÚS LATORRE
29 giugno 2009. Cos’è un anniversario?Qualcosa che tutti gli esseri umani comprendono: vuol dire che un anno, alcuni
o molti anni, sono passati. Ma non è solo un intervallo di tempo. È un periodo
pieno di contenuto, felice o triste, tranquillo o agitato. In ogni caso, un momento per fare un
bilancio e rifl ettere su ciò che è accaduto, cosa abbiamo imparato, cosa abbiamo ricevuto...
e cosa ci manca.
Nella vita spirituale celebriamo molti
anniversari e ognuno di questi giorni ricor-
da la vittoria dei santi che in quella data
sono nati o hanno dato la vita o forse si
sono convertiti. Ricordiamo la nascita di
Cristo, la sua morte e resurrezione, i fatti
della vita di Maria e Giuseppe. Infi ne, l’eu-
carestia è un anniversario instituito da Cri-
sto: “Fate questo in memoria di me”.
Il 29 giugno del 2009 festeggeremo i 50
anni di un fatto molto bello per la Chie-
sa e per tutti noi che seguiamo Fernando
Rielo, Fondatore dei missionari e missio-
narie identes, della Famiglia Idente, della
Gioventù Idente. È necessario celebrare il
momento in cui il nostro padre Fondato-
re comprese che era giunta l’occasione di
offrire alla Chiesa un carisma nuovo, uno
strumento per vivere la santità. In realtà,
quando ci riuniremo a Roma, o nel posto
in cui ci troveremo, faremo la stessa cosa:
tornare ad offrire alla Chiesa un carisma,
ora già vissuto e sperimentato da noi e da
migliaia di adulti e giovani. In primo luo-
go è un’azione di grazie, un atto di giubilo.
Esprimiamo la nostra gratitudine allo Spi-
rito Santo per aver ispirato la persona di
Fernando Rielo. Ringraziamo anche il no-
stro Fondatore per essere stato tanto fede-
le a tutto ciò che ricevette da Dio.
Non si può pensare ad un anniversario
senza regali. Questo è lo spirito che deve
avere la nostra celebrazione: offriamo gra-
tis ciò che gratis abbiamo ricevuto. Non
possiamo fare altro. Come capitò a San
Pao lo, che dice: Predicare il vangelo non è per
me un titolo di gloria, è una necessità. Guai a me se
non predicassi il vangelo! (1Cor 9, 16).
Il nostro Padre Fondatore fu sempre
molto sensibile ai momenti passati. In par-
ticolare, visse sempre nutrito dei ricordi
della sua infanzia e giovinezza, quando la
Provvidenza lo preparava a ciò che avreb-
be dovuto essere la sua vita apostolica:
proclamare la coscienza fi liale, sentirsi
ogni volta più fi gli di Dio. In questo modo,
diventare simili a Lui, nonostante le nostre
debolezze. Come ripeteva il Padre Fonda-
tore:
Cos’è la santità? È paternità. Nient’altro. È po-
ter giungere alla fi ne della vita e che la prima paro-
la pronunciata sia uguale all’ultima, e l’ultima sia
uguale alla prima: “Padre”. E Lui: “fi glio”.
La nostra orazione di ogni momento, al
lavoro, in cappella, durante lo studio, si
eleva in questi giorni perché insieme pos-
siamo approfi ttare di tutta la ricchezza di
questo 50° anniversario.
Lo chiediamo con fede a Maria, Madre
dei santi.
Un abbraccio nei sacri cuori di Gesù,
Maria e Giuseppe.
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COMMENTO AL VANGELOBernardo De Angelis
Missionario IdenteRettore del Monastero
di S. Caterina (Bo)
Che signifi ca credere… «Dio
non ha mandato il Figlio nel
mondo per giudicare il mon-
do, ma perché il mondo si salvi per mez-
zo di lui. Chi crede in lui non è condan-
nato». Credere. Basta questo per non
essere condannati. Deve essere qualco-
sa di strano. Ma già lo sappiamo. Sappia-
mo che credere signifi ca dare il cuore.
Riposare là dove si vede che possiamo
riposare, sebbene non ci sia dove po-
sare il capo. Sapere che l’unico riposo è
dove non c’è riposo – perché l’amore non
riposa. L’amore crocifi gge. In un modo o
nell’altro. Perché ti chiede il sangue, o la
fatica, o il distacco dalle tue cose e dai
tuoi affetti. O il giudizio.
Venire alla luce.
Per venire alla luce bisogna credere.
Per non nascondere nulla bisogna fi darsi.
Vivere alla luce di Dio, vivere alla luce
degli uomini. Abbiamo tutti paura di vi-
vere alla luce, come nudi, mostrando
senza vergogna ciò che siamo, nel bene
e nel male. Abbiamo vergogna, anche
se siamo brava gente. Abbiamo segreti,
più o meno confessabili, nelle tortuosità
dell’anima. Magari segreti risibili, magari
infantili. Come quando ci si vergogna di
un piccolo difetto fi sico, o di una ridicola
bugia. Così ci si vergogna di qualcosa che
cova nell’anima. Cose da nulla, a volte.
Cose che, se le manifestassimo, ne ride-
remmo. E ne saremmo liberati. Accade
spesso che ci riesca più facile confessa-
re un grande peccato che una minuscola
mancanza. Perché il grande peccato ci
sta davanti, bene evidente, rotondo, im-
possibile ad ignorarsi. Mentre la piccola
imperfezione, l’impercettibile egoismo,
la sottile doppiezza interiore, che non è
chiara neppure a noi stessi, e che a vol-
te neppure sappiamo se sia veramente
doppiezza, e non sappiamo che cosa di
meglio potremmo fare, per liberarcene
ed essere sinceri, quella ci sta dentro,
«E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma ab-bia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è gia sta-to condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
IV domenica di Quaresima Gv 3, 14-21
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diffi cile ad indi-
viduarsi, e, dun-
que, ad estir-
parsi, ed è una
pena, certo. Ed è
anche un rischio. Perché può arrivare ad
avvelenare. Perché sta lì, e cova. E può
crescere. E anche se non cresce, sta lì, e
rende l’aria pesante, una perenne foschia
nella quale non ci si vede chiaro, e allora
lo sguardo è limitato, corto, pesante, gri-
gio. Ci sono giornate di luce tale che le
cose sono disegnate con perfetta nettez-
za, e risaltano le une dalle altre con uno
splendore che le rende nuove, luminose.
Appaiono allora anche i paesaggi più lon-
tani, e non si credeva che le Alpi fossero
tanto vicine, tanto possibili a vedersi. Al-
lora anche i paesaggi più lontani appaio-
no possibili, raggiungibili. È opera della
luce. Dalle nostre parti è spesso il vento
gelido del nord, di tramontane, a operare
il prodigio. È un vento sereno, freddo. Ma
spazza via l’impurità. Allora puoi persino
metterti in un angolo riparato, al sole, e
riscaldarti, e guardare lontano.
La salvezza e la condanna sono even-
ti interiori, dipendono dalla pena che si
sceglie. Se la scomoda e umida foschia
dei nostri segreti inconfessati – per quan-
to ridicoli – o la gelide e lucente tramon-
tana – il vento dello spirito che spazza via
tutto ciò che non conta e che ci intristisce
e ci ingrigisce.
Se mi espongo alla luce, avviene che
non posso che operare secondo la luce, e
allora le mie opere sono realmente fatte
in Dio. Appartengono alla luce, perché la
luce le ha dettate, le ha conformate. Se
mi espongo alla luce, le mie opere non
potranno che avere la forma data loro
dalla luce. La luce stessa le obbligherà a
quella forma, le modellerà, le costringerà
al suo canone.
Tratto dal libro dello stesso Autore “Sapore e Sapienza”, Lombar Kay Edizioni
Leyendas Autore: Fernando Rielo PardalPrezzo: € 18,00
“…uno di quei libri che, più che leggere, si dovrebbero respirare.”
Mons. Vincenzo Paglia
Non cederò alla valleil mio celeste stato Autore: Fernando Rielo PardalPrezzo: € 14,00
Sapore e sapienza Autore: Bernardo De AngelisPrezzo: € 18,00
La mistica allegria Autore: Fernando Rielo PardalPrezzo: € 5,00
Non temo alcun male Autore: Bernardo De AngelisPrezzo: € 12,00
Lombar Key srl EdizioniTel. 3480725034 • info@lombarkey.com
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358. Qual è la radice della dignità umana?La dignità della persona umana si radica nella creazione ad immagine e somiglianza di Dio. Dotata di un’anima spirituale e immortale, d’intelligenza e di libera volontà la persona umana è ordinata a Dio e chiamata, con la sua anima e il suo corpo, alla beatitudine eterna.
359. Come raggiunge l’uomo la beatitudine?L’uomo raggiunge la beatitudine in virtù della grazia di Cristo, che lo rende partecipe della vita divina. Cristo nel Vangelo indica ai suoi la strada che porta alla felicità sen-za fi ne: le Beatitudini. La grazia di Cristo opera anche in ogni uomo che, seguendo la retta coscienza, cerca e ama il vero e il bene, ed evita il male.
360. Perché le Beatitudini sono importanti per noi?Le Beatitudini sono al centro della predicazione di Gesù, riprendono e portano a perfezione le promesse di Dio, fatte a partire da Abramo. Dipingono il volto stesso di Gesù, caratterizzano l’autentica vita cristiana e svelano all’uomo il fi ne ultimo del suo agire: la beatitudine eter-na.
361. In che rapporto sono le Beatitudini col desiderio di felicità dell’uomo?Esse rispondono all’innato desiderio di felicità che Dio ha posto nel cuore dell’uomo per attirarlo a sé e che solo lui può saziare.
362. Che cos’è la beatitudine eterna?È la visione di Dio nella vita eterna, in cui noi saremo pienamente «partecipi della natura divina» (2 Pt 1, 4), della gloria di Cristo e del godimento della vita trinitaria. La beatitudine oltrepassa le capacità umane: è un dono soprannaturale e gratuito di Dio, come la grazia che ad essa conduce. La beatitudine promessa ci pone di fronte a scelte morali decisive riguardo ai beni terreni, stimo-landoci ad amare Dio al di sopra di tutto.
363. Che cos’è la libertà?È il potere donato da Dio all’uomo di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stesso azioni deliberate. La libertà caratterizza gli atti propriamente umani. Quanto più si fa il bene, tanto più si diventa li-beri. La libertà raggiunge la propria perfezione quando è ordinata a Dio, sommo Bene e nostra Beatitudine. La libertà implica anche la possibilità di scegliere tra il bene e il male. La scelta del male è un abuso della libertà, che conduce alla schiavitù del peccato.
364. Quale relazione esiste tra libertà e responsabilità?La libertà rende l’uomo responsabile dei suoi atti nella
misura in cui sono volontari, anche se l’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere sminuite e talvolta annullate dall’ignoranza, dall’inavvertenza, dalla violenza subita, dal timore, dagli aff etti smodati, dalle abitudini.
365. Perché ogni uomo ha diritto all’esercizio della libertà?Il diritto all’esercizio della libertà è proprio d’ogni uomo, in quanto è inseparabile dalla sua dignità di persona umana. Pertanto tale diritto va sempre rispettato, par-ticolarmente in campo morale e religioso, e deve essere civilmente riconosciuto e tutelato nei limiti del bene co-mune e del giusto ordine pubblico.
366. Come si colloca la libertà umana nell’ordine della salvezza?La nostra libertà è indebolita a causa del primo pecca-to. L’indebolimento è reso più acuto dai peccati succes-sivi. Ma Cristo «ci ha liberati perché restassimo liberi»(Gal 5, 1). Con la sua grazia lo Spirito Santo ci conduce alla libertà spirituale, per farci suoi liberi collaboratori nella Chiesa e nel mondo.
367. Quali sono le fonti della moralità degli atti umani?La moralità degli atti umani dipende da tre fonti: dall’og-getto scelto, ossia un bene vero o apparente; dall’inten-zione del soggetto che agisce, e cioè dal fi ne per cui egli compie l’azione; dalle circostanze dell’azione, ivi compre-se le conseguenze.
368. Quando l’atto è moralmente buono?L’atto è moralmente buono quando suppone ad un tempo la bontà dell’oggetto, del fi ne e delle circostan-ze. L’oggetto scelto può da solo viziare tutta un’azione, anche se l’intenzione è buona. Non è lecito compiere il male perché ne derivi un bene. Un fi ne cattivo può cor-rompere l’azione, anche se il suo oggetto, in sé, è buono. Invece un fi ne buono non rende buono un comporta-mento che per il suo oggetto è cattivo, in quanto il fi ne non giustifi ca i mezzi. Le circostanze possono attenuare o aumentare la responsabilità di chi agisce, ma non pos-sono modifi care la qualità morale degli atti stessi, non rendono mai buona un’azione in sé cattiva.
369. Vi sono atti che sono sempre illeciti?Vi sono atti, la cui scelta è sempre illecita a motivo del loro oggetto (ad esempio la bestemmia, l’omicidio, l’adulterio). La loro scelta comporta un disordine della volontà, cioè un male morale, che non può essere giu-stifi cato con il ricorso ai beni che eventualmente ne po-trebbero derivare.
CATECHISMO DELLACHIESA CATTOLICA
estratto a tema del Compendio: la dignità della persona umana
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LE NOSTRE MISSIONI NEL MONDO
LA TESTIMONIANZA DALL’INDIAdi Patrizia Baglioni
Missionaria IdentePresidente di JASMINE ONLUS
Carissimi fratelli e sorelle della Famiglia Idente,con grande gioia colgo l’occasione di scrivervi, anche se brevemente, della no-stra bellissima missione in India, nata a Cochin (Kerala) nel 1998 e che ha dato
grandi frutti: quest’anno, infatti, sono state aperte ben due nuove residenze, una a Nuova Deli e l’altra a Madras. Rosa Calabretta e Pilar Espildora, che molti di voi hanno conosciuto qui in Italia, sono state le prime missionarie a partire per questo grande e bellissimo pae-se. L’India è un paese dove le famiglie si sostengono con grande fatica e preoccupazione, in ogni sua regione, e a questa norma di vita non sfuggono nemmeno le nostre missiona-rie. L’Istituto Idente si è occupato, con le proprie forze, di costruire una grande casa dove poter accogliere molte giovani, ma la prosecuzione della missione non sarebbe possibile senza il contributo della ONLUS Jasmine, della quale sono Presidente, per sostenere gli studi e la vita nella casa di formazione.
LE NOSTRE MISSIONI NEL MONDO
LA TESTIMONIANZA DALL’INDIAdi Patrizia Baglioni
Missionaria IdentePresidente di JASMINE ONLUS
Jasmine Onlus è nata nel 2003 e ha sede in Roma presso la Parrocchia San Barto-lomeo. L’Associazione non ha scopo di lucro e si propone di aiutare le missioni promosse dalle Missionarie e Missionari Identes di Cristo Redentore, in tutto il ter-ritorio dell’India e dell’Asia in generale. In questi anni abbiamo contribuito a soste-nere la Casa di formazione “ABBA KARUN NIVAS”, che signifi ca “Casa del nostro mi-sericordioso Padre Celeste”, prima resi-denza dei Missionari Identes in India, si-tuata nello stato di Kerala, località Cochin.
La missione si prefi gge la formazione delle ragazze nel periodo dell’adolescen-za, dai 12 ai 20 anni. La casa, che in questi anni ha conosciuto diversi ampliamenti, fi no a passare da 30 a 60 ospiti, è al con-tempo residenza delle missionarie e cen-tro educativo.
L’iniziale progetto prevedeva la costru-zione di una residenza per la formazione delle giovanette. Su richiesta dell’Arcidio-cesi di Verapoly, il progetto iniziale si è ampliato; la Casa di Formazione è dive-nuta così anche polo di attività culturali e pedagogiche in favore di giovani donne. Nel corso degli anni ci siamo dovuti scon-trare con la triste realtà di avere sempre pochi fondi per far fronte alle richieste di
partecipazione, di gran lunga superiori allo spazio disponibile. La popolazione alla quale ci siamo rivolti è quella delle ragazze povere di religione Cristiana di rito Latino-Cattolico, con l’intento di sal-vare le giovani delle caste più basse, ex intoccabili, da situazioni diffi cili, a volte violente. È, purtroppo, all’ordine del gior-no la vendita di bambine, causata dalla miseria in cui la gente vive. Una realtà di povertà sommersa dall’ignoranza e dalla disperazione.
Nella popolazione latino-cattolica le ragazze sono educate ad essere silen-ziose, sottomesse e totalmente dipen-denti dalla persona che è stata scelta per mantenerle (sia marito od Ordine religio-so, entrambi scelti dai genitori, anche se sempre più genitori sembrano volere ri-spettare i desideri delle fi glie). Le ragaz-
Pilar Espildora (1999, inizio della fondazione)alle prese con l’insegnamento di giovani
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ze, inoltre, godono meno libertà rispetto ai loro coetanei maschi e sono spesso ob-bligate a rimanere in casa. L’idea, quindi, di un Centro culturale offerto come servi-zio da parte della Chiesa Cattolica, stimo-la i genitori a permettere alle loro fi glie una partecipazione alle attività altrimenti impensabile.
Nel Kerala, generalmente, le ragazze non lavorano per mantenersi. Non matu-rano attraverso l’assunzione di responsa-bilità della loro vita, perché c’è sempre qualcuno che dice loro cosa fare, o i loro genitori, o i loro mariti. C’è sempre qual-cuno che le mantiene. La società di Kerala non ha la mentalità che le donne debba-no lavorare, e siano realmente in grado di farlo. Le missionarie Identes non indossa-no alcun abito religioso, non hanno nes-sun domestico e sono tutte lavoratrici che vivono della loro professione. Il fatto che facciano da sole tutti i lavori domestici si-gnifi ca che sviluppano un comportamento familiare di servizio e di aiuto reciproco, rompendo con la mentalità dei privilegi di casta e con il modo abitudinario di proce-dere. Il fatto che siano autosuffi cienti per mezzo del loro lavoro, promuove un basi-lare cambiamento culturale di una men-
talità arcaica. Questo progetto vorrebbe cambiare gradualmente la mentalità di dipendenza basata sul fatto di ricevere sempre istruzioni su cosa fare, insegnan-do alle ragazze a valutare le situazioni, a prendere decisioni e ad assumere re-sponsabilità per se stesse e per gli altri. Il progetto offre loro anche la possibilità di studiare per sviluppare professionalità specializzate, in base alle loro capacità ed inclinazioni.
Il nostro OBIETTIVO è fornire un’edu-cazione, personale e collettiva, alla sanità e all’igiene, valori umani, formazione del carattere, sviluppo della personalità, eco-nomia domestica, buona conoscenza del-la lingua inglese, completamento degli studi scolastici. Le giovani provengono da varie zone dell’Asia: Kerala, Tamil Nadu e Thailandia. Quelle che possono studiare e progredire negli studi, continuano i loro regolari corsi di diploma o di laurea; quel-le che, per diverse ragioni, non possono, studiano direttamente nella residenza delle missionarie: inglese, spagnolo, in-formatica, etc.
La convivenza è fondamentale per educare la personalità nella salute, nei rapporti umani, nella conoscenza e nella morale. Alcune adolescenti si trovano in uno stato talmente degradato da avere necessità di imparare ciò che per noi è ovvio: dall’igiene a come aver cura di un abito. L’Associazione Jasmine onlus si è occupata in questi anni principalmente della formazione, cosicché abbiamo dato vita ad una campagna in favore di borse di studio per le giovani di Abba Karun Nivas.
La quota annuale Jasmine è di 155,00 €; come vedete non è molto alta e pen-siamo sia abbastanza accessibile a tan-te famiglie. Il vostro contributo, renderà possibile tanti piccoli miracoli in queste giovani ragazze. Un grande abbraccio e se avete qualche dubbio o desiderate qual-che chiarimento, scrivetemi a questo in-dirizzo Patrizia Baglioni, Via Ariano Irpino, 13 - 00177 Roma, volentieri vi risponderò, op-pure chiamatemi al n. 06.299066. La mia email è: patriziabaglioni@gmail.com
Pilar e Rosa, durante una visitadi Mons. D. Accharuparambil
Lezioni di computer pressola residenza delle missionarie
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IDENTES:LA “SANTITA’ FILIALE” DI RIELO PARDAL
di Augusto CinelliLazio Sette, l’informazione
on-line della diocesi di Roma11 dicembre 2008
Le missionarie e i missionari Identes hanno celebrato il 6 dicembre scorso il quarto anniversario della scomparsa del loro fondatore Fernando Rielo Pardal. Si sono incontrati nella basilica di San Paolo fuori le Mura, insieme al cardinale Camillo
Ruini, vicario emerito di Sua Santità per la diocesi di Roma, che ha presieduto la celebrazio-ne eucaristica. Erano presenti, oltre al Presidente dell’Istituto, padre Jesús Fernández, e ai membri dell’Istituto residenti in Italia, l’arcivescovo monsignor José Octavio Ruiz, vicepre-sidente della Commissione Pontifi cia per l’America Latina, gli ambasciatori presso la Santa Sede di Colombia e Perú, vari superiori generali di Istituti religiosi, numerosi sacerdoti della diocesi di Roma e un gran numero di membri della famiglia Idente e simpatizzanti dell’Isti-tuto, che riempivano l’imponente navata centrale della basilica.
Il cardinale Ruini si è rivolto all’assemblea ricordando come Fernando Rielo aveva dato al suo Istituto una spiritualità che si può riassumere nell’espressione “santità fi liale”, cioè «unione alla divina coscienza fi liale di Gesù Cristo: avere in noi, come dice l’apostolo Paolo, gli stessi senti-menti che furono in Cristo Gesù».
«Così si concretizza nel profon-do di noi – ha continuato il porpo-rato – il senso della paternità di Dio e di conseguenza il bisogno della continua ricerca della san-tità, secondo il messaggio del vostro Fon-datore che rimanda alle parole di Gesù: Siate perfetti come come è perfetto il Pa-dre vostro che è nei Cieli». Il cardinale ha proseguito con un riferimento allo spirito di famiglia che caratterizza la convivenza delle comunità Identes e all’imperativo di Cristo raccolto dal Fondatore e proposto a tutti i membri dell’Istituto: «Andate in tut-to il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura». Il nome Identes, infatti, fa riferi-mento proprio a questo «andate».
Al termine della celebrazione il presi-dente dell’Istituto, dopo aver ringraziato il cardinale per la sua presenza e per l’ami-cizia nei confronti dell’Istituto dimostrata
nei 17 anni durante i quali è stato vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha sot-tolineato come «il desiderio di vivere la santità deve portare al limite delle possi-bilità la nostra fede e la nostra speranza, così che diventiamo sempre più capaci e competenti moralmente, intellettualmen-te e spiritualmente a sviluppare l’impresa evangelica, di cui ha recentemente parlato il Santo Padre, con amorevolissima dedi-zione. Se non fosse così, profaneremmo l’intimità con Cristo, cioè l’orazione». «La mancanza di orazione – ha proseguito – è un vero cancro che corrode il “kerygma” e lo priva di fecondità apostolica».
Fernando Rielo (Madrid 1923-New York
Messaggio fi nale di ringraziamento al Card. S. Em. Camilo Ruini ealla Famiglia Idente di P. Jesús Fernández Hernández
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2004) fu un uomo appassionatamente in-namorato di Dio. In giovane età sentì pro-fondamente la chiamata del Padre che gli diceva: «Sii santo, fi glio mio, come io, il tuo Padre celeste, sono santo». Nel 1959 fondò l’Istituto Id di Cristo Redentore, Missionarie e Missionari Identes, elevato canonicamen-te a istituto di vita consacrata il 22 ottobre del 2004. Alla fondazione religiosa fecero seguito altre fondazioni, culturali e umani-tarie, al fi ne di cercare tutte le vie possibili per portare il Vangelo a tutte le genti.
«Oggi, cinquanta anni dopo – spiega un comunicato –, questo è il sentimento dei missionari e della famiglia Idente, diffusi in venticinque nazioni, che danno appun-
tamento a tutti coloro che vorranno parteci-pare, a Roma, nel giugno del 2009, per rin-graziare, insieme al Santo Padre, del dono del carisma idente alla Chiesa e al mondo».
Famiglia Idente di Torino con i Missionari a Roma il 6/12/09
Il 12 gennaio 2009, padre Jesús Fernández Hernández, presidente dei Mis-sionari Identes, è stato insignito del Dottorato Honoris Causa nell’Univer-sità Tecnica Particolare di Loja in Ecuador, per aver sempre vissuto secon-do i più alti valori istituzionali della Università. Auguri vivissimi a p. Jesús da parte di tutta la Famiglia Idente d’Italia.
È stato indetto il concorso per la composizione dell’inno per l’anniversario Idente 2009. Deve essere una musica rivolta piuttosto a un pubblico giovane. Allora, a tutti i musicisti della Famiglia Iden-te: fatevi avanti!Per i testi ci si può riferire ad alcune poesie del Fondatore, particolarmente apprezza-te dai giovani. I testi si possono trovare su internet alla pagina dell’evento:www.identes2009.org
A Fucecchio, il 5 gennaio 2009, si è celebrata la II Edizione del
Festival Canoro dei Re Magi. Ci congratuliamo per questa bellissima iniziativa. Auguri ai vincitori. Bravissimi!
Il 6 gennaio 2009 si è svolta la sfi lata dei Re Magi da Monte Cap-piano al Monastero di Fucecchio, con la colla-borazione della Famiglia Idente, dei bambini del catechismo, delle comunità parrocchiali, dei Sacerdoti. È stato un momento di festa so-lenne che ha unito tutti e ha fatto rifl ettere sul-la nostra fede.
Il 6 gennaio 2009 è stata aperta a Bologna una residenza di vita comune per missionarie. Auguri ad Eleanna, Alessandra e Stefania.
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Ci stiamo preparando alla Pasqua, ovvero ad un altro tempo di gra-zia, di rifl essione, di prepara-
zione a ricevere Dio, non già bambino, ma eucarestia. Sì, perché Cristo, attraverso la Santa Pasqua, ci consegna un messaggio chiarissimo: vincere la morte con la forza dell’amore, della donazione di se stessi. Ma come possiamo imitare Cristo in que-sto senso? Farci con Lui cibo per altri? Dobbiamo forse cercarci una croce?
Ebbene, l’orazione di raccoglimento, co-sì come ce l’ha insegnata Fernando Rielo,è una via meravigliosa per vivere questo tempo di grazia, di rifl essione, di donazio-ne di noi stessi, perché richiede un atteg-giamento fondamentale: la penitenza. Egli avverte: «Quale è la vera penitenza?... il digiuno delle passioni (ossia dei difetti). Nient’altro. Sei un egoista? Digiuna! Non ti concedere questi banchet-ti di egoismo che fai! Digiuna, per favore, digiuna! Tu sei stato chiamato a vivere la vita con Dio, devi digiunare del tuo egoismo, delle tue incontinenze intime. Non è l’altro tipo di digiuno che devi fare!». È sorprendente, non è vero? E, allo stes-so tempo, semplice. Tutti possiamo vivere questo digiuno dei nostri difetti, ma pur-troppo ci costa molto, e quindi preferiamo digiunare di cose materiali, e non osserva-re quello interiore, più vero e più radicale.
Trascuriamo proprio il “luogo” dove l’egoi-smo e la superbia ci dominano e ferisco-no gli altri, feriscono la Chiesa, feriscono la comunità, feriscono la santità alla quale tutti siamo stati chiamati. Dice, inoltre, il Fondatore, che abbiamo bisogno «… a imi-tazione di Cristo, di atti di crocifi ssione della propria vita. Poiché il nemico principale di questo raccogli-mento - cioè dell’orazione - è la tiepidezza».
La fame di Dio cresce proprio con l’ani-ma svuotata dei nostri vizi. Per questo la Chiesa, in questo tempo di quaresima, ci invita al digiuno, alla rifl essione, al pen-timento delle nostre mancanze, ad ar-ricchirci con atti di vera generosità verso il prossimo. Il regno di Dio è diffi cile da comprendere per chi resta fuori o cerca di entrarvi furtivamente, ma chi entra per la porta della croce, della carità, dell’amo-re, capisce perfettamente le meraviglie di Dio, perché ha cercato veramente di far-si simile a Lui, attraverso il dono di sé, a imitazione di Cristo. «Questo raccoglimento (orazione e penitenza) si incrementa progressiva-mente fi no a trasformare la mente in una specie di tabernacolo della saggezza celeste, portico d’en-trata nel tempio dello Spirito Santo. Questo luogo esatto dove metaforicamente e poeticamente par-lando si salutano. È proprio di queste anime l’at-teggiamento del “parla Signore che il tuo servo ti
LA MISTICA DI FERNANDO RIELO
L’ORAZIONE DI RACCOGLIMENTOCosì il nostro padre Fondatore ci ha insegnato a pregare
Anna PedrettiMissionaria Idente
2ª parte
«Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, in-giusti, adulteri, e neppure come que-sto pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo”». (Lc 18, 10-12).
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ascolta”. Ascoltare, saper ascoltare!». E che cosa sente chi, con la penitenza, si è rinnegato delle sue passioni? L’affet-to, la tenerezza dell’amore di Dio. Sente la certezza e la conferma che Lui è il nostro Padre eterno, Lui è il nostro Creatore, il nostro tutto, in cui possiamo riposare in ogni momento della nostra vita, soprattutto in quel-li più diffi cili.
«Avviene perciò che Dio… attraverso lo Spirito Santo ci comunica affettuosamente uno stato intellettuale di amore totale alla nostra intelligenza… una manifestazione affettuosa, tenera, intima e famigliare della nostra fi liazione con il Padre Celeste...». La teneritas amoris (tenerezza dell’amore) è lo stato, dice il Fondatore, in cui Dio ci lascia nell’orazione; come tratte-remo Lui se non con la stessa tene-rezza?
Tutta la spiritualità di Fernando Rielo si appoggia su questo fonda-mentale cardine dell’orazione (rac-coglimento), come via irrinunciabile per scoprire e raggiungere la meta della coscienza fi liale, tema assai im-portante, che avremo l’opportunità di approfondire nei numeri seguenti. Ebbene, questa sua pedagogia spi-rituale è sintetizzata in dodici punti, che egli ha estratto dal Vangelo e or-ganizzato nel Codice dell’Orazione. Dal prossimo numero inizieremo a trattare singolarmente i punti di tale codice.
Continua nel prossimo numero
Fernando Rielo, Lezioni: Il raccoglimento, Madrid 27/02/1988,BI 18; Santità e vita purgante, La Laguna 13/09/1986, BI 23.
Fernando Rielo in preghiera (Catacombe di S. Callisto, Roma 1979)
CODICE ORAZIONALE
1 - Che la vostra orazione sia concisa: “Pregando poi, non spre-cate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.” (Mt 6,7)2 - Che la vostra orazione sia intima: “Tu invece, quando pre-ghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricom-penserà.” (Mt 6,6)3 - Che la vostra orazione sia semplice: “In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso.” (Mc 10,15)4 – Che la vostra orazione sia contrita: “Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.“ (Lc 18, 13)5 - Che la vostra orazione sia aff ettuosa: “Amerai dunque il Si-gnore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.” (Mc 12, 30)6 - Che la vostra orazione sia attenta: “State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.” (Mc 13, 33)7 - Che la vostra orazione sia continua: “Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”. (Lc 21, 36)8 - Che la vostra orazione sia supplicante: “Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il fi glio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scor-pione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri fi gli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!” (Lc 11, 9-13)9 - Che la vostra orazione sia taumaturgica: “Gesù allora disse loro: Abbiate fede in Dio! In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato. Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghie-ra, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato.” (Mc 11, 22-24)10 - Che la vostra orazione sia misericordiosa: “Quando vi met-tete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati.” (Mc 11, 25)“Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori.” (Mt 5, 44)11 - Che la vostra orazione sia apostolica: “Così risplenda la vo-stra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.” (Mt 5, 16)12 - Che la vostra orazione sia fi liale: “E che voi siete fi gli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!” (Gal 4, 6) (Mc. 11, 25)
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LA VITA DI FERNANDO RIELOIncontro con Maria a Roma:Nostra Signora del Trisagio
Brano scelto dal libro“Leyendas”
Ed. Lombar Key
“Ero preoccupato per il culto alla Madre Celeste. Il santo Rosa-rio, date le caratteristiche di
quelli che entrano nell’Istituzione, non si poteva recitare quotidianamente.
Decisi di fare un pellegrinaggio a Efeso, confi dando che Maria stessa mi avrebbe dato la soluzione al problema. Stabilii per la partenza la data del 22 dicembre 1976.
Giunto a Roma, un palpito, un alito di voce silenziosa mi costrinse a visitare la basilica di S. Andrea della Valle. Qui, con il mio cuore unito al Suo, trovai la risposta del Cielo. Maria mi condusse con dolcezza alla tela che la raffi gura, protetta da una im-ponente grata.
La grata, metafora di quella che trattie-ne lo spirito dell’uomo pellegrino, fu muto
testimone del suo improvviso messaggio: il Rosario Iden-
te. Lo recitai con la dolce emozione di un bambino, unendo le mie parole alle Sue parole, in quella limpida ora della mia vita.
La sera stessa, mentre il tramonto si arrossava, riferii ai missionari di Roma ciò che era accaduto, ed essi lo recitarono con me. Questo modo di pregare mi acquietò l’animo. Il Rosario Idente ha forma di tri-sagio, perciò chiamai la Madre Celeste «Nostra Signora del Trisagio». Maria vi viene invocata secondo i tre dogmi fondamentali: Figlia del Pa-dre, Madre del Figlio, Sposa dello Spirito Santo.
Proseguii verso Efeso, con l’impressione che volesse rivelarmi an-cora qualcosa.
Giunto a Istanbul, fui sorpreso nel sapere che in un luogo appar-tato di Efeso c’era la casa di Maria. Lì mi fu rivelato il titolo che dà più profonda ragione della sua maternità divina: Figlio, io sono la Madre della Mistica Processione.
Il mio pellegrinaggio era stato ricco di grazie mariane”.
a cura di Anna Pedretti
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FERNANDO RIELO E LA SUA FAMA DI SANTITÀ
A volte pensiamo alla fama di santità come ad una teoria, mentre invece è qualcosa di molto concreto e facile da individuare.
Il carisma, il pensiero, la vita di Fernando Rielo, continuano vivere nelle molte attività dell’Istituto Id, e nei Missionari Identes, come: ritiri
e lezioni spirituali, celebrazioni eucaristiche, riunioni, comunità della Famiglia Idente, gruppi del Vangelo, volontariato, anniversari, solennità
dell’Istituto e della Chiesa, Gioventù Idente.
Se qualcuno, attraverso tutte queste attività, ritiene sinceramente di aver ricevuto anche uno solo dei doni qui sotto elencati, è pregato di
volerlo scrivere a: Postulazione Fernando Rielo - via Aurelia, 773 - 00165 Roma
Doni:
• La conversione personale o della famiglia o di altri, riguardo alla fede cattolica.
• Maggior coscienza di amore per Cristo, per il suo Vicario, il Santo Padre e la Chiesa.
• Amare gli altri e rispettare il prossimo.
• L’aver appreso a pregare, a fare silenzio, a meditare, a leggere il Vangelo.
• Non fare chiacchiere o commenti inutili né malevoli, ma ad usare le parole solo ad edifi cazione degli altri.
• Comprendere la fi liazione divina e sentire Dio come Padre.
• Comprendere i dogmi della nostra fede.
• Amare Maria, Madre di Dio e della Chiesa, Sposa dello Spirito Santo.
• L’importanza di tutti i sacramenti, fare la comunione e confessarsi frequentemente.
• Pregare il trisagio di Maria soprattutto per le persone che sono in diffi coltà o soff rono.
• L’urgenza della vera orazione, come dialogo spirituale con Dio.
• L’idea che si deve essere santi come il Padre Celeste è Santo.
• L’affi darsi al Signore con speranza, a non preoccuparsi di tante cose e a riconoscere la vera pace del cuore.
• L’aver ricevuto pace, gioia, forza e coraggio per andare avanti.
• L’impressione che Fernando Rielo è padre di una spiritualità nuova nella Chiesa e per il mondo.
• Riconoscere l’importanza della fede.
• Riconoscere l’importanza della comunione fraterna.
• L’importanza di vivere come una comunità radunata in Cristo.
• Amare la condivisione materiale e spirituale.
• Distinguere che cosa sia la vita mistica e la vita spirituale.
• Sorpresa ed edifi cazione per come Fernando Rielo parlasse in favore dell’arte, la scienza, la fi losofi a e come l’Istituto Id difenda il magistero
della Chiesa.
• Aver compreso l’importanza dello studio per difendere il magistero della Chiesa.
• Essere testimoni credibili e coerenti.
• Avvertire per la gioventù un’urgenza apostolica.
Il 28 dicembre 2005, a causa di forti dolori addominali, mia madre viene ricoverata, in ospedale al “San Giovanni” di Roma, la dia-gnosi è pancreatite acuta, aggravata da iper-tensione ed altre complicanze. I medici con i quali ebbi a parlare non mi dettero molte speranze, anzi mi dissero che dovevo tenere conto di un possibile decesso della mamma!In preda alla disperazione più profonda, ho cercato nella preghiera il conforto e la forza, ma non so per quale ragione non mi veniva in mente nessuna fi gura sacra alla quale ri-volgermi, ero così spaventata e confusa che non riuscivo a pregare… Quando d’improv-viso un pensiero mi ha avvolto… è stato il pensiero sulla sofferenza del padre fondato-re Fernando Rielo, mi sono rivolta a lui con impeto chiedendo aiuto e conforto: “tu che hai sofferto tanto il dolore della malattia, aiu-ta mia madre e fa che si salvi” mi sono sentita
ascoltata, guidata!! In pace!La sera del 31 dicembre, recatami in ospeda-le, ho chiesto con insistenza di parlare con un medico. Dopo una lunga attesa, fi nalmente, una dottoressa. Letti gli ultimi referti, le sue parole mi sono sembrate benedizioni che scendevano dal cielo: “I valori sono rientrati, non si preoccupi, è fuori pericolo”… Ero in-credula, ma come? Poi ho ripensato alla mia supplica a padre Fernando e ho capito che lui aveva offerto di sicuro una lacrima del suo dolore al Padre Celeste, per me… per la mia richiesta d’aiuto!!La mia testimonianza è che il Padre Celeste, per mezzo del fondatore Fernando Rielo, ha benedetto la mia famiglia con una immensa grazia, quella di salvare mia madre.
Italia, novembre 2006 di A. F.
Grazia concessa per intercessione di Fernando Rielo Pardal
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Chi desidera essere socio di una di queste ONLUS può far-
lo eff ettuando un versamento al numero di conto corrente
proprio della ONLUS prescelta. La quota può essere versata
in unica soluzione o in due rate. Chi invece vuole dare un
libero contributo senza assumere l’impegno di associarsi,
può farlo attraverso il bollettino postale e il numero di conto
corrente che si trova allegato all’ultima pagina oppure con-
segnarlo alla sede più vicina dei missionari, in busta chiusa,
con nome e cognome dell’off erente.
Associazione JasmineONLUS
MISSIONARI IDENTESPARROCCHIA S. BARTOLOMEO AP.
VC. MONTE ARSICCIO, 1 - 00135 ROMATEL. 06/30812221
C/C POSTALE N. 44020345QUOTA ANNUA: 155,00 EURO
IndiaIndiaragazzi che hanno poche esigenze, ma qui, un poco di amore fa veramente miracoli.
Perù
Il Perù è la prima terra di missione dei mis-sionari Identes, che qui hanno operato nei lebbrosari. Combattu-ta la lebbra, oggi con-tinuano la loro opera ad Abancay, con gli aiuti ricevuti dall’Ita-lia, occupandosi di un collegio in cui accolgono bambini con gravi diffi coltà fa-miliari. Per questi bambini si è compiuto il miracolo: non solo quello di avere un tetto e l’assistenza che normal-mente ogni essere umano dovrebbe avere, ma anche la possibilità di studiare e formarsi intellettualmente.
IndiaLa Casa di formazione “Abba Karun Nivas”, che signifi ca “Casa del nostro misericordioso Padre celeste”, è la prima residenza in India dei Missionari Identes nello stato del Kerala, al Sud del paese. I missionari Identes, fe-deli al proprio carisma, credono nella forza della formazione intellettuale, umana e spirituale per cambiare il mondo. Perciò le missionarie si dedica-no, in questo centro, alla accoglienza e alla formazione delle giovani che condividono tale ideale. Attraverso le borse di studio dell’Associazione ONLUS Jasmine, molte giovani hanno potuto così diplomarsi ed a volte
anche proseguire gli studi all’università.
Bolivia
La Ciudad del Niño Jesús (Città del Bambino Gesù) è la missione affi data or-mai da molti anni ai Missionari Identes che accoglie circa 150 ragazzi e bam-bini in diffi coltà, orfani o senza una famiglia di riferimento. La parola d’ordi-ne di questa realtà è quella secondo la quale tutti devono avere una occu-pazione. Così tutti collaborano, ciascuno secondo le proprie possibilità, im-parando un mestiere che gli potrà servire nella vita. I missionari si occupa-no del sostentamento materiale dei ragazzi: vestiti, medicine, studio. Sono
Aiuti alla Missione di S. MiguelitoAssociazione
Ayuda a los ultimosONLUS
MISSIONARI IDENTESPARROCCHIA S. MATTEO AP.ED EV.
VIA ANAGNINA, 37300040 MORENA ROMA
TEL E FAX 06/79846686C/C POSTALE N: 47590005
QUOTA ANNUA: 150,00 EURO
BoliviaBolivia
Aiuti alla Missione di Abancay
AssociazioneAiuto Minori Terzo Mondo
ONLUSMISSIONARI IDENTES
MONASTERO SANTA MARIA DEGLI ANGELIVIA F. PROVESI, 39 – 43011 BUSSETO (PR)
TEL 0524/930154C/C 9330169
CASSA DI RISPARMIO PARMA E PIACENZAQUOTA ANNUA: 300,00 EURO
PerùPerù
Ogni ieri
Niente è caduto dalla tasca.
Conservo persino la morte
con ciò che sopporto da sempre.
Ho tenuto i miei ieri.
Non ho dovuto domandare a nessuno
dove stavi, Signore, caso mai
volessi baciarmi.
È stato tutto così semplice e così presente
che mi è bastato piangerti
perché venissi a raccogliermi.
Fernando Rielo
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Famiglia Idente:una grande realtà per il mondo, l’umanità e la Chiesa
Origine e spirito - La Famiglia Idente nasce dall’Istitu-to Id di Cristo Redentore, Missionari e Missionarie Identes, fondato da Fernando Rielo. Idente è un neologismo dell’imperativo spagnolo “id” (andate) che, con la desi-nenza del participio latino, è diventato appunto Identes, cioè coloro che vanno nel mondo per annunziare il Van-gelo.
Scopo - Come l’Istituto Id, la Famiglia Idente ha come scopo fondamentale vivere e trasmettere il Vangelo, facendo proprio l’imperativo di essere santi come il no-stro Padre Celeste è santo (Mt 5, 42-45), e la promessa di Cristo, secondo la quale, se due o tre sono riuniti nel suo nome, Lui è in mezzo a noi (Mt 18,20).
Membri - La Famiglia Idente è una realtà aperta a tut-ti coloro che si sentono chiamati a sostenere o a con-dividere il carisma dell’Istituto Id, ognuno secondo il proprio stato, nelle iniziative spirituali e apostoliche, in piena comunione fraterna con il Presidente dell’Istituto, nella venerazione della Chiesa e del Santo Padre.
Iniziative - Le attività proprie della Famiglia Idente sono molte: ritiri, lezioni spirituali, direzione spirituale, gruppi del Vangelo, riunioni artistiche, circoli poetici e culturali, volontariato, associazioni benefi che e Onlus, catechesi.
Struttura - Vi è, per carisma, un legame indissolubile tra la Famiglia Idente e l’Istituto Id. Lo spirito di comu-nione e unione con i Superiori dell’Istituto Id è perciò imprescindibile; a loro spetta il compito di nominare il consiglio della Famiglia Idente a livello locale e naziona-le; questo si occupa di promuoverne l’attività propria e curarne i contenuti.
Espansione - La Famiglia Idente è presente in tutti i paesi in cui opera l’Istituto Id, vale a dire: Europa (Italia, Francia, Spagna, Belgio, Repubblica Ceca, Germania), Asia (India, Tailandia, Filippine), America del Nord e del Sud (Stati Uniti, Bolivia, Colombia, Cile, Perù, Ecuador).
Impegno -– La Famiglia Idente propone a chi intende vivere più radicalmente lo spirito del Fondatore alcuni impegni fondamentali: la lettura del Vangelo, l’orazione, l’apostolato, la carità, incontri mensili di formazione e incontri di comunità.
SEGRETERIA CENTRALEDEL COMITATO ORGANIZZATORE:
Via Aurelia, 773 - 00165 RomaTel. e Fax (+39) 06 665027527
Email: identes2009@idente.netwww.identes2009.net
Come possiamo vivereCome possiamo viverela santità in comune, oggi?la santità in comune, oggi?
MOTUSMOTUSCHRISTICHRISTI
Lascia che Cristo siaLascia che Cristo siail movimento della tua vitail movimento della tua vita
In un mondo dove sembra che le cose belle non accadano più, il Motus Christi è, al contrario di ogni utopia, un modo concreto per ritrovare la sublime bellezza della fede. L’uomo sembra aver perduto il riferimento interiore con se stesso e con la trascendenza, eppure in noi vi è la mistica immagine delle Persone Divine e, come la perla preziosa, ritrovarla è il vero arricchimento per la vita. Il Motus Christi è una proposta di vivere con Cristo ogni giorno, nell’ascolto della voce del nostro Padre Celeste: “Tu sei il mio fi glio prediletto, in te mi sono compiaciuto” (Mt. 3,17).
MISSIONARIE E MISSIONARI IDENTES IN ITALIA
Arpino • Monastero di San Lorenzo Via S. Francesco, 3 – 03030 Arpino (Fr) - Tel. 0776-848873
Bologna • Santuario Corpus Domini Via Tagliapietre, 19 - 40123 Bologna - Tel. 051-331277
Busseto (Pr) • Monastero S. Maria degli Angeli Via F. Provesi, 39 - 43011 Busseto - Tel. 0524-930154
Fucecchio (Fi) • Monastero della Vergine Piazza della Vergine, 1 - 50054 Fucecchio - Tel. 0571-20504
Genova • Casa SS. Concezione Salita Porta Chiappe, 1 - 16136 Genova - Tel. 010-2722663
Roma • Residenza “Fernando Rielo” Via Aurelia, 773 - 00165 Roma - Tel. 06-665027500
Parrocchia San Matteo Apostolo via Anagnina, 373 - 00040 Roma - Tel. 06-79841574
Parrocchia San Bartolomeo Apostolo via Monte Arsiccio, 1 - 00135 roma - Tel. 06-30812221
Terni • Missionarie Identes via Linda Malnati, 10- 05100 Terni - Tel. 0744-276498
Torino • Casa di Ospitalità e cura S. Vincenzo Strada San Vincenzo, 49 - 10131 Torino - Tel. 011-6607313
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Bollettino realizzato dall’Istituto ID di Cristo Redentore Missionarie e Missionari Identes di Roma a cura di Anna Pedretti • Stampato nel Centro Editoriale Valtortiano S.r.l. - Isola del Liri (Fr)
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